Il buon cuore - Anno IX, n. 23 - 4 giugno 1910/Beneficenza

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Beneficenza

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Il buon cuore - Anno IX, n. 23 - 4 giugno 1910 Educazione ed Istruzione

[p. 177 modifica]Beneficenza


Accademia musicale

nell’Istituto dei Ciechi



L’Accademia musicale, che tutti gli anni si tiene nei mesi estivi, ebbe luogo nei giorni 28 e 29 del Maggio scorso. Affollato il salone nel primo giorno da uno scelto pubblico di invitati: al banco della Presidenza, insieme ai membri del Consiglio, si notava il rappresentante dell’on. Prefetto. Più affollato ancora nel secondo giorno, la domenica, per la presenza di parenti, di amici degli allievi.

Il programma musicale era copioso e variato: l’esecuzione accurata che gli allievi han saputo darne attesta ancora una volta la serietà d’indirizzo dell’insegnamento impartito, ed il reale profitto che la scolaresca ne ritrae.

Non potendo dire di ciascuno degli esecutori, merita un cenno particolare l’allievo Borroni Battista, che oltre a presentarsi come compositore in un pezzo d’ottima fattura, Preludio e Fuga, per due piani, emerse come esecutore: con l’aria di Bach, in cui fece pompa di bellissima cavata e col vertiginoso Moto perpetuo di Paganini elettrizzò l’uditorio.

Come compositori riscossero pure meritati applausi l’allievo Martini (Primo tempo di sonata, per organo) e l’allievo Romanelli (Madrigale, coro a quattro voci) due lavori interessanti per proprietà di stile, per correttezza di forma e genialità di concetto. Altamente apprezzato poi fu il maestro Franco Fiorentini in due importanti lavori, Nenia materna, per soprano ed orchestra, e Incanto lunare per coro ed orchestra: le due composizioni si distinguono per modernità d’intendimenti, per gentilezza di ispirazione e per istrumentale veramente interessante.

A metà il trattenimento uno scroscio d’applausi saluta il nostro Rettore, che malgrado non ancora interamente rimesso in salute, ha voluto per questa circostanza ritrovarsi in mezzo ai benefattori, agli allievi suoi, e indirizzare loro al solito una parola di saluto. È con un senso vivo e profondo di gioia e di soddisfazione che noi lo vediamo salire al suo posto — è con una lieta avidità che noi riudiamo le sue parole calde di affetto — è con la più cara fiducia, con l’augurio di un ancor lungo apostolato, fecondo di bene, che lo applaudiamo alla chiusa del suo discorso che qui appresso riportiamo.

«Due parole, che risveglino in voi il senso della compiacenza per quello che vien fatto nell’Istituto, non possono mancare neanche in questa circostanza.

»Il primo motivo di compiacenza lo avete nel programma musicale che vi sta nelle mani, e nelle esecuzioni che in parte avete già udite e apprezzate. La musica è il ramo d’istruzione al quale vien dato maggior importanza nel nostro Istituto: essa risponde alla più distinta inclinazione naturale degli allievi, essa procura ad essi le più elevate e squisite compiacenze, essa in molti casi, prepara ad essi anche il mezzo di una più utile e onorata occupazione in mezzo alla società. Nell’istruzione musicale, l’Istituto dei Ciechi di Milano occupa, in mezzo agli altri istituti non solo d’Italia ma ancora fra quelli all’estero, un posto invidiato. Ciò che merita una speciale osservazione, fonte di speciale compiacenza, nel programma musicale d’oggi è la parte notevole che vi occupano le composizioni originali degli allievi: il piano, l’organo, il canto, hanno dato occasione ad allievi e maestri ciechi di svariate composizioni, nelle quali, colla genialità delle idee, brillano i pregi di una forma colta e corretta. Rivelazione consolante di un fervore di studi, di un indirizzo corrispondente al progresso della musica attuale, che onora allievi e maestri. [p. 178 modifica]«E ciò che desta un senso di speciale e giusta compiacenza è il risultato pratico di questa istruzione: preparare alla professione di organista è lo scopo principale dell’istruzione musicale riguardo agli allievi: grazie a questa istruzione progredita, un allievo che sta compiendo l’ottavo anno di sua istruzione, a 16 anni soltanto, dopo una prova ripetuta in luogo in queste ultime settimane, è stato nominato organista in una delle Parrocchie della nostra Diocesi, a Rosate. Il vantaggio assicurato per l’allievo è il più bell’onore per l’Istituto.

«Ma un altro fatto di diversa notevole importanza, è l’aggregazione avvenuta in questi mesi dell’Asilo infantile all’Istituto.

«L’Asilo Infantile venne creato autonomo dall’Istituto. Ciò fu imposto da una necessità amministrativa. Il Consiglio non poteva disporre dei mezzi fissati per uno scopo determinato, l’istruzione degli allievi nell’Istituto, per un altro scopo, per quanto importante ed affine. Avrebbe potuto farlo, se il patrimonio dell’Istituto, soddisfatti i propri impegni diretti, avesse potuto disporre di un avanzo: ma le condizioni sono ben diverse: il patrimonio dell’Istituto è ragguardevole, ma i pesi che vi gravitano sopra non sono minori: per ajutare una parte di complemento avrebbe pregiudicata e compromessa la parte principale.

