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L'affare spiegato

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Giuseppe Gioachino Belli

1836 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura L'affare spiegato Intestazione 31 marzo 2025 75% Da definire

Papa Grigorio a li scavi La festa mia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836

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L’AFFARE SPIEGATO.

     Finarmente ho ssaputo com’è ito
Er fatto che vvoi sempre ariccontate,
De quer tale ch’entrò ttutto ferito
A Ssan Francesco, e nun ze[1] mosse un frate.

     Furno[2] diesci e nno ssette cortellate,
E in tutte quante sce capeva un dito;
E io co’ st’occhi mii l’ho arincontrate[3]
Su la schina e li petti der vistito.

     E è vvero che cchiedeva confessione,
Strillanno ajjuto ajjuto ché mme moro;
Ma er convento a nun curre[4] ebbe raggione.

     Sissiggnora,[5] per dio, n’ebbe d’avanzo;
Perché è ccaluggna[6] che stássino[7] in coro:
Queli servi de Ddio staveno a ppranzo.

16 marzo 1836.

Note

  1. Non si.
  2. Furono.
  3. Le ho riscontrate.
  4. [Correre, accorrere.]
  5. Sì signora dicesi tanto a femmine che a maschi.
  6. Calunnia.
  7. Stassero.