Il buon cuore - Anno IX, n. 16 - 16 aprile 1910/Notiziario

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Società Amici del bene
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NOTIZIARIO


Unica ira le Scuole normali d’Italia, la nostra R. Scuola normale femminile «Carlo Tenca» e prenderà parte all’Esposizione di Bruxelles. Per tale mostra la scuola ha preparato il materiale scientifico e didattico ricchissimo. Sono piante e fotografie del fabbricato, del materiale, di esercizi ginnastici; sono le prove molteplici dell’opera sapiente direttiva di chi presiede all’istituto e dei docenti, e della cooperazione amorosa delle alunne dal giardino d’infanzia su su fino all’ultimo anno del corso normale.

Si ammirano elaborati diari, tavole sinottiche e diagrammatiche di pedagogia, di italiano, ecc.; schizzi in gesso e in penna di apparecchi scientifici e di macchine agricole; esercitazioni geografiche, cartografiche e plastiche, album di lavori femminili, di disegni, di calligrafia, di lavori manuali e froebeliani; il tutto rispondente ai dettami della pedagogia scientifica. Insomma tutta la vita della scuola vi è espressa e delineata in forma tangibile; ed è resa poi vitale mediante un’accurata e dotta relazione del cav. dott. R. Truffi, che con tanto amore dirige la scuola.

Certamente la mostra della «Carlo Tenca» farà a Bruxelless onore a Milano e alla Scuola italiana.



Necrologio settimanale

In età ancor fresca, quando la vita, pur attraverso a molte vicende, poteva ancora sorridere al suo animo gentile con belle attrattive sociali e famigliari, è serenamente spirato il nobile Camillo Bassi, del vivente nob. cav. dott. Carlo e della rimpianta contessa Beatrice Castelbarco Albani.

Ornato di belle doti di niente e di cuore, ingegno aperto, carattere modesto ma forte, il nobile Camillo fu da tutti amato e stimato, e nell’ultimo periodo affliggente, passando dalle alterne illusioni della guarigione alla certezza della prossima fine, fu ammirato come raro esempio di serenità e di rassegnazione. Una malattia inesorabile e tormentosa lo conduceva lentamente al sepolcro, ed egli si rassegnava al sacrificio e guardando al venerato padre che, vincendo strazi inenarrabili, lo incoraggiava con parole ispirate dal più grande amore, si confortava nelle speranze d’oltre tomba e passava tranquillo con tutte le dolcezze della fede.

Quante dolorose rinuncie per un uomo robusto e intelligente che, ufficiale negli Alpini, aveva goduto la poesia della montagna e l’affetto e la stima dei superiori e degrinteriori, compagni di tante ardite indimenticabili escursioni!

Per il suo carattere intraprendente, il nobile Camillo andò incontro anche ad un periodo di vita americana, superando vicende non facili con rara fortezza d’animo. Fu in America ch’Egli incontrò una creatura gentile, d’origine spagnuola, Leonila Zuluaga, e la fece sua sposa. Ma troppo breve fu il tempo intercorso tra le nozze e la morte che rapiva a don Camillo la diletta, sempre rimpianta.

Ora egli ha raggiunto tanti suoi cari che lo attendevano.

Vadano le nostre affettuose condoglianze alla di lui famiglia, particolarmente al venerando padre, il nobile cav. Carlo Bassi, tipica figura di perfetto gentiluomo e di patriarca, che, ripetutamente provato, pur nei momenti di sommo dolore ha donato e continua a donare, negli inesauribili campi della beneficenza con una estrinsecazione ammirabile, i tesori di un cuore aureo e di una mente superiore.

A. M. Cornelio.

A Milano, il patriota avv. comm. Battista Guy, nel 1848 s’arruolò col primo battaglione studenti lombardi e prese parte all’assedio di Mantova. Finita quella campagna, s’arruolò nella compagnia del capitano Giacomo Medici, si portò a Roma e prese parte alla memorabile difesa del «Vascello». Di questi eroi era il solo vivente milanese ed uno dei pochissimi superstiti d’Italia. Partecipò ai fatti brillantissimi di Varese, di S. Fermo, e di Bormio. Nel 1864 col nuovo ordinamento delle Opere Pie fu chiamato a far parte del Consiglio degli Orfanotrofi e del Pio Albergo Trivulzio. Partecipò poi alla Commissione comunale di statistica, indi a quella della R. M. Appartenne alla Commissione dei prestiti a premi, e al Comitato della Croce Rossa. Lascia un vivo rimpianto nella numerosa schiera di amici; — la signora Antonietta Cavallini.

— A Monza, il cav. Ferdinando Amman

— A Cremona, la contessa Luigia Vernazzi vedova del conte Stanga Offredi.

- A Busseto, il prof. Francesco Nastrucci, veterano garibaldino, insegnante di strumenti ad arco in quella scuola musicale e direttore dell’orchestra di quel teatro. Il Nastrucci fu prima viola nell’orchestra ducale parmense e in quelle dei maggiori teatri d’Italia. Fu amico di Verdi e di Faccio.

— A Pistoja, il cav. Giuseppe Michelucci, proprietario di una rinomata officina di fabbro ornatista, dalla quale uscirono lavori meravigliosi sparsi in tutto il mondo.

— A Firenze, il pittore Giacomo Martinetti, allievo dell’illustre Ciseri.



BIBLIOGRAFIA


La Messe dans l‘Histoire, dans l’Art, dans l’Ame des Saints, et dans notre Vie. Per F. Koppenot. Société de S. Augustin. Paris. In-folio, pp. 375.

