Kant - Geografia fisica, 1807, vol. 1/Prefazione

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Prefazione

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Immanuel Kant - Geografia fisica (1802)
Traduzione dal tedesco di Carl August Eckerlin (1807)
Prefazione
Introduzione

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PREFAZIONE.


Kant alla fine della Prefazione posta avanti il suo Manuale dell’antropologia, dice in una nota: „Oltre le lezioni accademiche della filosofia pura, ho dato, trent’anni e più di seguito, due lezioni che avevano per iscopo la cognizione dell’uso del mondo, cioè di Antropologia, e di geografia fisica, le quali essendo alla portata di tutti, erano frequentate ancora da quelle persone che non si occupano degli studj propriamente detti. Il presente Manuale contiene [p. viii modifica]l’antropologia. Considerando la mia avanzata età, mi sarà forse difficile il poter pubblicare egualmente quello della Geografia fisica; ed oltre a ciò, le mie annotazioni delle quali mi sono servito nella detta lezione di Geografia fisica, non saranno forse leggibili da alcun altro, che da me stesso“.

Dopo questa dichiarazione di Kant fatta nel 1798, il sig. Vollmer, che possedeva tre manoscritti fatti in differenti anni dagli uditori del celebre autore, ed i quali contengono quasi letteralmente le proprie parole di Kant dette dalla cattedra1, si risolvè di pubblicarli; ed a tal oggetto li diede ad esaminare ad un [p. ix modifica]letterato conosciuto della Germania2, (il quale da diversi anni in poi dà lezioni accademiche di geografia fisica), onde scoprire quelli errori che avessero potuto introdurvisi.

Fra questi manoscritti se ne trova uno, il quale è stato riveduto dallo stesso Kant, come secondo Vollmer, dimostrano le correzioni ed annotazioni in margine fatte di suo proprio pugno, favore che concesse nelle ore disoccupate ai suoi uditori più assidui ed intelligenti. Da questi tre manoscritti dunque è tratta la [p. x modifica]presente opera, la traduzione della quale oso di mettere sotto gli occhi del Pubblico Italiano.

Per lasciar all’opera stessa quell’andamento dell’esposizione delle materie tenuto sulla cattedra, ho seguito fedelmente il testo per quanto mi è stato possibile. D’altronde, siccome sarei stato giustamente tacciato, se avessi osato di fare delle annotazioni a un’opera di sì grande letterato, me ne sono astenuto interamente, fuorchè in alcuni luoghi, ove si rendevano assai necessarie per le scoperte geografiche le più recenti.


Note

  1. È uso nella Università della Germania di scrivere quasi letteralmente le lezioni che danno i professori; e per giungere meglio a questo intento si servono di segni convenzionali. In questo modo dunque è riuscito facile di poter avere completamente la presente opera della Geografia fisica la quale, giudicando secondo il Manuale dell’Antropologia forse non sarebbe comparsa alla luce sì voluminosa, se Kant stesso si fosse studiato di pubblicarla. Egli espose sulla Cattedra quasi tutta la sua dottrina a memoria, e si servì di poche annotazioni. La sua estesa lettura unita a vaste cognizioni, ed una felicissima memoria facevano sì, che non serbava mai lo stesso andamento nelle sue lezioni, poichè ora si fermava più sopra l’una, ora più sopra l’altra materia. Questa è la ragione perchè Vollmer si è servito di tre differenti manoscritti per far compilare la presente opera.
  2. A parer mio questo è il sig. Schell nominato nell’Archiv litteraire de l’Europe sotto l’articolo Geographie physique de Kant. Tom. XI. pag. 334 ec. Almeno non mi è nota alcun’altra edizione della detta Geografia, che la qui sopra indicata, e quella pubblicata dal D. Rink la quale non conveniva di tradurre.