Il buon cuore - Anno IX, n. 01 - 1º gennaio 1910/Beneficenza

Da Wikisource.
Beneficenza

../ ../Religione IncludiIntestazione 21 febbraio 2022 100% Da definire

Il buon cuore - Anno IX, n. 01 - 1º gennaio 1910 Religione

[p. 1 modifica]Beneficenza


ACCADEMIA FINALE

NELL’ISTITUTO DEI CIECHI DI MILANO

Crediamo bene, sebbene in ritardo, di dare una breve relazione dell’Accademia finale letteraria-musicale, che ebbe luogo nell’Istituto dei Ciechi di Milano nei due giorni 18 e 19 dicembre 1909, ripetendosi nel secondo giorno quanto fu fatto nel primo, e ciò per accontentare il grande numero di persone che desiderano di assistere a questi esperimenti sempre geniali e interessanti.

Assisteva nel primo giorno, insieme ai tre membri componenti il Consiglio, cav. ing. Spasciani, presidente, dott. Francesco Denti e avv. Lino Barbetta, consiglieri, il sig. Paladini, consigliere di Prefettura, in rappresentanza del prefetto Panizzardi, impedito dall’intervenire.

L’esame letterario, che forma sempre la prima parte dell’esperimento, era diretto dal rettore dell’Istituto, comm. Luigi Vitali, maestro principale. In attuazione di un principio per lui fondamentale, di concordare le materie insegnate agli avvenimenti del giorno, per dare all’insegnamento carattere di attualità, egli aveva raggruppato le materie dell’esame sotto un punto solo, l’anno 1859, del quale quest’anno erasi solennemente celebrato il cinquantenario: religione, storia, geografia, nomenclatura, tutto era stato considerato e svolto in rapporto al grande avvenimento cittadino e patriotico.

L’otto giugno 1859, giorno dell’ingresso trionfale delle truppe alleate in Milano, dopo la battaglia di Magenta, erasi, alla presenza di Napoleone III e Vittorio Emanuele II, cantato in Duomo un solenne Te Deum. Ciò dette occasione di parlare di quest’inno particolare della Chiesa, della sua origine, della sua natura, delle occasioni in cui viene cantato.

Per la Storia, il 1859 venne considerato in tre punti: i preparativi, gli avvenimenti, le conseguenze. E vennero quindi, con sguardo riassuntivo ricordati tutti i fatti che si raggruppano come causa ed effetto intorno a quell’anno, che segnerà un’epoca memoranda nella storia generale d’Italia.

Complemento della storia, veniva la geografia, rappresentata da una grande carta geografica, in uso pei veggenti, sulla quale però, con inchiostro in rilievo, erano segnate le località rese celebri nel corso della guerra, il Cenisio e Genova, due punti dell’ingresso dell’esercito francese in Italia, Torino e Alessandria, punto di concentramento delle truppe; e poi le località delle battaglie, Montebello, Palestro, Magenta, Melegnano, San Martino, Solferino.

Più al nord era segnata la campagna condotta da Garibaldi, col passaggio del Ticino a Sesto Calende, colle vittorie di Varese e di S. Fermo.

La nomenclatura era fatta col distinguere, col tatto, i busti piccoli dei principali autori del Risorgimento italiano, Mazzini, Pio IX, Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi, e alcuni monumenti cittadini, il Duomo, il monumento delle Cinque Giornate, ecc.

Uno dei punti più curiosi dell’Accademia letteraria è lo svolgimento fatto da due allievi e da due allieve di temi suggeriti dagli astanti. È una prova che manifesta in modo evidente il grado di istruzione al quale gli allievi sono arrivati. Anche alcuni dei componimenti dati tornarono di sviluppo e complemento all’insegnamento generale, quali i due argomenti La Patria e il 1859, svolti dagli allievi Romanelli e Balestrini. Alle allieve vennero dati argomenti di indole morale, più conformi alla loro natura, la riconoscenza, l’amicizia. Grande fu la meraviglia del pubblico nel vedere in qual modo semplice e appropriato gli argomenti venisserò svolti.

Una bella esumazione coronò il saggio letterario, la poesia del Mercantini, Il Pellegrino italiano, fatta pel [p. 2 modifica]capo d’anno 1859, poesia che, all’epoca della pubblicazione, corse tutta l’Italia, suscitando le più, vive speranze e l’entusiasmo per la vicina guerra di liberazione.

Un’altra poesia venne declamata, più attinente alle materie scolastiche, un’ode a Luigi Braille, il cieco inventore del sistema di scrittura a punti rilevati, che segnò la redenzione del cieco nella sua istruzione letteraria e musicale. Autrice della poesia è la maestra cieca, Maria Motta, e l’argomento aveva carattere di attualità, ricorrendo appunto quest’anno il primo centenario della nascita di Luigi Braille.

