Le monete di Caligola nel Cohen
![]() |
Questo testo è incompleto. | ![]() |

nel Cohen[3]
Lo dico subito: si tratta di alcune osservazioni ch’io faccio all’opera del Cohen "Descrizione storica delle monete imperiali„, osservazioni che riguardano in ispecial modo una ben piccola parte di questo lavoro di mole, ma che, per essere rivolte a tutte le monete, tanto romane come greche, d’un imperatore, possono, in certa guisa, estendersi anche a quelle degli altri imperatori così da riuscire osservazioni d’indole generale.
A quest’opera ricorrono il compratore e il venditore di monete antiche, ai quali può importar poco se la leggenda d’una moneta sia descritta diversamente da quello che è in realtà, se una moneta sia attribuita piuttosto a una città che a un’altra, sia creduta piuttosto d’un’epoca che d’un’altra, sia stata emessa piuttosto dal senato che dall’imperatore.
I compratori e i venditori di monete hanno bisogno, specialmente e anzitutto, di conoscere se la tal moneta sia d’oro, d’argento, di bronzo o d’ottone; se sia classica — antica — o falsificata — della rinascenza o moderna —; essi vogliono sapere quale prezzo abbia sul mercato di Parigi o di Londra, perchè l’antiquario deve trarne un profitto e il compratore intende di non essere turlupinato.
Sotto questo rispetto, gli antiquari non possono essere che oltremodo grati al Cohen, il quale però più che un’arida e nuda esposizione delle monete ha inteso di fare — come del resto lo stesso titolo dimostra — un lavoro che rispondesse alle esigenze della numismatica moderna, conformato cioè ai concetto che la numismatica altro non è se non una scienza ausiliare della storia.
E, per verità, quest’opera del Cohen, in mancanza d’altre più moderne dello stesso genere, è considerata come il Corpus delle iscrizioni monetarie imperiali, così come il Corpus inscriptionum latinarum è per le iscrizioni lapidarie. Ma, se per lo storico riescono d’uno speciale interesse quelle qualità delle monete che all’antiquario possono anche essere indifferenti, lo storico ha soprattutto bisogno che le monete siano descritte con la maggiore precisione possibile e che siano rilevate certe particolarità caratteristiche le quali possono, storicamente, costituire, di per sé, un documento nel documento. Ha il Cohen sortito l’effetto che si riprometteva? Ha saputo conciliare le esigenze degli antiquari con quelle non meno necessarie della storia? E quanto vedremo nel presente lavoro, il quale si divide in due parti. La prima riguarda le monete romane e greche con leggenda latina; la seconda le monete greche con leggenda greca. La prima parte, di cui mi occupo ora, è suddivisa in diversi paragrafi, dove parlerò delle " inesattezze varie „ che altri potrebbe anche considerare errori di stampa, lapsus calami, ma che sono troppo frequenti e talune di non lieve entità, chi guardi alla natura dell’opera del Cohen, la quale, come è necessario in tutte le scienze descrittive, avrebbe dovuto curare grandemente la precisione e l’esattezza; tratterò poi de’ " titoli „ dati alle monete, della loro " cronologia „ della " aggiudicazione erronea di monete ad alcune città „ e da ultimo delle " monete inedite „ rispetto al Cohen.
Entro senz’altro in argomento, parlando delle
INESATTEZZE VARIE.
Ho riunito sotto questo paragrafo quelle diverse mende riscontrate qua e là nelle monete del tempo di Caligola e che da alcuni, come ho già detto,, potrebbero essere valutate errori di stampa o imperfezioni troppo lievi, perchè si dovessero rilevare in un’opera di così grande importanza: a me però non parvero tutte tanto indifferenti da esser passate sotto silenzio; che anzi molte di esse mi sembrarono tali da mettere non poco in forse la esattezza che nella descrizione s’era proposto il Cohen[4], presentando l’opera al pubblico. Come, per esempio, figure rivolte a sinistra ch’egli dà a destra o viceversa; teste laureate ch’egli dice nude; tori con la mitria di cui non tien conto; leggende poste su diverse linee che descrive tutte di seguito; leggende scorrette; lettere arrovesciate che scrive diritte; lettere omesse o introdotte in più; anagrammi trascurati; monete ritenute romane che non possono essere se non greche e così via, come si vedrà dall’elenco che ora ne dò.
2. C. 225, 8 — D/ — germanicvs . caesar ti . avg . f . divi avg . f . divi avg . n.
Nella moneta medesima, incisa sul frontispizio del Volume I del Cohen, divi avg . f, non figura[6].
3. C. 227, 16 — R/ — mvnic italic. Stendardo e aquila legionaria tra due insegne.
4. C. 227, 21-22 — D/ — germanicvs . caesar . p . c . caesar . avg . germ — R/ — g . tarracina p . prisco h vir . v . osca.
Ora, tanto l’Heiss[8], quanto il Delgado e, notisi, il N. 22 il Cohen l’ha tolto dallo Heiss (= 23 bis) hanno g, in luogo di c per quel che riguarda il praenomen di Caligola e inoltre il segno del duumvirato, nel rovescio, così come è dato dal Cohen, pare un acca, mentre nelle monete dallo Heiss e dal Delgado incise è H[9]. A me sembra che il Cohen dovea senz’altro omettere quella linea trasversale, come il pili delle volte hanno fatto lo Heiss e il Delgado, oppure, mettendola, darla esatta. In luogo poi di v . osca ci voleva v(rbs) v(ictrix) osca.
Errori in cui è, chiaramente, incappato, per modificazioni e aggiunte fatte alla prima edizione, nella quale le note rispettive (pag. 138 e 151) erano invece esatte.
7. C. 232, 6 e 7 — D/ — agrippina . m . f . mat . g . caesaris avgvsti.
Lo Heiss[12] e il Delgado — e il N. 7 il Cohen l'ha tolto dallo Heiss — omettono il praenomen g(aius) di Caligola.
8. C. 234, 2 — D/ — nero et drvsvs caesares. Nerone e Druso con cintura e clamide (svolazzante) galoppanti a destra — R/ — c . caesar . divi . avg . pron . avg . p . m . tr . p mi p . p. nel campo s . c
M. B.
M. B.
Come ognun vede, le due monete sarebbero perfettamente simili, se al rovescio del N. 3 non mancasse il praenomen c(aius). Ma tale sigla c[13] non manca nella 1ª edizione del Cohen, (pag. 145, N. 3) dalla quale ho anche potuto rilevare un’altra inesattezza e cioè che il N. 2 ha tr p iii p p in luogo di tr . p . iiii p . p; così che la moneta N. 2 deve assegnarsi all’anno 39 e non al 40 d. C.
C. 234-235, N. 3: caesar invece di cæesar[14] (ar in monogramma).
Nel diritto del N. 3 il Cohen ha trascurato di far osservare che Nerone e Druso si " sporgono la destra „[15].
10. C. 236, i — Diritto caesar . avg .... in luogo di[16] c. caesar . avg ....
11. C. 237, 4 — R/ — La Sicurezza — Agrippina — è volta a destra, mentre la Concordia e la Fortuna — Drusilla e Giulia Livilla — a sinistra[17].
12. C. 237-238, 5-8 — Il Cohen descrive i rovesci in questo modo: N. 5 cos des iii . pon . m . tr . p . iii p . p
N. 8 cos qvat . pon . m . tr . p iiii p . p
anteponendo l’indicazione del consolato a tutti gli altri titoli ufficiali dell’imperatore; mentre tali titoli hanno — costantemente in tutte le altre monete riportate dal Cohen — la disposizione seguente: pontificato massimo, tribunicia potestas, (imperator) pater patriae, consul[18].
Avrebbe dovuto, quindi, descrivere così[19] i rovesci:
N. 5 pon . m . tr . p iii p . p . cos des . iii
13. C. 235, 4 e 5 — R/ — ti . caesar divi avgvsti . f . avgvstvs in luogo di ti . caesar divi avgvsti . f . avgvstvs p . m
Il curioso è che nella stessa moneta — sebbene in cattivo stato — incisa dal Cohen nella medesima pagina, si legge bene anche l’indicazione del p(ontificato) m(assimo)[20].
14. C. 238, 8 — Nel rovescio, invece di “Autour de s . c„ ci voleva: Nel campo r . c . c[21].
15. C. 238, 9 — Nel diritto, la Pietà è velata[22].
16. C. 238, II — Nel diritto c’è tr . p . mi in luogo di tr . p . mi . p . p[23].
17. C. 239-240, 18-26 — La leggenda del rovescio andava descritta s . p . q . l’|| pp || ob . e . s ., cioè su tre linee[24], come si vede anche nelle due monete (N. 20 e 22) incise nella pagina 239.
18. C. 240, 26 — Nel diritto c’è tr . p . mi in luogo di tr . p . mi . p . p[25].
19. C. 240, 29 — Nel diritto e’ è tr . p . mi invece di tr . p . mi . p . p[26].
20. C. 240-241, 30 — — In mezzo a una corona di quercia su cinque linee pont || maxim |1 tribvn || potest || cos.
Nel rovescio manca poi il praenomen c(aius) Caesar che si legge benissimo nella moneta incisa superiormente.
21. C. 241, 31 — 9 — Nel mezzo su tre linee pont max || tr potest ii cos in luogo di pon max tr . potest[27].
22. C. 241, 32 — La leggenda del rovescio volea così descritta col ivl || gem acci cioè su due linee[28].
23. C. 241, 33 e 34 — 1 — eie ACCI. Due aquile legionarie tra due insegne militari: nel campo i i 11 invece di:
" Due aquile tra due insegne militari: di sopra cig; di sotto acci; e in mezzo alle insegne l-i-ii[29].
Il lettore, vedendo quelle quattro aste i-i-ii non sa proprio cosa siano; allora sfoglia il volume ottavo del Cohen, dove sono date le diverse spiegazioni delle lettere e sigle, ma non ci trova nulla. Si tratta qui della L(egione) I e II, alle quali appartenevano i veterani che aveano formata la colonia d’Acci[30].
24. C. 241, 35 — Il rovescio andava così descritto " Berretto di flamine, bastone d’augure e simpulum: di sopra e . I . G e di sotto acci[31].
25. C. 241, 36 — La corona d’alloro è interna all’iscrizione circolare; nel campo v’è poi ff vir e in luogo di mvn, c’è Mv in monogramma[32].
26. C. 242, 38 e 39 — Il rovescio voleva così ([33] descritto: " scipione et montano: sopra ai buoi e . e . A e nell’esergo n vm. „
27. C. 242, 42 — La testa di Caligola è laureata[34] e non nuda.
28. C. 242, 48 — Il toro è mitrato[35]. Anche qui poi la leggenda mvn 11 ercavica (av in monogramma) è su due linee ed è posta -al di sopra del toro, come non risulta dalla descrizione che ne dà il Cohen.
29. C. 242, 49 — Il Cohen non tien conto del toro che v’è nel rovescio[36] e che è pure mitrato.
30. C. 242, 50 — Il rovescio, come si rileva dalla moneta volea così descritto[37]: g . tarracina . p . prisco. Un cavaliere a destra con in mano una lancia: sotto v . v .
osca; sotto ancora, diviso da una linea, nell’esergo, VIR[38].
31. C. 242, 55 — 9 "" SEGOBRIGA è scritto su due linee[39] SEGO BRIGA.
32. e. 243-244, 65 — Nel diritto c’è gee in luogo di ger e nel rovescio lxxiii invece di lxxxiii[40].
33. C. 245-246, 5 — Questo p . B di Carthago Nova è tolto dallo Heiss il quale ha però adottato nella disposizione del diritto e del rovescio un criterio opposto a quello del Cohen il quale così ne descrisse il diritto e . caesar QVINQ . N . K . £ in luogo di e . caesar . QVINQ .N . K.[41].
34. C. 247, 16 2 — Il diritto volea descritto così[42]: cn . atel . flac . cn . pom . flac . ii vir q v . i . n . c. Testa muliebre a destra: dietro sal e davanti avg, come si può riscontrare nella moneta che il Cohen riporta nella stessa pagina.
35. C. 248-249, 1 — Il diritto della moneta volea così descritto:. aivæ qrvsillie || ivliae agripp || inæ cioè SU tre linee e con i d arrovesciati, come si vede dalla moneta.
