La scienza nuova seconda/Brani soppressi o mutati/Libro secondo/Sezione terza

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Libro secondo - Sezione terza

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SEZIONE TERZA

CAPITOLO UNICO

1251[507]..... le mogli erano a luogo di figliuole de’ lor mariti di sorelle de’ lor figliuoli, ed appo molte nazioni barbare le mogli non meno che i figliuoli sono da’ lor mariti trattate da schiave. Finalmente, per tal prerogativa degli auspíci appo le prime nazioni, dovetter i matrimoni incominciare non solo con una sola donna.....

1252[508]..... Bacco nato da Semele fulminata; chiaro, quanto i due anzidetti, Perseo fatto con Danae da Giove cangiato in pioggia d’oro, per significare la gran solennitá degli auspíci con una pioggia di fulmini. Questo fu il primo motivo.

1253[509] La seconda solennitá è che le donne si velino..... Il qual costume è stato conservato da tutte le nazioni, anco dagli ebrei; e i latini ne diedero il nome.....

1254[510]..... E dopo le prime terre occupate da’giganti con ingombrarle coi corpi [CMA3] e con le mani, come appunto i pittori dipingono i giganti con le mani incatenate a terra sotto de’ monti, le mogli solenni si dissero «manucaptae».

1255[512] Onde Venere eroica..... si cuopre la vergogna col cesto, dal quale furon detti da’ romani «incestuosi» i congiugnimenti vietati da strettezza di sangue; il qual cesto, poi, i poeti effemminati ricamarono di tutti gl’incentivi della libidine. [CMA3] Ma forse meglio sará, alla maniera di Varrone, dar a cotal voce origine natia, e che le nozze contratte tra gli troppo stretti di sangue si dicano «inceste» perché sieno troppo caste, siccome la particella «in» per un gran numero di voci non toglie ma accresce il sentimento. Perché le prime nozze dovetter essere tra fratelli e sorelle, ch’avevano la comunanza dell’acqua, che faceva la castitá delle nozze, come quindi a poco diremo. Dipoi, essendosi propagata l’umana generazione, tal castitá fu soverchia, e, per piú propagarsi il gener umano, proibita. Alla stessa fatta poi, corrotta la severa storia degli auspici. [p. 210 modifica]210

LIBRO SECONDO

1256[513]..... in tal sentimento «heri» si dissero da’ latini. [CMA3] e con perpetuitá cosí restaron detti nel comandare, siccome costantemente s’osserva nelle commedie da’ servi dirsi «heri» i loro padroni. E ’l patrimonio del padre di famiglia difonto, che con voce natia latina era stata detta «familia» nella legge delle XII Tavole, poi da quest’origine greca restò detta «hereditas», che dapprima dovette significare «sovrana signoria», siccome tra gli dèi è signora e regina Giunone; e da essa legge delle XII Tavole..... e i figliuoli non meno che gli schiavi furono compresi sotto il nome «rei suae», anzi tutta la famiglia venne intesa sotto la voce «pecuniae», com’altri leggono quel capo con le voci «pecuniae tulelaeve». Lo che troppo gravemente appruova..... la ritennero anco dentro le repubbliche popolari. Per cotal signoria dovettero le madri di famiglia dirsi «dominae» da’ romani dalla voce «domi -, ond’è «servare domi», «guardar la casa», perocché il dover iconomico delle madri di famiglia è di comandar e conservar nelle case; e quindi «donna», in sentimento di «signora», fu detta agl’italiani, «dueña» agli spagnuoli, «dame» a’francesi. Le qual’origini di cose e di voci stando cosí, tanto dovette a’ greci significar «eroe» quanto «signore», e le repubbliche «eroiche» Io stesso che repubbliche «di signori», quali sono e si dicono le repubbliche aristocratiche.

1257[518-9] Tal morale divina finalmente diede a’ primi uomini quella pratica sperimentata, utile per tutti i tempi appresso ed assistita dalle ragioni delle migliori filosofie, di commettersi gli uomini tutti alla divina provvedenza e stimar bene tutto ciò ch’ella ci para davanti. Della morale eroica de’ tempi ultimi ragioneremo nella Discoverta del vero Omero.