Io cerco moglie!/XIV

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XIV. Il papà mio futuro suocero

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XIV. Il papà mio futuro suocero
XIII XV
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XIV.


IL PAPÀ MIO FUTURO SUOCERO.


Sono andato allo studio dell’avvocato per l’affitto della villa. Ma non ho avuto bisogno di domandare se c’era.

Se ne sentiva la voce dall’anticamera. Gridava come un’aquila, cosa della quale ero prevenuto.

— S’accomodi, signore — mi dice lo scrivano, [p. 111 modifica]un gobbetto con certe mani che spiccavano in nero su la carta bianca.

Veramente quando io sento la gente che declama forte, ho l’abitudine di ritirarmi.

Lo studio è molto in istile con le mani dello scrivano. Accomodarmi? dove? Il sofà è occupato da due grossi individui di campagna. Clientela poco distinta.

La declamazione cresce.

Si sente l’avvocato dire: “Affari sporchi, signore, affari molto sporchi! Nel mio studio tutto è pulito. (Pausa. Ripresa). Ma sì, vada da chi vuole. Non c’è altra abbondanza che di avvocati„.

— Senti come el ziga! — dicono i due villani pieni di ammirazione.

“No! — si sente gridare ancora di là, — è inutile che lei mi dia dell’olio. Sa piuttosto? ringrazi se non la denuncio. Esca, faccia il piacere: esca!„

L’uscio si spalanca e vien fuori un signore un po’ pallido. Passando, vede la mia distinta persona e dice: “Gli porto un affare che rappresenta dei buoni da mille e lui dice che gli guasto l’onore. Come se i buoni da mille fossero stampigliati col bollo d’onore e senza! La guerra passa e gli affari rimangono„.

Non ragiona male, ma io resto impassibile: [p. 112 modifica]invece i contadini si guardan con tanto d’occhi: Disel da bon?

Il signore esce.

Vien fuori l’avvocato con una faccia da burrasca, e dice: — Avanti a chi tocca.

I due villani entrano.

Il mio futuro suocero manca di distinzione.

— Sempre così coi clienti, il suo principale? — domando allo scrivano.

— Eh, quando gli toccano la corda sensibile....

E il gobbetto amabilmente mi spiega la storia del diverbio: si tratta del salvataggio di una Ditta tedesca, che può esser messa sotto sequestro.

— Patriotta anche negli affari il vostro principale?

— Sa? — mi dice il gobbetto, — è di quelli che vogliono sgrandire l’Italia.

I villani escono.

Entro io.

Ci sediamo: i nostri due volti si trovano vicini e allo stesso livello. Lui mi guarda con aria truce; ma io lo domo con la mia abituale correttezza. Comincio il mio exposé con la mia parola persuasiva ed elegante. Il suo volto si rischiara, anzi il mio aspetto di perfetto gentleman gli insinua degli scrupoli nella coscienza. — Badi — mi dice — che nella villetta non vi sono tutti [p. 113 modifica]quei comodi che lei potrebbe forse desiderare. Non vorrei poi sentire lamentele.

Faccio un gesto di completa assicurazione.

Mi domanda, un po’ dubitosamente:

— Lei ha referenze in città?

Io potrei fare il nome della mia Ditta; ma dico:

— Il signor Maioli.

— Un dignitoso imbecille — dice lui.

— Perfettamente d’accordo. — (Ma non si trattano così gli imbecilli, signor avvocato! Io li nomino sempre con molto rispetto).

— Il signor Cioccolani....

— Padre o figlio?

— Figlio — rispondo. — Perchè, c’è differenza?

— Certo: il padre è un valentuomo e un ottimo agricoltore: il figlio è la sua croce. Sono disgrazie di noi genitori.

— Ha anche lei un figlio poeta?

— Per fortuna no. Ho soltanto una figlia.

Vedo che ha qualcos’altro da dirmi, e dice infatti:

— Scusi la domanda: ma la villetta è per lei? Lei mi intende.

Ho apprezzato altamente la sua morale. La morale avanti tutto.

— La villetta — dico — è per mia madre, la quale trovasi presentemente in cura a [p. 114 modifica]Salsomaggiore, e dopo avrà bisogno di aria balsamica e di perfetta quiete.

(Eventualmente, farò venire la mia governante, camuffata da genitrice).

— Per questo — risponde l’avvocato, — lei non potrebbe fare scelta migliore.

*

Ci siamo lasciati perfettamente d’accordo.

Tipo diverso dal mio, ma bell’uomo anche lui, il signor avvocato: solido, asciutto, baffi alla moschettiera: impressionante. Mi fa piacere: conserveremo così per l’erede tutta la energia della stirpe. All right! “Egregio avvocato, mettendo al mondo, con la collaborazione della sua signorina, un erede solido, ordinato, metodico, noi ingrandiremo l’Italia„.