La Sovrana del Campo d'Oro/XXXIV

Da Wikisource.
XXXIV - L'attacco della miniera

../XXXIII IncludiIntestazione 18 marzo 2020 75% Da definire

XXXIII
[p. 245 modifica]

CAPITOLO XXXIV


L’attacco della miniera


Il cow-boy aveva preso fra le robuste braccia il vecchio minatore, che pareva avesse sofferto più dei suoi compagni per l’esplosione del grisou, e l’aveva messo su Latty, poi tutti erano partiti a passo di corsa, seguendo la riva del fiume.

Altri due spari erano rimbombati frattanto verso l’alto corso del fiume, poi più nulla.

Era stato un falso allarme, oppure un’avvisaglia, impegnata fra i banditi di guardia in mezzo alle rupi che proteggevano l’imbocco della miniera, ed i cow-boys del colonnello?

Buck Taylor non sapeva che cosa dire. Però sospettava che si trattasse realmente d’un tentativo d’attacco da parte degli uomini di Buffalo Bill.

— Indiani non possono essere — aveva detto ad Harris, che lo interrogava. — Avremmo udito le loro urla di guerra, e poi in questa parte del Gran Cañon, almeno per ora, non ve ne sono. Tuttavia non ci avvicineremo che con molta prudenza.

Avevano già percorso mezzo miglio, quasi sempre correndo, quando udirono lo squillo d’una tromba ripercuotersi lungamente entro le gole dell’immenso abisso.

Il cow-boy aveva fatto un salto, gridando: [p. 246 modifica]

— La tromba dei soldati! Signori, il colonnello è là. Avanti Latty!

Non correvano più, volavano dietro alla cavalla, che galoppava: il minatore, non meno abile cavaliere del cow-boy, non le risparmiava i colpi di tallone. Scorgevano ormai i fuochi d’un accampamento brillare sotto gli alberi che coprivano la riva del fiume, quando una voce imperiosa gridò:

— Alt!

Il signor Clayfert aveva trattenuto violentemente la cavalla, gridando:

— Amici di Buffalo Bill!

Un uomo, che si teneva imboscato fra un gruppo di querciuola era balzato fuori, mandando un grido di stupore.

— Amici del colonnello! — esclamo. — Chi siete voi?

Buck, che giungeva correndo, gridò:

— Ehi! Bikor, non conosci più gli amici, ragazzo mio?

— Buck Taylor!

— In persona, e sono con me l’ingegnere, il signor Blunt e anche il padre di miss Clayfert.

Il cow-boy, che era di sentinella, si era precipitato verso i quattro uomini.

— Possibile! — esclamò. — Anche il signor Harris! Come vi trovate qui, signori, mentre vi credevamo ancora in mano delle Pelli-Rosse?

— A più tardi le spiegazioni, — disse Buck. — Dov’è il colonnello?

— Qui.

— Con quanti soldati?

— Con cinquanta cavalieri delle frontiere, al comando del tenente Churchill.

— Accompagnaci subito da lui.

Si cacciarono sotto gli alberi, ed in pochi minuti giunsero in mezzo ad un accampamento costituito da una quindicina di tende, che era illuminato da numerosi falò, intorno ai quali bivaccavano i soldati, fumando e chiacchierando.

— Ed i nostri cow-boys? — chiese Buck.

— Sono all’avanguardia e sorvegliano l’imboccatura della miniera.

Attraversarono l’accampamento fra lo stupore dei cavalleggeri, ed entrarono in una tenda più vasta, dove si trovava Buffalo Bill in compagnia del comandante dello squadrone.

Vedendo Harris e Blunt, si era precipitato verso di loro con le mani tese, esclamando:

— Sogno io? [p. 247 modifica]

— No, colonnello, — disse Harris contraccambiando la stretta. — Quanto vi dobbiamo!...

— Tenente Churchill, — disse Buffalo Bill, che era raggiante, — ecco gli uomini che io cercavo. Come sono qui? Raccontateci ogni cosa, ingegnere. Ditemi però innanzi tutto dov’è miss Annie, e...

Si era bruscamente arrestato, vedendo entrare il vecchio minatore, che s’appoggiava al braccio di Buck Taylor.

— Il signor Clayfert! — esclamò.

— Sì, sono io, colonnello, — rispose il minatore. — Mi riconoscete ancora?

— Sì, quantunque siano trascorsi parecchi mesi dal nostro ultimo incontro... Toh! E anche il mio bravo Buck! Signori miei, spiegate la vostra presenza in questo luogo. Che cosa è avvenuto durante la mia assenza?

Fu Harris che prese la parola, narrandogli brevemente quanto era accaduto dopo la cattura da parte degli Apaches, fino allo scoppio del grisou nella miniera.