Nel rovescio poi in luogo di e . i . e ci volea e . i . e . a(pamaea)[43] e " Agrippina madre, seduta a sinistra, tenendo una patera e uno scettro „ e non " uno scettro e una patera „[44].
TITOLI.
Sono inenarrabili le persecuzioni inflitte da Tiberio a Germanico fino alla sua morte e poi a tutta la famiglia di lui e in ispecial modo alla vedova Agrippina e ai figli maggiori Nerone e Druso i quali gli venivano descritti da Seiano come congiuranti a’ suoi danni e alla pace dell’impero. Persecuzioni che, per un certo periodo di tempo, furono fatte tacere e quasi dimenticare a bello studio, con onori dati a Nerone e a Druso così in Roma[45] come fuori di Roma[46], ma che poi ripresero più fiere e feroci di prima per riuscire — tristo epilogo — alla morte di tutti e tre per fame.
Caligola, intanto, veniva accolto a Capri da Tiberio che già nel 31 d. C. lo aveva fatto pontefice e nel 33 questore, dando segni non dubbii di designarlo a futuro successore nell’impero. Tale lo accolsero municipi e colonie che lo elessero a loro duumviro[47]. E Caligola finse, nel ritiro di Capri, di scordare le offese perpetrate in odio alla sua famiglia; ma poi, salito al trono il 18 Marzo dell’anno 37, si fece come uno studio di rinverdire il ricordo de’ cari miseramente periti.
E se fu largo d’onori ai fratelli e ai genitori non li risparmiò agli avi così materni che paterni. E il divo Augusto e M. Agrippa avo l’uno e padre l’altro della madre Agrippina; e Nerone Claudio Druso — dal quale era venuto al suo casato il cognome glorioso di Germanico — tornarono per lui, a nuova vita circonfusi di nuovo splendore.
In questo tributo pietoso d’affetto lo aiutarono a gara il senato e le colonie in ispecie della Spagna, dell’Achaia e dell’Asia Minore, coniando, dal 37 al 41, monete in loro onore. Ma, più che d’un tributo affettuoso, si tratta da parte di Caligola, d’un atto polltico il quale si ricollega a tutto il suo metodo di governo de’ primi mesi dell’impero — politica essenzialmente di contrasto al precedente regno dell’inviso Tiberio, — e questo fatto notevole ci salta all’occhio subito quando noi scorriamo le opere del Mionnet, dell’Eckhel, del Florez, dello Heiss, del Delgado, ecc., mentre così non è se consultiamo il Cohen. E forse questo dipende dalla circostanza che egli ha fatto seguire le monete greche alle romane per ogni singolo imperatore in luogo di descriverle a parte — come fecero poi il Fiorelli nel Medagliere di Napoli e il Fabretti nel catologo del museo di Torino[48] — oppure dal fatto che il Cohen non ha adottato il metodo dispositivo cronologico, bensì l’alfabetico rispetto ai rovesci, o per l’una o per l’altra ragione insieme. A me pare anche che la disposizione delle monete dei membri della famiglia di Caligola non sia una disposizione organica in modo da costituire un tutt’uno, da cui risulti limpidamente che tutte queste monete furono emesse, in onore dell’uno o dell’altro de’ parenti di Caio Cesare, dal senato o dalle colonie i quali sapeano benissimo che, rinfrescandone la memoria, faceano insieme cosa grata all’imperatore che ne dava loro esempio.
Non solo, ma il Cohen, forse per desiderio di novità, ha, nelle monete che ora ci riguardano, mutata la disposizione del diritto e del rovescio usata dagli altri che lo precedettero nella descrizione delle monete imperiali, di modo che, avendo dato per diritto della moneta ciò che altri aveano ritenuto il rovescio, ne vennero a essere modificati anche i titoli ossia i nomi delle monete stesse. In questi cambiamenti egli è incorso in alcune contraddizioni che sono troppo evidenti perchè si devano lasciare inosservate e però dopo avere accennato ad alcune di esse, distribuirò brevemente le monete nel modo che mi pare risponda meglio a un sano criterio storico.
Intanto, sotto il titolo " Germanicus „ — pag. 224-228 — il Cohen ci descrive 26 monete delle quali ben poche possono collocarsi sotto quel titolo. Infatti le monete N. 1-5 (pag. 224-225) dovrebbero precedere[49] le monete N. 1-6 (pag. 229) sotto il titolo " Germanico e Caligola „ o, meglio, " Caligola e Germanico „[50].
Seguono poi le monete N. 6 e N. 7 che, sole, insieme alle coloniali 16, 17, 23, 24 e 26 — pag. 227 — sono bene assegnate al titolo " Germanicus „[51] avuto riguardo all’epoca in cui vennero emesse. Le monete 8, 9, 10 — pag. 226 — devono essere poste in seguito alle monete romane di Claudio sotto il nome " Claudio e Germanico. „ Così pure le monete di restituzione 12, 13, 14 e 15 — pag. 226 — io sarei d’avviso di porle tra le monete rispettivamente di Tito e di Domiziano: altrettanto si dica di quelle d’Agrippina restituite da Tito e da Nerva — C. 231, 4; 232, 5. — Queste monete di restituzione, come la precedente di Claudio in onore di Germanico e come molte altre monete e di Tiberio e di Caligola coniate in onore d’Augusto sono di non poco interesse per la storia. A mano a mano che Roma si discostava più dalla forma repubblicana, gli imperatori amavano di richiamare in vita o Augusto che avea voluto salve almeno le forme dell’antica repubblica o Germanico che, presso il popolo romano, avea goduto fama di ristoratore dell’antico regime[52].
Quanto alle monete N. 18, 19 e 20 — monete coniate da Caesaraugusta — e N. 20-22 dalla città d’Osca e N. 25 dalla colonia di Corinto, è manifesto che vennero coniate dopo la morte di Germanico e più precisamente sotto l’impero di Caligola, perchè hanno nel rovescio il nome di que’ duumviri che si riscontrano solo nelle monete di questo imperatore.
E però se si vogliono lasciare sotto il titolo " Germanicus „ converrà illustrarle con una nota che richiami l’analogia di esse con quelle a pag. 232, 6 e 7 per le monete di Caesaraugusta nel nome di Agrippina madre; a pag. 235, 1-2 per le monete di Agrippina madre, Nerone e Druso della colonia di Corinto; e a pag. 241-242, 37-39; 242-243, 50-54; 243, 57-62 e 64 rispettivamente per le monete di Caesaraugusta, di Osca e di Corinto nel nome di Caligola.
I nomi de’ duumviri di coteste città non si ritrovano mai nelle monete di Tiberio. Vi sono solo due monete di Caesaraugusta — Cohen 177, 13 e 14 — emesse nel nome di " Agrippa „ che portano il nome dei duumviri Scipione e Montano[53], Titullo e Montano, i duumviri appunto che figurano nelle monete del tempo di Caligola: ma è giuocoforza ammettere che queste due monete furono coniate negli anni dal 37 al 41 d. C, appunto come queste due altre, — C. 154, 667-668 —[54] pure di Caesaraugusta e con gli stessi duumviri nel nome d’Augusto che v’è chiamato divo; e proprio come le monete N. 765-768 — C. pag. 161 — in nome d’Augusto della colonia di Corinto le quali hanno nei rovesci i nomi de’ duumviri M. Bellio Proculo, P. Vipsanio Agrippa che rivestivano infatti la suprema magistratura di quella città durante il regno di Caligola[55]. Sì le une come le altre sono monete che si potrebbero chiamare "di riflesso„ e appartengono — mutatis mutandis — alla stessa categoria delle monete di restituzione, almeno storicamente.
Non ripeterò per le monete d’Agrippina e per quelle di Nerone e Druso quanto ho detto intorno a quelle di Germanico e mi fermerò invece più specialmente sopra 5 monete che il Cohen — pag. 245-246 — ha classificate " Caligola e Tiberio „ e di una delle quali dò ora la descrizione:
P. B.[56].
Queste monete, descritte così come le ha date il Cohen e tanto più venendo dopo le monete "Caligola e Augusto„ — pag. 244-245, i-ii — ed essendo seguite alla lor volta da quelle " Caligola e Nerone Druso „ " Caligola e Antonia „ e così via, poste tutte quante dopo le monete romane e greche di Caligola, par quasi che siano monete che Caligola, imperatore, avrebbe coniate in onore di Tiberio, o, meglio, pare che gli abitanti di Carthago Nova intendessero, onorando Tiberio, onorare, per riflesso Caligola. Il che non è: non si tratta qui di monete che ho sopra chiamate " di riflesso „: no, qui ci troviamo dinanzi a monete che furono emesse in onore di Tiberio dalla città di Carthago Nova, nell’anno in cui ne era (duumviro) quinquennale lo stesso Caligola, prima di salire al trono.
Era cosa ormai entrata nell’uso che le colonie o i municipi eleggessero alle loro cariche più importanti o l’imperatore medesimo[57] oppure i suoi parenti più prossimi quando cominciavano ad avere una certa importanza nel mondo romano e tanto più se aveano un qualche diritto alla successione. Si trattava più che altro d’una carica onorifica, e il più delle volte gli eletti a tale magistratura delegavano altri a esercitarla: costoro si chiamavano loro praefecti.
Così Germanico era stato nominato duumviro di Caesaraugusta e avea scelto a proprio rappresentante un certo Tiberio Clodio Flavo — praef(ecto) German(ici)[58]. Alcuni anni dopo, insieme a Druso, il figlio di Tiberio, era stato duumviro ad Acci[59], quattuorviro a Carteia[60] e duumviro quinquennale a Praeneste[61].
Così Nerone, fratello di Caligola, era stato duumviro di Brixia[62] (Brescia) e di Aquinum[63] nella Campania, e Druso, il fratello minore, di Hasta (Asti)[64]. Li aveano poi eletti insieme a loro duumviri i cittadini di Caesaraugusta[65] e duumviri quinquennali gli abitanti di Formae[66], (Formia, nella Campania) e infine quelli di Karthago Nova[67] i quali poi, più tardi, si elessero a loro quinquennale Caligola senza collega, È questa appunto la caratteristica notevole di cotesto tipo di monete le quali ormai, dopo quanto si è detto, possiamo chiamare " Tiberio e Caligola „[68].
Caligola che, a Caesaraugusta era stato, precedentemente, duumviro insieme a G. Pomponio Parra[69] e più tardi, nell’anno 34 duumviro i(ure) d(icundo), a Pompei, insieme a M. Vesonio Marcello[70] fu invece nominato, da solo, quinquennale di Carthago Nova[71]. Il che, per Caligola, può forse costituire un più alto onore da uguagliarlo quasi all’imperatore il quale avea infatti il diritto d’essere eletto a qualunque carica in qualsiasi città dell’impero[72]. E però questo tipo di moneta può riferirsi al tempo in cui Tiberio, prendendolo presso di se a Capri e innalzandolo prima che avesse raggiunta l’età legale, alle magistrature, avea lasciato capire che lo avrebbe prescelto a proprio successore.
Premesse queste brevi osservazioni, ecco in qual modo ordinerei le monete di Caligola e dei membri della sua famiglia.
GERMANICUS - Romane.
1 — | Cohen | 225-226, | 6 | ![]() |
2 — | „ | „ | 7[73] | |
3 — | „ | „ | 11[74] |
NB. — Per le monete di restituzione in suo nome, vedi "Tito e Germanico „ 1-3:= Cohen, Germ. 226, 12-14; " Domiziano e Germanico „ 1 = Cohen, 1. c., 15. Confronta pure " Claudio e Germanico „, 1-3 = Cohen, 1. c., 8-10.
Greche[75].
1 — | C. | 227, | 16 | ![]() Spagna Romula |
![]() |
2 — | " | " | 17 |
3-5 — | C. 227, | 18-20 | Spagna, Caesaraugusta coniate imperante Caligola, dal 37 al 41[77].
|
6-7 — | " " | 21-22 | Spagna, Osca coniate imp. Caligola. |
8-9 — | " " | 23-24 | Achaia, Corinto „ „ Tiberio[78]. |
10 — | " " | 25 | „ „ Caligola. |
11 — | " " | 26 | „ " Tiberio. |
GERMANICO e AUGUSTO[79] — Romane.
1-3 — C. 228, 1-3[80].
GERMANICO e DRUSO — Greche.
