Il Parlamento del Regno d'Italia/Gaetano Brunetti

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Gaetano Brunetti

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Vito Beltrani Severino Grattoni

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deputato.


Il collegio di Brindisi ha inviato alla Camera il Brunetti e non si può negare che non le abbia fatto dono d’un rappresentante intelligente e operosissimo.

Il Brunetti è un uomo istruito assai, sopratutto in materie legali ed economiche, ed è un argomentatore logico e sodo. A noi è avvenuto di udirlo parlare a lungo conservando bene il filo delle idee, svolgendo sempre nuove e più incalzanti proposizioni e con un fuoco sostenuto con una vis oratoria da fissare irresistibilmente l’attenzione, e qualche volta anche da comandare, se non l’approvazione, l’ammirazione almeno per certo.

Egli si è messo alla sinistra, non sappiamo troppo il perchè, mentre nella Camera elettiva italiana i membri stessi della destra la più estrema, sono abbastanza liberali e progressisti da soddisfare i desideri dei più esigenti.

Quindi è che nei suoi discorsi al Brunetti non può sempre presentarsi un’occasione di giustificare la sua opposizione, o di arrivare soltanto a formularla, mentre egli è uomo di ragione, e come tale giustamente incapace a sragionare di sangue freddo, come certuni che siedono accosto a lui troppo spesso sogliono fare.

Tuttavia, da quell’uomo immaginoso e fertile in risorse ch’egli è, perviene a quando a quando a montare sui trampoli del tribuno e a schiccherare talune di quelle frasi altosonanti che sono il vade mecum infallibile dei non contenti. Dopo di che rientra nella via netta e ben tracciata del suo ragionare, che si ode con soddisfacimento e talvolta pure con frutto.

A noi non avviene che troppo spesso di domandarci [p. 995 modifica]come accada che certi deputati, i quali non hanno nė punto nè poco le qualità negative dei veri frementi, vadano a mettersi loro accanto e piglino a votare quasi pecorilmente — ci si perdoni l’espressione — con essi.

Noi ammettiamo un’esposizione parlamentare che possieda un programma chiaro ed esplicito, che abbia un capo riconosciuto ed autorevole, che sappia ove vada e come ci vada. Ma, per dir vero, non possiamo troppo comprendere che uomini dotati di fior di senno e che possederebbero tutte le prerogative necessarie a divenire di una utilità pratica al paese, si mettano di gaitè de cœur nell’impossibilità assoluta di essere impiegati.

Ci si permetta di formar voti perchè, per esempio, un uomo come il Brunetti possa quanto prima fare quel passo che ci vuole per entrare nella cerchia dei possibili; egli non saprebbe perderci e l’Italia ci guadagnerà.