Il buon cuore - Anno IX, n. 47 - 19 novembre 1910/Religione

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Vangelo della domenica seconda d'Avvento


Testo del Vangelo.


Nell’anno quintodecimo dell’impero di Tiberio Cesare, essendo procuratore della Giudea Ponzio Pilato, Tetrarca della Giudea Erode, e Filippo suo fratello Tetrarca e della Traconitide, e Lisania Tetrarca dell’Abilene: sotto i pontefici Anna e Caiffa il Signore parlò a Giovanni figliuolo di Zaccaria, nel deserto. Ed egli andò per tutto il paese intorno al Giordano, predicando il battesimo di penitenza per la remissione dei peccati, conforme sta scritto nel libro dei Sermoni di Isaia profeta: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate le vie del, Signore: raddrizzate i suoi sentieri, tutte le valli si riempiranno, e tutti i monti e le colline si abbasseranno; e i luoghi tortuosi si raddrizzeranno; e i malagevoli si appianeranno, e vedranno tutti gli uomini la salute di Dio. Diceva adunque (Giovanni) alle turbe, che andavano per essere da lui battezzate: Razza di vipere, chi vi ha insegnato a fuggire l’ira che vi sovrasta? Fate dunque frutti degni di penitenza e non vi mettete a dire: Abbiamo Abramo per padre. Imperocchè io vi dico che può Dio da queste pietre suscitar figliuoli da Abramo. Imperocchè già anche la scure è alla radice degli alberi. Ogni albero adunque che non porta buon frutto, sarà tagliato e gettato nel fuoco. E le turbe lo interrogavano, dicendo: Che abbiamo noi dunque a fare? Ed ei rispondeva loro: Chi ha due vesti ne dia a chi non ne ha: e il simile faccia chi ha dei commestibili. E andarono anche dei pubblicani per essere battezzati, e gli dissero: Maestro, che abbiamo da fare? Ed egli disse loro: Non esigete più di quello che vi è stato fissato. Lo interrogavano ancora i soldati divendo: Che abbiamo da fare anco noi? Ed ei disse loro: non togliete il suo ad alcuno per forza, nè per frode, e contentatevi della vostra paga. Ma stando il popolo in aspettazione e pensando tutti in cuor loro se mai Giovanni fosse il Cristo, Giovanni rispose, e disse a tutti. Quanto a me, io vi battezzo con acqua, ma viene uno più possente di me, di cui non sono io degno di sciogliere le corregge delle scarpe: egli vi battezzerà collo Spirito Santo e col fuoco: Egli avrà alla mano la sua pala, e pulirà la sua via, e radunerà il frumento nel suo granaio, e brucerà la paglia in un fuoco inestinguibile. E molte altre cose ancora predicava al popolo istruendolo.

S. LUCA, Cap. 3.


Pensieri.

La parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto, ed egli andò per tutti i dintorni del Giordano, predicando....

La parola di Dio venne sa Giovanni....

È Dio che viene all’uomo, che sceglie i suoi eletti, che li dispone a riceverlo, che si dona ad essi, che li porta, li stimola a uscir dal loro riserbo, a non badar più ai loro affetti, ai loro interessi, a darsi tutti per la verità.... E l’uomo religioso, l’anima grande, sente, pur umiliandosi profondamente, il privilegio della chiamata divina e, generosamente, risponde: l’apostolo sente il dovere della verità, della sua diffusione nel mondo, sente che Dio vuole questo da lui e segue il comando divino.... sa che la vocazione eccelsa sarà fraintesa, disconosciuta, riprovata anche, presa a rovescio..., ma Dio è venuto su di lui, egli ha risposto che accetta la missione sebbene difficile, sebbene vita di spine e non

piega, ma va, ma cammina, ma vola, sale il calvario, se occorre, ma con la visione gloriosa dei cieli aperti davanti a sè.

Fu così di Giovanni, di Stefano.... chi la può numerare la lunga sequela dei martiri della verità.... E la fortezza di tutti questi eroi dice anch’essa, come la loro vita e la loro parola, che Dio è sceso su di essi, che, per essi, si è avvicinato meglio e di più all’umanità....

Forte per la sua libertà e sicurezza interiore, l’apostolo parla aperto e chiaro e la sua parola toglie ogni velo, fiacca ogni illusione.

Rileggiamo attentamente la fiera rampogna di Giovanni a’ suoi ascoltatori e ci ritroveremo quella rude franchezza, quello sdegno, quell’ardore che caratterizza la parola dei santi. L’amore del vero e delle anime, che sole dal vero possono essere salvate li punge; il vederle andare erranti, il vederle perire è pena infinita al cuore aperto alla più ampia carità ed essi, gli apostoli, si affrettano a porre tutti i ripari, a dissipare tutte le illusioni che possono condurre le anime alla perdizione.... Son gente illusa, accecata, è urgente scuoterla, svegliarla, ma salvarla bisogna.

Udiamo la parola accorata di Giovanni: è parola dura e dice tanto amore!

Fate frutti degni di penitenza, non ripromettetevi protezione perchè discendenti d’Abramo; badate, la scure è alla radice degli alberi, il pericolo è vicino, è qui.... ogni albero che non rende buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco....

Come è necessaria anche per noi la predica di Giovanni! Non è vero che anche noi ci riposiamo, perchè apparteniamo alla chiesa, la grande madre dei santi.... non è vero che abbiam fiducia in essa al punto di crederci dispensati di diventar santi anche noi?... Accogliamo la voce che ci scuote, che ci disinganna, non basta l’appartenere alla società dei giusti; il crederci in essa, perchè tutti stretti da vincoli esteriori; noi viviamo della vita di quella società solo in quanto ne dividiamo lo spirito e lo attuiamo nelle nostre opere.... Non basta esser figli d’Abramo; se una pianta non dà buoni frutti sarà tagliata e gettata al fuoco.

Se Dio ci chiamasse a sè in questo momento che porteremmo al suo giudizio? Se la nostra speranza di salvazione è basata solo sul nostro appartenere alla chiesa di Cristo, disinganniamoci, per carità.... e dopo tanti secoli, facciam tesoro della parola del Precursore.

E che dobbiamo fare per salvarci? Nulla di straordinario: che dice Giovanni a chi l’interroga in proposito? Fate il vostro dovere, evitando che la passione si insinui in voi e vi faccia cadere, cedere al male.

Le cose grandi, i doveri eroici, i sacrifici cruenti son la porzione di pochi, a noi non è chiesto che il compimento cristiano del nostro dovere.... così semplice; ma cosa sempre facile? Risponda ognuno di noi per proprio conto al Signore: mio Dio! Quante deficienze, quante fiacchezze, quante trepidezze nell’adempire agli obblighi del nostro stato, della nostra posizione sociale.... quante mancanze dovrebbero aggravare la nostra coscienza....

Scuotiamoci; ricordiamo che la religiosità non deve avere solo una parte, una porzione della nostra vita, del nostro tempo, ma che è spirito che deve pervadere tutto il nostro tempo, tutta la nostra vita. Proponiamo di fare il nostro dovere sempre compiendolo con spirito religioso, cristiano..., non faremo nulla di straordinario, nulla che gli uomini possano lodare, ammirare, ma la nostra coscienza sarà in pace, in santa letizia e lo sguardo di Dio si poserà benevolo e benedicente sopra di noi.