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La Lettricia

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Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura La Lettricia Intestazione 26 febbraio 2025 75% Da definire

Lo spiazzetto de la corda ar Corzo Sémo da capo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LA LETTRICIA.[1]

     S’io fussi[2] Re, ss’io fussi Imperatore,
S’io fussi Papa, vorìa fa[3] una lègge,[4]
Ch’a la commedia indóve quella legge[5]
Nun ciavéssi d’annà[6] cchi avessi[7] er core.

     Disce: correggi. E ccosa vòi corregge,[8]
Si[9] è ttutto quanto un zacco[10] de dolore?
Sangózzi,[11] piaggnistei, smanie, furore...
Nun ce s’arrègge,[12] via, nun ce s’arrègge.

     Ma la commedia nun zarebbe ggnente:
Er peggio male[13] è cquela prima donna,[14]
Ch’òpre bbocca e mmorite d’accidente.

     È ttanta strazziavisscera[15] costei,
Ch’io mé la pijjerebbe con zu’ nonna[16]
Ch’ha ffatto la su’ madre pe’ ffà llei.[17]

12 novembre 1835.

Note

  1. La Lettrice, dramma francese ridotto pel teatro italiano da Giacomo Ferretti. [V. la nota 3 del sonetto: Li commenzabbili ecc., 1 sett. 35.]
  2. S’io fossi.
  3. Vorrei fare.
  4. Il nome legge è dal volgo pronunciato con entrambe le e larghe.
  5. Dove colei legge.
  6. Non ci avesse da andare.
  7. Chi avesse.
  8. Vuoi correggere.
  9. Se.
  10. Sacco.
  11. Singhiozzi.
  12. Non ci si regge.
  13. Il peggior male.
  14. Amalia Bettini. [V. l’ultima nota del sonetto: Er padre ecc., 25 sett. 35.]
  15. È tanto straziaviscere.
  16. Con sua nonna.
  17. Per far lei.