La miseria di Napoli/Parte III - Proposte e tentativi fatti per migliorare le condizioni di Napoli/Capitolo I. Bibliografia

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Parte III - Proposte e tentativi fatti per migliorare le condizioni di Napoli - Capitolo I. Bibliografia

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Parte III - Proposte e tentativi fatti per migliorare le condizioni di Napoli Parte III - Proposte e tentativi fatti per migliorare le condizioni di Napoli - Capitolo II. Istruzione elementare
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CAPITOLO PRIMO.

Bibliografia.


Sarebbe grande ingiustizia non parlare dei moltissimi volumi scritti e delle proposte di cittadini Napoletani per migliorare la condizione della loro città. Oltre i libri citati, diamo una lista di altri che andrebbero consultati con molto profitto da tutti quanti desiderano conoscere le condizioni sociali di Napoli.

Importantissimo è il libro: Le Opere Pie di Napoli, Studii storico-critici e Proposte di riforma, per Achille Lazzaro, benchè non consentiamo con lui in tutte le sue proposte, volendo egli escludere le infermiere dalle sale degli uomini; mentre noi crediamo che l’infermeria è luogo, in cui l’uomo si trova del tutto fuori di posto, non avendo nè la pazienza nè la pietà della donna per la sofferenza in sè.

Egli poi mostrasi troppo generoso verso le oblate, che noi vorremmo immediatamente riunite in un solo [p. 148 modifica]e ben appartato edificio; le abili obbligale a guadagnarsi la vita, le altre mantenute con lo stretto necessario.

Vorremmo fatto oggi l’inventario di Napoli sul l’igiene, sulla mondizia, sulla miseria, sui lavori di pubblica utilità, sulle carceri giudiziarie, affinchè i nuovi Consiglieri possano dire al fine del loro mandato: «Ecco, concittadini, come abbiamo trovato la nostra città nel rispetto sociale-economico-amministrativo. Ecco come l’abbiamo lasciata; giudicate la nostra opera.»

E, per dire il vero, se i membri dei Municipii passati poco o nulla operarono per rimediare allo stato normale e inveterato della città, hanno almeno raccolto i fatti e i dati necessarii per iniziare quelle riforme.

Fra una vera biblioteca intorno alle condizioni di Napoli, troviamo due Autori singolarmente coscienziosi nell’esporre lo stato presente e nel proporre i rimedii, che per la più parte ci sembrano efficaci Marino Turchi e Achille Spatuzzi.

Nel libretto: Sulla igiene pubblica, Marino Turchi dà uno sguardo generale agli edifizii privati, ai pubblici stabilimenti, agli ospedali, alle case di educazione, ai teatri, alle prigioni, agli stabilimenti d’istruzione pubblica e privata, agli stabilimenti di beneficenza, ai cimiteri, ai macelli, alle abitazioni dei poveri. Trova ovunque violata la legge elementare di decenza e di igiene, e fa proposte per le acque potabili, per gli edifizii, ec. Divide le proposte in quattro serie: la prima concernente le cose che già esistono; la seconda quelle [p. 149 modifica]che dovrebbero aggungersi; la terza i rimedii morali; la quarta le cose da domandarsi al Governo.

Questo libro risale al 1862.

Nel 66 lo stesso Autore stampò nella tipografia del Municipio: Notizie e Documenti riguardanti le condizioni igieniche della città, raccolte nelle dodici Sezioni.

Per mezzo di una circolare indirizzata dal Questore della città di Napoli ai 12 Ispettori di Pubblica Sicurezza delle Sezioni, egli ottenne risposte categoriche a domande intorno alle locande, alle manifatture, alle arti insalubri, ai depositi di ossa, al baccalà, alle immondizie, alle vie e piazze non lastricate, alle case dirute o cadenti, cagioni speciali d’insalubrità e di miseria, ec. ec.

Quesiti e risposte ugualmente stampate: per l’appunto dieci anni fa. Centosessanta poi furono le proposte fatte — buone tutte, alcune necessarie.

Per non ripetere cose inutili, dimandate da me all’egregio Autore per sapere che cosa è stato fatto d’allora in poi, riferiamo la sua risposta:

· · · · · · · · · · · · · · · · · ·

«Dopo il 1866 poco o nulla si è fatto per la sanificazione della città. - La questione delle acque è rimasta tale e quale fu lasciata dal primo Consiglio municipale, al quale appartenni; e lo stesso può dirsi per le cloache. Sennonchè è da confessare che si è fatto un contratto di concessione per trasportare in Napoli le acque del Serino; ma non pare che avrà alcuno buon successo per qualche articolo del contratto, che è un errore igienico ed è un errore economico. Il [p. 150 modifica]concessionario non è riuscito quindi ad organizzare una Società, nè so se vi riuscirà.