1 — | C. 228, | 1 | Spagna, Carteia | ![]() |
2 — | " " | 2 | Città incerta |
AGRIPPINA madre - Romane.
1-2 — C. 231, 1-2 | coniate imperante Caligola[81].
NB. — Per le monete di restituzione, vedi " Tito e Agrippina, „ 1 = C. " Agrippina „ 231, 4 e 6 "Nerva e Agrippina „ 1 = C. 231, 5. Confronta pure "Claudio e Agrippina „ 1 = C. 231, 3.
Greche.
1-2 — C. 232, 6-7 Spagna, Caesaraugusta | ![]() |
3 — „ „ 8 Città incerta |
AGRIPPINA m., NERONE e DRUSO[82] - Greche.
1-2 — C. 235, 1-2 Achaia, Corinto | coniate imper. Caligola.
AGRIPPINA m. con le figlie Agrippina, Drusilla e Giulia[83].
I — C. 248-249, I Bitynia, Apamaea | coniate imp. Caligola.
NERONE e DRUSO[84] - Greche.
I — C. 234-235, I Spagna-Romula | coniata imp. Tiberio.
TIBERIO, NERONE e DRUSO[85].
di cui erano 1-2 — C. 235, 2-3 Spagna, Caesaraugusta di cui erano duumviri Nerone e Druso, durante il regno di Tiberio.
NERONE e DRUSO
con le sorelle Agrippina, Drusilla e Giulia — Greche.
I — C. 235-236, 1 Bitynia, Apamaea, | coniata imp.[86] Caligola.
TIBERIO e CALIGOLA[87]
1-5 — C. 245, 1-5 Spagna, Carthago Nova | di cui Caligola era quinquennale, sotto Tiberio, nel 33 o 34 di Cristo.
NB. — Confronta il Cohen a pag. 173, 17 e 18; 199, 103, per quel che riguarda il duumvirato di Caligola a Caesaraugusta, che sono monete le quali vennero coniate presso a poco nell’epoca delle precedenti.
CALIGOLA — Romane e Greche.
1-66 — Cohen 236-244, 1-66.
CALIGOLA e AUGUSTO - Romane
i-ii — C. 244-245, i-ii[88].
CALIGOLA e NERONE DRUSO.
- C. pag. 246.
NB. — Anche l’imperatore Claudio gli coniò monete: cf. " Claudio e Nerone Druso, „ i e non " Nerone Druso „ come il Cohen, 221, 8.
CALIGOLA e M. AGRIPPA[89].
CALIGOLA e ANTONIA.
- C. pag. 246.
NB. — Confronta Cohen, 223, 8 — Achaia — Corinto | Coniata imperante Caligola.[90]
CALIGOLA e GERMANICO[91] - Romane.
1-5 — C. 224-225, 1-5[92].
6-11 — C. 229, 1-6.
Greche.
1 — C. 230, 14 Bitynia, Apamaea.
2-8 — C, 229-230, 7-13 Città incerta[93].
CALIGOLA e AGRIPPINA madre[94] - Romane.
1-7 - C.233, 1-7.
Greche.
1 — C. 232, 8 Città incerta[93].
CALIGOLA, NERONE e DRUSO[95] - Romane.
CALIGOLA e DRUSILLA[96] - Greche.
I — C. 248, 1.
CALIGOLA e GIULIA LIVILLA[97] - Greche.
I — C. 249, 1.
CALIGOLA (e CAESONIA?)[98] - Greche.
1-2 — C. 248-249, 1-2.
CRONOLOGIA DELLE MONETE DI CALIGOLA.
La cronologia delle monete di cotesto imperatore è non poco indeterminata, e accade spesso che una moneta, la quale da alcuni è assegnata a un dato anno, venga da altri attribuita a un dato altro, come vedremo più innanzi. Donde proceda tale divergenza è quanto esamineremo; dopo di che mi studierò di distribuire le diverse monete a seconda d’un vero criterio cronologico.
Premetto che è solo delle monete romane che si può dare una cronologia sicura: le coloniali, invece, non sono suscettibili che d’una cronologia a grandi tratti. Si può dire, per esempio, che una moneta greca, nel nome di Caligola, è stata emessa dal 37 al 41, ma ben difficilmente si riescirà a stabilire se fu coniata piuttosto nell’uno che nell’altro dei quattro anni del di lui regno.
La ragione sta in ciò, che chi emetteva queste monete non si curava punto di indicare se l’imperatore era rivestito della tribunicia potestas 2ª o 3ª, del consolato primo o quarto, o che sia. Nella più parte esse non hanno l’indicazione del consolato: portano invece quasi sempre l’indicazione della potest. trib., ma solo della prima: alle successive non guardano. Ci limiteremo perciò a parlare delle romane, delle quali diamo i diversi tipi che offrono le monete di Caligola — nel Cohen — disposti in ordine ascendente rispetto alla iterazione della potestas tribunicia e del consolato[99].
[100] C. Caesar Aug. Germanicus imperator pont. max. aug(ur) tr. pot. = C. 238, 12.
1. C. Caesar Aug. Germanicus pont. m. tr. pot. | C. 224-225, 1-3, 5 (senatorie); 229, 1-4 (imperatorie); 233, 1-4 (imp.); 234, 1 (sen.); 236-237, 1 (imp.?[101]); 238, 9 e 13 (sen.); 239, 17 (sen.); 239, 18-19 (imperat.); 240, 24 (imp.); 240, 27 (sen.); 244-245, 1, 39 (sen). |
2. C. Caesar Aug. Germanicus p. m. tr. pot. cos. | C. 239, 14; 244, 4-5; 245, 11 e ( 11 (imperatorie), |
3. C. Caesar Aug. Germanicus p. m. tr. pot. iter. | C. 239, 15 (imperatorie). |
4. C. Caesar Divi Aug. pron. Aug. p. m. tr. pot. iii p. p. | C. 234, 2[102]; 237, 2[101]; 238, 10; 240, 25 e 28 (senatorie). |
5. C. Caesar Divi Aug. pron. Aug. pon. m. tr. pot. iii p. p. cos des iii. | C. 237, 5 (senatorie). |
6. C. Caesar Aug. pon. m. tr. pot. iii, cos iii. | C. 229, 5 e 6; 233, 5 e 6; 239-240, 20-23; 244-245, 6 e 7 imperatorie). |
7. C. Caesar Divi Aug. pron. Aug. pon. m. tr. p. iii p. p. cos tert. | C. 237, 6 (senatorie). |
8. C. Caesar Aug. Germanicus tr. pot. iiii. | (C. 239, 16 (imperatorie). |
9. C. Caesar Divi Aug. pron. Aug. p. m. tr. p. iiii p. p. | C. 234,3; 237,3[101]; 238,11[103]; (240, 26 e 29[104] (senatorie). |
10. C. Caesar Divi Aug. pron. Aug, pon. m. tr. p. iiii p. p. cos tert. | C. 238, 7 (sen.) |
11. C. Caesar Aug. pon. m. tr. pot. iiii, cos iii. | C.233, 7; 245,8 (imp.) |
12. C. Caesar Divi Aug. pron. Aug. p. m. tr. p. iiii p, p, cos quat. | C. 238, 8 (senatorie). |
Chi osservi superficialmente questi dodici tipi di monete si accorge subito di due circostanze peculiari. Vi sono cioè i tipi N. 4, 5, 7, 9, IO e 12 che hanno il titolo p(ater) p(atriae) e hanno la dizione C. Caesar Divi Aug. pron. Aug(ustus)’, gli altri tipi invece 2, 3, 6, 8 e ii non portano le sigle p. p. e hanno la dizione C. Caesar Aug. Germanicus. Le prime sono poi, d’emissione, senatorie, le seconde imperatorie. Un’altra osservazione è facile a farsi: alcune portano l’indicazione del consolato (N. 2, 5, 6, 7, io, 11, 12); le altre (N. i, 3, 4, 8 e 9) non la portano.
Ora per le monete non munite del titolo del consolato, quando si sappia che la potestas tribunicia di Caligola ha principio col 18 Marzo dell’anno 37 e che è annuale, non offre alcuna difficoltà la classificazione anno per anno da un 18 Marzo a un altro 18 Marzo, Eccoci dunque pervenuti a una prima distribuzione cronologica. Le monete che rispondono al tipo N. I sono dell’anno 37 a cominciare dal 18 Marzo sino a tutto il 17 Marzo dell’anno 38; quelle che rispondono al N. 3 sono del 38 a cominciare dal 18 Marzo; e così successivamente quelle del N. 4 dell’anno 39 e quelle del N. 8 e 9 dell’anno 40.
Rispetto, ai consolati di Caligola — in numero di quattro, come si rileva dai tipi N. 11 e 12 — ecco quanto sappiamo dagli storici del tempo.
Quando C. Cesare salì al trono il 18 Marzo dell’anno 790/37, erano consoli Cn. Acerronio Proculo e C. Petronio Ponzio Nigrino[105] i quali rimasero in carica sino al 1° Luglio. Allora furono consules suffecti C. Caesar Augustus Germanicus e Ti. Claudius Nero Germanicus[106]. Il suo primo consolato — che gerì insieme allo zio Claudio il quale fu poi imperatore — data dunque dal 1° Luglio dell’anno 37 e però tutte le monete e le epigrafi, in cui figuri il titolo di co(n)s(ul) per la prima volta, sono posteriori a questa data.
Secondo Svetonio, Caligola e Claudio sarebbero rimasti in carica solo due mesi e secondo Dione Cassio[107] dodici giorni di più, cioè sino agli idi di Settembre. Da questo giorno sino al nuovo anno, non sappiamo in alcun modo chi fossero i consules suffecti.
L’anno 791/38 Caligola non fu console: furono invece consoli per i primi sei mesi M. Aquila (o Aquillio) Iuliano e P. Nonio Asprenate[108] e dal 1º Luglio in poi Ser. Asinio Celere e A (? Sex?) Nonio Quinctiliano[109].
L’anno 792/39 si apre col consolato di “C. Cesare Augusto Germanico II e di L. Apronio Caesiano„[110].
Il 1º Gennaio dell’anno 39 Caligola era dunque console per la 2ª volta. Ma, a dar retta a Svetonio, non avrebbe durato in carica che un solo mese: come e perchè lo storico de’ dodici Cesari non dice. Dione Cassio è pure d’accordo con Svetonio nello ammettere che rimanesse in funzione solo 30 giorni: anzi aggiunge che il collega L. Apronio Caesiano potè restare in carica tutto il semestre, pare insieme a (?)Sanquinius (o Savinius) Maximus che era allora prefetto urbano[111]. Poco dopo, sempre secondo Dione, Caligola avrebbe fatto console Cn. Domizio Corbulone[112] senatore, non senza prima aver destituiti gli altri consoli perchè non aveano intimate le ferie nella ricorrenza del suo giorno natalizio (il 31 Agosto).
Il terzo consolato avrebbe avuto principio il 1° Gennaio dell’anno 793/40[113]. Giova a questo proposito riportare il passo relativo di Svetonio (Cal. 17): " consulatus quatuor gessit: primum ex Kalendis Juliis per duos menses; secundum ex Kalendis Januariis per triginta dies; tertium usque in Idus Januari; quartum usque in septimum idus easdem. Ex omnibus duos novissimos coniunxit. Tertium autem Lugduni iniit solus; non, ut quidam opinantur, superbia negligentiave, sed quod defunctum sub Kalendarum diem collegam rescisse absens non potuerat. „
Il 3° consolato Caligola lo cominciò dunque senza collega, non come credono alcuni per orgoglio o indifferenza, ma perchè, trovandosi a Lione, ignorava che il suo collega fosse morto il giorno delle calende. Chi fosse stato designato a suo collega non sappiamo, come pure è strana questa espressione "ex omnibus duos novissimos coniunxit„ la quale, a tradurla letteralmente, significherebbe che de’ quattro consolati i due ultimi (novissimi) furono consecutivi: il che non è; la frase però si potrebbe interpetrare nel senso che il 3° e 4° consolato ebbero luogo successivamente nell’anno 40 e 41, come non era avvenuto per il primo e per il secondo, tra i quali era stato l’intervallo d’un anno, come abbiamo detto. Non poterono essere consecutivi perchè il 3° sarebbe terminato con gli idi di Gennaio dell’anno 40 e il 4° sarebbe incominciato il 1° Gennaio dell’anno 41 durando sino al settimo giorno delle stesse idi e cioè sino ai 7 di Gennaio. E che sia così lo si ricava anche da Dione il quale espressamente dice, riferendolo all’anno 793/40 che " Caligola fu console la 3ª volta senza collega non perchè, come taluni credono, egli avesse procurato a bella posta di non averlo, ma bensì perchè, essendo morto quello già nominato, non era stato possibile in così breve spazio di tempo di sostituirgliene un altro. „[114].
