Il nostro padrone/Parte seconda/III

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III

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III.

Siccome Predu Maria tardava, ella salì la scaletta e aprì la porticina che dava sul ballatoio di legno.

La luna apparve fra due nuvole che parevan due grandi caproni bianchi lanosi pronti ad azzuffarsi, e illuminò una camera vasta e pulita, col letto candido e quattro oleografie alle pareti. Sembrava la camera d’una moglie d’avvocato, diceva la maestra, e non vi mancava neppure il lavabo, col catino e con la brocca, e sul canterano scintillavano due candelabri di vetro smaltato, coi sottocandelieri circondati di fiorellini di lana. Dalle quattro oleografie sorridevano ardite e voluttuose quattro donne delle diverse parti del mondo: una circassa piena di collane simili a quelle che mossiù Perrò regalava alle sue serve, una parigina semi-nuda, una americana con un berretto da uomo, e una [p. 220 modifica]mora violacea seducentissima nonostante il suo naso camuso. Sebastiana era la più bella fra tante bellezze.

Predu Maria tornò molto tardi, ma ella vegliava ancora, e cominciò a raccontargli la visita di Bruno.

Egli ascoltava, spogliandosi al buio, e non rispondeva; infine le si coricò accanto e disse tranquillamente:

— Va bene, alle nove. L’hai detto a tua madre?

— No, — ella esclamò, meravigliata della calma di lui. — Ma non hai capito? Egli vuol comprare la casa di Zoseppedda, e forse vuole il nostro orto....

— Vuole! Vuole! Volere non è potere!

— Sì, sì, — ella continuò, agitandosi. — Io ho fatto un pensiero maligno.... Che il Perrò voglia il nostro orto in cauzione, con la speranza di poterlo un giorno acquistare per regalarlo a Marielène....

Ma Predu Maria, che era stanco e aveva sonno, disse con voce velata:

— Oh, non pensarci neppure. Io non credo che mossiù Perrò abbia queste intenzioni, e se le ha, gliele leverò io dal testone.

Ella rise (bastava una parola per farla ridere) e domandò con la sua voce soave: [p. 221 modifica]

— Tu sei stato da Antonio Maria? Che dice per l’affare della tanca?

— Egli sperava che la sua nonna gli desse almeno cento scudi, perchè, dopo tutto, è stato lui a convincerla a vendere la tanca. Ma la vecchia ha nascosto i soldi, e dice che, poichè è stata costretta a vendere, non spenderà un centesimo della somma e la lascierà alla Chiesa per farsi celebrare tante messe dopo morta. Egli è arrabbiato coi preti, adesso, e dice che le sue cugine hanno appunto relazioni intime con qualche sacerdote.... Fa anche dei nomi....

Sebastiana ascoltava, con gli occhi spalancati nel buio. Come tutte queste storie di amanti, di relazioni illecite e pericolose le piacevano!

— Ah, l’ho sentito dire anch’io! — mentì. — Sì, sì! L’ho sentito. Del resto, mia madre non vuole che si sparli dei preti: ma chi sono essi? Peggiori di noi! È vero che Lorenzo vuol farsi frate? E chi è più cattivo di lui? Tu mi hai raccontato che egli parlava male di me....

— Ora dormiamo, — egli disse, stringendole un braccio come per invitarla a calmarsi. — Domani mattina.... domani mattina....

Egli aveva sonno, era felice, e non amava [p. 222 modifica] che Sebastiana rievocasse certi ricordi.... Si addormentò stringendole il braccio, ed ella continuò a fantasticare ed a far «maligni pensieri». I preti.... le cugine di Antonio Maria.... Lorenzo, Marielène.... il garofano.... il cappello grigio.... Bruno.... e i suoi occhi.... le sue labbra.... Ella si addormentò pensando a lui.