Le monete di Caligola nel Cohen

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Nereo Cortellini

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Questo testo fa parte della raccolta Rivista italiana di numismatica 1898


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LE MONETE DI CALIGOLA12


nel Cohen3



Lo dico subito: si tratta di alcune osservazioni ch’io faccio all’opera del Cohen "Descrizione storica delle monete imperiali„, osservazioni che riguardano in ispecial modo una ben piccola parte di questo lavoro di mole, ma che, per essere rivolte a tutte le monete, tanto romane come greche, d’un imperatore, possono, in certa guisa, estendersi anche a quelle degli altri imperatori così da riuscire osservazioni d’indole generale.

A quest’opera ricorrono il compratore e il venditore di monete antiche, ai quali può importar poco se la leggenda d’una moneta sia descritta diversamente da quello che è in realtà, se una moneta sia attribuita piuttosto a una città che a un’altra, sia creduta piuttosto d’un’epoca che d’un’altra, sia stata emessa piuttosto dal senato che dall’imperatore.

I compratori e i venditori di monete hanno bisogno, [p. 240 modifica]specialmente e anzitutto, di conoscere se la tal moneta sia d’oro, d’argento, di bronzo o d’ottone; se sia classica — antica — o falsificata — della rinascenza o moderna —; essi vogliono sapere quale prezzo abbia sul mercato di Parigi o di Londra, perchè l’antiquario deve trarne un profitto e il compratore intende di non essere turlupinato.

Sotto questo rispetto, gli antiquari non possono essere che oltremodo grati al Cohen, il quale però più che un’arida e nuda esposizione delle monete ha inteso di fare — come del resto lo stesso titolo dimostra — un lavoro che rispondesse alle esigenze della numismatica moderna, conformato cioè ai concetto che la numismatica altro non è se non una scienza ausiliare della storia.

E, per verità, quest’opera del Cohen, in mancanza d’altre più moderne dello stesso genere, è considerata come il Corpus delle iscrizioni monetarie imperiali, così come il Corpus inscriptionum latinarum è per le iscrizioni lapidarie. Ma, se per lo storico riescono d’uno speciale interesse quelle qualità delle monete che all’antiquario possono anche essere indifferenti, lo storico ha soprattutto bisogno che le monete siano descritte con la maggiore precisione possibile e che siano rilevate certe particolarità caratteristiche le quali possono, storicamente, costituire, di per sé, un documento nel documento. Ha il Cohen sortito l’effetto che si riprometteva? Ha saputo conciliare le esigenze degli antiquari con quelle non meno necessarie della storia? E quanto vedremo nel presente lavoro, il quale si divide in due parti. La prima riguarda le monete romane e greche con leggenda latina; la seconda le monete greche con leggenda greca. La prima parte, di cui mi occupo ora, è suddivisa in diversi paragrafi, dove parlerò delle " inesattezze varie „ che altri potrebbe anche considerare errori di stampa, lapsus calami, ma che sono troppo frequenti e talune di non lieve entità, chi guardi alla natura dell’opera del Cohen, la quale, come è necessario in tutte le scienze descrittive, avrebbe dovuto curare grandemente la precisione e l’esattezza; tratterò poi de’ " titoli „ dati alle monete, della loro " cronologia „ della " aggiudicazione erronea di monete ad alcune città „ e da ultimo delle " monete inedite „ rispetto al Cohen.

[p. 241 modifica]Entro senz’altro in argomento, parlando delle


INESATTEZZE VARIE.



Ho riunito sotto questo paragrafo quelle diverse mende riscontrate qua e là nelle monete del tempo di Caligola e che da alcuni, come ho già detto,, potrebbero essere valutate errori di stampa o imperfezioni troppo lievi, perchè si dovessero rilevare in un’opera di così grande importanza: a me però non parvero tutte tanto indifferenti da esser passate sotto silenzio; che anzi molte di esse mi sembrarono tali da mettere non poco in forse la esattezza che nella descrizione s’era proposto il Cohen4, presentando l’opera al pubblico. Come, per esempio, figure rivolte a sinistra ch’egli dà a destra o viceversa; teste laureate ch’egli dice nude; tori con la mitria di cui non tien conto; leggende poste su diverse linee che descrive tutte di seguito; leggende scorrette; lettere arrovesciate che scrive diritte; lettere omesse o introdotte in più; anagrammi trascurati; monete ritenute romane che non possono essere se non greche e così via, come si vedrà dall’elenco che ora ne dò.

1. Cohen 225, 7: dovea dire nel diritto germanicvs || caesar5. Nel rovescio signis recept || devictis germ.

2. C. 225, 8 — D/ — germanicvs . caesar ti . avg . f . divi avg . f . divi avg . n.
    Nella moneta medesima, incisa sul frontispizio del Volume I del Cohen, divi avg . f, non figura6.

3. C. 227, 16 — R/ — mvnic italic. Stendardo e aquila legionaria tra due insegne.

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    Nel campo e sotto le insegne il Cohen ha omesso per || avg, su due righe7.

4. C. 227, 21-22 — D/ — germanicvs . caesar . p . c . caesar . avg . germ — R/ — g . tarracina p . prisco h vir . v . osca.


Ora, tanto l’Heiss8, quanto il Delgado e, notisi, il N. 22 il Cohen l’ha tolto dallo Heiss (= 23 bis) hanno g, in luogo di c per quel che riguarda il praenomen di Caligola e inoltre il segno del duumvirato, nel rovescio, così come è dato dal Cohen, pare un acca, mentre nelle monete dallo Heiss e dal Delgado incise è H9. A me sembra che il Cohen dovea senz’altro omettere quella linea trasversale, come il pili delle volte hanno fatto lo Heiss e il Delgado, oppure, mettendola, darla esatta. In luogo poi di v . osca ci voleva v(rbs) v(ictrix) osca.

5. C. 229 — Nota. " Voyez encore Germanicus 2. 3, 4. 5, où se trouve le nom de Caligula „, in luogo di 1. 2. 3. 4. 5. E così pure a pag. 241, nella medesima nota, invece di 2. 3. 4: 1. 2. 3. 4. 510.

    Errori in cui è, chiaramente, incappato, per modificazioni e aggiunte fatte alla prima edizione, nella quale le note rispettive (pag. 138 e 151) erano invece esatte.


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6. C. 231, 1 — Il rovescio voleva descritto così s . p . q . r. || memoriae || agrippinae, cioè su tre linee11.

7. C. 232, 6 e 7 — D/ — agrippina . m . f . mat . g . caesaris avgvsti.

    Lo Heiss12 e il Delgado — e il N. 7 il Cohen l'ha tolto dallo Heiss — omettono il praenomen g(aius) di Caligola.

8. C. 234, 2 — D/ — nero et drvsvs caesares. Nerone e Druso con cintura e clamide (svolazzante) galoppanti a destra — R/ — c . caesar . divi . avg . pron . avg . p . m . tr . p mi p . p. nel campo s . c

M. B.

  C. 234, 3 — D/ — Simile al precedente — R/ — caesar divi avg . pron . avg . p . m . tr . p . iiii p . p. Nel campo S.C

M. B.


Come ognun vede, le due monete sarebbero perfettamente simili, se al rovescio del N. 3 non mancasse il praenomen c(aius). Ma tale sigla c13 non manca nella 1ª edizione del Cohen, (pag. 145, N. 3) dalla quale ho anche potuto rilevare un’altra inesattezza e cioè che il N. 2 ha tr p iii p p in luogo di tr . p . iiii p . p; così che la moneta N. 2 deve assegnarsi all’anno 39 e non al 40 d. C.

