Ione (Euripide)/Terzo stasimo

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Terzo stasimo

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Euripide - Ione (413 a.C. / 410 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1928)
Terzo stasimo
Terzo episodio Quarto episodio
Questo testo fa parte della raccolta I poeti greci tradotti da Ettore Romagnoli


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coro
Strofe I
Enodía, che nascesti da Dèmetra,
che ai notturni viaggi ognor vigile
e ai dïurni presiedi, sul tramite
spingi, dove lo spinse la nobile
mia signora, il mortifero calice
ove il sangue ella infuse, di Gòrgone
dalle fauci stillato, a sterminio
di colui che s’intruse d’Erètteo
nelle case. Oh, niun sia che mai guidi
questa nostra città, s'egli estraneo,
se non è dei beati Erettídi.

Antistrofe I
Se la mèta e i disegni falliscono
della nostra Signora, ed all’impeto
manchi l’ora opportuna, quando írrita
sia la speme, un pugnale, o alle fauci
stretto un laccio, troncando lo spasimo
con lo spasimo, a foggia dissimile
la vedremo di vita discendere.
Ma patir, sin che vive, le fulgide

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sue pupille non posson che genti
stranïere i suoi tetti governino:
ed essa nacque da illustri parenti.

Strofe II
Pudor mi vince del Nume celebre
negl’inni1, ov’egli presso alle fonti stia di Callícoro,
nella vigesima sacra2, le fulgide
faci mirando, passando vigile
tutta la notte, quando anche l’ètere
di Giove danza, fitto di sideri,
danza Selène, danzan le vergini
figlie di Nèreo,
che sopra il pelago, che sopra i vortici
dei fiumi sempre correnti danzano
per la fanciulla cinta dall’aureo
serto, e la madre sua venerabile.
Di questa terra spera il dominio,
spera nei beni degli altri irrompere
questo ramingo servo d’Apòlline.

Antistrofe II
Vedete, quanti, con le Pïèridi
accompagnandovi, cantar solete versi d’obbrobrio
contro gli amori nostri, e la Cípride
degli empî talami nostri illegittimi,
quanto la nostra progenie supera
per pietà l’empia genía degli uomini.
Un canto adesso suoni contrario,
che i loro talami
biasimi. Quanto d’ingratitudine
peccò dei figli di Giove il figlio!

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Poi che Fortuna nella sua reggia
a lui comuni negò di pargoli
con la sua sposa piantar propaggini,
a un’altra Cípride prestò l’omaggio,
e d’un bastardo n’ebbe la grazia.

Note

  1. [p. 337 modifica]Il Nume celebre negli inni è Bacco.
  2. [p. 337 modifica]La vigesima sacra e la ventesima veglia dei misteri Eleusini che di tutte era la piú solenne.