L'affare spiegato

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Giuseppe Gioachino Belli

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Papa Grigorio a li scavi La festa mia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836

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L'AFFARE SPIEGATO

     Finarmente ho ssaputo com’è ito
Er fatto che vvoi sempre ariccontate
De quer tale ch’entrò ttutto ferito
A Ssan Francesco, e nun ze1 mosse un frate.

     Furno2 diesci e nnò ssette cortellate,
E in tutte quante sce capeva un dito;
E io co’ st’occhi mii l’ho arincontrate3
Su la schina e li petti der vistito.

     E è vvero che cchiedeva confessione
Strillanno ajjuto ajjuto chè mme moro;
Ma er convento a nun curre ebbe raggione.

     Sissiggnora,4 per dio, n’ebbe d’avanzo;
Perchè è ccaluggna5 che stassino6 in coro:
Queli servi de Ddio staveno a ppranzo.

16 marzo 1836

Note

  1. Non si.
  2. Furono.
  3. Le ho riscontrate.
  4. Sì signora dicesi tanto a femmine che a maschi.
  5. Calunnia.
  6. Stassero.