— E miss Annie è rimasta fra le mani degli Apaches! — esclamò Buffalo Bill.

— Gliela prenderemo e sciaboleremo senza misericordia quei selvaggi, — disse il tenente Churchill. — I miei uomini sono tutti provati al fuoco.

— Preferirei proporre a Victoria lo scambio, — disse Buffalo Bill.

— Quale scambio? — chiese Harris.

— Del sakem Cavallo Bianco, che è stato sorpreso, tre settimane or sono, e catturato dalla guarnigione del forte, — disse il tenente. — È stato risparmiato, perchè è un ostaggio di gran valore, quale parente di Victoria, ed io avevo proposto al colonnello di scambiarlo con voi.

— E l’avete condotto qui?

— Sì, — disse Buffale Bill. — Ora occupiamoci però dei banditi. Abbiamo giurato d’appiccarli e manterremo la promessa, è vero, tenente?

— Era un pezzo che cercavo quel Will Roock e, giacchè la fortuna mi ha guidato sui suoi passi, non lo lascerò più. È il bandito più pericoloso e feroce che si trovi nel Gran Cañon, e i suoi delitti sono innumerevoli.

— Io sarò così vendicato, — disse il vecchio Clayfert.

— Ricupereremo anche buona parte di quello che vi ha rubato, — disse il colonnello. — Quei briganti devono aver nascosto il vostro oro nella miniera.

— Sanno che siete qui? — chiese Blunt. [p. 248 modifica]— I miei uomini hanno già scambiati alcuni colpi di fucile. La miniera ha però un’altra uscita.

— Non dobbiamo temere che ci sfuggano da quella parte, — disse il vecchio Clayfert. — il grisou ha indubbiamente fatto crollare il pozzo e di là non potranno più uscire.

— Signori, — disse Buffalo Bill, — dovete essere assai stanchi, e l’attacco non comincerà prima dell’alba. Mettiamo una tenda a vostra disposizione.

— Una parola ancora, colonnello, — disse Buck. — Avete seguita la traccia lasciata dal ferro della mia cavalla?

— L’abbiamo ritrovata sul margine del Gran Cañon e non l’abbiamo più lasciata. E’ stata quella che ci ha guidati alla miniera e ci ha offerta l’occasione di sorprendere i ribaldi nel loro covo. Signori, buona notte. Domani attaccheremo i banditi: questa notte stessa tuttavia manderò due dei miei cow-boys all’atepetl di Victoria, per proporgli lo scambio. Io spero che accetti.

Blunt, Harris ed il vecchio uscirono accompagnati da Buck e dal cow-boy che li aveva condotti nell’accampamento e che era incaricato di assegnare loro una tenda e di provvederli di cibi.

Cenarono sobriamente: poi, vinti dalla stanchezza, si coricarono su di uno strato di foglie fresche, che era stato nel frattempo preparato sotto una comoda tenda.

Un lungo squillo di tromba li fece balzare in piedi, un po’ prima dell’alba. Tutto il campo era in movimento. I soldati accorrevano da ogni parte armati di fucile, avviandosi verso la miniera.

Buffalo Bill ed il tenente offrirono ai loro amici alcune tazze di tè, diedero loro delle carabine, poi tutti insieme raggiunsero l’avanguardia: i cow-boys ed i cavalleggeri avevano occupata fortemente la gola che conduceva all’entrata della miniera, prendendo posizione fra le rocce.

— Colonnello, — disse Blunt, — lasciatemi combattere in prima fila. Ho un vecchio conto da saldare col negro, e sarei ben lieto che cadesse per mia mano.

— Vi accordo tutto quello che volete, purchè siate prudente. Credo d’altronde che non verranno consumate molte cartucce, — rispose Bill.

— Perchè, colonnello?

— Vedete quei fastelli di legna verde che i soldati stanno rotolando?

— Ebbene, a che cosa possono servire?

— Ad! affumicare quei furfanti, se non si arrendono.

— Preferirei vederli danzare all’estremità dei rami dei pini.

— Dubito assai che si arrendano. Sanno che noi non siamo uomini da risparmiarli, e tanto meno quel Will Roock. [p. 249 modifica]

— Signori, — disse poi, armando la carabina, — prendete posizione, e aspettate il mio segnale prima di cominciare il fuoco. Desidero parlamentare con quei banditi, prima di affumicarli come volpi.

I soldati si erano dispersi fra le rupi, scegliendo i punti che credevano meno esposti al fuoco degli assediati, mentre i cow-boys guidati da Buck Taylor, si erano collocati a sessanta passi dall’entrata della miniera, tenendosi celati dietro ai carrelli di ferro, che giacevano rovesciati su di un ammasso di carbone.

Blunt, che aveva giurato di far scoppiare la testa lanuta del Re dei Granchi, si era unito a loro.

