L'arte di ferrare i cavalli senza far uso della forza/Prefazione

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Prefazione

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L'arte di ferrare i cavalli senza far uso della forza Sezione I
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PREFAZIONE

L’osservare e comprendere possibilmente la natura del cavallo fu per molti anni una occupazione a cui l’autore si volse con particolare inclinazione.

Dalle considerazioni ch’egli fece in proposito, conobbe ben tosto che nel trattamento di questo nobile animale eransi introdotti non pochi errori.

Dopo ch’egli ebbe riflettuto ponderatamente sulle cause di questo modo di operare così contrario, trovò che il carattere dispotico degli uomini li induceva nell’opinione che gli animali dovessero riconoscere senza condizione la nostra superiorità, come una legge naturale, e sottomettersi quindi alla nostra volontà, qualunque sia il modo con che venga loro manifestata.

Ma in ciò noi manchiamo alle leggi della natura, secondo le quali debbono essere trattati, se non vogliamo correr rischio di vedere il voler nostro riuscire ad un effetto opposto. Gli animati hanno, siccome gli uomini, i proprj diritti; ed è indubitabile che tanto rapporto agli uni quanto agli altri si conferma mai sempre la massima che generalmente si cede alla bontà, si ripugna al rigore, si obbedisce alla forza ragionevole. [p. 4 modifica]

Convinto e persuaso di ciò, istituì l’autore il suo sistema di trattare i cavalli ritrosi, la cui applicazione (e può asserirlo senza presunzione veruna) fu mai sempre confermata da successi felici.

Egli ha letto non poco intorno a questo oggetto, ma non ha trovate teorie abbastanza soddisfacenti. Ha fatte esperienze di varie specie, le ha replicate ed emendate; e si è così avvicinato al suo scopo: finchè finalmente ha avuta la compiacenza di riconoscere che trovavasi sul retto sentiero.

Il suo metodo fu portato a regole determinate e stabili, e venne da lui impiegato per alcuni anni, senza mai più errare, e coi migliori successi, sotto l’approvazione de' suoi Capi e di tutti coloro che di mano in mano osservarono i risultamenti di esso.

La superiore autorità militare ha avuto conoscenza delle sue operazioni in questo ramo di servizio, feconde di successi; e dopo ch’egli ebbe l’onore di eseguirne prove coi più soddisfacenti risultati alla presenza delle LL. AA. II. RR. l’Arciduca Principe Ereditario, l’Arciduca Luigi, di S. A. il Duca di Reichstadt, e di varj altri personaggi elevati, la sullodata autorità si è fatta presentare una relazione sopra le cose operate, le quali egli ha dovuto dapprima ripetere pur anche innanzi ad una Commissione Superiore appositamente convocata.

Il rapporto umiliato a Sua Maestà, in seguito di queste favorevoli informazioni, ha avuto per conseguenza la nomina dell’autore da primo Tenente a Capitano fuori di turno, e la graziosissima concessione [p. 5 modifica]di una pensione vitalizia; prova la più convincente della immutabile certezza del suo metodo, ch’egli a senso d’ordini superiori rende noto al pubblico.

Se manca correzione di stile, e talvolta una tessitura regolare, o vi s’incontrano ripetizioni, l’autore prega di non fargliene alcun carico, giacchè non vanta que’ talenti che ad uno scrittore si convengono1. Tutta la sua cura fu unicamente rivolta di esporre la cosa chiaramente.

Ove ciò gli sia riuscito, avrà pur anche la certezza dell’utilità di questo lavoro che presenta al pubblico. Egli non si lusinga d’andar immune da ogni critica; ed accoglierà anzi di buon grado tutte quelle che saranno abbastanza assennate, ogni volta che nell’essenziale della cosa risulteranno opportune a correggerne gli errori.


Note

  1. Il traduttore rispettando questa dichiarazione dell’autore si astenne da qualunque variazione riguardo al testo, volendo, trattandosi di un argomento d’invenzione, offerirlo colla maggiore possibile letterale fedeltà.