L'orlòggio
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L’ORLÒGGIO.
E ddajje co’ Ppio nono! e ’ggni paese
Mo aricopia st’usanza scojjonata
De portà ’na bbanniera inarberata
Tra ccanti e ssoni e ttra ccannele accese.[1]
E intanto er Zanto Padre ha la corata
D’arimette l’orlòggio a la francese.[2]
Un papa! ammalappena[3] ar quarto mese
Der papàtico suo! Bbrutta fumata![4]
Disse bbene er decan[5] de Lammruschini
Ar decan de Mattei:[6] “Sémo futtuti:[7]
Cqua ttorneno a rreggnà li ggiacubbini.„
Sto sor Pio come vòi ch’Iddio l’ajjuti
Quanno sce viè a imbrojjà ppe’ li su’ fini
Ssino l’ore, li quarti e li minuti?
22 ottobre 1846.
Note
- ↑ [Pochi giorni prima che il Belli scrivesse questo sonetto, cioè l’8 ottobre 1846, Pio IX aveva di nuovo espresso ufficialmente, con circolare della Segreteria di Stato ai Presidi delle Provincie, il desiderio che cessassero le continue dimostrazioni popolari in suo favore. Cfr. Coppi, Annali cit., tom. IX, pag. 53.]
- ↑ Il pubblico orologio del palazzo pontificio al Quirinale, pari ad altri orologi di Roma, ebbe finora il quadrante diviso in sole sei ore, le quali, mandandosi esso orologio alla romana, facean perciò in un dì quattro uffici, cioè di ore 6, di 12, di 18 e di 24. La campana peraltro battea di 12 in 12. Da questi elementi nasceano tal bizzarre combinazioni, che uno svizzero della guardia ebbe un giorno ad esclamare: “Oh Griste sante! Segnar guattre, sonar tiece e star fentitue!„ Pio IX fa ora cangiare il quadrante che segnerà quindi all’astronomica. Agli stazionari questa innovazione non piace. [E non piaceva per la buona ragione che uno de’ primi e più sapienti atti del governo restaurato di Pio VII nel 1814 era stato appunto quello di rimettere gli orologi all’italiana, come di ritogliere l’illuminazione pubblica, eccetera eccetera. Cfr. Castagnola, Storia di Roma (1816-1849); Roma, 1876; pag. 10.]
- ↑ [A-mala-pena: appena appena.]
- ↑ Brutto preludio. [La frase è presa dalla stessa elezione del papa; perchè, nelle quotidiane votazioni del conclave, le schede dello scrutinio e dell’accessit, quando l’elezione non sia seguita, si bruciano insieme con della paglia umida in un caminetto, e il denso fumo che esce di fuori avverte il popolo che il papa non è ancor fatto. Quando invece l’elezione è seguita, le schede si bruciano in altro luogo, e il popolo, a quella data ora, non vedendo la solita fumata, capisce che il papa è eletto. Al Quirinale il tubo del caminetto veniva fuori dalla facciata principale del palazzo, a sinistra del loggione.]
- ↑ [Il decano de’ servitori.]
- ↑ [I cardinali Lambruschini e Mattei erano i caporioni del partito gregoriano. Cfr. il sonetto precedente, e l’altro intitolato: Er càmmio ecc., 28 ott. 46.]
- ↑ [Siamo rovinati.]
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