Il Re Torrismondo/Atto secondo/Scena prima

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Atto secondo - Scena prima

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Atto secondo Atto secondo - Scena seconda
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SCENA PRIMA

MESSAGGIERO, TORRISMONDO, CORO

MESSAGIERO

Me di seguire il mio Signore aggrada,
O calchi il ghiaccio de’ canuti monti,
O le paludi pur, ch’indura il verno.
Ed or, quanto m’è caro, e quanto dolce
L’esser venuto seco all’alta pompa
Nella famosa Arana! Ei segue, e ’ntanto
Al Re de’ Goti messaggiero in giungo,
Perchè gli dia del suo arrivar novella.
Ma chieder voglio a que’ch’insieme veggio,
Ove sia del buon Re l’aurato albergo.
O Cavalieri, io di Suezia or vegno
Per ritrovare il Re: dove è la reggia?

CORO

È quella, che t’addito, ed ei medesmo
Quel, che là vedi tacito e pensoso.

MESSAGIERO

O magnanimo Re de’ Goti illustri,
Dell’inclita Suezia il Re possente
A voi manda salute, e questa carta.

TORRISMONDO

La lettra è di credenza. Espor vi piaccia
Quel, ch’ei v’impose.

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MESSAGGIERO

Il mio Signor Germondo
Dentro a’ confini del tuo regno è giunto,
E l’hai vicino; e pria che ’l Sole arrivi
Del lucido Oriente a mezzo il corso,
Sarà nella famosa e nobil reggia;
Ed ha voluto ch’io messaggio innanzi
Porti insieme l’avviso, e porga i preghi,
Perchè raccolto ei sia come conviensi
All’amicizia; a cui sarian soverchi
Tutti i segni d’onore, e tutti i modi,
Che son fra gli altri usati. Ei si rammenta
Del dolce tempo, e dell’età più verde,
Dell’error de’ viaggi, e delle giostre,
Dell’imprese, de’ pregj e delle spoglie,
Della gloria comune, e della guerra;
Ma più del vostro amor: nè d’uopo è forse
Ch’io lo ricordi a chi ’l riserba in mente.

TORRISMONDO

Oh gran memoria, oh tempo, oh come allegro
Dell’amico fedel novella ascolto!
Dunque sarà qui tosto? oimè! sospiro,
Perch’a tanto piacer non basta il petto,
Talch’una parte sen riversa e spande.

CORO

La soverchia allegrezza, e ’l duol soverchio,
Venti contrarj alla serena vita
Soffian quasi egualmente, e fan sospiri:
E molti sono ancor gl’interni affetti,
Da cui distilla, anzi deriva il pianto,
Quasi da fonti, di ben larga vena;
La pietate, il piacer, il duol, lo sdegno,
Talch’il segno di fuor non è mai certo

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Di quella passion, che dentro abbonda.
Ed or nel Signor nostro effetti adopra
L’infinita allegrezza, o così parmi,
Qual suole in altri adoperar la doglia.
Signor, se con sì ardente e puro affetto
Amate il nostro Re, giurar ben posso,
Ch’è l’amor pari, e l’un risponde all’altro:
E non ha, quanto il Sole illustra, e scalda,
Di lui più fido amico.

TORRISMONDO

Esperto il credo;
Anzi certo sou io, che ’l ver si narra.

MESSAGGIERO

Ei delle vostre nozze è lieto in modo,
Che ’l piacer vostro in lui trasfuso inonda,
A guisa di gran pioggia, o di torrente.
Gioisce al suon di vostre lodi eccelse,
O per l’arti di pace, o di battaglia.
Gioisce, se i costumi alcuno esalta,
E racconta i viaggi, i lunghi errori,
La beltà della sposa, il merto, i pregj;
E del padre, e di voi sovente ei chiede.

TORRISMONDO

N’udrà liete novelle. E lieto ascolto
Le vostre anch’io; ma del camin già lasso
Deh! non vi stanchi il ragionar più lungo.
Sarà de me raccolto il Re Cermondo,
Com’egli vuole; è suo de’ Goti il regno.
Non men, ch’egli sia mio: però comandi.
Voi prendete riposo; e tu ’l conduzi.
Alle sue stanze, e sia tua cura intanto,
Ch’egli onorato sia; chè ben convensi

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E merta il suo valor, l’ufficio e ’l tempo,
E l’alta dignità di chi cel manda.