Terminato il saggio letterario, ebbe principio il saggio musicale. Tutte le forme di musica vennero presentate, un concerto d’organo, di piano, di arpa, un duetto di fagotto e flauto, un quintetto d’archi, composto dall’allievo Romanelli, un pezzo d’intera d’orchestra, e il canto, con due cori, l’uno eseguito dalle sole allieve, l’altro eseguito dagli allievi e dalle allieve, insieme uniti. Il primo era il coro delle filatrici nell’opera Edmea del Catalani, il secondo un coro dell’opera Figliuol prodigo, di Ponchielli; due cori diretti dal maestro cav. Gallotti, ed eseguiti con inappuntabile perfezione.

Non mancò il solito saggio di ginnastica, dato questo anno dalle allieve, sotto la intelligente e attiva direzione della maestra Novaglia.

Furono distribuiti anche molti premi con somme inscritte su libretti di Cassa di Risparmio, dati ad allievi ed allieve, distinti per studio e buona condotta. Tre premi, da L. 10, vennero offerti da privati benefattori, per tre bambini dell’Asilo Infantile. Uno venne dato a Maria Averi, bambina di quattro anni, di sviluppo precoce, assai superiore alla sua età. Il premio fu accompagnato dagli applausi del pubblico.

A metà del concerto musicale, quando erano presenti sul palco tutti gli allievi e le allieve, che avevano preso parte ai cori, il Rettore lesse il seguente discorso, relativo alle vicende dell’anno.


“Se il trovare una persona che si dice contenta vi può far piacere, vengo a dirvi che una tale persona c’è.

“Questa persona sono io.

“E il dirlo non mi torna difficile, perchè il merito di questa contentezza aspetta in molta parte a voi; se io sono contento i mezzi per esserlo me li avete dati voi; siete voi che io devo ringraziare.

“E per ricordarne le ragioni, io non ho bisogno di scostarmi da questo luogo, di portarmi lontano dalla circostanza che in questo momento qui ci aduna, e dall’argomento che or son pochi istanti ha formato oggetto della nostra gradita attenzione. Noi siamo nell’Istituto: non sono ancora sei mesi, e in questo salone compievasi una funzione a me particolarmente cara: noi siamo in un anno di sante memorie, quelle del 1859: beneficenza, religione, patria, ecco le tre perle, che in questo momento brillano dinnanzi a noi; esaltano il nostro spirito, commovono il nostro cuore.

“La prima gioja, riguardo all’Istituto, è riferibile all’Asilo Infantile. Sono poco più di sei anni che venne lanciata nel pubblico l’idea della sua fondazione: quello che era un voto, oggi è la più cara delle realtà. C’è la casa nuova, bella, aereatà, spaziosa; ci sono già più di venti bambini; e i mezzi per l’esercizio affluiscono. L. 10.000, vennero dati dagli eredi Careno nel gennaio; L. 11.000, in occasione della Messa d’oro; L. 18 000, furono raccolte nella fiera tenutasi or son due settimane in questo salone; e L. 20.000, pel legato Caimi: quando queste ultime siano riscosse, saranno circa L. 60.000 introitate quest’anno; tanto che può dirsi quasi adempita la condizione perchè l’Asilo passi a congiungersi all’Istituto, senza pesare col suo esercizio sul patrimonio dell’Istituto, già gravato da molti e imprescendibili impegni.

“La Messa d’oro fu una mia soddisfazione particolare, ma una soddisfazione resa ineffabilmente più gradita dalla partecipazione di congratulazioni e di omaggi venuti da innumerevoli parti, e da persone autorevoli e distinte: ma più ancora perchè la commemorazione religiosa con gentile pensiero fu convertita in doppio vantaggio per l’Istituto: prima per l’offerta all’Asilo Infantile di L. 11.000; poi per l’offerta di quasi L. 7000 per la Casa di riposo dei Ciechi vecchi poveri. Maturato un fiore ne spuntava subito un altro.

“Ma una gioja di carattere più largo e comune, una gioja di tutto il paese si uni a quella funzione, la commemorazione del cinquantesimo anniversario della liberazione della Lombardia dal giogo straniero. Io ho voluto che quel glorioso ricordo venisse a mescolarsi col saggio pubblico letterario che noi diamo in questo giorno. Non è questo un atto isolato: esso manifesta una direttiva fondamentale che noi vogliamo resti impressa nella vita dell’Istituto. Separati dalla società, per la loro particolare condizione, i Ciechi devono vivere possibilmente della vita comune della società. È già questo un prezioso vantaggio morale che eleva e conforta il cieco: ma è un vantaggio ancor più prezioso, perchè questa unione che avvicina i Ciechi alla società, avvicina per conseguenza la società ai Ciechi.

“Una tendenza è caratteristica del periodo storico che attraversiamo, l’attenzione del pubblico verso la classe degli umili, la ricerca dei mezzi che migliorino le loro condizioni.