9. C. 234-235, N. 2: nel diritto caesar per due volte invece di cæesar.

  C. 234-235, N. 3: caesar invece di cæesar14 (ar in monogramma).

  Nel diritto del N. 3 il Cohen ha trascurato di far osservare che Nerone e Druso si " sporgono la destra „15.

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10. C. 236, i — Diritto caesar . avg .... in luogo di16 c. caesar . avg ....

11. C. 237, 4 — R/ — La Sicurezza — Agrippina — è volta a destra, mentre la Concordia e la Fortuna — Drusilla e Giulia Livilla — a sinistra17.

12. C. 237-238, 5-8 — Il Cohen descrive i rovesci in questo modo: N. 5 cos des iii . pon . m . tr . p . iii p . p
N. 8 cos qvat . pon . m . tr . p iiii p . p
anteponendo l’indicazione del consolato a tutti gli altri titoli ufficiali dell’imperatore; mentre tali titoli hanno — costantemente in tutte le altre monete riportate dal Cohen — la disposizione seguente: pontificato massimo, tribunicia potestas, (imperator) pater patriae, consul18.
Avrebbe dovuto, quindi, descrivere così19 i rovesci:
N. 5 pon . m . tr . p iii p . p . cos des . iii

13. C. 235, 4 e 5 — R/ — ti . caesar divi avgvsti . f . avgvstvs in luogo di ti . caesar divi avgvsti . f . avgvstvs p . m
Il curioso è che nella stessa moneta — sebbene in cattivo stato — incisa dal Cohen nella medesima pagina, si legge bene anche l’indicazione del p(ontificato) m(assimo)20.

14. C. 238, 8 — Nel rovescio, invece di “Autour de s . c„ ci voleva: Nel campo r . c . c21.

[p. 245 modifica]15. C. 238, 9 — Nel diritto, la Pietà è velata22.

16. C. 238, II — Nel diritto c’è tr . p . mi in luogo di tr . p . mi . p . p23.

17. C. 239-240, 18-26 — La leggenda del rovescio andava descritta s . p . q . l’|| pp || ob . e . s ., cioè su tre linee24, come si vede anche nelle due monete (N. 20 e 22) incise nella pagina 239.

18. C. 240, 26 — Nel diritto c’è tr . p . mi in luogo di tr . p . mi . p . p25.

19. C. 240, 29 — Nel diritto e’ è tr . p . mi invece di tr . p . mi . p . p26.

20. C. 240-241, 30 — — In mezzo a una corona di quercia su cinque linee pont || maxim |1 tribvn || potest || cos.

Nel rovescio manca poi il praenomen c(aius) Caesar che si legge benissimo nella moneta incisa superiormente.

21. C. 241, 31 — 9 — Nel mezzo su tre linee pont max || tr potest ii cos in luogo di pon max tr . potest27.

[p. 246 modifica]22. C. 241, 32 — La leggenda del rovescio volea così descritta col ivl || gem acci cioè su due linee28.

23. C. 241, 33 e 34 — 1 — eie ACCI. Due aquile legionarie tra due insegne militari: nel campo i i 11 invece di:

" Due aquile tra due insegne militari: di sopra cig; di sotto acci; e in mezzo alle insegne l-i-ii29.

Il lettore, vedendo quelle quattro aste i-i-ii non sa proprio cosa siano; allora sfoglia il volume ottavo del Cohen, dove sono date le diverse spiegazioni delle lettere e sigle, ma non ci trova nulla. Si tratta qui della L(egione) I e II, alle quali appartenevano i veterani che aveano formata la colonia d’Acci30.

24. C. 241, 35 — Il rovescio andava così descritto " Berretto di flamine, bastone d’augure e simpulum: di sopra e . I . G e di sotto acci31.

25. C. 241, 36 — La corona d’alloro è interna all’iscrizione circolare; nel campo v’è poi ff vir e in luogo di mvn, c’è Mv in monogramma32.

26. C. 242, 38 e 39 — Il rovescio voleva così (33 descritto: " scipione et montano: sopra ai buoi e . e . A e nell’esergo n vm. „

[p. 247 modifica]27. C. 242, 42 — La testa di Caligola è laureata34 e non nuda.

28. C. 242, 48 — Il toro è mitrato35. Anche qui poi la leggenda mvn 11 ercavica (av in monogramma) è su due linee ed è posta -al di sopra del toro, come non risulta dalla descrizione che ne dà il Cohen.

29. C. 242, 49 — Il Cohen non tien conto del toro che v’è nel rovescio36 e che è pure mitrato.

30. C. 242, 50 — Il rovescio, come si rileva dalla moneta volea così descritto37: g . tarracina . p . prisco. Un cavaliere a destra con in mano una lancia: sotto v . v .

osca; sotto ancora, diviso da una linea, nell’esergo, VIR38.

31. C. 242, 55 — 9 "" SEGOBRIGA è scritto su due linee39 SEGO BRIGA.

32. e. 243-244, 65 — Nel diritto c’è gee in luogo di ger e nel rovescio lxxiii invece di lxxxiii40.

33. C. 245-246, 5 — Questo p . B di Carthago Nova è tolto dallo Heiss il quale ha però adottato nella disposizione del diritto e del rovescio un criterio opposto a quello del Cohen il quale così ne descrisse il diritto e . caesar QVINQ . N . K . £ in luogo di e . caesar . QVINQ .N . K.41.

[p. 248 modifica]34. C. 247, 16 2 — Il diritto volea descritto così42: cn . atel . flac . cn . pom . flac . ii vir q v . i . n . c. Testa muliebre a destra: dietro sal e davanti avg, come si può riscontrare nella moneta che il Cohen riporta nella stessa pagina.

35. C. 248-249, 1 — Il diritto della moneta volea così descritto:. aivæ qrvsillie || ivliae agripp || inæ cioè SU tre linee e con i d arrovesciati, come si vede dalla moneta.

Nel rovescio poi in luogo di e . i . e ci volea e . i . e . a(pamaea)43 e " Agrippina madre, seduta a sinistra, tenendo una patera e uno scettro „ e non " uno scettro e una patera „44.





TITOLI.


Sono inenarrabili le persecuzioni inflitte da Tiberio a Germanico fino alla sua morte e poi a tutta la famiglia di lui e in ispecial modo alla vedova Agrippina e ai figli maggiori Nerone e Druso i quali gli venivano descritti da Seiano come congiuranti a’ suoi danni e alla pace dell’impero. Persecuzioni che, per un certo periodo di tempo, furono fatte tacere e quasi dimenticare a bello studio, con onori dati a [p. 249 modifica]Nerone e a Druso così in Roma45 come fuori di Roma46, ma che poi ripresero più fiere e feroci di prima per riuscire — tristo epilogo — alla morte di tutti e tre per fame.

