Il Parlamento del Regno d'Italia/Giovan Battista Nazari

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Giovan Battista Nazari

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Silvestro Gherardi Giovanni Battista Cagnola
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[p. XLIX modifica]Giovanni Battista Nazari.

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Nativo di Treviglio nella provincia di Bergamo, si è laureato in legge e dedicato di buon’ora alla carriera dei pubblici impieghi, ch’ei dovette però abbandonare più tardi onde accudire a proprî affari e interessi.

Questo tuttavia non gli fu d’impedimento ad adoperarsi con tutto lo zelo e per molti anni di seguito a pro del suo paese, nell’amministrazione di quell’importante comune, e dei locali istituti di beneficenza.

Nel 1834 il voto della provincia di Bergamo lo chiamò a rappresentarla presso la congregazione centrale in Milano, voto che non gli venne meno dopo la scadenza del primo e del secondo sejennio, ed al quale egli degnamente corrispose combattendo in aperto modo le proposizioni del governo ogni qual volta erano contrarie agli interessi patrî, il che lasciamo pensare a chi legge se avvenisse o no di frequente.

Durante tale periodo di tempo fu pur membro della commissione di beneficenza, ed uno degli amministratori della cassa di risparmio.

Sullo scorcio del 1847, quando la Lombardia, omai stanchissima dell’insopportabile oppressione austriaca, non trovava tuttavia tra i suoi figli chi fosse abbastanza ardito per manifestare il proprio malcontento, il nostro protagonista alzò la voce pel primo in una coraggiosa rimostranza che gli meritò per parte dei suoi concittadini clamorose ovazioni, e indusse i Manin e i Tommaseo ad imitarlo a Venezia.

Un sì nobile passo gli sarebbe senz’altro costato la deportazione in Germania, per la quale era già [p. 180 modifica]designato, se la famosa rivoluzione del 1848 non avesse impedito ai governanti stranieri di dare esecuzione al loro progetto.

Il governo provvisorio di Milano chiamò il Nazari a presiedere il Consiglio di Stato, nel disimpegno delle quali eccelse funzioni seppe accrescere il cumulo di stima professata verso di lui dai propri concittadini.

Accaduta la funesta restaurazione del dominio austriaco, quel governo, volendo con ipocrite dimostrazioni di completo perdono e di leale interessamento al benessere delle risommesse provincie italiane attirare a sè alcune delle persone ch’erano più apprezzate dalla pubblica opinione, non fece risparmio a tal fine di promesse e di seduzioni per acquistarsi anche il Nazari; ma questi, che non era merce da accattarsi, seppe sempre schermirsene, e restar sulle sue, mantenendosi nella condizione privata.

Giunto finalmente il tanto desiderato momento del riscatto d’Italia, egli fu tosto assunto in qualità di direttore presso la regia amministrazione centrale della Lombardia, nominato ufficiale dell’ordine cavalleresco Mauriziano, ed elevato poscia alla dignità di Senatore del regno italiano.