“Ora un movimento notevole in questo senso si verifica anche verso la classe dei ciechi. È un fatto che deve destare la compiacenza di tutti. Io mi li rito alla sola Lombardia. Molte delle sue provincie hanno già avviate istituzioni a favore dei Ciechi. Pavia, ha l’Istituto Ambrosioni pei Ciechi poveri della città; Cremona ha una scuola pei Ciechi, appena avviata, ma che potrà essere principio di opera più vasta; Brescia ha il legato Tebaldini per borse di Ciechi da collocarsi nell’Istituto di Milano: domani, ad Asso, si adunerà un Comitato fondatore col legato di mezzo milione disposto dalla famiglia Prato in favore dei Ciechi poveri della Provincia di Como. Sarà un vantaggio pei Ciechi di quella Provincia, ma sarà un vantaggio anche per l’Istituto di Milano: i mezzi che ora questi divide a vantaggio di molti Ciechi della Provincia di Como, potranno rivolgersi più direttamente a beneficio dei Ciechi della Provincia di Milano. Aggiungasi a questi benefici la disposizione provvidenziale della Cassa di Risparmio di Milano, la quale elevò nel passato mese di novembre le pensioni nell’Istituto dei Ciechi di Milano, a favore dei Ciechi di tutte le Provincie lombarde, dal numero di 18 al numero di 30.

“È un’importante promessa per l’on. Consiglio di poter completare tutte le istituzioni già presso di noi esistenti; il Laboratorio esterno femminile; avviare la Casa di riposo pei Ciechi vecchi poveri, ed estendere più largamente e con più notevoli sussidi l’opera di patronato ai Ciechi già usciti dall’Istituto, i quali nei giorni del bisogno riguardano a questa Casa, come alla loro casa madre, la casa non solo dei ricordi, ma la casa delle speranze e degli ajuti.

“E che cosa cementa tutto questo movimento, che nel beneficio verso una classe speciale rappresenta un bene di tutta la società?

“Lasciate che io esprima intero il mio pensiero. Termino come ho cominciato. Tre elementi insieme uniti [p. 3 modifica]con fraterno amplesso, con reciproco influsso di causa e di effetto, hanno fatto grande il nostro paese nel passato, e riassumono in splendida e vigorosa sintesi una parte notevole della storia d’Italia: lasciate che io possa avere il conforto di sperare che questa grandezza del passato si prolunghi e torni la storia della grandezza d’Italia nell’avvenire. Questi tre sentimenti, in questo giorno, si specificano, si riassumono per noi in tre nomi: Istituto, Messa d’oro, 1859: sono nomi però che si elevano, si allargano, e diventano nomi di una comprensione ben più alta e generale: beneficenza, religione, patria!”


Per l’Asilo Convitto Infantile dei Ciechi



OBLAZIONI.


Somma retro L. 83423 90

Felice, Elisa, Giulietta |||
   » 10 —
Nob. Del Lungo Del Maino Carolina |||
   » 10 —
Marchese Camillo Rocca Saporiti |||
   » 25 —
Maria Rivolta |||
   » 5 —


Totale L. 83473 90


PER LA FIERA.

Offerte in denaro.

Società «La Formica» idem |||
 L. 14 50
Principessa Belgiojoso, idem |||
   » 15 —
Signora Crespi, per biglietti lotterie reali |||
   » 132 —
Signora Margherita Verga, idem |||
   » 10 —
Signor Ladislas Györgyey, idem |||
   » 20 —
Signorina Alina Orio, idem |||
   » 6 —
N.N., idem |||
   » 10 —
Dalle Signore: Principessa Madeleine Belgiojoso, Donna Anna Gnecchi, Contessa Scheibler, Marchesa di Soragna Borghi per biglietti lotteria |||
   » 164 —


Offerte di indumenti ed oggetti varii.

Signora Teresa Pigni Maccia |||
 Capi N. 29
» Anna Ricci Guscetti, Kg. 2 cotone di lavoro |||
   » 122
Principessa Maddalena Belgioioso d’Este |||
   » 100
Marchesa di Soragna Borghi |||
   » 30
Contessa De Conturbia |||
   » 30
Contessa Della Somaglia Dal Pozzo |||
   » 90
Donna Anna Gnecchi |||
   » 128
» Fanny Greppi |||
   » 40
» Matilde Sormani |||
   » 40
» Gigina Sioli |||
   » 40
Signora Esengrini |||
   » 40
Principessa Lena Trivulzio |||
   » 100
Duchessa Marianna Visconti di Modrone |||
   » 45
Donna Bénie Spingardi |||
   » 5
Signorina Gertrude Zohren |||
   » 8
Signora N.N. |||
   » 15
» Luigia |||
   » 12
» Zanoletti |||
   » 18

Signora Teresa Schoch, 100 metri stoffa.

CASA DI RIPOSO PEI CIECHI VECCHI

OBLAZIONI.


Somma retro L. 6710 —

Alessandro Castoldi e sorelle |||
   » 15 —


Totale L. 6725 —




L’Enciclopedia dei Ragazzi spiega e insegna tutto divertendo.