Caligola, intanto, veniva accolto a Capri da Tiberio che già nel 31 d. C. lo aveva fatto pontefice e nel 33 questore, dando segni non dubbii di designarlo a futuro successore nell’impero. Tale lo accolsero municipi e colonie che lo elessero a loro duumviro47. E Caligola finse, nel ritiro di Capri, di scordare le offese perpetrate in odio alla sua famiglia; ma poi, salito al trono il 18 Marzo dell’anno 37, si fece come uno studio di rinverdire il ricordo de’ cari miseramente periti.

E se fu largo d’onori ai fratelli e ai genitori non li risparmiò agli avi così materni che paterni. E il divo Augusto e M. Agrippa avo l’uno e padre l’altro della madre Agrippina; e Nerone Claudio Druso — dal quale era venuto al suo casato il cognome glorioso di Germanico — tornarono per lui, a nuova vita circonfusi di nuovo splendore.

In questo tributo pietoso d’affetto lo aiutarono a gara il senato e le colonie in ispecie della Spagna, dell’Achaia e dell’Asia Minore, coniando, dal 37 al 41, monete in loro onore. Ma, più che d’un tributo affettuoso, si tratta da parte di Caligola, d’un atto polltico il quale si ricollega a tutto il suo metodo di governo de’ primi mesi dell’impero — politica essenzialmente di contrasto al precedente regno dell’inviso Tiberio, — e questo fatto notevole ci salta all’occhio subito quando noi scorriamo le opere del Mionnet, dell’Eckhel, del Florez, dello Heiss, del Delgado, ecc., mentre così non è se consultiamo il Cohen. E forse questo dipende dalla circostanza che egli ha fatto seguire le monete greche alle romane per ogni singolo imperatore in luogo di descriverle [p. 250 modifica]a parte — come fecero poi il Fiorelli nel Medagliere di Napoli e il Fabretti nel catologo del museo di Torino48 — oppure dal fatto che il Cohen non ha adottato il metodo dispositivo cronologico, bensì l’alfabetico rispetto ai rovesci, o per l’una o per l’altra ragione insieme. A me pare anche che la disposizione delle monete dei membri della famiglia di Caligola non sia una disposizione organica in modo da costituire un tutt’uno, da cui risulti limpidamente che tutte queste monete furono emesse, in onore dell’uno o dell’altro de’ parenti di Caio Cesare, dal senato o dalle colonie i quali sapeano benissimo che, rinfrescandone la memoria, faceano insieme cosa grata all’imperatore che ne dava loro esempio.

Non solo, ma il Cohen, forse per desiderio di novità, ha, nelle monete che ora ci riguardano, mutata la disposizione del diritto e del rovescio usata dagli altri che lo precedettero nella descrizione delle monete imperiali, di modo che, avendo dato per diritto della moneta ciò che altri aveano ritenuto il rovescio, ne vennero a essere modificati anche i titoli ossia i nomi delle monete stesse. In questi cambiamenti egli è incorso in alcune contraddizioni che sono troppo evidenti perchè si devano lasciare inosservate e però dopo avere accennato ad alcune di esse, distribuirò brevemente le monete nel modo che mi pare risponda meglio a un sano criterio storico.

Intanto, sotto il titolo " Germanicus „ — pag. 224-228 — il Cohen ci descrive 26 monete delle quali ben poche possono collocarsi sotto quel titolo. Infatti le monete N. 1-5 (pag. 224-225) dovrebbero precedere49 le monete N. 1-6 (pag. 229) [p. 251 modifica]sotto il titolo " Germanico e Caligola „ o, meglio, " Caligola e Germanico „50.

Seguono poi le monete N. 6 e N. 7 che, sole, insieme alle coloniali 16, 17, 23, 24 e 26 — pag. 227 — sono bene assegnate al titolo " Germanicus „51 avuto riguardo all’epoca in cui vennero emesse. Le monete 8, 9, 10 — pag. 226 — devono essere poste in seguito alle monete romane di Claudio sotto il nome " Claudio e Germanico. „ Così pure le monete di restituzione 12, 13, 14 e 15 — pag. 226 — io sarei d’avviso di porle tra le monete rispettivamente di Tito e di Domiziano: altrettanto si dica di quelle d’Agrippina restituite da Tito e da Nerva — C. 231, 4; 232, 5. — Queste monete di restituzione, come la precedente di Claudio in onore di Germanico e come molte altre monete e di Tiberio e di Caligola coniate in onore d’Augusto sono di non poco interesse per la storia. A mano a mano che Roma si discostava più dalla forma repubblicana, gli imperatori amavano di richiamare in vita o Augusto che avea voluto salve almeno le forme dell’antica repubblica o [p. 252 modifica]Germanico che, presso il popolo romano, avea goduto fama di ristoratore dell’antico regime52.

Quanto alle monete N. 18, 19 e 20 — monete coniate da Caesaraugusta — e N. 20-22 dalla città d’Osca e N. 25 dalla colonia di Corinto, è manifesto che vennero coniate dopo la morte di Germanico e più precisamente sotto l’impero di Caligola, perchè hanno nel rovescio il nome di que’ duumviri che si riscontrano solo nelle monete di questo imperatore.

E però se si vogliono lasciare sotto il titolo " Germanicus „ converrà illustrarle con una nota che richiami l’analogia di esse con quelle a pag. 232, 6 e 7 per le monete di Caesaraugusta nel nome di Agrippina madre; a pag. 235, 1-2 per le monete di Agrippina madre, Nerone e Druso della colonia di Corinto; e a pag. 241-242, 37-39; 242-243, 50-54; 243, 57-62 e 64 rispettivamente per le monete di Caesaraugusta, di Osca e di Corinto nel nome di Caligola.

I nomi de’ duumviri di coteste città non si ritrovano mai nelle monete di Tiberio. Vi sono solo due monete di Caesaraugusta — Cohen 177, 13 e 14 — emesse nel nome di " Agrippa „ che portano il nome dei duumviri Scipione e Montano53, Titullo e Montano, i duumviri appunto che figurano nelle monete del tempo di Caligola: ma è giuocoforza ammettere che queste due monete furono coniate negli anni dal 37 al 41 d. C, appunto come queste due altre, — C. 154, 667-668 —54 pure di Caesaraugusta e con gli stessi duumviri nel nome d’Augusto che v’è chiamato divo; e proprio come le monete N. 765-768 — C. pag. 161 — in nome d’Augusto della colonia di Corinto le quali hanno nei rovesci i nomi de’ duumviri M. Bellio Proculo, P. Vipsanio Agrippa che rivestivano infatti la suprema magistratura di [p. 253 modifica]quella città durante il regno di Caligola55. Sì le une come le altre sono monete che si potrebbero chiamare "di riflesso„ e appartengono — mutatis mutandis — alla stessa categoria delle monete di restituzione, almeno storicamente.

