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Il delatore

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Giovanni Prati

Olindo Malagodi 1843 Indice:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu sonetti Il delatore Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

Sogno dell'alba Campagnuoli sapienti
Questo testo fa parte della raccolta III. Dai 'Canti per il popolo'
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III

IL DELATORE

     Le orecchie intente, gli sguardi bassi,
tu come un’ombra segui i miei passi:
se un lieve accento muovo al compagno,
ratto ti sento sul mio calcagno,
5Va’, sciagurato! mi metti orrore;
          sei delatore!


     Ma, quando mangi pan guadagnato
con l’abbiettezza del tuo peccato,
la bieca larva del tradimento
10non ti sta presso? non n’hai spavento?
Va’, sciagurato! mi metti orrore;
          sei delatore!


     Il sol la luce dovria negarti;
mai col tuo nome nessun chiamarti,
15ma con quell’altro, che ti dispensa
pane e vergogna sull’empia mensa.
Va’, sciagurato! mi metti orrore;
          sei delatore!

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     Talora il ladro chiamo infelice,
20degna di pianto la meretrice;
da me un’ascosa lagrima ottiene
sin l’omicida stretto in catene:
ma tu, tu solo mi metti orrore;
          sei delatore!


     25Va’, sciagurato! cala il cappello,
ti ravviluppa nel tuo mantello,
e, se un istante sul cor ti pesa
la mia parola, cerca una chiesa,
e piangi, e grida: — Pietá! Signore;
          30son delatore! —


     Lá solamente, presso a quel trono,
può la tua colpa trovar perdono;
impauriti de’ tuoi tranelli,
piú sulla terra non hai fratelli.
35Va’, sciagurato! mi metti orrore;
          sei delatore!