L'ultimo sogno

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Giovanni Prati

Olindo Malagodi 1878 Indice:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu sonetti L'ultimo sogno Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

Serenitá Canto della Parca
Questo testo fa parte della raccolta XIV. Da 'Iside'
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XXXI

L’ULTIMO SOGNO

Il letto del sepolcro è pieno di luminose visioni.

Lopez de Vega.

Mentr’io degli astri notturno amante
nei lumi eterni cerco la sorte,
coll’aurea sfera sul mio quadrante
cammina il Tempo verso la Morte:
5cammina sempre né cangia moto,
cammina e batte nell’oriuol;
batte la marcia verso l’Ignoto
dal sole all’ombra, dall’ombra al sol.
Marciam, soldati dell’ora breve,
10marciam, che gli astri cadendo vanno
e giú dai monti porta la neve
il freddo vento che chiude l’anno.
Marciam, soldati, marciamo a squadre
la nostra bruna fossa a ghermir.
15Dove son chiuse l’ossa del padre,
quelle dei figli debbon dormir.

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Mandan le rute colle verbene
pallida vampa, pallido fumo.
Rime funeste, rime serene,
20qui vi depongo, qui vi consumo.
Addio, di gloria stupendo nome!
addio, soave spettro d’amor!
Sento che casca dalle mie chiome
l’ultimo lauro, l’ultimo fior!
25Però corcarmi da te diviso
non posso, o cara, né tu lo puoi:
voglio inondato sentirmi il viso
dalle tue chiome, dagli occhi tuoi.
La tenue sfera non cessa un punto
30sul mio quadrante di circolar.
Corcati, o cara, ché il tempo è giunto
nelle tue braccia voglio sognar.
Sognar le verdi mie primavere,
sognar le feste del mio villaggio,
35l’irte mie balze, le mie riviere
e de’ tepenti miei soli il raggio:
sognar la vita, sognar la fama,
sognar la dolce mia libertá.
Con te la fossa, mia bella dama,
40letto di fiori mi sembrerá.
Se a noi d’intorno la neve fiocca
e tu gelata sarai dimani,
col molle soffio della mia bocca
scalderò il gelo delle tue mani.
45Corcati, o cara; prendi il tuo loco.
Folte son l’ombre; ma non temer:
portato ho meco lampada e foco,
perch’io ti voglio sempre veder.

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Povera amica, le tue palpèbre
50come l’orrendo sonno affatica!
come nell’ossa t’arde la febbre!
oh, come tremi, povera amica!
Prendi coraggio, fatti piú presso,
dimmi che m’ami, che mia sei tu...
55Gran Dio! l’ardente bacio promesso
sulle mie labbra non sento piú.
Ben sulla vòlta di questa fossa
sento che il negro salmo si canta;
giú giú filtrate cascar sull’ossa
60sento le gocce dell’acqua santa.
Ma tu ti svegli, ma tu rinasci,
ma tu sei bella, ma dal tuo crin
spira un profumo come se a fasci
bruciasse il nardo col belgiuin.
65Ve’ come splende sul nostro tetto
collo smeraldo misto il zaffiro!
che drappo d’oro ci copre il letto!
che molle effluvio di rose in giro!
Dea circondata di tristi larve
70no l’amorosa Morte non è:
sentire il cielo mai non mi parve
come in quest’ora vicino a te.
L’organo echeggia; s’alzan gli spenti;
portan le faci con gl’incensieri;
75candide insegne s’aprono ai venti;
ci fan corona bimbi e guerrieri.
Mia dolce estinta, prendi l’anello;
guarda che festa d’angioli è qui:
l’ultimo sogno dentro l’avello
80è il piú bel sogno dei nostri di.