Non ripeterò per le monete d’Agrippina e per quelle di Nerone e Druso quanto ho detto intorno a quelle di Germanico e mi fermerò invece più specialmente sopra 5 monete che il Cohen — pag. 245-246 — ha classificate " Caligola e Tiberio „ e di una delle quali dò ora la descrizione:


N. 5 — D/ — e. caesar. qvinq. n. k. Testa nuda di Caligola a sinistra — R/ — ti. caesar. divi. avg. f. Testa nuda di Tiberio a sinistra

P. B.56.

Queste monete, descritte così come le ha date il Cohen e tanto più venendo dopo le monete "Caligola e Augusto„ — pag. 244-245, i-ii — ed essendo seguite alla lor volta da quelle " Caligola e Nerone Druso „ " Caligola e Antonia „ e così via, poste tutte quante dopo le monete romane e greche di Caligola, par quasi che siano monete che Caligola, imperatore, avrebbe coniate in onore di Tiberio, o, meglio, pare che gli abitanti di Carthago Nova intendessero, onorando Tiberio, onorare, per riflesso Caligola. Il che non è: non si tratta qui di monete che ho sopra chiamate " di riflesso „: no, qui ci troviamo dinanzi a monete che furono emesse in onore di Tiberio dalla città di Carthago Nova, nell’anno in cui ne era (duumviro) quinquennale lo stesso Caligola, prima di salire al trono.

Era cosa ormai entrata nell’uso che le colonie o i municipi eleggessero alle loro cariche più importanti o l’imperatore medesimo57 oppure i suoi parenti più prossimi quando [p. 254 modifica]cominciavano ad avere una certa importanza nel mondo romano e tanto più se aveano un qualche diritto alla successione. Si trattava più che altro d’una carica onorifica, e il più delle volte gli eletti a tale magistratura delegavano altri a esercitarla: costoro si chiamavano loro praefecti.

Così Germanico era stato nominato duumviro di Caesaraugusta e avea scelto a proprio rappresentante un certo Tiberio Clodio Flavo — praef(ecto) German(ici)58. Alcuni anni dopo, insieme a Druso, il figlio di Tiberio, era stato duumviro ad Acci59, quattuorviro a Carteia60 e duumviro quinquennale a Praeneste61.

Così Nerone, fratello di Caligola, era stato duumviro di Brixia62 (Brescia) e di Aquinum63 nella Campania, e Druso, il fratello minore, di Hasta (Asti)64. Li aveano poi eletti insieme a loro duumviri i cittadini di Caesaraugusta65 e duumviri quinquennali gli abitanti di Formae66, (Formia, nella Campania) e infine quelli di Karthago Nova67 i quali [p. 255 modifica]poi, più tardi, si elessero a loro quinquennale Caligola senza collega, È questa appunto la caratteristica notevole di cotesto tipo di monete le quali ormai, dopo quanto si è detto, possiamo chiamare " Tiberio e Caligola „68.

Caligola che, a Caesaraugusta era stato, precedentemente, duumviro insieme a G. Pomponio Parra69 e più tardi, nell’anno 34 duumviro i(ure) d(icundo), a Pompei, insieme a M. Vesonio Marcello70 fu invece nominato, da solo, quinquennale di Carthago Nova71. Il che, per Caligola, può forse costituire un più alto onore da uguagliarlo quasi all’imperatore il quale avea infatti il diritto d’essere eletto a qualunque carica in qualsiasi città dell’impero72. E però questo tipo di moneta può riferirsi al tempo in cui Tiberio, prendendolo presso di se a Capri e innalzandolo prima che avesse raggiunta l’età legale, alle magistrature, avea lasciato capire che lo avrebbe prescelto a proprio successore.

Premesse queste brevi osservazioni, ecco in qual modo ordinerei le monete di Caligola e dei membri della sua famiglia.

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GERMANICUS - Romane.


1 — Cohen 225-226, 6  
coniate durante l'impero impero di Tiberio.
2 — 773
3 — 1174

NB. — Per le monete di restituzione in suo nome, vedi "Tito e Germanico „ 1-3:= Cohen, Germ. 226, 12-14; " Domiziano e Germanico „ 1 = Cohen, 1. c., 15. Confronta pure " Claudio e Germanico „, 1-3 = Cohen, 1. c., 8-10.


Greche75.


1 — C. 227, 16
Italica
Spagna
Romula
coniate imperante Tiberio (14-19 d. C.76
2 — " " 17

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3-5 — C. 227, 18-20
Spagna, Caesaraugusta coniate imperante Caligola, dal 37 al 4177.
6-7 —   "    " 21-22 Spagna, Osca coniate imp. Caligola.
8-9 —   "    " 23-24 Achaia, Corinto „ „ Tiberio78.
10 —   "    " 25 „ „ Caligola.
11 —   "    " 26 „ " Tiberio.


GERMANICO e AUGUSTO79Romane.


1-3 — C. 228, 1-380.


GERMANICO e DRUSO Greche.


1 — C. 228, 1 Spagna, Carteia
coniate sotto Tiberio (14-19 d. C).
2 —   "    " 2 Città incerta
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AGRIPPINA madre - Romane.


1-2 — C. 231, 1-2 | coniate imperante Caligola81.

NB. — Per le monete di restituzione, vedi " Tito e Agrippina, „ 1 = C. " Agrippina „ 231, 4 e 6 "Nerva e Agrippina „ 1 = C. 231, 5. Confronta pure "Claudio e Agrippina „ 1 = C. 231, 3.

Greche.


1-2 — C. 232, 6-7 Spagna, Caesaraugusta
coniate imperante Caligola.
3 — „ „ 8 Città incerta


AGRIPPINA m., NERONE e DRUSO82 - Greche.


1-2 — C. 235, 1-2 Achaia, Corinto | coniate imper. Caligola.


AGRIPPINA m. con le figlie Agrippina, Drusilla e Giulia83.


I — C. 248-249, I Bitynia, Apamaea | coniate imp. Caligola.

NERONE e DRUSO84 - Greche.


I — C. 234-235, I Spagna-Romula | coniata imp. Tiberio.

TIBERIO, NERONE e DRUSO85.


di cui erano [p. 259 modifica]1-2 — C. 235, 2-3 Spagna, Caesaraugusta di cui erano duumviri Nerone e Druso, durante il regno di Tiberio.

3-4 — C. 235, 4-5 Spagna, Carthago Nova | di cui erano quinquennali, imperante Tiberio.


NERONE e DRUSO

con le sorelle Agrippina, Drusilla e Giulia — Greche.


I — C. 235-236, 1 Bitynia, Apamaea, | coniata imp.86 Caligola.


TIBERIO e CALIGOLA87


1-5 — C. 245, 1-5 Spagna, Carthago Nova | di cui Caligola era quinquennale, sotto Tiberio, nel 33 o 34 di Cristo.

NB. — Confronta il Cohen a pag. 173, 17 e 18; 199, 103, per quel che riguarda il duumvirato di Caligola a Caesaraugusta, che sono monete le quali vennero coniate presso a poco nell’epoca delle precedenti.

CALIGOLA — Romane e Greche.


1-66 — Cohen 236-244, 1-66. [p. 260 modifica]

CALIGOLA e AUGUSTO - Romane


i-ii — C. 244-245, i-ii88.

CALIGOLA e NERONE DRUSO.


C. pag. 246.

NB. — Anche l’imperatore Claudio gli coniò monete: cf. " Claudio e Nerone Druso, „ i e non " Nerone Druso „ come il Cohen, 221, 8.

CALIGOLA e M. AGRIPPA89.


1-2 — Cohen 177, 13 e 14 Spagna — Caesaraugusta | coniate imperante Caligola.


