Il Re Torrismondo/Atto terzo/Scena quarta

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Atto terzo - Scena quarta

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SCENA QUARTA

TORRISMONDO, ALVIDA

TORRISMONDO

Regina, ad onorar le vostre nozze
Venuto è di Suezia il Re Germondo,
Invitto cavaliero, e d’alta fama,
E, quel che tutto avanza, è nostro amico,
Nè men vostro, che mio: nè tante offese
Fece a’ Norvegi mai la nobil destra,
Quanti farvi servigj ei brama, e spera.
Porger dunque la vostra a lui vi piaccia,
Pegno di fede, e di perpetua pace.
Fatelo, perchè mio, e perch’è vostro,
E perchè tanto ei v’ama, e perch’il merta.

ALVIDA

Basti, eh’è vostro amico; altro non chiedo.
Perchè sol dee stimar la donna amici
Quei, che ’l marito estima. E ’l merto, e ’l pregio,

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E ’l valor, e l’amor, per me soverchio,
M’è sol caro per voi; chè vostra io sono;
E sol quanto a voi piace, a me conviensi.

TORRISMONDO

Questa del vostro amor, del vostro senno
Ho fede, e speme. Oggi memoria acerba
Non perturbi l’altero e lieto giorno,
E la sembianza vostra, e ’l vostro petto.

ALVIDA

Nel mio petto giammai piacere, o noja
Non entrerà, che non sia vostro insieme;
Chè vostro è ’l mio volere, ed io vel diedi,
Quando vi die’ me stessa; e vostra è l’alma.
Posso io, s’a voi dispiaccio, odiar me stessa:
Posso, se voi l’amate, amar Germondo.

TORRISMONDO

Estingua tutti gli odj il nostro amore,
E nessun odio il nostro amore estingua.