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Il Parlamento del Regno d'Italia/Gennaro di San Donato

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Gennaro di San Donato

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Panfilo Ballanti Giuseppe Sirtori
Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


Gennaro San Donato.

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È napoletano, rappresentò una parte di qualche importanza nelle vicende del 1848, e dopo di quelle credette prudente, onde salvarsi dalla vendetta borbonica, di ritirarsi in Piemonte ore visse fino al 1860 la vita assai dura dell’emigrato. Il San Donato è sempre stato [p. 788 modifica]buon patriotta e si è adoperato quarte ha saputo e potuto, anche durante il lungo suo esiglio, a giovare al proprio paese pubblicando scritti, nell’interesse della causa nazionale e facendo pare a quest’intento corrispondenze a’ giornali francesi più devoti al risorgimento d’Italia.

Il San Donato fu de’ primi ad accorrere a Napoli non appena Francesco II ebbe permesso il rimpatrio degli emigrati.

E colà non giovò poco a preparare il terreno, onde Garibaldi, una volta sbarcato sul continente, non incontrasse ostacoli per compiere la liberazione dell’Italia meridionale.

Napoli, riconoscente, elesse poscia il San Donato a suo rappresentante in seno al Parlamento nazionale.

Nella Camera egli si è messo a fianco al Rattazzi e con una fedeltà non mai abbastanza ammirabile non se n’è mai allontanato, nè se ne allontana un solo momento.

Prende una ragionevole parte ai lavori del Parlamento, tanto negli uffici, quanto nelle pubbliche discussioni, in cui, se talvolta gli vien fatto di scappar fuora in qualche proposta un po’ avventata o in qualche interruzione troppa violenta, non tarda a rientrare nei termini e a modificare le espressioni alquanto troppo vive che possono essergli sfuggite in un prim’impeto.