CALIGOLA e ANTONIA.


C. pag. 246.

NB. — Confronta Cohen, 223, 8 — Achaia — Corinto | Coniata imperante Caligola.90

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".... Authenticité douteuse,... Les lettres en relief du mot Caligula nous paraissent avoir une forme moderne; dans ce cas, le camée tout entier serait de la Renaissance. Une monnaie de bronze de Caligula représente, au revers, les trois soeurs91 de ce prince dans une attitude identique à celle qui leur est donnée ici (Cohen, I, 237, 4). Il existe un coin du Padouan de cette médaille dont le revers a été aussi imité par d’autres faussaires du XVIe siécle. Rien donc ne s’oppose à ce qu’un graveur en pierres fines de cette époque ait eu l’idée de copier le revers de la monnaie romaine que nous venons de signaler. On sait que le surnom populaire de Caligula n’est jamais donne à Caius Cesar sur des monuments officiels ni dans le texte des historiens contemporaines. La présence de ce nom sur notre camée ne fait donc que nous confirmer dans l’idée que nous sommes en présence d’une oeuvre habile de l’époque de la Renaissance, bien que des critiques autorisés se soient prononcés en faveur de son authenticité. „

Queste considerazioni mi avrebbero dovuto distogliere dal porre in testa al mio lavoro il nome " Caligola „; ma l’uso che ormai se ne fa ha trascinato anche me nella corrente e ho preferito questo soprannome breve e a tutti noto piuttosto che C. Cesare Germanico — non senza però aggiungere le osservazioni testè svolte.



