Le antichità Romane (Piranesi)/2-XXXIII

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Tomo II, tav. XXXIII:

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Tav. XXXIII


Grand'Urna di marmo, creduta di Alessandro Severo, e di Giulia Mamea sua madre

Questa grand' Urna fu ritrovata nel mezzo del di lui Mausoleo con dentro un nobilissimo Vaso d' Agata Sardonica, il quale conteneva le Ceneri. Il Coperchio è formato come un Letto vagam.te ornato di rabeschi, falcie, e ricami esprimenti varie caccie d' animali, sopra il quale riposano Alessandro Severo, e Giulia Mamea: egli abbraccia la madre colla destra: colla destra essa tiene una corona di alloro; posando ogn' un di loro la sinistra sopra un cuscino, che sembra si profondi dentro il molle materasso. Tutta la grand' Urna è scolpita all' intorno di figure in basso rilievo. Nella parte dinanzi veggonsi rappresentati i Romani, ed i Sabini in atto di trattare la pace tra loro dopo le molte sanguinose zuffe, le quali a cagione del ratto, che fecero i Romani delle Zitelle Sabine con pari stragge, e disavvantaggio dianzi erano seguite. Per tanto da un lato scorgesi Tazio Re de' Sabini co' suoi più anziani sopra sedia regale assiso; dall' altro vedesi Romolo, circondato dalla gioventù Romana, parimenti sedere sopra uno scanno coperto da una pelle di leone. Nel mezzo poi tra questi due popoli feroci miransi le giovani Sabine, unicam.te intente a pacificare gli animi infieriti, si degli sposi, che de' parenti, cercando di convertire i passati sdegni in teneri affetti di concordia, e di amore, quali tra congiunti di sangue si convengono. Il restante de' Membri dell' Urna sono abbelliti di varj intagli di fogliami, maschere, e di rabeschi. Questo basso rilievo potrebbe rappresentare altro fatto, se non l' impedissero le ristaurazioni moderne di braccia, e teste, ed altri suoi ornamenti

Il Sig.re Abate Venuti in alcuni fogli ultimamente stampati dopo l' edizione de' presenti Volumi, pretende e spiega, che il presente bassorilievo co' susseguenti della Tovola 35 rappresentino la restituzione di Criseide espostaci da Omero nel lib. 1. della Iliade. Riferisce in essi fogli le sottoposte mie relazioni che consistono in quelche comunemente si crede di una cosa tanto difficile da spiegarsi, affine di ricrederne il Pubblico, ma non vi fa veruna obiezione. Prima della produzione di questi stessi Volumi mi fece la finezza di avvertirmi della sua pretensione, ma fu da me riprovata per le troppo sensibili opposizioni che vi ritrovai, e che sono, il prender' egli degli uomini per delle donne: il far comparir Giunone a sedare il tumulto d' Archille, contro l' esposizione d' Omero dopo esserselo proposto per guida della sua spiegazione: il far fare diversi personaggi alle stesse figure esposte dallo scultore nella presente faccia dell' Urna, e riportate poi ne' fianchi di essa: il prender de' simboli per istrumenti da sacrifizj, gli ornamenti dell' urna per Simboli: ed altre molte e molte improprietà e contradizioni che non ho luogo di riferire, ma che ognuno può riconoscere colla visita del marmo e rilevare dalla lettura de' dd. fogli. Usciti questi alla luce, ho veduto che il Sig.re Abate non è stato indotto a produrli che dallo spirito di rendersi singolare co' suoi bei trovati contro l' impulso della sua tacita riprovazione di quanto espone; imperocchè avendo percetta l' idea della restituzione di Criseide da un' apparenza di similitudine de' presenti bassirilievi a quei della Villa Pinciana che si suppongono rappresentarla, non ne fa la minima menzione per non facilitare al Pubblico colla osservazione della diversità dell' uno e l' altro marmo, l' avvedersi della leggerezza della sua pretensione. Mi stupisco poi che avendo egli avuto tanto talento di produrre una indubitata dichiarazione de' bassirilievi che sono un' accessorio dell' urna, gli sia all' incontro mancato per dire a chi possino riferirsi le figure assise sulla stessa urna, che ne sono l' oggetto principale; e che si sia ristretto a riprovarne, non con altra ragione che del disprezzo, la rappresentazione di Alessandro Severo e Giulia Mammea, sin qui comunemente creduta per tanti motivi, i quali sono la coincidenza di queste due figure convenientissime a Madre e Figlio (benche il Sig.re Ab.e per render vecchio il maschio più della femmina, nella copia che n' espone si sia allontanato con una caricatura di barba e di rughe da come ce lo rappresenta il marmo) La precisa similitudine nel marmo non solo della testa del maschio alle medaglie di Alessandro Severo, ma altresi della femmina e sua acconciatura di capo alle medaglie di Mammea: concorrenza la quale esclude l' objezione della rassomiglianza casuale come ben riconobbe l' Eruditissimo Sig.re Abate Barthelemi, Antiquario di S. M. Cristianissima, che fu meco a fare il confronto di più e più di dette medaglie con esso marmo. Il lavoro de' bassirilievi che ci esprime la mediocre abilità de' professori della Scultura a' tempi di questo Imperadore; e molti altri riflessi che tralascio nel vedermi obbligato alla brevità. Pretende inoltre il Sig.re Abate in fine de suoi fogli, che i bassirilievi del Vaso da me disegnato nelle seguenti Tavole 34. e 35. rappresentino il giudizio di Paride, ma l' assegnare per Venere un' uomo come ben distinguesi dal sesso virile da me fedelmente ritrattato, e il non vedersi il pomo che dovrebbe essere il segno precipuo della pretesa rappresentazione: il prendere per un bastone il panno che tiene il supposto Paride colla sinistra: il dire, che la pretesa Venere lo guardi quando ella guarda all' opposto, e ch' ell' abbia una piccola tazza o conca, quando non v' e: l' aggiungere nel suo disegno le mammelle a questa figura per farla femmina e poi esclamare: chi non dirà che qui si rappresenti Venere vincitrice di bellezza le altre Dee? in somma l' alterare in copia i bassirilievi; sono immaginaz.ni1 e disaccortezze così sensibili, che non ci fanno vedere uno schiaritore delle Antichità, ma l' Impugnatore delle verità le più conosciute delle medesime

Note

  1. si veda la Tavola LVII, o sia ultima aggiunta al Tomo IV

Piranesi Archit. dis. ed inc. Barbault scolpì le figure