Il buon cuore - Anno XI, n. 12 - 23 marzo 1912/Religione

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Vangelo della quinta domenica di Quaresima


Testo del Vangelo.

In quel tempo, era ammalato un tal Lazzaro del borgo di Betania, patria di Maria e di Marta sorelle (Maria era quella che unse con unguento il Signore, e asciugogli i piedi coi suoi capelli, ed il di cui fratello Lazzaro era malato). Mandarono dunque a dirgli le sorelle: Signore, ecco, che colui che tu ami, è malato. Udito questo, disse Gesù: Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio, affinchè quindi sia glorificato il figliuol di Dio. Voleva bene Gesù a Marta e a Maria sua sorella e a Lazzaro. Sentito adunque che ebbe come questi era malato, si fermò allora due dì nello stesso luogo. Dopo di che disse ai discepoli: Andiam di nuovo nella Giudea. Gli dissero i discepoli: Maestro, or ora cercavano i Giudei di [p. 95 modifica]lapidarti, e di nuovo torni colà? Rispose Gesù: Non sono elleno dodici le ore del giorno? Quand’uno cammina di giorno, non inciampa, perchè vede la luce di questo mondo: quando poi uno cammina di notte, inciampa, perchè non ha lume. Così parlò, e dopo di questo disse loro: Il nostro amico Lazzaro dorme: ma vo’ a svegliarlo dal sonno. Dissero perciò i suoi discepoli: Signore, se dorme, sarà in salvo. Ma Gesù aveva parlato della di lui morte: ed essi avevano creduto del dormire di uno che ha sonno. Allora però disse loro chiaramente Gesù: Lazzaro è morto. E ho piacere per ragione di voi di non essere stato là, affinché crediate: ma andiamo a lui. Disse adunque Tomaso, soprannominato Dididimo, ai condiscepoli: andiamo anche noi, moriamo con esso lui. Arrivato Gesù, trovollo già da quattro giorni sepolto. E molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per riguardo al loro fratello. Maria però, subito che ebbe sentito, che veniva Gesù, andogli incontro: e Maria stava sedendo in casa. Disse dunque Marta a Gesù: Signore, se eri qui, non moriva mio fratello. Ma anche adesso so, che qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la concederà. Dissele Gesù: tuo fratello risorgerà. Risposegli Maria: So, che risorgerà nella risurrezione in quell’ultimo giorno. Dissele Gesù: Io sono la risurrezione e la vita: chi in me crede, sebben sia morto vivrà. E chiunque vive, e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo? Risposegli: Sì, o Signore, io ho creduto, che tu sei il Cristo, il figliuol di Dio vivo, che sei venuto in questo mondo. E detto questo, andò, e chiamò di nascosto Maria sua sorella, dicendole: È qui il Maestro, e ti chiama. Ella appena uditi questo, alzossi in fretta, e andassi da lui: imperocchè non era per anco Gesù entrato nel borgo: ma era tuttavia in quel luogo, dove era andata Marta ad incontrarlo. I Giudei per ciò, che erano in casa con essa e la consolavano, veduto avendo Maria alzarsi in fretta e uscir fuori ia seguitarono dicendo: Ella va al sepolcro per ivi piangere. Maria però, arrivata che fu dove era Gesù, e vedutolo, gittossi a’ suoi piedi, e dissegli: Signore, se eri qui, non moriva mio fratello. Gesù allora, vedendo lei piangendo piangenti i Giudei che eran venuti con essa, fremè interiormente e turbò se stesso e disse: Dove l’avete messo? Gli risposero; Signore, vieni e vedi. E a Gesù venner le lagrime. Dissero perciò i Giudei: Vedete, come ei lo amava. Ma taluni di essi dissero: E non poteva costui, che aprì gli occhi al cieco nato fare ancora che questi non morisse? Ma Gesù di nuovo fremendo interiormente, arrivò al sepolcro, che era una caverna, alla quale era stata sovrapposta una lapide. Disse Gesù: Togliete via la lapide. Dissegli Maria sorella del defunto: Signore, ei puzza di già, perchè è di quattro giorni. Risposele Gesù: Non ti ho detto, che se crederai, vedrai la gloria di Dio? Levaron dunque la pietra, e Gesù alzò in alto gli occhi e disse: Padre, rendo a te grazie perchè mi hai esaudito. Io però sapeva, che sempre mi esaudisci; ma l’ho detto per causa del popolo che sta qui intorno: affinché credano che tu mi hai mandato. E detto questo, con voce sonora gridò: Lazzaro, vieni fuora. E uscì subito fuora il morto, legati con fasce i piedi e le mani, e coperto il volto con un sudario. E Gesù disse loro: Scioglietelo, lasciatelo andare. Molli perciò di quei Giudei, che erano accorsi da Maria e da Marta e avevano veduto quello che fatto Gesù aveva, credettero in Lui.