  1. NB. — Sento il dovere di ringraziare, anche pubblicamente, l’egregio dott. Cav. Solone Ambrosoli, Direttore del Gabinetto Numismatico di Brera, il quale mise a mia disposizione — con premura veramente singolare — tutte le opere di numismatica da me qui citate, rendendo così più agevoli le mie ricerche.
  2. Vedi Appendice. Il soprannome Caligola.
  3. Description historique des monnaies frappées sous l’empire romain. Paris, 2ª ed. 1880. La 1ª edizione, che è dell’anno 1859, sotto certi rispetti, come fu già osservato, è migliore della seconda. Ma tanto l’una che l’altra hanno meriti e pregi grandissimi che tutti non possono disconoscere, e io per primo, nonostante le varie osservazioni che andrò in seguito svolgendo e che riguardano solo il primo volume.
  4. Prefazione, pag. iv.
  5. Per far capire al lettore che la leggenda non è scritta di seguito, ma su due righe. Cf. Medagliere di Napoli ed. dal Fiorelli, 1870, Monete romane, 4160-4162.
  6. Cf. Revue Numismatique de Paris, 1869, pag. 403, i. Coll. Wigan-Londra.
  7. Heiss, Description generale des monnaies antiques de l’Espagne, Paris, 1870, pag. 159, tav. XIV, 23 e 23 bis; Delgado, Nuevo Metodo de clasificacion de las medallas autónomas de Espana; Sevilla, volumi tre — 1871-1873-1876 — Vol. II, 139, 14 — tav. XLIII, C3. A onor del vero bisogna convenire che non è solo il Cohen a fare omissioni: tant’è che il Delgado è incorso qui in tre inesattezze e cioè mentre a pag. 139 la moneta è data come la 14° nelle tavole invece è la 13°; nel diritto v’è poi ti . avg in luogo di ti . avg . f e nel rovescio manca totalmente mvnic italic. Ma così il Delgado, come l’Heiss, offrono un’attenuante di fronte al Cohen, perchè danno modo al lettore di riscontrare le rispettive monete nelle tavole, mentre il Cohen ne riporta incise solo pochissime.
  8. Pag. 159, tav. XIV, 23 e 23 bis; Delgado, III, pag. 324, tav. CLVIII, 17; cf. Morellius, Thesaurus Numismaticus imperatorum 1752, Vol. I, pag. 531, n. 14 e 15.
  9. In monete di altre colonie vi è invece 1 1 vir o |f vir e pure di queste linee traversali il Cohen non tiene mai conto.
  10. Cf. Cohen I, pag. 224-225, 1-5.
  11. Cf. Med. di Nap., Mon. rom. 4165-4166.
  12. Tav. XXV, 49 e 50. Nella descrizione, a pag. 205 lo Heiss ci ha introdotto in più il c; cf. Delgado III, pag. 51, tav. CII, n. 68 e 69 i cui diritti sono identici di quelli del Cohen.
  13. Cf. Med. di Nap., Mon. rom. 4170-4171, dove la moneta è riferita all’anno 41, anziché al 40, come più giustamente il Cohen.
  14. Cf. Heiss, pag. 205, tav. XXVI, 51 e 52; Delgado, III, 52, CII, 72 e 73- — Queste lettere legate o monogrammi sono comuni nelle monete coloniali in ispecie della Spagna.
  15. Cf. Heiss, 1. e, n. 52; e pag. 209; Delgado, 1. e, n. 73 e pag. 55. Questo particolare dello stringersi le mani può essere d’un certo interesse storico. Altre monete greche ci danno Germanico e Druso affrontati (Cohen, 216, 13), ma in questa i due fratelli Nerone e Druso si sporgono la destra quasi a significare la concordia e la pace che regnava tra loro, prima che Seiano li inimicasse l’uno con l’altro (Tacito, Ann. IV, 60; cf. Florez, Medallas de España, Madrid, 1757, Vol. I, pag. 249).
  16. Med. di Nap., Mon. rom., 4114-4117: cf. 4118-4122 dove il praenomen c(aius) si riscontra sempre.
  17. Med. Nap., Mon. rom., 4118-4122.
  18. Mommsen, Le droit public romain, traduit par Paul Frédéric Girard, 1896, Vol. V, pag. 41-47.
  19. = Med. Nap., Mon. rom., 4136-4138; 4142-4147; 4150-4151. E ciò nonostante quanto fu da altri affermato (Zeitschrift für Numismatik, de Sallet, Berlin, 1873, pag. 239) che “le monete di Caligola le cui leggende cominciano col consolato (Cohen, 237, 5-8) sono monete di circostanza, coniate cioè quando egli acquistò quella magistratura„. La stessa moneta n. 7 che fu coniata dopo il 18 marzo — tr . p iiii — dell’anno 40 e non il 1º gennaio dello stesso anno, quando Caligola fu fatto console per la 3ª volta, toglie secondo me, ogni valore all’asserto del de Sallet. Cf. in proposito più innanzi “Cronologia delle monete„ pag. 269, 4º gruppo, n. 10.
  20. Cf. Heiss, 271, XXXVI, 28 e 29; Delgado, III, 71 e 72, CXI 35 e 36.
  21. Cohen, 1ª edizione, pag. 149, n. 17.
  22. Med. Nap., Mon. rom., 4133-4134.
  23. Cohen, 1ª ed., pag. 149, n. 20.
  24. Cf. Med. Nap., Mon. rom., 4123-4127, 4139.
  25. Per analogia con le altre monete che hanno la medesima dizione (cf. più avanti " Cronologia delle monete „ pag. 264, n. 9 e nota 6ª).
  26. Cohen, 1ª ed., pag. 150, n. 27.
  27. Il Cohen osserva che queste due monete 30ª e 31ª hanno fatto parte del Gabinetto di M. Herpin e che, benché sembrino coloniali per la mancanza delle lettere s . c, meritano per la loro fabbrica d’esser poste tra le romane. Ora la mancanza delle lettere s . c per se stessa non implica che le monete non possano essere romane, perchè ve ne sono diverse coniate dall’imperatore e non dal Senato, anche di bronzo e che non hanno però le sigle s . e.
        Altri, piuttosto, sono qui i caratteri della assoluta non romanità: mi riferisco cioè al titolo imp(erator) che non appare se non nelle coloniali (Cohen, 241-243, 36-48 e 55; 247, 1) e inoltre la circostanza per la moneta n. 31 che Caligola vi è chiamato m . agrippae n(epos). Noi sappiamo ch’egli sdegnava d’esser chiamato così (Svet. Cat. 23), mentre andava superbo su ogni altra della parentela del padre Germanico e del proavo Augusto. In Roma non avrebbero, di certo, osato adularlo a quel modo.
  28. Cf. Med. Nap., Mon. greche, 47; Heiss, tav. XXXIII, 13 che veramente è la 14." nella descrizione a pag. 257; Delgado, III, pag. 8-9, LXXXVII, 12. Tanto il Delgado che lo Heiss nella descrizione danno " testa laureata „ in luogo di nuda. Lo Heiss poi a proposito di questa e delle monete seguenti è incorso in varie inesattezze. Per es.: nel rovescio della moneta 13" nella descrizione — 14 nelle tavole — è detto: rovescio del n. 5 in luogo di " del n. i „ = Cohen, 241, 33; al n, 15 = C, 241, 34: rovescio del n. io invece di " del n. i „; e al n. 16 = C. 241, 35: diritto del n. 13 invece di " del n. ij „ e rovescio del n. 11 invece di " del n. 10 „, come si rileva nella tavola XXXIII.
  29. Delgado, III, 9, LXXXVII, 13 e 14; cf. Heiss, pag. 257, XXXIII, 13 e 14.
  30. Heiss, pag. 258. Il Florez dice che si tratta della legione III, (pag. 147-148, tav. Ili, I e 2).
  31. Heiss, 258, XXXIII, 16; Delgado, III, 9, LXXXVII, 16.
  32. Heiss, 183, XX, 23; Delgado, III, 36, XCIV, 32; giova però avvertire, rispetto al Delgado, che nella descrizione c’è front invece di fro e che è stato dimenticato completamente mv . avg . bilbil (mv in monogramma) come si vede nella moneta.
  33. Med. Nap., Mon. grec, 73 = n. 38 del Cohen; per il n. 39 cf. Heiss, 206, XXXVI, 55 e Delgado, III, CIII, 80.
  34. Heiss, 206, XXVI, 57; Delgado, III, 52, CHI, 76.
  35. Mionnet, Description de Médailles antiques grecques et romaines. Paris (Vol. sei, 1806-1813 e Supplemento, Vol. nove, 1819-1837), Vol. I, 43, 323; Florez, II, 428, XXV, 13; Heiss, 173, XVII, 869; Delgado, III, 235, CXLIII, 9.
  36. Heiss, 1. c., e Delgado, I. e, n. io.
  37. Med. Nap., Mon. grec, 155; Heiss, XIV, 24; Delgado, III, CLVIII, 18.
  38. Così pure nel n. 52 del Cohen ci andava vir in luogo di h . vir — Heiss, 1. e, 25, e Delgado, 1. e, n. 19.
  39. Mionnet, I, 51, 366; Med. Nap., Mon. grec, 163; Coll. Sant’Angelo, Mon. grec, 76; Heiss, 267 XXXV, 13; Delgado, III, 379, CLXXI, 15. Il Delgado dà una variante del n. 15, in cui sulla testa di Caligola è la contromarca se.
  40. Cf. Mionnet, Vol. II, pag. 404, n. 105 e Supplem. Vol. IV, 576, 143.
  41. Coll. Sant’Angelo, (Med. Nap.), Mon. grec, 32; Heiss, 272 XXXVI, 35 e 36; Delgado, III, 72 e 73, CXI, 43 e 44.
  42. Heiss, 272; XXXVI, 34; Delgado, III, 72, CXI, 42. Nelle monete di Carthago Nova il Delgado è incorso in varie inesattezze: così nella 8" e 39* ci ha dato Augustus in luogo di avg e avgv; nella 40* (Heiss, 1. e, 32) AVG invece di avgv; e nella 41 (Heiss, 1. e, 33) ha omesso avg . p . m come pure non ha menzionato l’apice e il lituus.
  43. Cf. Mionnet, II, 412, n. 23. E così, per analogia, nelle seguenti monete di Apamaea, (Cohen, 230, 14 e 235-236, i), converrà correggere e . I. e . A . in luogo di e. I . e .
  44. Cf. Cohen,, prefazione pag. ix.
  45. C. I. L., III, 2808, 380; X, 798; XI, 3356; XII, 3159; XIV, 244; cf. Tac. Ann. III, 29 e IV, 4 e 8; Svet, Tib., 54 e Cat. 10.
  46. C. I. L., II, 609; X, 5393, 6101; XIV, 2965 e 3017; Cohen, I, 235, 2-3 = duumviri di Caesaraugusta; 235; 4-5 = duumviri quinquennali di Carthago Nova.
  47. C. I. L., X, 901 e 902 — duumviro di Pompei; Cohen, 173, 17 e 18; 199, 103 — duumviro di Caesaraugusta e 245-246, 1-5 — quinquennale di Carthago Nova.