Anche da Dione risulta che Caligola, in quel torno di tempo, era fuori di Roma, perchè dice più innanzi che i pretori — ai quali spettava, in assenza de’ consoli, il disbrigo degli affari di loro pertinenza — avrebbero dovuto supplire a tutto. Aggiunge poi che nel dodicesimo giorno depose la carica e furono eletti in suo posto quelli che erano già stati designati come tali. Chi fossero costoro non ci è noto. Abbiamo tuttavia notizia dalle epigrafi[115] di un certo Q. Terentio Culleone[116] che sarebbe stato console nel Maggio dell’anno 40. Nel secondo semestre di quest’anno, a ogni modo e non dagli idi di Gennaio, come altri[117] sostenne, se pure gli si può prestar fede, i consoli sarebbero stati L. Gellius Poplicola e M. Cocceius Nerva.
Il nuovo anno 794/41 si conta, come abbiamo visto, dal quarto[118] e ultimo consolato di Caligola che ebbe a collega Cn. Sentius Saturninus. Sette giorni dopo[119], Caligola deponeva la carica. E presso che fuor di dubbio che avvenisse a Cn. Senzio Saturnino quel che, nell’anno 39, vedemmo era avvenuto a L. Apronio Cesiano e cioè ch’egli continuasse a rimanere in carica e avesse a nuovo collega (consul suffectus) quel Q. Pomponio Secondo che, secondo Dione[120], era appunto console quando Caligola il 24 Gennaio di quell’anno veniva pugnalato. Messo così in chiaro quanto riguarda i consolati di C. Cesare, sarà facile dare una seconda e piiì precisa classificazione cronologica delle monete di questo imperatore. Ed ecco come.
1° dell'anno 37 |
![]() |
1° C. Caesar Aug. Germanicus pont m. tr. pot | dal 18 Marzo (sen. e imp) |
2° C. Caesar Aug. Germanicus p.m.tr. pot. cos. | dal 1° Luglio (imperatorie) | ||
2° dell'anno 38 |
![]() |
3° C. Caesar Aug. Germanicus p.m.tr. pot. Iter | dal 18 Marzo (imperatorie) |
3° dell'anno 39 |
![]() |
4° C. Caesar Divi Aug pron. Aug. p. m. tr. p. iii P. P | dal 18 Marzo (senatorie) |
5° C. Caesar Divi Aug pron. Aug. pon. m. tr p. iii p. p. cos des. iii | dopo il 18 Marzo " | ||
4°[121] dell'anno 40 |
![]() |
6° C. Caesar Aug. pon. m. tr. pot. iii cos iii | (imperatorie) |
7° C. Caesar Divi Aug pron. Aug. pon. m. tr p. iii p. p. cos tert | |||
8° C. Caesar Aug. Ger manicus p. m. tr. pot. iiii | |||
9° C. Caesar Divi Aug pron. Aug. p.m. tr. p. iiii p. p. | |||
10° C. Caesar Divi Aug pron. Aug. pon. m. tr p. iiii p. p. cos tert. |
5° dell'anno 41 |
![]() |
11° C. Caesar Aug. pon. m. tr. pot. iiii cos iiii. | dal 1° Gennaio (imperatorie) |
12° C. Caesar Divi Aug. pron. Aug. p. m. tr. p. iiii p. p. cos quat | (senatorie). |
Alla stregua di cotesta classificazione cronologica passerò ora in esame tutte quelle monete per le quali il Cohen ha adottato un criterio che mi pare erroneo[122].
La moneta, per es., a pag. 225, N. 4 con la indicazione tr. p. iiii p. p. è dal Cohen attribuita all’anno 41, mentre, appartenendo al 4° gruppo N. 9 non può essere che del 40[123] a partire però dal 18 Marzo. E così di seguito:
C. 234, 2 = 1ª ed., Vol. I, pag. 145, 2 con tr. p. iii p. p. è dell’anno 39 e non del 40.
„ 237, 2[124] con tr. p. iii p. p. = 3° Gruppo, N. 4, è dell’anno 39 e non del 40.
» 237,3,[125] con tr. p. iiii p. p.: è incerto se assegnarla al 40 o al 41, mentre è del 40, dal 18 Marzo, come quella che appartiene al 4° gruppo e al tipo N. 9.
C. 237, 5[126] è bene assegnata all’anno 39 ma appartiene al N. 5 del 3° gruppo, cioè è posteriore al 18 Marzo.
„ 238, 7[127] è attribuita a ragione all’anno 40 ma è posteriore al 18 Marzo.
„ 238, 10 è dell’anno 39 e non del 40.
„ 238, 11[128] è incerto se del 40 o del 41, mentre è del 40 a cominciare dal 18 Marzo.
„ 239, 14 è ben assegnata quanto all’anno 37 ma fu emessa dal 1° Luglio = 1° Gruppo, N. 2.
„ 239, 15 con tr. pot. iter, è incerto se del 38 o del 39: è dell’anno 38, perchè se fosse del 39 porterebbe l’indicazione cos . ii.
„ 240, 25[129] è dell’anno 39 e non del 40 perchè è del 3° Gruppo, tipo N. 4.
„ 240,28 è dell’anno 39 e non del 40, appunto come la precedente.
INESATTA AGGIUDICAZIONE DI MONETE
ALLA CITTÀ DI CORINTO.
Non è la prima volta che si muove al Cohen l’appunto
di aver attribuito ad alcune città delle monete che non poteano
esser messe se non tra le città incerte. Per non parlare degli altri mi limiterò a citare il Waddington che dimostrò[130]
come la moneta n. 84 a pag. 46-47 del volume primo, dal
Cohen attribuita proprio a Corinto, non dovesse porsi se non
tra le città incerte. E altrettanto, ancora per monete assegnate
a Corinto, ha sostenuto il Barclay V. Head (Catalogue of Greek Coins, Corinth, 1889, introduction, pag. XXXV)
per quelle a pag. 160, n. 750 e 162, n. 774, nel nome d’Augusto
nella prima delle quali figura proco(n)s(ul) e non ii. vir un certo Sisenna[131] e nell’altra è proco(n)s(ul) quel Q. Terentio Culleone[132], che, come vedemmo, fu console nell’anno
40 d. C.
Queste due monete, secondo lo Head, sono da attribuirsi alla Sicilia.
Non parrà quindi strano, se pure può sembrare ardito, ch’io creda che altre monete siano state dal Cohen male aggiudicate a Corinto. Voglio riferirmi alle sette monete nel nome di " Germanico e Caligola „ a pag. 229-230, n. 7-13, delle quali descrivo ora i tre tipi diversi, non senza prima osservare che per la disposizione dei diritti e dei rovesci mi attengo a quello che ho detto precedentemente[133].
N. 7 — D/ — c. caesar germanicvs avg. Testa nuda di Caligola a destra.
R/ — germanicvs caesar. Testa nuda di Germanico a destra.
F. P. B.
N. 9 — D/ — c. caesar. avg. germanicvs. Testa laureata
di Caligola a destra.
R/ — germ. caesar. pvlchro iii. vario ii vir. Testa laureata di Germanico a destra.
F. P. B.
N. 11 — D/ — Simile al precedente. Testa nuda di Caligola a destra.
R/ — germ. caesar. dosseno pvlchro ii vir. Testa nuda di Germanico a destra.
F. P. B.
Le altre n. 8 e 10, 12 e 13 sono rispettivamente varietà
del n. 9 e del n. 11 per avere le teste piuttosto laureate che nude o viceversa e però basterà che consideriamo le tre su descritte.
Intanto la n. 7 differisce in singoiar modo dalle rimanenti, prima perchè il cognome Germanicus precede il titolo Aug(ustus) e nelle altre è il contrario — è questa la regola in tutte le altre monete di Caligola, pag. 224-249 — e secondariamente perchè non è fatto menzione in essa de’ duumviri — presunti di Corinto — Pulchro e Vario, Dosseno e Pulchro; e siccome poi, tra le monete imperiali di codesta città, questa sarebbe l’unica[134] nella quale non figurerebbero i duumviri, così la porrei senz’altro tra le città incerte.
Quanto poi alle monete n. 8-13 osservo che in nessuna di esse il nome dei duumviri è seguito dalla sigla della città coR(inthus) come invece si riscontra quasi in tutte le monete di Corinto[135] e questo sarebbe già un indizio che deporrebbe contro l’attribuzione fattane dal Cohen: ma e’ è altro. Queste monete non poterono esser coniate se non durante l’impero di Caligola, e allora come spiegarsi che non ci è conservata alcuna moneta di questi tipi cioè con quei duumviri, nel nome semplicemente di Caligola; come mai i cittadini di Corinto nell’anno in cui erano duumviri Dosseno e Pulchro, Pulchro e Vario, non si curarono — come invece fecero i duumviri P. Vipsanio Agrippa e M. Bellio Proculo — di emetter monete nel nome di Germanico[136] semplicemente, nel nome d’Agrippina (8), nel nome di Nerone e Druso[137], e, sovratutto, nel nome di Caligola?[138]
Esse adunque devono essere d’un’altra città che tuttavia non si può determinare e siccome il Cohen ha posto tra le città incerte, la moneta seguente a pag, 228, N. 2:
D/ — germ . caesar pvlcher (vl ed he legati) iivir. Testa nuda di Germanico a destra.
R/ — drvs . caesar . cipvs f . iivir. Testa nuda di Druso a destra.F. P. B.
la quale mi pare abbia una qualche analogia con le precedenti N. 8-13[139] così mi sembra che non sia fuori di proposito il porle anch’esse sotto la categoria " città incerta „[140].
Anche quest’altra moneta:
D/ — agrippina caesaris avg mater. Busto d’Agrippina a destra.
R/ — genivm c . i . c. La Fortuna diritta a sinistra che ha nella mano destra un timone e nella sinistra una cornucopia.F. P. B.
è dal Cohen (pag. 232, 8) assegnata a Corinto. La leggenda del rovescio vorrebbe dunque interpretata genivm c(oloniae) i(uliae) c(orinthi). Non ho potuto però riscontrare alcuna moneta di Corinto nella quale questa città sia chiamata
c(olonia) i(ulia) c(orinthus): essa è invece chiamata lavs ivli(a) corin(thus) o, più spesso, semplicemente indicata corintvs, oppure corint o anche cor e queste abbreviazioni sono poi sempre seguite dal nome de’ duumviri[141].
Il tipo poi della Fortuna, non che la parola Genium non mi venne fatto di rintracciare nelle monete di questa città nelle quali ho invece veduto descritto Pegaso o Pallade; e però, per queste diverse ragioni, credo che la su descritta moneta sia anch’essa stata erroneamente attribuita a Corinto. Non posso non ricordare al lettore che anche il de Sallet (Zeitschrift für Numismatik, Berlin, 1886, pag. 131, N. 10) la credette di Corinto. E, a dir il vero, l’autorità grande del numismatico tedesco — testè, disgraziatamente, morto — mi avea non poco scosso nella mia opinione; ma, tuttavia, per le ragioni su esposte che mi è sembrato militassero in favore della mia tesi, l’ho mantenuta.
MONETE INEDITE.
Distinguo questo paragrafo in due parti, nell’una delle quali descriverò le monete che il Cohen avrebbe potuto citare togliendole dalle opere di cui s’è servito, come il Mionnet, il Florez e lo Heiss, ecc.; nell’altra esporrò tutte quelle monete, varietà o tipi nuovi, che il Cohen non ha riportati, o perchè non consultò certe opere come il Delgado o il Medagliere di Napoli — delle quali si stenta a comprendere come egli non abbia tenuto conto, chi consideri la loro vera e grande importanza, — o perchè vennero pubblicate posteriormente alla 2^ edizione del Cohen.
Incomincio con due monete che non possono che destare un grande interesse, sia perchè si tratta di monete bilingui e sia perchè entrambe si trovano nel Gabinetto di Parigi[142].
