L'Utopia (1863)/Libro secondo/Dei magistrati

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Dei magistrati

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Tommaso Moro - L'Utopia (1516)
Traduzione dal latino di Anonimo (1863)
Dei magistrati
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Dei magistrati.


Ogni trenta famiglie si eleggono ogni anno un magistrato, detto da loro anticamente Sifogranto, ed ora Filarco. Quello, che è preposto a dieci Sifogranti con le loro famiglie, si nomava Traniboro, ed ora Protofilarco. I Filarchi, che sono dugento, giurano di eleggere principe quello che giudicheranno di comune utilità, e così danno voti segreti per uno dei quattro che sono proposti dal popolo, e si pigliano dalle quattro parti della città, uno di ciascuna. Questo magistrato dura in vita, purchè non venga in sospicione di voler tirannizzare. I Tranibori si eleggono ogni anno, ma non li mutano senza causa. Tutti gli altri magistrati sono annuali. I Tranibori ogni terzo dì, e talvolta più spesso, vengono a consiglio col principe circa le cose della repubblica, e se v’è pure qualche controversia l’acchetano. Chiamano ogni dì in senato due Sifogranti per ordine: ed hanno per legge che niuno statuto sia di valore, del quale non sia prima stato trattato tre dì nel consiglio. Gli è pena la testa a trattare di cose pubbliche fuori del senato, acciocchè non potesse il principe ovvero i Tranibori ordire una congiura, ed opprimere il popolo con tirannia, e mutare lo stato della repubblica. Perciò ogni cosa importante va al consiglio de’ Sifogranti, i quali ragionatone con le loro famiglie, ne consigliano tra loro, e del loro parere avvisano il senato. Talvolta nel consiglio trattasi di tutta l’isola. Usano i magistrati di non ragionare sopra cosa alcuna quel giorno, che essa viene proposta, ma la differiscono nel seguente: [p. 39 modifica]a fine che pensandovi sopra, deliberino quello che sia alla repubblica profittevole, e non si abbiano a pentire della loro risoluzione, come poco considerata.