Per le cloache nulla si è determinato, nè il Municipio ha mostrato una sola opinione nel modo di sanificare; mentre il modo da me proposto sino dal 1863 è stato dalla scienza e dalla esperienza di altri tredici anni confermato pel migliore: ed è quello adoperato in Londra e nelle altre città d’Inghilterra, che fu prescelto da Bruxelles fin dal 1867 e che ora si vuole adottare in Parigi. Solo e da notare che, mentre in Londra dopo molti gravi studii ed inchieste sono stati aboliti 300,000 pozzi neri, qui si pubblico una Ordinanza, perchè venissero ristabiliti com’erano prima di un’altra Ordinanza, che stabilì che i cessi delle case si mettessero in comunicazione con le pubbliche cloache. Del resto, sì la prima come la seconda Ordinanza son rimaste lettera morta, ed ogni proprietario di case ha fatto quello che ha voluto. Perocchè questo è proprio il paese della libertà, come s’intende da molti: ognuno è libero di fare quel che vuole, purchè non cerchi il permesso.

Aggiungo, che i pubblici orinatoi e le pubbliche latrine sono aumentati di numero, ma sempre con i difetti da me già notati nelle mie opere: in guisa che il sottosuolo è divenuto di più in più infetto.

Nella Riviera di Chiaia si è fatto qualche cosa per le cloache: in guisa che esse non stanno più come io le descrissi nel 1863; ma sono state coverte mercè la banchina che sta progredendo verso Mergellina. Però le fogne che ora si aprono a mare, non hanno il necessario declivio, e così le materie [p. 151 modifica]escrementizie rimangono sotto la strada e le abitazioni di Chiaia.

La quale regione di Chiaia ha acquistato in Europa fama d’insalubre, mentre è la parte più bella della città ed abitata dall’aristocrazia.

Laonde i forestieri che vengono, si trattengono poco e partono, e sovente preferiscono gli alberghi che si van fabbricando sul Corso Vittorio Emanuele.

È da aggiungere anche: si son fabbricate nel nuovo Rione Principe Amedeo delle case, ma per gente agiata e non pel popolo.

Più, si è andato ripulendo la città nelle mura esterne, ma a sanificare le abitazioni non si è mai pensato....

Se intanto si volesse fare un paragone tra Napoli avanti il 1860 e Napoli d’oggi, vi si troverebbe una notevole differenza derivante in buona parte dall’abbellimento dei muri esterni; sennonchè è da confessare che talune regioni sono migliorate di pianta e ne nomino tre: quella degli Studii, che pel sito, per la novità delle belle strade e dei belli edifizii privati e pubblici è notevolissima; la magnifica strada del Duomo, e l’altra del Corso Vittorio Emanuele, che si va, tutta quanta è lunga, popolando di palazzi. Solo vuolsi lamentare che il sistema delle latrine non è quello che dovrebbe essere, ed è tutto abbandonato al capriccio degli architetti e degl’imprenditori.... Lo spazzamento lascia molto a desiderare. Certa cosa è che molte delle nefandezze da me notate scomparvero, tra le quali merita ricordo il girare che facevano i maiali per la città, pei quali il basso popolo avea una [p. 152 modifica]specie di venerazione e li chiamava maiali di Sant’Antonio abate!!!...

La mia personale ispezione conferma tutte queste asserzioni. E volendo altra conferma, basta aprire la Statistica medica diretta all’ordinamento amministrativo della igiene pubblica della città di Napoli, per Achille Spatuzzi, medico statista del Municipio.

Questo libro scritto da un uomo allo stesso tempo medico e filantropo, osservatore minuto e ragionatore logico, torna specialmente utile per i capitoli concernenti le epidemie ed endemie che infestano la città di Napoli, e per la proposta riforma igienica della città, desunta dai criterii della Statistica medica.

Una volta Napoli fu tenuta uno dei più salubri soggiorni di Europa. Oggi gli stranieri la evitano come luogo infetto, e nella più celebre Guida di Roma — quella di Murray — si legge che il clima di Roma è calunniato, che la maggior parte delle febbri dette romane sono importate dai viaggiatori provenienti da Napoli. Questa è certo un’esagerazione, ma nessuno può visitare i quartieri popolosi della città di Napoli senza maravigliarsi, non già che molti si ammalino, ma che tutti non muoiano — che il colèra e il tifo non facciano tavola rasa nei fondachi, nei bassi, nei sotterranei e specialmente nelle locande; e non si può spiegare il sopravvivere del maggior numero che al modo di quella vecchia, la quale, a chi osservava che deve fare male alle anguille l’essere spellate vive: «Ci sono abituate,» — rispondeva.