1. — D/ — c. caesar . avg . germanicvs. Testa di Caligola a destra.
- R/ —
ins. avg. Il Cabiro diritto, di fronte; nella destra levata tiene un bastone che ha sulla estremità una palla e nella sinistra un serpente; otto raggi partono dalla sua testa.
M. B.
2. — D/ — senza leggenda. Testa di Caligola a destra.
- R/ ..... ins . avgvs . medesimo tipo del preced.
M. B.
Queste monete punico-latine[142] furono coniate da una delle isole Baleari: l’isola Minorca — ins(ula) avgvs(ta). Le isole Baleari, che s’erano date alla pirateria e costituivano un serio pericolo per Roma, furono, nell’anno 123 a. C., sottomesse dal console Metello che si ebbe per ciò il cognomen Balearicus e gli onori del trionfo. Esse furono aggregate alla provincia Tarraconese.
Riporto successivamente due monete del Mionnet, quattro del Florez e due dello Heiss, delle quali il Cohen non ha fatto cenno alcuno.
MONETE GRECHE — Paphlagonia-Synope.
3.[143] — D/ — c. cae . avg . ger . ex . d . d . Testa nuda di Caligola a destra.
- R/ — c . i . f . s . lxxxiii. Un colono che conduce un carro tirato da due buoi.
P. B.
4.[144] — D/ — Simile al precedente.
- R/ — c . i . f . an lxxxni. Simile al precedente
P. B.
Spagna - Acci.
5.[145] — D/ — c . caesar . avg . germanicus .p.p. Testa nuda di Caligola a destra.
R/ — Due aquile legionarie tra due insegne militari: tra esse co-lo-n || a-cc-i.
— Caesaraugusta.
6.[146] — D/ — c . caesar . avg . germanicus . imp. Testa laureata di Caligola a destra.
R/ — liciniano et germano ii vir. Aquila legionaria tra due insegne e in mezzo a esse c-c-a.
M. B.
7.[147] — D/ — agrippina m . f . at . caesaris avgvsti. Testa d’Agrippina a destra.
R/ — scipione et montano ∏ vir. Nel campo un sacerdote che guida due buoi a destra, al di sopra c-c-a
M. B.
8.[148] — D/ — c . caesar . avg . germanicvs imp. Testa laureata di Caligola a destra.
R/ — montano et germano; nell’esergo ∏ vir. Un sacerdote che guida due buoi: sopra di essi c . c . a
M. B.
9.[149] — D/ — c . cæsar (ar in monog.) . avg . germanicvs imp . pater patriae (man e te in monogr.). Testa laureata di Caligola a sinistra.
R/ — scipione et mont nell’ csergo ∏ vir. La leggenda è da sinistra a destra.
G. B.
- OSCA.
10.[150] — D/ — c . caesar . avg . germ . p . m . tr . pot . cos. Testa laureata di Caligola a destra.
- R/ — c . tarracina . p . prisco c vir. Nel mezzo
v
osca
v
P. B.
MONETE ROMANE — Tiberio e Agrippina.
11.[151] — D/ — ti. caes .... Testa laureata di Tiberio a sinistra.
- R/ — agrippina .... Testa nuda d’Agrippina a destra,
M. B.
E ora, passiamo alle monete, che, come abbiamo distinto da principio, appartengono alla seconda categoria.
MONETE ROMANE.
12.[152] — D/ — c . caesar . avg . germanicvs . pon . m . tr . pot. Nel campo s . c.
- R/ — germanicvs . caesar, ti . avg . f . divi . avg . n. Testa nuda di Germanico a sinistra. In contromarca tib cla imp.
M. B.
13.[153] — D/ — c . caesar . avg . pon m . tr . pot . iii . cos iii. Testa di Caligola laureata a destra.
- R/ — Simile al precedente.
M. B.
MONETE GRECHE — Spagna-Caesaraugusta.
14.[154] — D/ — agrippina . m . f . mat . caesaris . avgvsti. Testa d’Agrippina a destra.
- R/ — titvllo et montano ii vir. Nel campo un sacerdote che guida due buoi a destra e sopra ad essi c . c . a.
M. B.
15.[155] — D/ — c . cæsar (ar in monog.) . avg . germanicvs . imp . pater (te in monog.) patriae. La testa nuda di Caligola a sinistra.
- R/ — Un bue a destra sopra il quale c . c . a.
M. B.
— ITALICA.
16.[156] — D/ — germanicvs caesar. Testa di Germanico a sinistra (e non a destra, come si vede dalla moneta).
- R/ — perm . avg . drvsvs caesar. Testa di Druso a destra (e non a sinistra....)
M. B.
— ERCAVICA.
17.[157] — D/ — c . caesar . avg . germanicvs . imp.... Testa laureata di Caligola a sinistra.
- R/ — Una corona di quercia: nel mezzo su tre linee mv (in monogramma) || ERGAVI (av in monogramma) || ca: all’intorno in circolo ii vir c . ter . svra . l . lic . gracile.
M. B.
18.[158] — D/ — c. caesar, avg .p.p. Testa laureata di Caligola a destra.
- R/ — c. ter . svra . l . gracile ii vir. in circolo: nel mezzo su due linee mvn || ercavic.
P. B.
MONETE ROMANE.
19.[159] — D/ — c . caesar . divi avg . pron . avg . p . m . tr . p . iii p.p. Nel campo s . c.
- R/ — germanicvs . caesar . ti . avg . f . divi . avg . n Testa nuda di Germanico a destra.
M. B.
20.[160] — D/ — c . caesar . avg . germ . p . m . tr . pot. Testa laureata di Caligola a destra.
- R/ — agrippinae mat . caes . avg . germ. Testa nuda d’Agrippina a destra.
Arg.
MONETE GRECHE — Bitynia-Apamaea.
21.[161] — D/ — C . caesar . avg . germanicvs.... Testa di Caligola laureata a sinistra.
- R — germanicvs caesar dec dec c . i . c. Testa nuda di Germanico a sinistra. Nel campo ap.
M. B.
PAPHLAGONIA-SYNOPE.
22.[162] — D/ — c . cae . avg ger .ex d . d. La testa di Caligola
nuda a destra.
- R — c . i . f . . || lxxxiii. Un colono che guida due
buoi a destra.
P. B.
23.[163] — D/ — c . caesar avg germ .ex d . d an lxxxvi . c . i . f. Testa di Caligola.
- R — agrippina avg.... Testa d’Agrippina.
Br. 21.
Di monete di questa colonia di Synope nel nome di
" Caligola e Agrippina „ — la quale dobbiamo credere sia
la madre, benché chiamata Aug(usta) — non se ne conoscevano
finora. E la moneta N. 23 è tanto più notevole chi
consideri la data an lxxxvi, la quale significherebbe, se
veramente l’era di Synope ha principio col 45 a. C, — come
ha sostenuto il principe Pierre de Saxe-Cobourg nella Revue
Numismatique de Paris (1891, pag. 244) — l’anno 41. Di
quest’anno non abbiamo neppure una moneta della colonia
di Synope nel nome di " Caligola „ del quale ne abbiamo
solo dell’anno 38 a. C.
Dopo le cose dette e prima ancora ch’io abbia a parlare delle monete greche con leggenda greca — campo nel quale c’è non poco da mietere di nuovo, così nelle varie riviste delle diverse nazioni, come nei cataloghi di collezioni pubbliche o private — mi pare di non esprimere un desiderio ardito e fuori di posto, chiedendo a chi ne abbia il tempo e i mezzi, di stampare in Italia una descrizione[164] delle monete imperiali. Chi si accingesse a una tale opera dovrebbe servirsi, prima di tutto, delle collezioni italiane fin dove è possibile e ricorrere poi con tutte le debite cautele, al Cohen per quel che riguarda le monete romane, allo Heiss e al Dèlgado per le greche della Spagna, al Catalogo del Museo Britannico e alla Beschreibung der Antiken Münzen di Berlino per le monete della Grecia in generale e dell’Asia Minore, non che insieme a tutte le diverse pubblicazioni numismatiche più notevoli.
Non sarò certo io a lesinargli il mio debole aiuto. E, tanto per mantenere la parola, comincerò col pubblicare, insieme alla " Vita di Caligola „ la descrizione di tutte le monete che concernono lui e la sua famiglia.
Milano, Aprile 1898.
APPENDICE
il soprannome CALIGOLA.
Il nome di battesimo — come si direbbe oggi — dell’ultimo de’ sei figli maschi di Germanico e Agrippina, era, veramente. Caio Cesare, il quale se non nacque in Germania come alcuni[165] credettero, vi passò, a ogni modo, quasi tutta l’infanzia, perchè è certo che, dopo la morte d’Augusto (767-14 19 Agosto), sua madre lo accompagnò presso il padre che si trovava al comando delle legioni sulle frontiere della Germania.
Egli visse dunque i suoi più teneri anni "in castris„ come dice Tacito, il quale aggiunge[166] che i suoi genitori vollero ch’egli crescesse in mezzo ai soldati, perchè ne acquistasse fin d’allora l’affetto. E pare che ci riuscisse.
Egli soleva infatti portare una specie di calzatura, propria de’ soldati semplici, la quale si diceva caliga[167]. E i soldati ne presero pretesto per mettergli nome Caligola[168], un diminutivo o vezzeggiativo quasi a significare l’amore che gli voleano.
Quando però fu imperatore, sdegnò d’esser chiamato con tale soprannome e anzi Seneca narra che egli punì severamente un primipilo il quale così lo avea nominato[169].
E bisogna credere che anche prima d’essere imperatore egli non amasse tale epiteto, perchè nelle iscrizioni lapidarle[170] come monetarie[171], anteriori alla sua assunzione all’impero, egli è costantemente chiamato C(aius) Caesar.
E, naturalmente, il soprannome Caligola non si riscontra in nessun documento pubblico posteriore. Che nelle monete[172] vedemmo com’è nominato: C. Caesar Augustus Germanicus oppure C. Caesar Divi Aug(usti) pron(epos) Aug(ustus) e ugualmente nelle epigrafi lapidarie[173]; in Tacito poi, in Svetonio e in Dione Cassio, per non parlare degH altri storici di quel tempo, egli è costantemente chiamato o Caius[174] o Caius Caesar.
In un solo monumento mi venne dato di riscontrare la leggenda Caligula. È un cammeo così descritto dal Lenormant[175] "Sardonyx à deux couches. — Téte de Caligula, lauree, tournée à gauche. Sous le cou, trois figures de femme debout, portant des cornes d’abondance: derrière la téte l’inscription caligvla.... „. E, commentando questa leggenda, il Lenormant osservava che la pietra era autentica.
Di tale opinione furono pure il Duruy[176] e poi anche il Bernoulli[177].
E poiché, sin dall’estate scorsa mi occupai di cotesto cammeo, così volli richiedere anche dal conservatore del Gabinetto numismatico di Parigi — dove questa pietra preziosa è custodita — il suo parere sull’autenticità vera o presunta del cammeo stesso. Il sig. E. Babelon mi rispondeva gentilmente il 22 Luglio 1897, per mezzo del suo attaché, il sig. Dieudonné, dicendomi che nel suo Catalogo " tout nouvellement paru „ io avrei trovato quel che cercavo. Ma questo catalogo non si trova nè alla Biblioteca nè al Gabinetto numismatico di Brera e perciò trascrivo qui il brano della lettera che si riferisce all’autenticità del cammeo, che nel catalogo porta il N. 267:
".... Authenticité douteuse,... Les lettres en relief du mot Caligula nous paraissent avoir une forme moderne; dans ce cas, le camée tout entier serait de la Renaissance. Une monnaie de bronze de Caligula représente, au revers, les trois soeurs[178] de ce prince dans une attitude identique à celle qui leur est donnée ici (Cohen, I, 237, 4). Il existe un coin du Padouan de cette médaille dont le revers a été aussi imité par d’autres faussaires du XVIe siécle. Rien donc ne s’oppose à ce qu’un graveur en pierres fines de cette époque ait eu l’idée de copier le revers de la monnaie romaine que nous venons de signaler. On sait que le surnom populaire de Caligula n’est jamais donne à Caius Cesar sur des monuments officiels ni dans le texte des historiens contemporaines. La présence de ce nom sur notre camée ne fait donc que nous confirmer dans l’idée que nous sommes en présence d’une oeuvre habile de l’époque de la Renaissance, bien que des critiques autorisés se soient prononcés en faveur de son authenticité. „
Queste considerazioni mi avrebbero dovuto distogliere dal porre in testa al mio lavoro il nome " Caligola „; ma l’uso che ormai se ne fa ha trascinato anche me nella corrente e ho preferito questo soprannome breve e a tutti noto piuttosto che C. Cesare Germanico — non senza però aggiungere le osservazioni testè svolte.
