La progettazione di sistemi di contabilità direzionale nelle aziende vitivinicole: il caso Barone Pizzini/Viticoltori d'ambiente in Franciacorta

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2.1 Viticoltori d'ambiente in Franciacorta1

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L'azienda vitivinicola Barone Pizzini La scelta del biologico


Nell’unico termine Franciacorta2 sono racchiuse tre definizioni: il metodo di produzione, lo specifico vino ed il territorio da cui proviene.


I vini spumanti della Franciacorta sono tutti prodotti secondo il metodo classico della fermentazione in bottiglia e sono gli unici spumanti d’Italia prodotti con questo metodo ad appartenere alla categoria DOCG. Per via delle procedure di produzione, controllo e manutenzione particolarmente rigide e scrupolose3 si parla di un vero e proprio metodo Franciacorta. Secondo il disciplinare che regola la produzione di questi vini, nelle etichette di Franciacorta non può essere menzionato né il generico termine spumante, né riferimenti al metodo di produzione, come metodo classico o metodo tradizionale. Pertanto il Franciacorta deve essere chiamato, anche per legge, solo ed esclusivamente Franciacorta, senza altre definizioni. Parlando con un produttore della zona, si badi bene a non chiamarlo spumante!

Accanto al Franciacorta – riconosciuto DOC nel 1967 e DOCG nel 1995 – nello stesso territorio e dagli stessi vigneti, sono prodotti anche i vini Curtefranca4 DOC, bianco e rosso, e il Sebino IGT.


Il territorio della Franciacorta, zona collinare di origine morenica, è composto da 19 comuni della provincia di Brescia per un’area totale di circa 240 Kmq, delimitata ad est e ad ovest dai fiumi Mella ed Oglio, a nord dal Lago d’Iseo e a sud dalla pianura padana. Le caratteristiche del terreno – un suolo drenante ricco di minerali costituito di sabbia e ghiaia lasciati dal ritiro del grande ghiacciaio della Valle Camonica – unite alla caratteristiche climatiche della zona – un clima mite e poco umido garantito dalla presenza del Lago e delle colline – permettono di coltivare viti capaci di produrre uva di alta qualità.


Esiste una documentazione storico-scientifica che consente di affermare che la Franciacorta è un territorio vocato alla viticoltura almeno fin dai tempi di Virgilio5. Citando il testo considerato fondamentale sull’argomento, il Libellus de Vino Mordaci scritto nel 1570 dal medico bresciano Gerolamo Conforti, il ricercatore di storia medioevale Gabriele Archetti afferma che «già nel XIV secolo [...] in Franciacorta si faceva un vino dalle caratteristiche simili ai fermentati francesi (clarets), frutto di una raffinata abilità enologica. [...] Ancor prima delle innovazioni tecniche introdotte da Dom Perignon (rifermentazione in bottiglie di vetro sigillate con tappo di sughero), sulle colline tra il Mella e l’Oglio si produceva da molti secoli un vino frizzante, amabile, resistente nel tempo ed esclusivo delle mense aristocratiche, che può essere considerato l’antenato nobile del Franciacorta attuale»6.


E’ nel territorio appena descritto che si situa la Barone Pizzini. Fondata nel 1870, essa è una delle più antiche aziende vitivinicole di questa terra.

I Pizzini, nobili di origine asburgica, erano agiati proprietari terrieri e mercanti di seta. Dopo aver ricevuto in dote da una giovane rampolla di famiglia bresciana, agli inizi dell’Ottocento, un’estesa proprietà agricola, la famiglia Pizzini si impegnò a potenziarla e renderla efficiente. Il Barone Giulio Pizzini, ultimo appartenente alla famiglia a condurre l’azienda vitivinicola, svolse un ruolo importante nello sviluppo della viticoltura in Franciacorta e nel 1971 produsse la prima bottiglia di "bollicine".

Alla fine degli anni ’80, un piccolo gruppo di imprenditori locali rilevò l’azienda dal barone Giulio dando forma a quella che è la Barone Pizzini di oggi. Con il desiderio di porre al centro della produzione l’ambiente, le persone ed il territorio i nuovi proprietari si sono posti una sfida: coniugare sviluppo ed ambiente in una moderna impresa franciacortina. Tale condivisa sensibilità ha sempre orientato i soci verso una crescita solida, portandoli ad investire con lungimiranza e pazienza sulla qualità del territorio e del vino. Da qui la scelta di coltivare tutti i vigneti secondo i metodi della viticoltura biologica perché, afferma il Presidente della BP, «come insegnano le più prestigiose cantine al mondo che da secoli coltivano le proprie vigne con metodi naturali, solo una natura rispettata ed integra può restituire l’espressione più vera del terroir e vini di qualità superiore».