Nel capitolo sulle epidemie ed endemie lo Spatuzzi osserva giustamente: «Non possiamo considerare una [p. 153 modifica]epidemìa come un fatto isolato. Le epidemìe coleriche fanno più spavento delle tifose, delle vaiolose e simili; ma si avvicinano tra di loro con ripetute ricorrenze, e lasciano tracce sempre più funeste. Anzi ad esse si aggiungono le endemìe miasmatiche, come osserviamo in quei siti della vecchia Napoli, ove si affolla sempre più una gente mal vestita e mal nutrita e pessimamente albergata tra il luridume, tra i ristagni delle acque di rifiuto, e tra la mal consigliata dispersione di sostanze escrementizie. Non vi è benignità di clima, non resistenza di costituzione fisica che possa trionfare di tante cause di malsania. Le ripetute recrudescenze delle epidemìe e delle endemìe ci mostrano evidentemente, che esse lasciano tracce sempre più funeste e si associano alle manifestazioni sempre più gravi della scrofola e del tubercolo e di tutte le malattie costituzionali che depauperano l’organismo.»

Anche l’Igiene pubblica della città di Napoli e le passate Amministrazioni, del dottor Luigi Romanelli, è libro importante:

«E noi fermandoci a preferenza su queste ultime parole che rivelano una verità incontrastabile, diciamo, che se l’interesse del Comune sotto il rapporto della sanità pubblica è supremo interesse della Provincia e dello Stato, la Provincia e lo Stato hanno il dovere santissimo di non trascurarlo abbandonandolo al Comune, che non sa, non vuole e non di rado non puote come dovrebbe occuparsene. Nè crediamo d’ingannarci su questo punto. Imperocchè se lo Stato ha il dovere di tutelare tutt’i diritti dei cittadini, non vi ha diritto più sacro di quello che riguarda [p. 154 modifica]la vita ed il benessere materiale della Nazione, su cui si appoggiano, come su vera base, tutti gli altri diritti ed interessi di ordine morale e civile.»

E il dottor Freschi opina che l’igiene pubblica e privata entri nella polizia sanitaria, e che a comporre una buona legislazione sanitaria in armonia con tutto l’organismo civile delle odierne Società richiedesi il concorso intelligente del medico, del legislatore e dell’amministratore, dovendo la legge essere il risultato di questo triplice ordine di cognizioni.

Il Romanelli dice che il Consiglio provinciale di Sanità dovrebbe col mezzo del Prefetto proporre al Governo un’inchiesta sulle condizioni igieniche della città di Napoli, sulle norme di quella istituita dal Governo inglese nel 1843.

Egli pertanto ignora che l’Inghilterra, in virtù della Legge sulla pubblica salute del 1875, obbedisce interamente al Governo centrale. Le Autorità sanitarie ivi sono indipendenti da qualsiasi altra Autorità locale, Perfino gli antichi tiranni, guardiani dei poveri, sono loro sottomessi. Trecentoquarantatrè articoli determinano i confini della loro azione; e venendo all’argomento, tutti gli Ospedali inglesi dipendono da quelle, che possono aprirne altri, sia provvisorii, sia permanenti. E fin che così fatto sistema non regoli l’igiene pubblica in Italia, tutti i palliativi e tutti i cambiamenti di Governatori degli Ospedali lasceranno il tempo che trovarono come il vento garbino.

Importantissimo è il libro: Le Opere Pie di Napoli, Studii storico-critici e Proposte di riforma, per Achille Lazzaro, e il suo gran pregio deve ravvisarsi [p. 155 modifica]in ciò: che ogni Opera Pia è stata dall’Autore visitata, onde il libro in certo modo compie quello compilato a spese del Consiglio provinciale intorno alle Istituzioni Pie della Provincia di Napoli.

I Brefotrofii, di Nicola De Crescenzio, sembrami un capolavoro, perchè egli ci dà agio di confrontare le varie istituzioni e i varii sistemi in Italia e altrove; e i suoi suggerimenti procedono tutti in compagnia delle ragioni e dei criterii che lo condussero a questo o a quell’altro proponimento; sicchè il lettore, quand’anche non s’accordi colle sue proposte, sentesi lieto di esser padrone delle armi dell’avversario.