- ↑ NB. — Sento il dovere di ringraziare, anche pubblicamente, l’egregio dott. Cav. Solone Ambrosoli, Direttore del Gabinetto Numismatico di Brera, il quale mise a mia disposizione — con premura veramente singolare — tutte le opere di numismatica da me qui citate, rendendo così più agevoli le mie ricerche.
- ↑ Vedi Appendice. Il soprannome Caligola.
- ↑ Description historique des monnaies frappées sous l’empire romain. Paris, 2ª ed. 1880. La 1ª edizione, che è dell’anno 1859, sotto certi rispetti, come fu già osservato, è migliore della seconda. Ma tanto l’una che l’altra hanno meriti e pregi grandissimi che tutti non possono disconoscere, e io per primo, nonostante le varie osservazioni che andrò in seguito svolgendo e che riguardano solo il primo volume.
- ↑ Prefazione, pag. iv.
- ↑ Per far capire al lettore che la leggenda non è scritta di seguito, ma su due righe. Cf. Medagliere di Napoli ed. dal Fiorelli, 1870, Monete romane, 4160-4162.
- ↑ Cf. Revue Numismatique de Paris, 1869, pag. 403, i. Coll. Wigan-Londra.
- ↑ Heiss, Description generale des monnaies antiques de l’Espagne, Paris, 1870, pag. 159, tav. XIV, 23 e 23 bis; Delgado, Nuevo Metodo de clasificacion de las medallas autónomas de Espana; Sevilla, volumi tre — 1871-1873-1876 — Vol. II, 139, 14 — tav. XLIII, C3. A onor del vero bisogna convenire che non è solo il Cohen a fare omissioni: tant’è che il Delgado è incorso qui in tre inesattezze e cioè mentre a pag. 139 la moneta è data come la 14° nelle tavole invece è la 13°; nel diritto v’è poi ti . avg in luogo di ti . avg . f e nel rovescio manca totalmente mvnic italic. Ma così il Delgado, come l’Heiss, offrono un’attenuante di fronte al Cohen, perchè danno modo al lettore di riscontrare le rispettive monete nelle tavole, mentre il Cohen ne riporta incise solo pochissime.
- ↑ Pag. 159, tav. XIV, 23 e 23 bis; Delgado, III, pag. 324, tav. CLVIII, 17; cf. Morellius, Thesaurus Numismaticus imperatorum 1752, Vol. I, pag. 531, n. 14 e 15.
- ↑ In monete di altre colonie vi è invece 1 1 vir o |f vir e pure di queste linee traversali il Cohen non tiene mai conto.
- ↑ Cf. Cohen I, pag. 224-225, 1-5.
- ↑ Cf. Med. di Nap., Mon. rom. 4165-4166.
- ↑ Tav. XXV, 49 e 50. Nella descrizione, a pag. 205 lo Heiss ci ha introdotto in più il c; cf. Delgado III, pag. 51, tav. CII, n. 68 e 69 i cui diritti sono identici di quelli del Cohen.
- ↑ Cf. Med. di Nap., Mon. rom. 4170-4171, dove la moneta è riferita all’anno 41, anziché al 40, come più giustamente il Cohen.
- ↑ Cf. Heiss, pag. 205, tav. XXVI, 51 e 52; Delgado, III, 52, CII, 72 e 73- — Queste lettere legate o monogrammi sono comuni nelle monete coloniali in ispecie della Spagna.
- ↑ Cf. Heiss, 1. e, n. 52; e pag. 209; Delgado, 1. e, n. 73 e pag. 55. Questo particolare dello stringersi le mani può essere d’un certo interesse storico. Altre monete greche ci danno Germanico e Druso affrontati (Cohen, 216, 13), ma in questa i due fratelli Nerone e Druso si sporgono la destra quasi a significare la concordia e la pace che regnava tra loro, prima che Seiano li inimicasse l’uno con l’altro (Tacito, Ann. IV, 60; cf. Florez, Medallas de España, Madrid, 1757, Vol. I, pag. 249).
- ↑ Med. di Nap., Mon. rom., 4114-4117: cf. 4118-4122 dove il praenomen c(aius) si riscontra sempre.
- ↑ Med. Nap., Mon. rom., 4118-4122.
- ↑ Mommsen, Le droit public romain, traduit par Paul Frédéric Girard, 1896, Vol. V, pag. 41-47.
- ↑ = Med. Nap., Mon. rom., 4136-4138; 4142-4147; 4150-4151. E ciò nonostante quanto fu da altri affermato (Zeitschrift für Numismatik, de Sallet, Berlin, 1873, pag. 239) che “le monete di Caligola le cui leggende cominciano col consolato (Cohen, 237, 5-8) sono monete di circostanza, coniate cioè quando egli acquistò quella magistratura„. La stessa moneta n. 7 che fu coniata dopo il 18 marzo — tr . p iiii — dell’anno 40 e non il 1º gennaio dello stesso anno, quando Caligola fu fatto console per la 3ª volta, toglie secondo me, ogni valore all’asserto del de Sallet. Cf. in proposito più innanzi “Cronologia delle monete„ pag. 269, 4º gruppo, n. 10.
- ↑ Cf. Heiss, 271, XXXVI, 28 e 29; Delgado, III, 71 e 72, CXI 35 e 36.
- ↑ Cohen, 1ª edizione, pag. 149, n. 17.
- ↑ Med. Nap., Mon. rom., 4133-4134.
- ↑ Cohen, 1ª ed., pag. 149, n. 20.
- ↑ Cf. Med. Nap., Mon. rom., 4123-4127, 4139.
- ↑ Per analogia con le altre monete che hanno la medesima dizione (cf. più avanti " Cronologia delle monete „ pag. 264, n. 9 e nota 6ª).
- ↑ Cohen, 1ª ed., pag. 150, n. 27.
- ↑ Il Cohen osserva che queste due monete 30ª e 31ª hanno fatto parte del Gabinetto di M. Herpin e che, benché sembrino coloniali per la mancanza delle lettere s . c, meritano per la loro fabbrica d’esser poste tra le romane. Ora la mancanza delle lettere s . c per se stessa non implica che le monete non possano essere romane, perchè ve ne sono diverse coniate dall’imperatore e non dal Senato, anche di bronzo e che non hanno però le sigle s . e.
Altri, piuttosto, sono qui i caratteri della assoluta non romanità: mi riferisco cioè al titolo imp(erator) che non appare se non nelle coloniali (Cohen, 241-243, 36-48 e 55; 247, 1) e inoltre la circostanza per la moneta n. 31 che Caligola vi è chiamato m . agrippae n(epos). Noi sappiamo ch’egli sdegnava d’esser chiamato così (Svet. Cat. 23), mentre andava superbo su ogni altra della parentela del padre Germanico e del proavo Augusto. In Roma non avrebbero, di certo, osato adularlo a quel modo. - ↑ Cf. Med. Nap., Mon. greche, 47; Heiss, tav. XXXIII, 13 che veramente è la 14." nella descrizione a pag. 257; Delgado, III, pag. 8-9, LXXXVII, 12. Tanto il Delgado che lo Heiss nella descrizione danno " testa laureata „ in luogo di nuda. Lo Heiss poi a proposito di questa e delle monete seguenti è incorso in varie inesattezze. Per es.: nel rovescio della moneta 13" nella descrizione — 14 nelle tavole — è detto: rovescio del n. 5 in luogo di " del n. i „ = Cohen, 241, 33; al n, 15 = C, 241, 34: rovescio del n. io invece di " del n. i „; e al n. 16 = C. 241, 35: diritto del n. 13 invece di " del n. ij „ e rovescio del n. 11 invece di " del n. 10 „, come si rileva nella tavola XXXIII.
- ↑ Delgado, III, 9, LXXXVII, 13 e 14; cf. Heiss, pag. 257, XXXIII, 13 e 14.
- ↑ Heiss, pag. 258. Il Florez dice che si tratta della legione III, (pag. 147-148, tav. Ili, I e 2).
- ↑ Heiss, 258, XXXIII, 16; Delgado, III, 9, LXXXVII, 16.
- ↑ Heiss, 183, XX, 23; Delgado, III, 36, XCIV, 32; giova però avvertire, rispetto al Delgado, che nella descrizione c’è front invece di fro e che è stato dimenticato completamente mv . avg . bilbil (mv in monogramma) come si vede nella moneta.
- ↑ Med. Nap., Mon. grec, 73 = n. 38 del Cohen; per il n. 39 cf. Heiss, 206, XXXVI, 55 e Delgado, III, CIII, 80.
- ↑ Heiss, 206, XXVI, 57; Delgado, III, 52, CHI, 76.
- ↑ Mionnet, Description de Médailles antiques grecques et romaines. Paris (Vol. sei, 1806-1813 e Supplemento, Vol. nove, 1819-1837), Vol. I, 43, 323; Florez, II, 428, XXV, 13; Heiss, 173, XVII, 869; Delgado, III, 235, CXLIII, 9.
- ↑ Heiss, 1. c., e Delgado, I. e, n. io.
- ↑ Med. Nap., Mon. grec, 155; Heiss, XIV, 24; Delgado, III, CLVIII, 18.
- ↑ Così pure nel n. 52 del Cohen ci andava vir in luogo di h . vir — Heiss, 1. e, 25, e Delgado, 1. e, n. 19.
- ↑ Mionnet, I, 51, 366; Med. Nap., Mon. grec, 163; Coll. Sant’Angelo, Mon. grec, 76; Heiss, 267 XXXV, 13; Delgado, III, 379, CLXXI, 15. Il Delgado dà una variante del n. 15, in cui sulla testa di Caligola è la contromarca se.
- ↑ Cf. Mionnet, Vol. II, pag. 404, n. 105 e Supplem. Vol. IV, 576, 143.
- ↑ Coll. Sant’Angelo, (Med. Nap.), Mon. grec, 32; Heiss, 272 XXXVI, 35 e 36; Delgado, III, 72 e 73, CXI, 43 e 44.
- ↑ Heiss, 272; XXXVI, 34; Delgado, III, 72, CXI, 42. Nelle monete di Carthago Nova il Delgado è incorso in varie inesattezze: così nella 8" e 39* ci ha dato Augustus in luogo di avg e avgv; nella 40* (Heiss, 1. e, 32) AVG invece di avgv; e nella 41 (Heiss, 1. e, 33) ha omesso avg . p . m come pure non ha menzionato l’apice e il lituus.
- ↑ Cf. Mionnet, II, 412, n. 23. E così, per analogia, nelle seguenti monete di Apamaea, (Cohen, 230, 14 e 235-236, i), converrà correggere e . I. e . A . in luogo di e. I . e .
- ↑ Cf. Cohen,, prefazione pag. ix.
- ↑ C. I. L., III, 2808, 380; X, 798; XI, 3356; XII, 3159; XIV, 244; cf. Tac. Ann. III, 29 e IV, 4 e 8; Svet, Tib., 54 e Cat. 10.
- ↑ C. I. L., II, 609; X, 5393, 6101; XIV, 2965 e 3017; Cohen, I, 235, 2-3 = duumviri di Caesaraugusta; 235; 4-5 = duumviri quinquennali di Carthago Nova.
- ↑ C. I. L., X, 901 e 902 — duumviro di Pompei; Cohen, 173, 17 e 18; 199, 103 — duumviro di Caesaraugusta e 245-246, 1-5 — quinquennale di Carthago Nova.
- ↑ Criterio dispositivo adottato pure nel Catalogne of Greek Coins e nella Beschreibung der Antiken Münzen del Museo di Berlino.
- ↑ Ho detto precedere, perchè in esse Germanico è chiamato "figlio di Tiberio e nipote d’Augusto„ mentre nelle altre N. 1-6 è ricordato come padre di C. Cesare Augusto. Così queste come quelle furono però coniate durante l’impero di Caligola e non c’è ragione al mondo perchè si devano disporre in due distinti paragrafi. L’unica differenza sostanziale che corre tra esse è che le monete 1-5 furono emesse dal Senato e le altre, 1-6, furono coniate dall’imperatore stesso sempre in onore di Germanico.
