Le Metamorfosi/Annotazioni/Libro Duodecimo

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Annotazioni del Duodecimo Libro

../Libro Undecimo ../Libro Terzodecimo IncludiIntestazione 20 dicembre 2008 75% Letteratura

Publio Ovidio Nasone - Le Metamorfosi (2 a.C. - 8 d.C.)
Traduzione dal latino di Giovanni Andrea dell'Anguillara (1561)
Annotazioni del Duodecimo Libro
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Si può pigliar’essempio quivi, non essendo che mera historia il sacrificio che facevano i Greci per placar Nettuno, che ogni volta che l’huomo ha ricorso a Dio ne i suoi travagli, haverà un vivo presagio del tempo, e del modo di uscirne, come hebbero i Greci per opra di Calcante; il Dracone trasformato in sasso dopò l’augurio interpretato de i nove uccelli amazzati da esso, ci fa vedere, che sono fermi, e stabili come il sasso; determinati i giudicij di Dio, e che non si possono giamai per qual si voglia occasione, mutare.

Paris ruba Helena a Menelao Re di Sparta, da ’l quale era stato raccolto con ogni maniera di cortesia; e da questo furto ne nasce la ruina della patria, e della casa sua, e de i fratelli, e le fiamme di Troia per farci conoscere, che non può fuggir l’ira, e ’l severo giudicio di Dio quelli che ingratamente ingiuriano i suoi benefattori, come ingiuriò Paride Menelao, ci da medesimamente essempio Hecuba, che vuole preservare il medesimo Paride, ancora che l’oracolo le havesse predetto ch’egli doveva essere la ruina, e ’l fuoco della patria, quando nel partorirlo le pareva partorire fiamme di fuoco; che non dobbiamo per una sciocca, e dannosa pietà contraporse a i stabili, e immutabili giudici di Dio.

Ifigenia poi che per placar Diana doveva essere sacrificata, dapoi che per opra di Ulisse fu condotta nell’essercito Greco, ci fa vedere quanta forza ne gli animi nostri la Religione poi che ’l padre medesimo per cagione de la Religione lasciava sacrificare la figliuola ancora che innocentissima.

Cigno figliuolo di Nettuno combattendo valorosamente rimane perdente, e fu dal padre cangiato nell’uccello che ha il nome suo; significa alegoricamente che questo figliuolo di Nettuno doveva esser molle, e bianco perche per il più sono tali quelli che nascono di maniera che predomini loro l’humidità della quale è padre Nettuno, doveva poi haver congionto proportionatamente all’humido il calore; per virtù del quale era agilissimo, e destro, perche quelli che sono di simile complessione, sono molto agili, e destri, però finge il Poeta che non poteva Cigno esser ferito che non è altro se non che per la sua agilità si difendeva di maniera che faceva riuscire vani tutti i colpi di Achille, da ’l quale fu al fine vinto per fiachezza, come sogliono esser vinti quelli che hanno la medesima complessione. Rimase poi trasformato nell’uccello del suo nome; che non è altro se non che rimase lungamente la fama del suo valore fra gli huomini.

Si vede quivi quanto legiadramente habbia descritta l’habitatione della fama, e aggiontovi molte cose del suo, che non si leggono, ne in Ovidio, ne in Virgilio, come la stanza È di metallo schietto ogni sua parte come anchora descrive felicemente il modo del far correr le nuove pel mondo nella stanza, La Dea la nobiltà fa pria che intende e nelle quattro stanze seguenti. Bellissima è anchora la descrittione della istessa fama che si legge nella stanza, La Dea che signoreggia quell’albergo e nelle due seguenti. Descrive anchora il timore della plebe Troiana come prima intende il giunger dell’armata Greca, e l’ardire, e l’allegrezza che ne mostra Hettorre, e gli altri guerrieri di valore, la prudenza di Priamo, che non si muta punto di faccia a quel primo aviso de’ Greci per non ispaventar’ il popolo, e l’ordine che da Hettorre di occupar’ i lidi che i Greci non possino sbarcarse, l’abbatimento che fa con Protesilao riducendo tutto quel guerreggiar alla moderna con bellissime digressione. Descrive ancora molto vagamente il montar’ a cavallo di Achille, nella stanza, Sopra un cavallo Achille era montato, insieme con l’abbattimento che fa con Cigno dove rapresenta un duello moderno che non vi si può aggiongere, si vede ancora con quanta vaghezza habbia arricchita della pratica moderna intorno le cazze de’ Torri la comparatione di Ovidio nella stanza, Come s’adira il toro s’esser crede.