Le forze produttive della Provincia di Napoli, per Alessandro Betocchi, è libro che dà un quadro compiuto delle produzioni del credito e delle industrie della Provincia, industrie estrattive, alimentari, chi miche, tessili, ec. ec., e del movimento commerciale, e l’inventario di ciò che Napoli e le Provincie posseggono.

Il libro: Provincie Napoletane, del Franchetti, mi ha fatto profonda impressione, benchè letto dopo il mio ritorno da Napoli, mentre faceva varie escursioni nella Campagna Romana per vedere i Calabresi e gli Abruzzesi, di cui egli parlava, nell’atto di lavorare quell’infelice e malsana terra. A questo libro andrebbe bene aggiunto il capitolo fornitomi da un ingegnere, che visse molto tempo in Benevento, che io pubblico, tacendo il nome dell’Autore, che così ei m’impose per modestia.

Questo libro (come i due grossi volumi intitolati: I Contadini in Sicilia, per Sidney Sonnino; Condizioni [p. 156 modifica]politiche e amministrative, del Franchetti) ha il gran pregio di essere scritto sul luogo e di non essere ispirato da pregiudizii politici o da spirito partigiano; ciò che scema il valore di molte inchieste votale dal Parlamento, perchè spesso, almeno nel passato, le Commissioni, anche inconsciamente, esagerarono i torti del partito avversario, e tacquero o mitigarono gli errori del proprio.

I romanzi di Francesco Mastriani sono degni di ristampa in una edizione popolare.

L’Inghilterra deve non poche riforme alla meritala popolarità e alla gran divulgazione dei romanzi del Dikens. Questo elasticissimo ingegno, che abbiamo perduto recentemente, nato dal popolo, figlio d’un macellaio, visse fra il popolo e scrisse la iliade del suo dolore e della sua miseria. Narrava storie vere, cambiando soltanto i nomi, indicando le oppressioni dei ricchi e degli uomini in autorità, con tale precisione da renderli riconoscibili; provocò molte ire e dispetti da una parte, ma pervenne alla sua mèta. Il Littl Dorritt racconta le sofferenze e le tristi conseguenze delle prigioni per i debitori, e tali prigioni furono abolite.

Si può dire che ogni romanzo del Dikens produsse l’abolizione dei mali indicati da esso.

Il Mastriani finora non ebbe altrettanta fortuna; ma egli ha adoperato lo stesso sistema. Nei suoi romanzi avete i fatti e la storia della camorra, del lavoro mal pagato, della miseria del popolo, dell’infanticidio (non sappiamo chiamarlo con più dolce nome) che succedeva nel Brefotrofio, dei delitti perpetrati e [p. 157 modifica]dal vizio propagati nelle carceri, delle cause, effetti e costumi della prostituzione. Egli non cade mai nel difetto, prevalente tra gli studiosi di questioni sociali, di additare i ricchi come tutti crudeli e indifferenti ai mali del povero, nè vi dipinge i poveri come tanti santi e vittime. Addebita alle due classi i veri e proprii difetti, e indica i mali che ne derivano; propone molti rimedii, e in ogni suo libro trabocca la vera pietà per i sofferenti.

Chi vuole apprezzare i lavori del Mastriani deve prima veder Napoli, poi leggerli; se no, chiuderà i suoi libri, dicendo: — Queste sono esagerazioni di romanziere, sogno di rivoluzionario. — Ma dopo aver visto coi proprii occhi esclamerà mestamente: — Pur troppo egli ha scritto la verità, null’altro che la verità, ma non tutta la verità!

I libri inglesi che cito, Poor laws in Foreign Countries — Fourth Annual Report of The Local government Board 1874-75 — Public Health, e molti fascicoli sul nuovo organamento del pauperismo, l’opuscolo sull’istruzione elementare del 1866, l’opuscolo sull’organizzazione recente della Società per l’amministrazione della carità privata, meritano d’esser letti e in gran parte tradotti per chi vuole penetrarsi delle radicali riforme introdotte in Inghilterra. Imperocchè in uno scritto così breve come il presente non è possibile darne un sunto compiuto e ampio. [p. 158 modifica]

Nota dei libri consultati in quest’opera.