  48. Criterio dispositivo adottato pure nel Catalogne of Greek Coins e nella Beschreibung der Antiken Münzen del Museo di Berlino.
  49. Ho detto precedere, perchè in esse Germanico è chiamato "figlio di Tiberio e nipote d’Augusto„ mentre nelle altre N. 1-6 è ricordato come padre di C. Cesare Augusto. Così queste come quelle furono però coniate durante l’impero di Caligola e non c’è ragione al mondo perchè si devano disporre in due distinti paragrafi. L’unica differenza sostanziale che corre tra esse è che le monete 1-5 furono emesse dal Senato e le altre, 1-6, furono coniate dall’imperatore stesso sempre in onore di Germanico.
        Ecco il tipo delle monete 1-5 — pag. 224-25 — con la disposizione nei diritti e nei rovesci inversa a quella del Cohen:
        N. 1 — D. — c . cassar . avg . germanicvs . fon . m . tr . fot . Nel campo s.c — R. — germanicvs caesar . ti . avgvst . f . divi avgv . n . La testa di Germanico nuda a destra.
        Ed ecco il tipo delle altre, 1-6, seguendo la disposizione opposta:
        N. 1 — D. — c . caesar . avg . germ . p . m . tr . pot . Testa laureata di Caligola a destra — R. — germanicvs . caes . p . c . caes . avg . germ. La testa nuda a destra.
  50. Cf. Med. di Napoli, Mon. rom., 4153 e 4154; 4157, 4159.
  51. Cf. per il n. 7 Med. Nap., Mon. rom., 4160-4162. Il n. 6 è l’unico esempio di moneta fatta coniare dallo stesso Germanico il quale forse usurpò il diritto di batter moneta (Mommsen, Le droit public V, pagina 101). — Alle monete suddette si possono far seguire quelle " Germanico e Druso „ C. 228, i e 2 le quali mi pare che vogliano però almeno riattaccate con una nota alle altre pure coloniali ed emesse negli stessi anni (14-19 d. C.) — Cohen, 215, i =: Tiberio e Germanico; e 216 1-3 — " Tiberio, Germanico e Druso „ — coniate cioè quando Germanico era ancor vivo, come pure furono coniate in quel torno di tempo le monete n. 16 e 17. Altrettanto si dica delle monete di Corinto n. 23 e 24 che hanno nei rovesci i nomi C. Mussidio Prisco e C. Heio Pollione i duumviri che si riscontrano nelle monete di quel tempo emesse nel nome di Tiberio (cf. Cohen, 206, 192-194; 187, i nel nome di Agrippa Cesare Postumo e 218, 10 nel nome di Druso figlio di Tiberio).
  52. Oltre alle monete imperiali di restituzione abbiamo anche delle monete consolari di restituzione, a cominciare da Tito (Babelon, 1885-86 — Monete repubblicane — Vol. I, introduzione, pag. lvi).
  53. Florez, I, pag. 226, tav. VIII, 4; Heiss, 202, XXV, 28 e 29; Delgado, III, 48, XCIX, 41 e 42.
  54. Florez, I, 197, tav. VI, 3; Heiss, 201, XXIV, 21-22; Delgado, III, 47, tav. XCVIII, 35 e 36.
  55. Lo stesso dicasi della moneta seguente di Antonia la madre di Germanico — Cohen, 223, 8 di Corinto, moneta che, per avere nel rovescio i nomi dei duumviri P. Vipsanio Agrippa, conveniva porla sotto il titolo " Caligola e Antonia „ — Cohen, 246 — oppure riattaccarla a quel titolo con una nota.
  56. Heiss, 272, tav. XXXVI, 34; Delgado, III, 72. CXI, 42; cf. Florez, I, 336-338, tav. XVII, 3-6.
  57. Abbiamo anche l’esempio d’un re della Mauretania, Giuba II che era duumviro quinquennale proprio di Carthago Nova — Heiss, 269 e 273, tav. XXXV, 5:
        D. — ivba rex ivbae f n v qv. Simbolo d’Isidc; un globo, sormontato da due penne e da due spighe, posto tra le corna d’una vacca — R. — cn . atelivs . ponti . it v . qv. Gli Strumenti pontificali. P. B.
        Non c’è veramente il nome di c o (k)(artago) n(ova); ma oltre che è duumviro quinquennale insieme al re Giuba questo Cnaeus Atelius che più tardi fu duumviro quinquennale insieme a Cn. Pomponio Fiacco (Cf. Cohen, 247, 1) abbiamo anche un’iscrizione lapidaria (Cf. Müller, Frag. hist. gr. III, pag. 467) da cui ricaviamo ch’egli, oltre a essere duumviro quinquennale, era pure " patronus (coloniae) „ di Carthago Nova.
  58. Cohen, 154, 663-666 in monete in nome d’Augusto: suo collega nel duumvirato era L. Iuvenzio Luperco; cf Eckhel, Doctrina numorum veterum, Vindobonae, Vol. otto, 1792, Vol. IV, pag. 227; Heiss, p. 201, 18-21; Delgado, IH, 45, XCVI-XCVII, 20-25.
  59. Cohen, 216, 1; Heiss, 257, XXXIII, 12; Delgado, III, 8, LXXXV, 10 e 11.
  60. C. 228, 1; Heiss, 332, XLIX, 29; Delgado, I, 91, XV, 64.
  61. C. I. L. XIV, 2964, I, 5.
  62. C. I. L. V, 4374: suo praef(ectus) era P. Papirius Pastor.
  63. C. I. L. X, 5393: col praefectus Q. Decius Saturninus.
  64. C. I. L. V, 7567: col praefectus P. Vergilius Laurea.
  65. C. 234-235, 2-3; Heiss, 205, XXVI, 51 e 52; Delgado, III, 52, CII, 71-73.
  66. C. I. L. X, 6101.
  67. C. 234-235, 4-5; Heiss, 271, XXXVI, 28 e 29; Delgado, III, 71-72, CXI, 35-37.
  68. Cf. Florez, I, pag. 336, XVII, 3-5; Eckhel, VI, 218; Heiss, 271-272, XXXVI, 30-34; Delgado, III, 72, CXI, 38-42.
  69. C. 173, 17 e 18; 199, 103; Heiss, 202, XXIV-XXV, 25, 26 e 31; Delgado, III, 47-49, XCVIII-XCIX, 38, 39 e 48: era suo prefetto luniano Lupo. Le descrivo qui:
        N. 17 — D. — pietatis avgvstae. Testa di donna diademata e velata a destra — R. — ivnano (an in monogramma) lvpo pr . c . caesar . pompon . parra ii vir. In circolo e nel mezzo c . c . a.           M. B.
        N. 18 — D. — pietatis avgvstae . c . c . a . La medesima testa — R. — ivniano (an in monogramma) lvpo pr . c . caesar . e . pompon (mp in monogramma) . parra ii vir. Nel mezzo un tempio a 4 colonne.           M. B.
        N. 103 — D. — ti . caesar . divi avg . f . avgvstvs. Testa laureata a destra di Tiberio — R. — ivniano (ni e an in monogramma) lupo pr . c . caesar . e . pompon parra (mp e ar in monogramma) ii v. Un aquila tra due insegne militari in mezzo alle quali c - c - a.           M. B.
        Le due monete 17 e 18 — nel Cohen — il Delgado le riferisce a Livia e forse poterono bene esser coniate, dopo la sua morte, nel 29, quando Caligola le recitò l’elogio funebre (Tac. Ann. V, 1; Svet. Cat. 10).
  70. C. I. L. X, 901 e 902.
  71. Il Mommsen (1. c., pag. 99 nota 2ª) avverte che il fatto d’esser ricordato come quinquennale di Carthago Nova il solo Caligola non vuol dire che non potesse avere anche il collega.
  72. Cf. Mommsen, 1. c., pag. 80 e 81.
  73. Questa moneta, sebbene il Cohen non lo dica, molto probabilmente è dell’anno 17, quando Germanico trionfò in Roma di Arminio e dei Germani. A questo trionfo, e quindi a quell’epoca,, si riferisce pure la famosa Agata di Tiberio che si trova ora, dopo lunghe peripezie attraverso l’Italia e la Francia, a riposare nel Gabinetto delle monete di Parigi: se ne conserva una riproduzione in gesso in una delle sale del Gabinetto Numismatico di Brera. Germanico, in abito trionfale, v’è rappresentato nell’atto che prende congedo da Tiberio, il quale lo avea appunto destinato al governo della Siria (Tac. Ann. 2, 41-43; Svet., Cat., I; cf. Vell., Pat., II, 129; Strab., I, 3-4). Davanti a Germanico vi è un bambino in abito militare: la corazza in dosso e le caligae ai piedi; è Caligola che avea allora cinque anni e che solo de’ figli accompagnò il padre nell’Asia Minore (Tac, 1. c., III, 1; Svet. Cat., 10). Dietro al figlio è Agrippina che ha nella sinistra il volumen sul quale scriverà le gloriose imprese dello sposo. (Mongez, Icon. Rom., Vol II, pag. 160 e segg.; Babelon, Le Cabinet des Antiques à la Bibliothèque Nationale de Paris, 1888, pag. 4-6; Babelon, La Gravure en pierres fines, camées et intailles, Paris, 1894, 151-154, fig. 112).
  74. Cf. il rovescio di questa moneta con quelli di "Caligola„ — Cohen, 240, 27-29.
  75. Cf. Cohen, Augusto, 154, 663-666, della città di Caesaraugusta, di cui era duumviro, sotto Augusto, Germanico; Tiberio e Germanico, 215, 1 pure di Caesaraugusta; " Tiberio, Germanico e Druso „ 216, 1, della colonia d’Acci di cui eran duumviri Germanico e Druso; 216, 2 (Romula) e 216, 3 (Tarraco).
  76. Cf. Heiss, pag. 334 e Delgado, Vol. I, pag. 106.
  77. Le monete coloniali non sono suscettibili d’una data precisa: non se ne può dare, il più delle volte, che una cronologia " a grandi linee. „
  78. Veramente i nomi dei duumviri C. Heio Pollione e C. Mussidio Prisco si riscontrano anche in monete d’Augusto (Cohen, 160, 746-747) oltre che in quelle in nome di Tiberio. Tuttavia può darsi che quelle in nome d’Augusto siano monete di " riflesso, „ coniate cioè imperante Tiberio.
  79. Veramente sarebbe più conforme all’esattezza storica l’assegnarle a " Augusto e Germanico. „ Perchè se si confrontano i rovesci di queste monete con quelli di " Caligola e Augusto „ — C. 244-245, i-ii, — si conosce facilmente che quelle furono coniate nella medesima epoca di queste: si tratterebbe quindi di monete " ad honorem „ cioè emesse da Caligola nel nome di " Augusto e Germanico. „
  80. La moneta n. 3 ha bisogno d’una nota illustrativa. Il diritto è così:

