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La cassa der lotto

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Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti letteratura La cassa der lotto Intestazione 1 ottobre 2024 75% Da definire

Er Monziggnorino de garbo Quattro tribbunali in dua
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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LA CASSA DER LOTTO.

     Sotto dell’antri[1] Papi, er rimanente
Ch’avanzava a sta lupa de l’Impresa,[2]
Lo fasceva servì la Santa Cchiesa
Pe’ llemosine a nnoi povera ggente.

     Ma, a ggiorni nostri, un Papa ppiù ccremente,[3]
Discenno[4] ch’a la Cammera je pesa
D’avé da seguità ttutta sta spesa,
Serra le porte e nnun vò ddà ppiù ggnente.

     Ecco la carità de sto Governo.
Eccola la ggiustizia che ss’inzeggna
Da sti diavoli esscìti da l’inferno.

     Tutto se scola[5] sta Fajòla[6] indeggna.
Tutto cqua sse[7] priscipita in eterno
Ner pozzo de la gola e dde la ff.......

10 gennaio 1834.

Note

  1. Degli altri.
  2. Per Impresa, assolutamente, s’intende sempre la Impresa pontificia de’ Lotti.
  3. S. S. Gregorio XVI.
  4. Dicendo.
  5. Si scola: si sorbisce.
  6. La Fajòla è una gran foresta del nostro Stato, la quale per essere stata altre volte nido famoso di ladri, ha dato il nome ad ogni ceto di amici della roba altrui.
  7. Si.