DATA CITTÀ TIPOGRAFIA OGGETTO
1872 Napoli. Vico de’ Santi Filippo e Giacomo, 21 Statuto Organico dell’Ospizio de Santi Pietro e Gennaro Extra-Moenia in Napoli.
1873 Idem. Raimondi. Banco di Napoli, Relazione del Consiglio di Amministrazione al Consiglio Generale per l’esercizio 1874.
1868 Idem. Stamperia del Fibreno, Pignatelli a San Giovanni Maggiore Discorso di Leopoldo Rodinò, Presidente dell’Opera per la mendicità, letto della tornata del 15 marzo 1868, e pubblicato a spese d’un contribuente.
1873 Idem. Vitale, Strada Pisanelli a Regina Coeli, 23 Relazione del direttore Pietro Rossi, sulle Regie Scuole Normali di Napoli, dalla loro fondazione sino ad agosto del 1873
1874 Idem. Nel R. Albergo dei Poveri, diretta da Stanislao De Sella Regolamento di disciplina per la parte maschile dell’Albergo dei Poveri.
1875 Idem. Antonio Cons, Strada Sant’Antonio alla Vicaria, 44 Statuto organico della Real Santa Casa dell’Annunziata di Napoli.
1871 Firenze. Stabilimento di G. Civelli, Via Panicale, 59 L’Italia Economica nel 1873, per cura del dottor Pietro Maestri.
1876 Napoli. Dei Classici Italiani L’Igiene pubblica della città di Napoli e le passate Amministrazioni. Discorso proposto per Luigi Romanelli.
1874 Idem. Di Domenico De Pascale, Strada Anticaglia, 35. Relazione sul Cholera dell’anno 1873 nella Sezione Mercato di Napoli, pel dottor Luigi Romanelli.
1871 Aversa. Istituto artistico di San Lorenzo La Statistica medica diretta all’ordinamento amministrativo dell’igiene pubblica della città di Napoli, per Achille Spatuzzi, medico statista del Municipio.
1874 Napoli. Pansini, nell’abolito Collegio medico Le Opere Pie di Napoli, Studii storico-critici e Proposte di riforma, per Achille Lazzaro.
1849 Firenze. Del Progresso Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825, del generale Pietro Colletta
1873 Roma. Barbèra L’Italia Economica nel 1873. Tavole grafiche.
1861 Firenze. Felice Le Monnier Stato attuale della questione sulle carceri, rispetto all’isolamento, del dottor R. I. Mittermaier.
1874 Roma. Artero e C., Via Monte Brianzo Stato attuale della Riforma penitenziaria in Europa e in America.
1876 Napoli. Di Francesco Giannini, Museo Nazionale, 34. Sul bilancio del Municipio di Napoli. Relazione al Consiglio Comunale presentata dall’assessore V. Pizzuti nella tornata del 6 marzo 1876
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Nota dei libri consultati in quest’opera.

DATA CITTÀ TIPOGRAFIA OGGETTO
1866 Napoli. Del Municipio Notizie e Documenti riguardanti le condizioni igieniche della città di Napoli, raccolte nelle dodici Sezioni per cura di Marino Turchi.
1872 Idem. Antonino Montefusco, editore, Strada Molo, 8 Le Ombre. Lavoro e Miseria. Romanzo storico-sociale di Francesco Mastriani. — I Vermi e i Misteri.
1863 Padova. Stabilimento Prosperisi I Prestatori di danaro al tempo di Dante, di Morpurgo T.
1874 Napoli. Strada Foria, Vico Avallone, 7 La Beneficenza Napoletana: Giornale settimanale
1874 Idem. Del cav. Gennaro De Angelis, Portamedina alla Pignasecca, 44 Forze produttive della Provincia di Napoli, per Alessandro Betocchi
1874 Roma. Barbèra L’Italia Economica nel 1873, 2ª edizione, riveduta e ampliata
1875 Firenze. Della Gazzetta d’Italia, Via del Castellaccio, 8 Condizioni economiche ed amministrative delle Provincie Napoletane, Abruzzi e Molise, Calabrie e Basilicata. Appunti di viaggio del Franchetti.- La Mezzerìa in Toscana.
1875 London. Printed by George E. Eyre and William Spottiswoode, Printers to the Queen’s most excellent Majesty. For Her Majesty’s stationery office Fourth Annual Report of the local government Board. 1874-75
1875 Idem. Idem. Poor Laws in foreign Countries. – Reports communicated to the local government Board, by Her Majesty’s secretary of state for foreign affirs; With Introductory Remarks, by Andrevo doyle Esq. local government inspector
1875 Idem. Idem. Public Health (38 T., 39 Vict., Ch. 55). Arrangement of. Clauses
1873 Idem. Idem. Rural sanitary Authority. Regulations: Medical Officier of Health.
1873 Idem. Idem. Cholera Olu.
1872 Idem. Idem. Urban sanitary Authority. Regulations: Medical Officer of Health
1873 Idem. Idem. Urban sanitary Authority. Regulations: Inspector of Naisances
1844 Idem. Idem. To the Guardians of the Poor
1852 Idem. Idem. Idem.
1847 Idem. Idem. Idem.