Ecco il tipo delle monete 1-5 — pag. 224-25 — con la disposizione nei diritti e nei rovesci inversa a quella del Cohen:
N. 1 — D. — c . cassar . avg . germanicvs . fon . m . tr . fot . Nel campo s.c — R. — germanicvs caesar . ti . avgvst . f . divi avgv . n . La testa di Germanico nuda a destra.
Ed ecco il tipo delle altre, 1-6, seguendo la disposizione opposta:
N. 1 — D. — c . caesar . avg . germ . p . m . tr . pot . Testa laureata di Caligola a destra — R. — germanicvs . caes . p . c . caes . avg . germ. La testa nuda a destra. - ↑ Cf. Med. di Napoli, Mon. rom., 4153 e 4154; 4157, 4159.
- ↑ Cf. per il n. 7 Med. Nap., Mon. rom., 4160-4162. Il n. 6 è l’unico esempio di moneta fatta coniare dallo stesso Germanico il quale forse usurpò il diritto di batter moneta (Mommsen, Le droit public V, pagina 101). — Alle monete suddette si possono far seguire quelle " Germanico e Druso „ C. 228, i e 2 le quali mi pare che vogliano però almeno riattaccate con una nota alle altre pure coloniali ed emesse negli stessi anni (14-19 d. C.) — Cohen, 215, i =: Tiberio e Germanico; e 216 1-3 — " Tiberio, Germanico e Druso „ — coniate cioè quando Germanico era ancor vivo, come pure furono coniate in quel torno di tempo le monete n. 16 e 17. Altrettanto si dica delle monete di Corinto n. 23 e 24 che hanno nei rovesci i nomi C. Mussidio Prisco e C. Heio Pollione i duumviri che si riscontrano nelle monete di quel tempo emesse nel nome di Tiberio (cf. Cohen, 206, 192-194; 187, i nel nome di Agrippa Cesare Postumo e 218, 10 nel nome di Druso figlio di Tiberio).
- ↑ Oltre alle monete imperiali di restituzione abbiamo anche delle monete consolari di restituzione, a cominciare da Tito (Babelon, 1885-86 — Monete repubblicane — Vol. I, introduzione, pag. lvi).
- ↑ Florez, I, pag. 226, tav. VIII, 4; Heiss, 202, XXV, 28 e 29; Delgado, III, 48, XCIX, 41 e 42.
- ↑ Florez, I, 197, tav. VI, 3; Heiss, 201, XXIV, 21-22; Delgado, III, 47, tav. XCVIII, 35 e 36.
- ↑ Lo stesso dicasi della moneta seguente di Antonia la madre di Germanico — Cohen, 223, 8 di Corinto, moneta che, per avere nel rovescio i nomi dei duumviri P. Vipsanio Agrippa, conveniva porla sotto il titolo " Caligola e Antonia „ — Cohen, 246 — oppure riattaccarla a quel titolo con una nota.
- ↑ Heiss, 272, tav. XXXVI, 34; Delgado, III, 72. CXI, 42; cf. Florez, I, 336-338, tav. XVII, 3-6.
- ↑ Abbiamo anche l’esempio d’un re della Mauretania, Giuba II che era duumviro quinquennale proprio di Carthago Nova — Heiss, 269 e 273, tav. XXXV, 5:
D. — ivba rex ivbae f n v qv. Simbolo d’Isidc; un globo, sormontato da due penne e da due spighe, posto tra le corna d’una vacca — R. — cn . atelivs . ponti . it v . qv. Gli Strumenti pontificali. P. B.
Non c’è veramente il nome di c o (k)(artago) n(ova); ma oltre che è duumviro quinquennale insieme al re Giuba questo Cnaeus Atelius che più tardi fu duumviro quinquennale insieme a Cn. Pomponio Fiacco (Cf. Cohen, 247, 1) abbiamo anche un’iscrizione lapidaria (Cf. Müller, Frag. hist. gr. III, pag. 467) da cui ricaviamo ch’egli, oltre a essere duumviro quinquennale, era pure " patronus (coloniae) „ di Carthago Nova. - ↑ Cohen, 154, 663-666 in monete in nome d’Augusto: suo collega nel duumvirato era L. Iuvenzio Luperco; cf Eckhel, Doctrina numorum veterum, Vindobonae, Vol. otto, 1792, Vol. IV, pag. 227; Heiss, p. 201, 18-21; Delgado, IH, 45, XCVI-XCVII, 20-25.
- ↑ Cohen, 216, 1; Heiss, 257, XXXIII, 12; Delgado, III, 8, LXXXV, 10 e 11.
- ↑ C. 228, 1; Heiss, 332, XLIX, 29; Delgado, I, 91, XV, 64.
- ↑ C. I. L. XIV, 2964, I, 5.
- ↑ C. I. L. V, 4374: suo praef(ectus) era P. Papirius Pastor.
- ↑ C. I. L. X, 5393: col praefectus Q. Decius Saturninus.
- ↑ C. I. L. V, 7567: col praefectus P. Vergilius Laurea.
- ↑ C. 234-235, 2-3; Heiss, 205, XXVI, 51 e 52; Delgado, III, 52, CII, 71-73.
- ↑ C. I. L. X, 6101.
- ↑ C. 234-235, 4-5; Heiss, 271, XXXVI, 28 e 29; Delgado, III, 71-72, CXI, 35-37.
- ↑ Cf. Florez, I, pag. 336, XVII, 3-5; Eckhel, VI, 218; Heiss, 271-272, XXXVI, 30-34; Delgado, III, 72, CXI, 38-42.
- ↑ C. 173, 17 e 18; 199, 103; Heiss, 202, XXIV-XXV, 25, 26 e 31; Delgado, III, 47-49, XCVIII-XCIX, 38, 39 e 48: era suo prefetto luniano Lupo. Le descrivo qui:
N. 17 — D. — pietatis avgvstae. Testa di donna diademata e velata a destra — R. — ivnano (an in monogramma) lvpo pr . c . caesar . pompon . parra ii vir. In circolo e nel mezzo c . c . a. M. B.
N. 18 — D. — pietatis avgvstae . c . c . a . La medesima testa — R. — ivniano (an in monogramma) lvpo pr . c . caesar . e . pompon (mp in monogramma) . parra ii vir. Nel mezzo un tempio a 4 colonne. M. B.
N. 103 — D. — ti . caesar . divi avg . f . avgvstvs. Testa laureata a destra di Tiberio — R. — ivniano (ni e an in monogramma) lupo pr . c . caesar . e . pompon parra (mp e ar in monogramma) ii v. Un aquila tra due insegne militari in mezzo alle quali c - c - a. M. B.
Le due monete 17 e 18 — nel Cohen — il Delgado le riferisce a Livia e forse poterono bene esser coniate, dopo la sua morte, nel 29, quando Caligola le recitò l’elogio funebre (Tac. Ann. V, 1; Svet. Cat. 10). - ↑ C. I. L. X, 901 e 902.
- ↑ Il Mommsen (1. c., pag. 99 nota 2ª) avverte che il fatto d’esser ricordato come quinquennale di Carthago Nova il solo Caligola non vuol dire che non potesse avere anche il collega.
- ↑ Cf. Mommsen, 1. c., pag. 80 e 81.
- ↑ Questa moneta, sebbene il Cohen non lo dica, molto probabilmente è dell’anno 17, quando Germanico trionfò in Roma di Arminio e dei Germani. A questo trionfo, e quindi a quell’epoca,, si riferisce pure la famosa Agata di Tiberio che si trova ora, dopo lunghe peripezie attraverso l’Italia e la Francia, a riposare nel Gabinetto delle monete di Parigi: se ne conserva una riproduzione in gesso in una delle sale del Gabinetto Numismatico di Brera. Germanico, in abito trionfale, v’è rappresentato nell’atto che prende congedo da Tiberio, il quale lo avea appunto destinato al governo della Siria (Tac. Ann. 2, 41-43; Svet., Cat., I; cf. Vell., Pat., II, 129; Strab., I, 3-4). Davanti a Germanico vi è un bambino in abito militare: la corazza in dosso e le caligae ai piedi; è Caligola che avea allora cinque anni e che solo de’ figli accompagnò il padre nell’Asia Minore (Tac, 1. c., III, 1; Svet. Cat., 10). Dietro al figlio è Agrippina che ha nella sinistra il volumen sul quale scriverà le gloriose imprese dello sposo. (Mongez, Icon. Rom., Vol II, pag. 160 e segg.; Babelon, Le Cabinet des Antiques à la Bibliothèque Nationale de Paris, 1888, pag. 4-6; Babelon, La Gravure en pierres fines, camées et intailles, Paris, 1894, 151-154, fig. 112).
- ↑ Cf. il rovescio di questa moneta con quelli di "Caligola„ — Cohen, 240, 27-29.
- ↑ Cf. Cohen, Augusto, 154, 663-666, della città di Caesaraugusta, di cui era duumviro, sotto Augusto, Germanico; Tiberio e Germanico, 215, 1 pure di Caesaraugusta; " Tiberio, Germanico e Druso „ 216, 1, della colonia d’Acci di cui eran duumviri Germanico e Druso; 216, 2 (Romula) e 216, 3 (Tarraco).
- ↑ Cf. Heiss, pag. 334 e Delgado, Vol. I, pag. 106.
- ↑ Le monete coloniali non sono suscettibili d’una data precisa: non se ne può dare, il più delle volte, che una cronologia " a grandi linee. „
- ↑ Veramente i nomi dei duumviri C. Heio Pollione e C. Mussidio Prisco si riscontrano anche in monete d’Augusto (Cohen, 160, 746-747) oltre che in quelle in nome di Tiberio. Tuttavia può darsi che quelle in nome d’Augusto siano monete di " riflesso, „ coniate cioè imperante Tiberio.
- ↑ Veramente sarebbe più conforme all’esattezza storica l’assegnarle a " Augusto e Germanico. „ Perchè se si confrontano i rovesci di queste monete con quelli di " Caligola e Augusto „ — C. 244-245, i-ii, — si conosce facilmente che quelle furono coniate nella medesima epoca di queste: si tratterebbe quindi di monete " ad honorem „ cioè emesse da Caligola nel nome di " Augusto e Germanico. „
- ↑ La moneta n. 3 ha bisogno d’una nota illustrativa. Il diritto è così:
germanicvs caes . ti . avg . n . cos . ii p . m.
È la sola moneta in cui Germanico sia nominato con questi titoli co(n)s(ul) ii e p(ontifex) m(aximus). La moneta, se autentica, è perciò di non lieve interesse, prima di tutto perchè unica nel suo genere e poi anche perchè egli non fu mai pontefice massimo. Delle iscrizioni lapidarie — due sole però in mezzo alle numerossime — C . I . L . V, Brixia, (Brescia) 4308 e X, 513, Salernum, gli danno il titolo pontif(ex) semplicemente.
- ↑ Il Cohen dice che queste monete furono emesse dopo la di lei morte (786-33, 18 Ott. = Tac.. Ann. VI, 25 e Svet., Tib., 53). Ma siccome Agrippina è qui nominata come madre di C. Cesare Augusto così è evidente che vennero coniate durante il regno del figlio e più precisamente appena salito al trono (Cf Svet., Cat., 15; Dione Cassio, LIX, 3).
- ↑ Invece di "Nerone e Druso dietro ad Agrippina madre„ come il Cohen; confronta in proposito — Catalogne of Greek Coins, Corinthus, 1889, pag. 65, n. 530, tav. XVI, 8.
- ↑ E non "Drusilla, Giulia e Agrippina„ omettendo la madre che vi occupa forse la parte più importante. Cf. Mionnet, II, 412, 23.
- ↑ In luogo di "Nerone e Druso dietro a Tiberio.„
- ↑ Queste monete veramente dovrebbero esser poste, insieme alla precedente, di seguito alle monete greche di Tiberio sotto il titolo "Tiberio, Nerone e Druso„ e non "Nerone e Druso dietro a Tiberio„ come il Cohen. Ho accennato ad esse, per mostrare che il Cohen le ha collocate fuor di posto e anche per far vedere che Nerone e Druso rivestivano quelle magistrature. La data di queste quattro e della precedente moneta si può collocare, con molta probabilità, tra il 23 e il 24 (Cf. Heiss, 205, tav. XXVI, 51 p 52; 271, XXXVI, 28 e 29; 394, LIX, 6; Vaillant, pag. 98 e 99; Delgado, III, 71-72, CU, 35-37).