Quando Buffalo Bill li vide tutti a posto, annodò un fazzoletto bianco sulla canna del suo rifle, e lo agitò al di sopra della rupe dietro cui si trovava, gridando ai banditi, i quali si tenevano nascosti fra i cumuli di carbone, innalzati presso l’uscita della miniera:

— Mi udite? Will Roock? Prima che il sangue scorra, vi voglio fare una proposta.

— Quella di appiccarci tutti, è vero? — rispose il bandito con voce rauca. — Potevate risparmiarvi questa fatica, signor onest’uomo.

— No, di arrendervi per risparmiare un inutile spargimento di sangue. Siamo in sessanta, fra cui cinquanta soldati, quindi non potreste resistere a lungo.

— Chi siete innanzi tutto, voi che parlate? Scorgo il fazzoletto bianco, ma non il vostro viso.

Buffalo Bill, che si era tenuto fino allora coricato, balzò in piedi.

Nel medesimo istante un colpo di fucile rintronò nella galleria della miniera, mentre la voce rauca e sarcastica di Will Roock gridava:

— Prenditi questo confetto, Buffalo Bill.

Il colonnello si era ripiegato bruscamente su se stesso, lasciando cadere la carabina.

Harris ed il tenente Churchill, che stavano sdraiati a breve distanza, si erano slanciati verso di lui, mentre un urlo di furore si scatenava dai petti dei cow-boys.

Prima ancora però che l’ufficiale e l’ingegnere gli fossero presso, il colonnello si era rialzato, calmo e sorridente, puntando un dito sulla grossa fibbia di ottone che gli stringeva la cintura di pelle.

Ecco un caso veramente straordinario, signori, — disse, con la sua solita voce pacata. — Se la palla non trovava sul suo percorso questo ostacolo, quel birbante mi avrebbe ammazzato.

— Nessuna ferita, colonnello? — chiesero ansiosamente Harris e l’ufficiale.

— Nessuna, signori, la palla è rimbalzata chissà dove.

Poi, con un grido formidabile, comandò: [p. 250 modifica]

— Addosso, ragazzi; e non risparmiate nessuno di quei traditori!

Non appena ebbe pronunciate quelle parole, i cow-boys si rizzarono dietro i carrelli e aprirono un fuoco accelerato contro l’imboccatura della miniera: quasi tutti infatti erano armati di Winchester a ripetizione. I cavalleggeri furono solleciti ad imitarli.

Per alcuni minuti una terribile, grandinata di palle spazzò la bocca e il primo tratto della galleria, fra gli urrah dei soldati e le aria selvagge dei cow-boys.

I banditi dapprima avevano risposto vigorosamente, poi, vedendo che gli assalitori si rovesciavano giù dalle rocce, avvicinandosi alla miniera come se volessero prenderla d’assalto, compresero che in una lotta corpo a corpo contro forze di tanto superiori avrebbero avuta la peggio, e abbandonarono il posto, rifugiandosi nella galleria, dove potevano opporre ancora una lunga resistenza.

Blunt che era dinanzi a tutti e sfidava la morte con pazza temerità, fu il primo a giungere sulla barricata formata da grossi blocchi di carbone, che aveva servito di riparo ai banditi.

Vide alcune ombre fuggire, e fece fuoco.

Un grido acuto risuonò nella galleria, seguito da una bestemmia.

— T’ho colto! — urlò lo scrivano con gioia feroce.

Nella penombra aveva veduto un uomo, l’ultimo dei fuggiaschi, cadere, ed in quel miserabile aveva riconosciuto, per l’alta statura e le forme massicce, il Re dei Granchi.

— Avevo giurato che t’avrei ucciso di mia mano, — ripetè Blunt, balzando giù dall’ammasso di carbone, per precipitarsi sul suo nemico.

In quell’istante vide il caduto rialzarsi, afferrare la carabina per la canna e corrergli incontro.

— Morrai anche tu, cane! — aveva ruggito il negro. — Ho ancora forza abbastanza per vendicarmi!

— Ed io per finirti, — rispose una voce.

Harris era comparso dietro allo scrivano.

Uno sparo rimbombò, illuminando la bocca della miniera e Simone cadde per la seconda volta, per non rialzarsi più. La palla dell’ingegnere gli aveva fracassato il cranio.

— Indietro, signori! — gridò Buffalo Bill, che giungeva col tenente e coi cow-boys. — Volete farvi uccidere?

I due giovani con un solo salto varcarono di nuovo la barricata: un istante dopo, nelle profondità delle gallerie, scoppiava una spaventevole scarica di fucileria.

— Un momento di ritardo ed il negro era vendicato, — disse Buffalo Bill. — Non dovete commettere simili imprudenze, signori miei. Non vale la pena di morire per mano di questi assassini. [p. 251 modifica]

— Colonnello, — disse il tenente, — carichiamo?

