Il Sogno (Bevilacqua)

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Giannina Bevilacqua

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Poemetto Intestazione 26 settembre 2011 100% poemi

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IL SOGNO


POEMETTO


di


GIANNINA BEVILACQUA


livornese


     Stanca, o Tirsi, di tesser le fiscelle
Mentre ansiosi rapiano il verde al prato
I neri Capri, e le mie bianche Agnelle,
Il taciturno, lusinghiero alato
5Nume invocai, e presso a un fresco rio
I lumi chiusi in un gradito oblio.

     Esser mi parve sotto un Pino ombroso
In una vario-amena collinetta;
Alla calma, al piacere, ed al riposo
10M’invitavano i fonti, i fior, l’auretta,
E udir pareami fra le spesse piante
Il tintinnio d’un’arpa tremolante.

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Arpa non era, ma soave canto
Del gran Ceroni, che sull’erbe assiso
15Col Divo Plettro contendeva il vanto
All’occhi-azzurro Pastorel di Anfriso,
Narrò di Psiche la beltà, gli ardenti
Che Amor per lei soffrì grati tormenti.

     Zeffiro rapitor di Psiche bella
20Si aggirava lascivo al Vate intorno
Ripetea garrulletto in sua favella,
Se qual Tu la dipingi era quel giorno
Che i danni arse ad Amore, Amor sdegnato
Non si saria con lei benchè oltraggiato.

     25Poscia con voce flebile-gemente
Simile a dolce ventolin, che spira
Su la vetta del colle, Ei la dolente
Briseide pinse allorchè mesta gira
Le dardeggianti cupide pupille,
30E tenta invan di rimirare Achille.

     Del fier Pelide la fulminea rabbia
Per cui costui Achei precipitaro
Del reo Cocito sulla negra sabbia,
L’ira possente che affannoso, amaro
35Pianto costò alla Grecia, e a’ Teucri rei
Passeggere recò palme, e trofei,

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Cruccioso egli cantò, quindi si tacque,
Curvaro allora mesti mesti i fiori
Il vago capo, si turbaron l'acque
40Del fiumicello, i cristallini umori
La fontana gelò, l'aura fragrante
Percosse sdegnosetta, e fiori, e piante.

     Dall'alto Olimpo macerbato il cuore,
Torbido il ciglio, e il biondo crine incolto,
45Privo del serto, e del natìo splendore,
Fra spirante, nebuloso in volto
Delio ascoltollo, e rintonando l'Etra
D'invide strida, al suol gittò la cetra.

     Alfin Morfeo con l'obliosa fronda
50Partissi a volo, e allora sol vid'io
Pascer l'agnelle sull'erbosa sponda.
Narra il Sogno a Ceroni o Tirsi mio,
E di' che questa volta il mio pensiero
Pingendo il finto ha disvelato il vero.