S. GIOVANNI, Cap. 14.


Pensieri.

Gesù — presentatosi agli uomini — vi ha trovato in questa nostra società disorganizzata e naufragante non solo dei ciechi ai quali dare la vista col ministero della fede, non solo degli infermi e deboli, dalla vita fuggente e tisica ai quali soccorse colla sua grazia — onda di vita piena, salutare, onda di gioia — ma si trovò innanzi ai molti che erano figure di niente, ma nei quali indarno si sarebbe cercato la vita, colle sue irradiazioni di bene, di virtù, di carità. Spettacolo orrendo! Erano i mille dispersi, i mille vinti e caduti dall’egoismo umano, dalla lotta per la vita, dall’indifferenza dei potenti, dall’abbandono dei propri simili. Davvero la morte — dello spirito, della mente, del cuore — era la conseguenza più naturale ed ovvia in una società che — innanzi a Cristo — ignorava i nomi di carità, d’amore, di fraternità comune, di fratellanza umana. Nel vorticoso volgere di questa Società, lungo quella via, chi numerava i vinti, chi raccoglieva l’estremo anelito degli agonizzanti, chi soffermavasi a dare pur sguardo di compassione, d’aiuto ai diseredati della scienza, della virtù, alle vittime dell’umano prepotente egoismo?...

Gesù vede, numera i morti, gli assenti di questa vera vita, quello dello spirito: Gesù — come innanzi al feretro di Lazzaro — è indotto al pianto.... lacrymatus est. Un Dio che piange!... Doveva ben essere straziante lo spettacolo di dolore che innanzi a lui — Gesù — pa. ravasi se doveva piangere, spingendo lo sguardo sui molti, su gli sgraziati che — anche dopo di lui — avrebbero pur preferito ai dolci piaceri della vita cristiana, della vita religiosa, i piaceri di morte.... che avrebbero preferito non le alte e generose idealità dello spirito che intuisce e avvicina Dio, ma le vane ricerche che opprimono e curvano verso terra... Cristo piange. Piange sui vecchi ostinati nel vizio antico, attaccato alla terra che, fugge, ciechi innanzi alla tomba che si schiude ai loro piedi.... Piange sulle forze dell’uomo tutta febbre nell’a ffai ismo, tutta energia nella lotta per le ghiande di qui, indifferente alla celeste margarita.... Piange sulla nostra gioventù ebbra di follie terrene, di piaceri avvilenti e bassi, generosa in ignobili gare, mentre sono ciechi nell’arrivo della corona celeste, nel possesso e realizzazione dei purissimi ideali di Cristo....

Gesù li vede, li numera e col miracolo ne restituisce la vita: rinnova la creazione: Veni foras!...

Lazzaro ubbidisce alla voce di lui: gli apostoli lo sciolgono dai lacci, lo liberano dal sudario, gli sgombrano quanto gli impedisce lo spedito camminare sulla via del cielo.

Gesù a tutti ha gridato il veni foras! A questa società che giaceva morta, più che quatriduana nella tomba dell’ignoranza, del vizio, dell’egoismo. Gesù non die’ l’invito d’uscire, impose di togliersi di là e di vivere.... Dunque?

Esaminiamo — con sincerità — il nostro stato di vita!... Se non ci move l’orrore di nostra vita ci muovano le lagrime di Cristo. Egli ci ha affidato ai suoi apostoli, ai suoi sacerdoti, ai suoi ministri....

Nelle prossime Feste il precetto della Chiesa spinge tenta smuovere la freddezza di tanti cristiani. Forse costa un po’ di sacrificio. Gesù per guarirci venne di lontano, affrontò il pericolo dei Giudei, si recò alla tomba pianse.... Non parlano dunque più — per noi, terribile disgrazia! le lagrime, le ansie di Gesù, medico nostro, a noi sia, verità, vita.

B. R.