La carità

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Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura La carità Intestazione 15 gennaio 2024 75% Da definire

L'annata magra A Ggesù Ssagramentato
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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LA CARITÀ.

     Ma cche, oggi sei sceco?1 Sì, ssì, cquello:
Quer vecchio stroppio2 e ccór un occhio pisto,3
Che ccià4 steso la mano: nu l’hai visto?
Presto, vajje a pportà sto quadrinello.5

     Fijjo mio, quanno incontri un poverello
Fàtte conto6 de vede7 Ggesucristo;
E cquanno un omo disce; ho ffame, tristo
Chi nun je bbutta un tozzo ner cappello.

     Chi ssa cquer vecchio, co’ li scenci sui,
Che un anno addietro nun avessi8 modo
La carità de poté ffàlla9 lui?

     E nnoi, che ggrazziaddio oggi maggnamo,
Maggneremo domani? Eccolo er nodo.
Tutti l’ommini so’ ffijji d’Adamo.

30 novembre 1834.

Note

  1. Cieco.
  2. Storpio.
  3. [Pesto.]
  4. Ci ha.
  5. [Quattrinello. Il centesimo della lira romana, chiamata comunemente papetto, e che valeva poco più della nostra.]
  6. Fatti conto: fa’ conto.
  7. Di vedere.
  8. Non avesse.
  9. Di poter farla.