La trasformatione di Cene donna, in Ceneo huomo forte, e bellicoso, non è altro, che una mente che dopò esser stata un tempo data alle delicie feminili, si volta alle virtù virili, con il favor delle quali combatte poi animosamente con ogni maniera di vicio, con tanto ardire che non teme poi di cosa alcuna; per questo finge il poeta che non potesse esser’ offeso. Tutto che al fine poi fusse sepolto da i sassi, e dalle travi de i Centauri, alla fine poi essendo sovrapreso dalla molta forza de i vicij, è cangiata in uccello, che non è altro che quando purgata dalle molte passioni se ne vola al cielo.

La guerra de i Centauri con i Lapithi, è mera historia; furono detti Centauri che sono popoli di Thesaglia, mezzi huomini, e mezzi cavalli; perche furono i primi che incominciassero a maneggiar’ i cavalli, & a servirsene su la guerra; onde vedendolo quelle sciocche genti cavalcare, si diedero a credere che fussero una cosa istessa insieme con i cavalli, come hanno creduto da principio gli Indiani del mondo novo; si vede quivi quanto vagamente habbi l’Anguillara descritta la loro battaglia con i Lapithi, e come in molti non solamente habbia trasportato Ovidio, ma avanzato, come nella descritione delle bellezze di CIllaro nella stanza, E tu d’ogni beltà Cillaro adorno, e nella seguente: Era il suo volto si legiadro, e bello, come ancora ci rapresenta molto vagamente il suo cavallo nella stanza, Da il capo, e ’l collo il suo destrier gagliardo; ci rapresenta ancora la bellezza, e l’amore di Hilonome verso di lui, nella stanza, Molte bramato havean farsel marito, e nella seguente, come è ancor vagamente descritto lo scherno che si faceva Halefo Centauro di Ceneo, nella stanza, Ó Cena disse a lui, nata donzella, e bella e ben trasportata è ancora la comparatione della stanza, Come balza la grandine sul tetto.

Periclimeno amazzato da Hercole tutto che havesse per dono di Nettuno forza di poterse trasformare in diversi animali; essendo ultimamente trasformato in una Aquila ci fa conoscere che la gloria delle imprese fatte figurate per Hercole, combatte sovente con l’invidia figurata per Periclimeno, laquale piglia diverse forme per fregiarla se può, ma al fine havendo presa la forma dell’Aquila figurata per la superbia, per esser l’aquila il piu superbo uccello che voli, è ferita da uno strale della gloria, che non è altro che quel raggio che si spicca dalle opere honorate, e lodevoli, che sostentano la gloria ilqual’ ha forza e vigore di amazzare la soperbia, e spegnere l’invidia.

Achille morto da Alessandro col favore di Nettuno, e di Apolline, ci fa vedere che il piu delle volte gli huomini valorosi vengono amazzati nelle guerre da houimni vili, e che non hanno ne forza, ne cuore, corrispondente al loro valore; si vegono quivi molte belle rapresentationi, come l’invocatione di Nettuno ad Apolline nella stanza, Subito trova il gran rettor del cielo E dice: Ó della luce unico Dio come ancora è la persuasione che gli fa di mover le sue saette contra Achille nella stanza, Perche lasci spirar quel gran Pelide. Bellissima ancora è la rapresentatione del tiro dell’Arco fatta piu volte dall’Anguillara, e sempre diversamente, che si vede nella stanza, Gli dona un de suo strali, e gli ricorda.