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Ite, pensier miei vaghi, ai dolci rami

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Jacopo Sannazaro

Alfredo Mauro 1530 Indice:Sannazzaro, Iacopo – Opere volgari, 1961 – BEIC 1914951.djvu sonetti letteratura Ite, pensier miei vaghi, ai dolci rami Intestazione 30 giugno 2025 75% Da definire

Sola angeletta starsi in trecce a l'ombra Cari scogli, dilette e fide arene
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti e canzoni (Sannazaro)

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XLV

Ite, pensier miei vaghi, ai dolci rami
ove Amor inviscò la vostra amica
anima, che piangendo or s’affatica,
4né par c’altro che voi sospiri e brami.
Non v’apressate, ancor ch’ella vi chiami;
andate tanto, sol che ve ridica
dove lasciò la libertà mia antica,
8e con qual esca è presa e con qual’ami.
Ritornate a me poi leggieri a vuolo,
o, se Amor vi ritien, fate ch’io ’l senta:
11voi vedete, al partir, com’io son solo!
E se l’alma in martìr vive contenta,
ridite a lei che me qui strugge il duolo,
14e non so se de ciò m’allegri o penta.