Oltre a procedere nelle innovazioni agrarie ed enologiche, all’acquisizione di attrezzature moderne e ad un adeguamento strutturale della vecchia cantina (recentemente sostituita da una nuova ed innovativa struttura), la nuova Pizzini ha provveduto al recupero del complesso storico creando anche un contorno di servizi di ospitalità ed enoturismo che valorizzano l’identità della Franciacorta. All’interno del Borgo Barone Pizzini si trovano infatti anche il Ristorante Santa Giulia, l’osteria wine shop La Licenza ed un museo agricolo.


Agli inizi del 2000, Barone Pizzini uscì dai confini della propria terra d’origine per confrontarsi con i vitigni autoctoni di alcuni dei territori italiani più vocati alla produzione di vino di qualità: la Maremma, con i Poderi di Ghiaccioforte, la Tenuta del Barco nel Salento e Pievalta, nel cuore dei Castelli di Jesi. Tutti i vigneti Barone Pizzini, in Franciacorta, Toscana, Marche e Puglia sono coltivati con i metodi della viticoltura biologica, adottati come garanzia di qualità, tipicità e salute.


Nell’ambito del presente lavoro, per via delle caratteristiche del sistema di contabilità in corso di implementazione7, si è deciso di concentrare l’analisi solo sull’area della Franciacorta, quindi sulla sola società capo gruppo Azienda Agricola Barone Pizzini s.agr.p.a. – con l’esclusione delle altre partecipate o controllate e con l’esclusione dell’azienda condotta in affitto (vedi Figura 3).

Figura 3 – Assetto societario a regime, previsione 2009.

Fonte: fornito dall’azienda.

La Barone Giulio Pizzini Piomarta, società agricola per azioni, ha un capitale sociale di 5 milioni e 250 mila euro, con un Patrimonio Netto al 31 dicembre 2008 di 13 milioni e 210 mila euro. I ricavi caratteristici della Società ammontano a euro 4,520 milioni ed il valore della produzione è di 5,405 milioni. Il Risultato operativo dell’azienda nel 2008 è stato di 896.000 euro. Nel 2008 le bottiglie vendute sono state 593.000.

Il trend previsionale vedrà l’azienda giungere a regime con la vendemmia del 2010 e, pertanto, il fatturato previsto per il 2011 è di euro 6,8 milioni, con una vendita di poco inferiore alle 800 mila bottiglie.

L’azienda conduce in Franciacorta 42 ettari di vigneti; le tenute gestite dalle società del gruppo site in Marche ed in Toscana vedono complessivamente altri 40 ettari coltivati.

I dipendenti complessivi del gruppo sono 25 (di cui 9 addetti alle attività commerciali e amministrative), cui si aggiungono le figure professionali che vengono assunte durante la vendemmia, circa 40 persone per una durata di 40 giorni nei mesi di agosto e settembre.

Note

  1. 1,0 1,1 Tutte le informazioni presenti in questo paragrafo, salvo indicazione specifica, sono state ottenute da interviste sul campo o via e-mail, dal sito web dell'azienda Barone Pizzini, dal Consorzio per la tutela del Franciacorta o dall'associazione Strada del Vino Franciacorta.
  2. Curiose sono le origini del nome Franciacorta. Leggenda narra che Carlo Magno, conquistata Brescia longobarda nel 774, qui vi pose il suo accampamento. Giunta la festa di San Dionigi, che lui aveva giurato di festeggiare a Parigi, decretò che questa terra era come una "piccola Francia" e ordinò che così fosse chiamata tutta la zona. Secondo gli studiosi di etimologia è invece più probabile che il nome derivi da "francae curtes", comunità medioevali di monaci benedettini esentate dal pagamento delle tasse.
  3. Il disciplinare di produzione del Franciacorta è da considerarsi fra i più rigidi e scrupolosi che esistano fra gli spumanti metodo classico del mondo
  4. La denominazione ’Curtefranca’ è entrata in vigore dal 2008 in sostituzione della Doc ’Terre di Franciacorta’. Per questo motivo, si troveranno successivamente riferimenti ad entrambe le denominazione, a seconda della data di vendemmia del vino di volta in volta considerato.
  5. Come testimonianza della vocazione vitivinicola della Franciacorta vengono segnalati i classici latini Plinio il Vecchio, Columella, Virgilio e i trattati del XVI secolo di Andrea Bacci e Agostino Gallo.
  6. Archetti G. (2003), La civiltà del vino. Fonti, temi e produzioni vitivinicole dal Medioevo al Novecento, Centro Culturale Artistico di Franciacorta e del Sebino, Brescia.
  7. Vedi par. 2.4, Il progetto di contabilità analitica 2008