    germanicvs caes . ti . avg . n . cos . ii p . m.

        È la sola moneta in cui Germanico sia nominato con questi titoli co(n)s(ul) ii e p(ontifex) m(aximus). La moneta, se autentica, è perciò di non lieve interesse, prima di tutto perchè unica nel suo genere e poi anche perchè egli non fu mai pontefice massimo. Delle iscrizioni lapidarie — due sole però in mezzo alle numerossime — C . I . L . V, Brixia, (Brescia) 4308 e X, 513, Salernum, gli danno il titolo pontif(ex) semplicemente.

  81. Il Cohen dice che queste monete furono emesse dopo la di lei morte (786-33, 18 Ott. = Tac.. Ann. VI, 25 e Svet., Tib., 53). Ma siccome Agrippina è qui nominata come madre di C. Cesare Augusto così è evidente che vennero coniate durante il regno del figlio e più precisamente appena salito al trono (Cf Svet., Cat., 15; Dione Cassio, LIX, 3).
  82. Invece di "Nerone e Druso dietro ad Agrippina madre„ come il Cohen; confronta in proposito — Catalogne of Greek Coins, Corinthus, 1889, pag. 65, n. 530, tav. XVI, 8.
  83. E non "Drusilla, Giulia e Agrippina„ omettendo la madre che vi occupa forse la parte più importante. Cf. Mionnet, II, 412, 23.
  84. In luogo di "Nerone e Druso dietro a Tiberio.„
  85. Queste monete veramente dovrebbero esser poste, insieme alla precedente, di seguito alle monete greche di Tiberio sotto il titolo "Tiberio, Nerone e Druso„ e non "Nerone e Druso dietro a Tiberio„ come il Cohen. Ho accennato ad esse, per mostrare che il Cohen le ha collocate fuor di posto e anche per far vedere che Nerone e Druso rivestivano quelle magistrature. La data di queste quattro e della precedente moneta si può collocare, con molta probabilità, tra il 23 e il 24 (Cf. Heiss, 205, tav. XXVI, 51 p 52; 271, XXXVI, 28 e 29; 394, LIX, 6; Vaillant, pag. 98 e 99; Delgado, III, 71-72, CU, 35-37).
  86. E più precisamente nell’anno 38, quando Drusilla, venuta a morte, fu da Caligola chiamata diva ed esaltata con onori veramente divini. (Cf. Dione, LIX, 11*; Svet. Cal., 24 e C. I. L., V, 5722, Ager Mediolanensis; V, 7345, Forum Vibii Caborrum (Cavorre) " [flam]inica Divae Drusillae „; XI, 1168, Veleia: " divae Drusill[ae]„; XI, 3598, Caere (Cerveteri): " divae Drusillae „; XII, 1026, Avignon: un cippo marmoreo dedicato a ivliae drusillae forse da Claudio: " num[inis] honore delat[o posuit]; XIV, 3576, Tivoli, " [di]vae Drusillae. „
  87. E non “Caligola e Tiberio, per le cose dette precedentemente. Aggiungo ora che queste monete dovrebbero - a stretto rigore storico – essere poste di seguito alle monete di Carthago Nova nel nome di Tiberio, col titolo su citato. Le ho invece poste qui, affinchè le monete di Caligola costituiscano un tutto se non omogeneo, e anche per colorire un po’ gli anni che precedono la sua assunzione all’impero, intorno ai quali gli storici del tempo ci dànno scarsissime notizie.
  88. Coniate, come tutte le seguenti, durante l’impero di Caligola.
  89. Il Cohen le pone sotto il titolo " Agrippa „ a una settantina di pagine di distanza dalle monete coloniali di Caligola, senza alcuna nota che richiami l’attenzione del lettore sovra il fatto notevole che gli abitanti di Caesaraugusta coniarono monete anche in onore dell’avo materno di Caligola. Tanto più notevole per la circostanza che i Cesaraugustani, i quali credeano di aggraziarsi l’imperatore con quest’atto di adulazione, si saranno poi accorti di aver sortito un effetto opposto a’ loro desidèri. Noi sappiamo infatti che Caligola non ci teneva punto a essere chiamato nipote di Agrippa; tutt’altro: " Agrippae se nepotem ncque credi neque dici ob ignobilitatem eius volebat „ (Svet., Cat., 23). M. Vipsanio Agrippa non era nato di stirpe patrizia (Tac. Ann., I, 3; Vell. Pat., II, 96 e Seneca, Controv. II, 4) ma con le virtù proprie s’era acquistata una nobiltà non meno illustre di quella che gli conferì poi Augusto facendolo eleggere tre volte console e dandogli in isposa la propria figlia Giulia che fu poi la madre d’Agrippina.
  90. Il Cohen la pone sotto il titolo " Antonia „ senza far avvertito il lettore dell’epoca in cui venne emessa.
  91. Agrippina, Drusilla e Julia Livilla che risponderebbero appunto alle tre teste di donna descritte dal Lenormant. E il Babelon lo ha dimostrato interpretando le lettere a, d, i, che sono sotto ai tre busti, come le iniziali de’ loro nomi.