La caccia di Diana/Canto III

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Canto III

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Aveva Diana nella man sinestra
     Un arco forte, noderoso e grosso,
     Tal che daria fatica ad ogni destra,
E nel cacume del monte rimosso
     Gia con Cecca Bozzuta, che portava 5
     La sua faretra piena dietro al dosso;
E dietro ad un macchion s’ascose, e stava,
     Fin ch’ella vide un cavriol venire,
     Che un can, che lasciò Cecca, cacciava:
L’aprir l’aspro arco e il cavriol ferire 10
     In un momento fu, onde si fisse,
     E quivi cadde e non potè fuggire.
Diana volta a Cecca allora disse:
     Quando discenderemo il prenderai,
     E siesi tuo; e Cecca nol disdisse. 15
Ma alla Pipina, disiosa assai
     Con la Crespana a prender delle fiere,
     Disse, da questa parte te n’andrai,

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(Ed a sinistra le mostrò un sentiere)
     Ed io terrò di qua, e, quando senti 20
     Fremir le frasche, lascia il tuo levriere.
Così divise andavan pedetenti,
     Ogni cespuglio con l’occhio cercando,
     Co’ cani appresso, al loro officio attenti.
Ma guar non erano ancor ite, quando 25
     Due lepri si levar correndo forte
     Non di lunge da loro, al monte andando.
Di queste fur le giovinette accorte,
     E l’una all’altra gridò: Lascia i tuoi,
     Non possono scampar che non sien morte: 30
Ciuffa, gridando, ciascheduna i suoi
     Lasciò, correndo dietro a’ passi loro,
     Fin che, presa la preda, stetter poi.
A picciol passo poi dopo costoro,
     Veniva Caterina Caradente 35
     Guardando un porco, ch’e’ can di coloro
Avean levato, e sè tacitamente
     Dietro ad un alber pose, e ver di lui
     Uno spiedo drizzò lungo e tagliente.
Di schiuma pien, furioso costui 40
     Venia, da’ can d’ogni parte addentato,
     Ed infiammato di nuocere altrui;
E nello spiedo a lui innanzi parato
     Ferì con rabbia sì che vi rimase
     Da una parte in altra trapassato. 45
Biancifior Caffettina, che ispase
     Avea le reti insieme con Catella
     A piè del monte, fieramente invase

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Tre gran cerbi cornuti, che in ella
     Incappati eran dalli can cacciati, 50
     E con loro a pigliarli fu Mariella
De’ Melii; e poi che fur pigliati,
     Voltate a di Ser Pando Caterina,
     (Che ’ntorno al monte co’ cani affannati
Era gita di’infin dalla mattina 55
     Senza aver presa fiera) e nella valle,
     Che tra l’un monte e l’altro si dichina,
Seguiro un lupo, e nelle dure spalle
     Caterina gittò col suo forte arco
     Una saetta che impedì il suo calle; 60
E questo preso, ritornaro al varco.