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La Rufinella

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Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura La Rufinella Intestazione 3 giugno 2024 75% Da definire

Le visite der Cardinale La nottata de spavento
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LA RUFINELLA.[1]

     L’avocato marchese mi’ padrone
Disce che a ggiorni vò stampà in un puscolo,[2]
Che all’ombra de le scerque[3] de l’Attuscolo[4]
Sce spasseggeno[5] Marco e Cciscerone.[6]

     Se[7] dà un spropositone ppiù mmajuscolo
Compaggn’a sto su’ gran spropositone?
Volemo dì[8] er calor de la staggione
Che jj’abbi fatto dà de vorta ar muscolo?[9]

     Io so’ stato co’ llui pe’ ppiù d’un mese
Fisso a la Rufinella, e, amico caro,
Ortr’a ppochi villani e quarch’ingrese,

     Ecco quelli che cciò[10] ssempre incontrati:
L’arciprete e la serva, e cquer zomaro
Der maestro de scòla de Frascati.

22 gennaio 1835.

Note

  1. [Villa nel territorio tuscolano presso Frascati, posseduta allora dalla Casa di Savoia, che l’aveva affidata all’avvocato marchese Luigi Biondi, letterato e archeologo, intorno al quale si veda il sonetto: La Compaggnia ecc. 23 apr. 34.]
  2. Opuscolo.
  3. Quercie.
  4. Tuscolo.
  5. Ci passeggiano.
  6. [Credono alcuni archeologi che precisamente alla Rufinella fosse la villa di Marco Tullio Cicerone. E il Biondi pubblicò davvero parecchi scritti illustrativi delle antichità tuscolane scoperte da lui stesso o da altri; ma a nessuno di tali scritti può convenire ciò che qui il Belli ne dice, se pur non si tratti di qualche frase gettata là dal Biondi per ornamento rettorico, e che io non abbia saputo ripescare. Ma è più probabile, come crede anche il mio dotto e gentile marchese Gaetano Ferraioli, che il Belli voglia qui, senz’altro, fare un po’ di burletta alle spalle del Biondi.]
  7. Si.
  8. Vogliamo dire.
  9. Un servitore, da noi conosciuto, per dire il cerebro, diceva sul serio: il muscolo celebre; e ciò per la bella ragione della muscola del naso. [Che parte del naso si voglia precisamente indicare con questo vocabolo, non m’è riuscito accertarlo; e dalle molte indagini fatte ho potuto capire che non se ne rendono chiara ragione neppure coloro che tuttora lo usano, come per esempio quando dicono che i gatti, nel cadere dall’alto, non moiono, se non battono la muscola der naso. Si veda, a ogni modo, il sonetto: Li rimedi ecc. (3), 22 marzo 34, dove il Belli lo adopera un’altra volta, e dove io l’ho spiegato in un senso molto largo, ma perciò appunto poco preciso.]
  10. Ci ho.