«Per la fondazione dell’Asilo si dovette ricorrere alla iniziativa privata. Questa iniziativa, coadiuvata efficacemente da un Comitato di Signore, la cui opera illuminata e zelante non potrà mai essere sufficiente lodata, voi sapete a quale esito felice condusse: l’Asilo ha la sua splendida sede unita all’Istituto, e ospita ora ventidue bambini, in attesa che i mezzi cresciuti permettano un’ammissione maggiore in corrispondenza alle sempre crescenti domande. Il Direttore dell’Istituto dei Ciechi di Lisbona, di passaggio nei passati giorni in Milano, visitava coll’Istituto l’Asilo infantile, ed ebbe per questa nuova istituzione le approvazioni più lusinghiere.

«Intento ultimo di chi fondò l’Asilo e del Comitato che lo coadiuvò era però di affrettare il giorno nel quale i mezzi raccolti permettessero di aggregare l’Asilo all’Istituto senza notevole aggravio del patrimonio dell’Istituto stesso. Il momento parve arrivato. L’Asilo ha la sua sede, più un patrimonio proprio di oltre centomila lire. Una circostanza speciale affrettò l’aggregamento. L’Asilo ebbe l’anno scorso un legato di L. 2o.000, del nobile sig. Angelo Caimi: non essendo l’Asilo ente morale, non poteva legalmente reclamare il legato. Ciò potrà avvenire quando l’Asilo figuri unito come una sezione dell’Istituto; e ciò venne fatto con consenso del Consiglio e coll’approvazione della Giunta amministrativa.

«È perciò finito il compito del Comitato fondatore? Anime generose, che aspirate a fare il bene, rallegratevi. Il vostro compito a favore dell’Asilo continuerà. Il Comitato resta: nacque per far nascere l’Asilo: resta per farlo vivere.

«C’è bisogno? Indispensabile. Abbiamo poco più di centomila lire di patrimonio; cinquemila lire di reddito. I bambini sono 22; computando circa L. 500 ciascuno, tutte le spese comprese, fa bisogno non meno di L. 10,000 di reddito.

«Anime benefattrici non temete di non aver più del bene a fare: ce n’è ancora e quanto: si tratta di salvare l’opera vostra, consolidandola: colle azioni, le fiere, la festa dell’ova.

«Il consolidamento è carattere prezioso delle opere di beneficenza. È ciò che ho ammirato nell’Istituto dei Ciechi di Losanna, che ho potuto visitare in questo mese.

«L’Istituto col nome generico di Asilo, si compone di quattro istituzioni: l’Istituto di istruzione; l’Istituto oftalmico; il laboratorio interno ed esterno maschile, il laboratorio interno femminile. Sono piccole sezioni. L’Istituto di istruzione non conta più di venticinque fra allievi e allieve. Ma sono sezioni complete. Ciò che mi ha maggiormente colpito sono i due laboratori interni. Noi abbiamo in vista la Casa riposo. Là c’è già con carattere misto: riposo e lavoro. Il lavoro è stimolato dal vantaggio: le allieve pagano una pensione: ma il ricavo del loro lavoro è a loro vantaggio: col ricavo del lavoro pagano la modesta pensione di L. 250, e il sovrappiù è a loro disposizione: più si lavora più si guadagna, più si guadagna e più sono i mezzi di provvedere ai propri comodi. È un sistema che riunisce insieme dignità e libertà.

«La beneficenza privata è però alla base di queste diverse istituzioni insieme raggruppate. Una sola famiglia ha dato in due riprese più di un milione.

«Su questa via Milano non teme la concorrenza. Quanto l’Istituto ha è tutto frutto della beneficenza privata. Questa tradizione non è per cessare. Quel quadro di una benefattrice, la signora Guaita Rusconi, che legò all’Istituto L. 10,000, ne è una prova.

«Ma un ricordo più prezioso è quello del dottore cav. Felice Dell’Acqua, del quale l’altro jeri fra l’universale compianto fu accompagnata la salma al Cimitero. La casa in cui morì, in via Cernaja, fu da lui già data all’Istituto. Pagò all’Istituto l’area di questa, e l’area rimase di proprietà dell’Istituto. Costruì la casa a sue spese, ’e la casa è di proprietà dell’Istituto.

«Lode alla memoria del generoso donatore, il suo spirito benefico trovi imitatori! Non è presunzione nella splendida storia della beneficenza a favore dell’Istituto per il passato, leggere la lusinghiera promessa della beneficenza a suo favore nell’avvenire».

CASA FAMIGLIA PER IMPIEGATE


Somma retro L. 6342 —

Marchesa Camilla Cusani Confalonieri |||
   » 20 —
Signora Evelina Piva Bertelli |||
   » 100 —
Signor Aldo Sgarovaglio |||
   » 5 —
Signora Giannina Giulini |||
   » 5 —
» Giulia Cottini Biffi |||
   » 5 —
N. N. |||
   » 30 —
N. N., 1000 stampati gratis.
Ditta Tomaso Testa, 500 circolari gratis.


(Continua). Totale L. 6507 ―