La Natura/Indice

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Tito Lucrezio Caro - La Natura (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1880)
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Libro sesto La Natura

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A Lucrezio  Pag. 7 
Libro Primo  23 
Invocazione a Venere. — Dedica a Memmio. — Elogio d’Epicuro. — Ifigenia. — Difficoltà del soggetto. — Nulla nasce dal nulla. — Principj eterni. — Nulla si annienta; ma tutto si risolve negli atomi. — I quali non si possono negare perchè siano invisibili. — Cose invisibili, di cui innegabile è l’esistenza. — Il vuoto. — Oltre a’ corpi e al vuoto nulla esiste in Natura. — Solidità ed eternità degli atomi. — Il minimo nelle cose. — Errore di Eraclito e di coloro che attribuiscono al fuoco il principio dell’universo. — E di coloro che tutto fan provenire da quattro elementi. — Elogio di Empedocle e della Sicilia. — Confuta la Omeomería di Anassagora. — La difficoltà e novità del tema lo esalta. — Spazio infinito in cui gli atomi infiniti si muovono. — Deride e combatte coloro che ammettono un centro nell’universo. [p. 406 modifica]


Libro Secondo  Pag. 79 
Tranquillità filosofica e naturale sobrietà. — Moto degli atomi. — Velocità del moto. — Contro coloro che credono all’intervento degli Dei nella creazione. — Declinamento del moto. — Libero arbitrio. — Figure differenti degli atomi. — Amor materno della giovenca. — Gli atomi infiniti hanno figure finite. — Principj misti compongono le cose. — La terra contiene i semi di varie cose. — La processione di Cibele. — Simbolismo. — I colori non sono negli atomi. — Dall’insensibile si genera il sensibile. — Gli atomi non hanno senso. — Pluralità de’ mondi. — Tutto è in ogni parte infinito. — La Natura non ha bisogno degli Dei. — Prossimo dissolvimento di questo mondo.


Libro Terzo  Pag. 139 
Apostrofe ad Epicuro. — Impassibilità degli Dei. — Gli uomini temono troppo la morte. — L’animo e l’anima sono congiunti. — Materialità dell’anima. — Mobilità dell’anima. — L’anima è composta di quattro elementi. — Varietà dell’anima. — Il senso del corpo e il senso dell’anima. — Si confuta Democrito. — Senza il moto dell’anima, il corpo non sentirebbe. — Natività e mortalità dell’anima. — Anima e corpo nascono, crescono e muoiono insieme. — Prosopopea della Natura a chi ama troppo la vita. — Le pene dell’inferno le abbiamo nella vita in noi stessi. — Il tedio della vita proviene dall’ignorar le leggi della Natura.


Libro Quarto  Pag. 195 
Lodasi del soggetto. — Dei simulacri ed immagini che emanano dalle cose. — Tenue natura di essi. — I quali [p. 407 modifica]si formano e muovono velocissimamente. — La vista è generata dal loro contatto. — Perchè si veda l’immagine di là dello specchio. — Perchè nello specchio si vedano a sinistra le cose che sono a destra. — Rifrazione. — Perchè le nostre immagini specchiate segnino i nostri movimenti. — Perchè i corpi risplendenti offendano la vista. — Perchè l’itterico veda giallo. — Perchè dal bujo vediamo ciò ch’è in luce, e non viceversa. — I sensi son fonte certa di conoscenza; le loro illusioni procedono dall’animo. — Contro chi asserisce, che nulla si può sapere. — Dell’udito. — La voce è corporea. — Immagini della voce. — Dell’eco. — Perchè la vista non traversa i corpi che può traversare la voce. — Del gusto. — Perchè i cibi, che a taluni son gustosi e vitali, ad altri son velenosi ed ingrati. — Dell’odorato e delle diverse impressioni degli odori. — I simulacri dell’animo e loro eccellente mobilità. — Perchè pensiamo ciò che vogliamo. — Le membra nacquero prima dell’uso. — Della fame e della sete. — Perchè possiamo muoverci a volontà. — Del sonno e de’ sogni. — Che sia e come nasca l’amore. — Contradizioni ridicole degli amanti. — Non doverci della donna formare un ideale. — La voluttà dell’amplesso è comune al maschio e alla femmina. — Della rassomiglianza dei figli a’ parenti. — Della sterilità. — Importanza delle simpatie.


Libro Quinto  Pag. 261 
Chi trovò la sapienza giovò agli uomini più che gli Dei. — Proposizione del libro. — La terra, il mare, la luna, il sole e le altre parti del mondo non sono di natura divina, nè sedi degli Dei. — Il mondo non è stato fatto da Numi, nè a cagione e utilità degli [p. 408 modifica]uomini. — Divisioni della terra. — Se le parti del mondo son native e mortali, nativo e mortale ha da essere l’universo. — Della terra. — Dell’acqua. — Dell’aria. — Del fuoco e del sole. — Altri argomenti sulla consumazione del mondo. — Quali cose possono essere eterne. — Tutto ha origine dagli atomi. — I moti degli astri. — Come la terra possa stare sospesa. — Le stelle non sono più grandi che ci appaiono. — Come il Sole tanto piccolo possa mandar tanta luce. — Corso del Sole e della luna. — Il giorno e la notte. — Equinozj e solstizj. — Le stagioni. — L’ecclissi. — Epilogo. — Si ritorna al cominciamento del mondo. — I vegetali. — Gli animali. — Battaglia della vita. — I mostri. — Il genere umano. — Prime storie. — Origini del linguaggio. — Il linguaggio degli animali. — Invenzione del fuoco. — I re, la proprietà, la legge. — Origini della religione. — Scoverta del rame e del ferro. — Le prime guerre. — Coltura, industrie ed arti. — Frugalità e intemperanza. — Progresso delle arti.


Libro Sesto  Pag. 339 
Elogio d’Atene e d’Epicuro. — Argomento del libro. — Del tuono. — Del fulmine. — Nelle nubi sono principj di fuoco. — Natura del fulmine. — Il quale si genera nelle nuvole più dense. — Velocità di esso. — Perchè i fulmini sieno più frequenti nelle mezze stagioni. — Contro coloro che attribuiscono a Giove la cagione del fulmine. — Del préstere. — Delle nuvole. — Della pioggia. — Dell’arcobaleno. — Del tremoto. — Perchè il mare non cresca. — Delle eruzioni dell’Etna. — Delle inondazioni del Nilo. — Dei luoghi averni e pestilenziali. — Perchè l’acqua de’ pozzi sia più fresca l’estate. — Del fonte di Ammone. — Perchè la stoppa e le tede [p. 409 modifica]avvicinate a un certo fonte si accendano. — Il fonte di Arado. — Perchè la pietra magnetica attragga il ferro. — Si richiamano alcuni principj esposti ne’ libri precedenti. — Delle epidemie. — Descrizione della pestilenza di Atene.






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