A quale scopo? Li affumicheremo come bestie feroci. Questi briganti non meritano compassione. Buck, ragazzi, portate i fastelli.

— Sono già pronti, — risposero i cow-boys.

— Gettate.

Tre dozzine di grossi fastelli di rami di ocote, che bruciando producono un fumo acre e soffocante, furono lanciati verso la bocca della galleria ed incendiati, nonostante le furiose scariche dei banditi.

— Indietro tutti: aspettiamoci una sortita furibonda, — disse Buffalo Bill.

Cow-boys e cavalleggeri avevano eseguita una pronta ritirata, sdraiandosi sulle rocce, dietro i cumuli di carbone ed i carrelli, per ricevere con una terribile scarica i banditi quando questi avrebbero tentata la fuga.

I fastelli bruciavano rapidamente, perchè quel legno contiene una materia resinosa: dense nuvole di fumo puzzolente che una forte brezza di greco-levante spingeva dentro la miniera, si levavano nell’aria.

— Non si decidono ad uscire? — chiese Blunt, che si era sdraiato presso Buffalo Bill.

— Non resisteranno molto a questo affumicamento: vedrete che fra poco si getteranno attraverso le fiamme.

— E poi addosso a noi.

— Se vi giungeranno. Udite?

Entro la galleria, al di là della cortina di fiamme, si udivano urla, bestemmie e spari. Alcune palle, passando fra le nubi di fumo, sibilavano sopra le rocce.

— Attenti, signori! — gridò Buffalo Bill. — Vengono!

Un uomo con la giacca ed i capelli in fiamme, il volto annerito dal fumo, attraversò con uno slancio da giaguaro i fastelli, e comparve all’aperto, urlando:

— Morirò, ma ne ucciderò qualcuno!

— Will Roock! — aveva esclamato Buffalo Bill.

Era infatti il terribile bandito, il quale aveva pel primo sfidate le fiamme, preferendo morire con le armi in pugno, piuttosto che cadere asfissiato entro la tenebrosa miniera.

Vedendo alcuni cow-boys alzarsi dietro le rupi e puntare i Winchester contro di lui, stese le mani armate di due grosse rivoltelle, e sparò all’impazzata.

— Basta, brigante! — gridò il colonnello, — Prendi!

L’aveva preso di mira appena si era mostrato. Fece fuoco, prevenendo i cow-boys: il bandito lasciò cadere una rivoltella, si portò una mano al petto, verso il cuore, poi cadde sulle ginocchia. [p. 252 modifica]

Una scarica dei cow-boys lo finì, facendolo stramazzare al suolo, fulminato.

Subito dopo parecchi uomini si precipitarono furiosamente attraverso le fiamme ed il fumo, e comparvero all’entrata della miniera.

I cavalleggeri li aspettavano.

Una scarica formidabile li accolse: vaqueros, negri e banditi caddero sulla barricata; i cumuli di carbone avevano già preso fuoco. I caduti si dibatterono per qualche istante; nella galleria risuonavano urla feroci e bestemmie, accompagnate da detonazioni.

Ad un tratto un rimbombo spaventevole giunse dall’interno della miniera.

Tutti i cow-boys ed i soldati si erano alzati, pallidi, guardando con ansietà verso la galleria.

— È scoppiato il grisou in una galleria! — esclamò Harris. — I banditi sono distrutti.

— Signori, — disse allora Buffalo Bill, — la nostra missione è finita, e le vittime di Will Roock sono vendicate.


Cinque ore dopo la distruzione dei banditi, i due cow-boys, che erano stati mandati all’atepetl degli Apaches per proporre lo scambio del sakem Cavallo Bianco con Annie, entravano nell’accampamento, mandando grida di gioia.

Erano seguiti da un sakem indiano in gran costume e da due guerrieri, dipinti e senz’armi.

Buffalo Bill, Clayfert, Harris e Blunt si erano affrettati a muovere incontro al piccolo drappello.

— Dunque? — chiesero ad una voce Harris e Clayfert, con ansietà.

— Signori, — disse uno dei cow-boys, — ho il piacere di annunciarvi che le trattative sono pienamente riuscite, ed ecco qui il sakem Caldaia Nera, cognato del gran capo Victoria, che viene per stringere gli ultimi accordi.

— E Annie?

— Miss Clayfert è ospite della figlia del gran capo, di cui è diventata l’amica. Domani mattina sarà qui col Girasole della Prateria ed una scorta d’onore.

Un urrah formidabile uscì da sessanta petti a quel lieto annunzio. I banditi distrutti e la giovane restituita al padre ed al fidanzato!

Che cosa potevano desiderare di più?