La pubblicazione indovinatissima dell’opera nell’istesso formato e pregio — Le Crucifix dans l’histoire, dans l’Art, etc., incoraggiò la Società di S. Agostino a trattare cogli stessi intendimenti anche il tema «La Messe»; e il risultato fu semplicemente splendido.

Il testo, desunto dalle opere magistrali di Dom Guéranger, Duchesne, Dom Cabrol, Corblet, Ghir, De Rossi, Fleury, Marucchi, discorre estesamente su questi temi: — La prima Messa (nel Cenacolo di Gerusalemme) Il pane ed il vino — Una Messa nella casa di Pudente — La Messa nelle Catacombe Una Messa al Laterano — Una Messa in Santa Sofia — La Messa ai tempi di Carlo Magno — La Messa sotto il re S. Luigi — La Messa sotto il Terrore — Messe miracolose — La Messa militare — Messa papale in S. Pietro — La S. Messa e gli Angeli — La Messa e la SS. Vergine — La Messa e i morti — La Messa solenne e la questione [p. 128 modifica]sociale — Dalla mia prima alla mia ultima Messa — La mia Messa d’ogni mattina — Sacrificio perpetuo — La Messa e il Cielo.

E intercalate nel testo una infinità di incisioni, grandi e piccole, ma nitide, scelte con grande criterio e senso d’arte, riproduzioni esatte dei migliori graffiti e mosaici e freschi e tele, cominciando dalle Catacombe e Basiliche antichissime, per venire agli ultimi lavori del secolo scorso.

L’opera in recensione ha riscosso in Francia i più meritati encomii e favori; ma anche in Italia dovrebbe interessare, sia perché il tema lo merita; sia perché il testo e la parte artistica riguardano in prevalenza il nostro Bel Paese. Ne guadagnerebbe la coltura, e forse un tantino quel rationabile obsequium che, in moltissimi i quali pure assistono divoti alla Messa anche quotidiana, non è un fatto compiuto, ma solo un dovere, un pio desiderio.

a. l. m.

Dogme et Peinture, étude historique et critique par l’Abbé C. Ossedat, Société S. Augustin, Paris. In-folio, pp. 400.

E dell’istessa benemerita Società di S. Agostino per la diffusione di libri religiosi eminentemente istruttivi, è anche quest’altra opera, lussuosa di formato, di arte, e di contenuto.

L’opera in recensione la si potrebbe riassumere colle parole stesse dell’Autore: «Come i dottori ed i teologi nei loro trattati hanno esposto a parole il Dogma cattolico, i grandi pittori riprodussero questo medesimo dogma col loro pennello in lavori scintillanti...». E l’idea di ricorrere all’espressione del pennello per aiutare quella della parola è molto geniale; non tanto perché la pittura dice simultaneamente e in un modo più sensibile le cose; ma anche perché nel caso nostro le pitture messe a contributo, appartengono a quegli artisti di tempi passati che nelle loro composizioni erano rigorosamente «dogmatici».

Il testo, nella parte dottrinale, è d’una ortodossia garantita, sia dal fatto che è d’un oratore chiamato sui pulpiti più illustri del mezzodì e del centro della Francia; sia dagli Inprimatur diversi che figuralo in principio dell’opera. La quale è cosi divisa: Il Credo delle Catacombe — I Concilii — La Vergine Maria — Le grandi verità della Fede — La Chiesa e il Papato — I Sacramenti.

A conforto del testo c’è tutta una profusione di incisioni, talune rarissime e di molto pregio archeologico e artistico bene e giudiziosamente scelte, espressive, riboccanti di senso cristiano; quali d’una semplicità e di un candore infantile e adorabile — come le riproduzioni di graffiti e dipinti delle Catacombe — altre rigide, solenni, sfarzose di ori e fregi e drappeggiamenti — come le riproduzioni dei mosaici basilicali e dell’arte bizantina.

Tutto sommato, dobbiamo riconoscere di trovarci innanzi ad un lavoro anche questo indovinatissimo e meritevole dell’applauso intenso, caldo che la sua patria non ha certo lesinato al chiarissimo autore. Lavoro che, se da un lato ci fa trasalire di gioia perché altra forma di vittoriosa apologia della comune Religione, dall’altro ci umilia... perché anche una volta la Francia precorre per genialità, intraprendenza, zelo, in servizio della buona causa.

(Entrambe le opere si possono trovare presso le nostre Librerie religiose).

a. l. m.



DIARIO ECCLESIASTICO


17 aprile — Domenica terza dopo Pasqua — S. Aniceto papa m.
18, lunedi — S. Galdino Sala.
19, martedi — S. Ermogene m.
20, mercoledi — S. Amanzio vesc.
21, giovedi — S. Anselmo d’Aosta.
22, venerdi — Ss. Sotero e Caio papi mm.
23, sabato — S. Marolo di Siria.

Adorazione del SS. Sacramento.

Continua a S. Sofia.
20, mercoledi — A S. Nazaro.


Anche quest’anno avrà luogo il solito corso di Santi Esercizi Spirituali per le Signore e Signorine, Presso le Madri Canossiane in via Chiusa, 9.

Essi cominceranno il 27 Aprile, alle ore 16, e termineranno il 4 prossimo Maggio, alle ore 11.

Chi desiderasse pernottare nell’Istituto, favorisca darne preavviso alla Superiora.


Gerente responsabile.

Romanenghi Angelo Francesco.


Milano. Tip. L. F. Cogliati, Corso P. Romana, 17.