- ↑ E più precisamente nell’anno 38, quando Drusilla, venuta a morte, fu da Caligola chiamata diva ed esaltata con onori veramente divini. (Cf. Dione, LIX, 11*; Svet. Cal., 24 e C. I. L., V, 5722, Ager Mediolanensis; V, 7345, Forum Vibii Caborrum (Cavorre) " [flam]inica Divae Drusillae „; XI, 1168, Veleia: " divae Drusill[ae]„; XI, 3598, Caere (Cerveteri): " divae Drusillae „; XII, 1026, Avignon: un cippo marmoreo dedicato a ivliae drusillae forse da Claudio: " num[inis] honore delat[o posuit]; XIV, 3576, Tivoli, " [di]vae Drusillae. „
- ↑ E non “Caligola e Tiberio, per le cose dette precedentemente. Aggiungo ora che queste monete dovrebbero - a stretto rigore storico – essere poste di seguito alle monete di Carthago Nova nel nome di Tiberio, col titolo su citato. Le ho invece poste qui, affinchè le monete di Caligola costituiscano un tutto se non omogeneo, e anche per colorire un po’ gli anni che precedono la sua assunzione all’impero, intorno ai quali gli storici del tempo ci dànno scarsissime notizie.
- ↑ Coniate, come tutte le seguenti, durante l’impero di Caligola.
- ↑ Il Cohen le pone sotto il titolo " Agrippa „ a una settantina di pagine di distanza dalle monete coloniali di Caligola, senza alcuna nota che richiami l’attenzione del lettore sovra il fatto notevole che gli abitanti di Caesaraugusta coniarono monete anche in onore dell’avo materno di Caligola. Tanto più notevole per la circostanza che i Cesaraugustani, i quali credeano di aggraziarsi l’imperatore con quest’atto di adulazione, si saranno poi accorti di aver sortito un effetto opposto a’ loro desidèri. Noi sappiamo infatti che Caligola non ci teneva punto a essere chiamato nipote di Agrippa; tutt’altro: " Agrippae se nepotem ncque credi neque dici ob ignobilitatem eius volebat „ (Svet., Cat., 23). M. Vipsanio Agrippa non era nato di stirpe patrizia (Tac. Ann., I, 3; Vell. Pat., II, 96 e Seneca, Controv. II, 4) ma con le virtù proprie s’era acquistata una nobiltà non meno illustre di quella che gli conferì poi Augusto facendolo eleggere tre volte console e dandogli in isposa la propria figlia Giulia che fu poi la madre d’Agrippina.
- ↑ Il Cohen la pone sotto il titolo " Antonia „ senza far avvertito il lettore dell’epoca in cui venne emessa.
- ↑ E non "Germanico e Caligola„ cf. The Numismatic Chron. 1868, pag. 233, i; (Mezzabarba, Numi Arschotani, tav. XVIII, 8; Vaillant Num. praest., II, pag. 47); Med. Nap., Mon. rom., 4152; cf. Catalogne of Greek Coins, Bitynia, 1989, pag. 111, n. 21; The Num. Chron., 1891, 200, io.
- ↑ Queste monete, come abbiamo visto, il Cohen le dà, anzi, sotto il titolo " Germanicus. „ Cf. Med. Nap., Mon. rom., 4153-4154 e 4157-4159; Revue de la Numismatique Belge, 1879, pag. 134, n. 11; Museo Torino, 1881, Mon. imp., 299-301.
- ↑ 93,0 93,1 Queste monete non sono da attribuirsi a Corinto, come cercherò di dimostrare più avanti; cf. per le prime Eckhel, 6, 217.
- ↑ E non " Agrippina madre e Caligola „ Cf. The Num. Chron., 1867, pag. 277, n. 45; Med. Nap., Mon. rom., 4163-4164..
- ↑ E non " Nerone e Druso „ semplicemente come il Cohen; per esempio:
N. 1 — D. — nero et drvsvs caesares. Nerone e Druso con tunica e cintura che galoppano a destra — R. — c. caesar, avg . germanicus . pon . m . tr . fot. Nel mezzo s . c.
Il Med. di Napoli invece (Mon. rom., 4167-4169; 4170-4171) le descrive bene invertendo la disposizione del diritto e del rovescio. - ↑ E non " Drusilla e Caligola. „
- ↑ E non " Giulia Livilla „ semplicemente.
- ↑ Così almeno: non " Cesonia. „ E poi siccome non è certo — e il Cohen ha pure i suoi dubbi — che quella testa di donna rappresenti piuttosto la quarta moglie di Caligola, che non la dea salute, così credo che sarebbe più opportuno porre questa moneta di seguito alle monete di Carthago Nova nel nome di Callgola, anche perchè sarebbe essa l’unico tipo, che ci fu conservato, di monete coniate quando Caligola era imperatore, perchè di monete emesse da cotesta città, prima ch’egli succedesse a Tiberio, ne abbiamo diverse, come già vedemmo. (Cf. la nota 43).
- ↑ Sono questi i due tra i titoli, che accompagnano quasi sempre il nome dell’imperatore, de’ quali bisogna tener maggior conto per determinare la cronologia delle varie monete.
- ↑ Questa moneta d’argento il Cohen la pone fra le romane, osservando che è di fabbrica straniera: per due motivi io non la credo però romana: prima perchè apparirebbe la prima volta in monete romane il titolo imperator(e) per intero — appare invece abbreviato (imp.) in parecchie delle coloniali (C. 241-242, 36-45, 48 e 49; 243, 55 e 56) — a meno che non si tratti d’una moneta d’occasione, emessa cioè proprio quando egli fu assunto il 18 Marzo al trono. (Cf. C. I. L., VI, 2028, 10 Acta Arvalium, a. d. XV K. Apriles: " quod hoc die C. Caesar Augustus Germanicus impera [tor appellatus est] „. In secondo luogo, come si spiegherebbe il titolo dell’augurato che non si riscontra in alcuna moneta di Caligola, nè romana, nè greca? Quasi quasi non la crederei autentica.
- ↑ 101,0 101,1 101,2 Il Cohen osserva a proposito di queste monete che mette tra le imperatorie che vi sono due falsificazioni del Padovan, le quali si riconoscono dalla presenza delle lettere s.c. Per questa non oso pronunciarmi, ma per le due seguenti (pag. 237, 2 e 3) così per la presenza delle lettere p . p, come per la dizione del casato di Caligola C. Caesar Divi Aug. pron. Aug., invece di C. Caesar Aug. Germanicus — dizione solita, a cominciare dall’anno 39, nelle monete imperatorie, — sono di parere di porle tra le senatoriali.
- ↑ Cf. 1ª ed., 145, 2, dove c’è tr. pot. iii in luogo di iiii come nella 2ª ed.
- ↑ Cf. 1ª ed., 149, 20, dove c’è tr. p. iiii p . p, in luogo di tr. p. iiii.
- ↑ Cf. 1ª ed,, 150, 27, dove c’è tr. p. iiii p . p, in luogo di tr. p. iiii; questo per il n. 29; quanto al n, 26 sebbene il p . p, non ci sia nè nella 2ª nè nella 1ª ed., io credo che il Cohen se la sia dimenticata.
- ↑ Dione Cassio, LIX, 6; Svet. Tib., 73; Cf. Henzen, Berolini, 1874; Acta Fratrum Arvalium: Fasti magistrat. CCXLV e C. I. L., I, pars I, ed. II, Fasti Arval, XIV, pag. 71; Fasti Antiates, pag. 247, = C. I. L., X, Antium, 6638, C 1, 4; CIL, II, 172 = giuramento dei cittadini d’Aritium vetus; X, parte I, Pontiae, 6774.
- ↑ Dione, l. c., 6 e 7; Svet. Cal., 17; cf. Henzen, 1. c., CCXLVI; C. I. L., X, 796; XII, 2331; e Fasti et Triumphi Romani di Onuphrius Panvinius, Venezia, 1557, pag. 44-45, anno DCCXC.
- ↑ Capitolo 59, § 7: ταῦθ’ οὕτως ἐν τῇ ὑπατείᾳ ἔπραξε, δύο τε μησὶ καὶ ἡμέραις δώδεκα αὐτὴν σχών· τὸν γὰρ λοιπὸν τῆς ἑξαμήνου χρόνον τοῖς προαποδεδειγμένοις ἐσ αὐτὴν ἀπέδωκε.
- ↑ Dione, l. c., 9; Henzen, l. c., XLI, a. 38a; cf. Frontinus, aqu. 102 ed. Bücheler; C. I. L. I, ed. 2ª. Fasti Ant., pag. 247, B 1-2; X, 6638, B2, 2.
- ↑ Henzen, l. c., XLV, d., 18; cf. Frontinus, l. c.
- ↑ Svet. Cal. 17, e Dio, l. c., 13; Henzen, l. c., XLVIII a. b. e, 1-2 = C. I. L. I, 2ª ed., l. c., B, 7-8. = X, 6638, B2 8; II, 4716 e 6208.
- ↑ Dione, Cap. 59, § 13: τριάκοντα δὲ δὴ ἠμέρας ἦρξε, καίτοι Λουκίῳ Απρωνίῳ τῷ συνάρχοντι ἕξ μῆνας ἐπιτρέψας· καὶ αὐτὸν Σαγκουΐνιος Μάξιμος πολιαρχῶν διεδέξατο; On. Panvin., l. c.; cf. Domenico Comparetti, Museo italiano di Antichità Classica, 1890. Note sui prefetti di Roma, pag. 46; Borghesi III, pag. 326, IX, 362; Klein, Fasti cons., pag. 30.
- ↑ Dio, l. c., 15 e 20. Da Svetonio (Cal. 26) non sappiamo che a quei due consoli succedesse Domizio Afro; egli ci narra semplicemente che i nuovi consoli — senza dire quali — , vennero eletti tre giorni dopo “fuitque per triduum sine summa potestate Respublica„.
- ↑ Svet., l. c.; Dione, 1. e, 24; cf. Tacito Agric. 44, dove è detto che Agricola nacque " Caio Caesare tertium consule, idibus Junis „; dalle quali parole bisogna ammettere che, sebbene non rimanesse in carica che 12 giorni, pure l’anno prendesse il nome da lui; C. I. L. I. 2ª ed., l. c., pag. 247, B, 17 — X, 6638, B2 17; II, 6233, 6234 e 4639, 4640. Non è conservata invece alcuna moneta con l’indicazione del 2º consolato.
- ↑ Dio LIX, 24: ὑπατεύοντος αὐτοῦ τὸ τρίτον, οὐδεῖς οὔτε τῶν δημάρχων οὔτε τῶν στρατηγῶν ἀθροῖσαι τῆν γερουσίαν ἐτόλμησε· συνάρχονται γάρ, οὔτι καὶ ἐπιτηδεύσας (ὤσπερ οἴονται τινες) ἁλλὰ τοῦ μὲν προαποδεδειγμένου τελευτήσαντος, ἑτέρου δὲ μηδενὸς δ᾿ ὀλίγου οὕτως ἐν τῇ ἐκκλησίᾳ αὐτοῦ ἀντικαταστῆναι δυνηθέντος, οὐδένα ἔσχε.
- ↑ C. I. L. I, 2ª ed.. Fast. feriarum latinarum II, pag. 58, f. riga 1ª; cf. C. I. L., VI, 2015 e XIV, 2241; cf. Borghesi, II, 208.
- ↑ Cohen, I, 162, 774, in una moneta erroneamente attribuita a Corinto (Cf. Catalogue of Greek Coins, Corinto, introduzione, XXXV), invece che a " città incerta. „
- ↑ Panvinius fast, ad a. 793, pag. 45.
- ↑ Dione, 1. c. e Svet., 1. c.
- ↑ Il Vaglieri, invece, (Dizionario Epigrafico, Ettore de Ruggiero, lettera C. pag. 36), dice che Caligola rimase console sino alla sua morte; il che è inesatto.
- ↑ L. c., 29; Svet. Cal., 59 e 60; cf, C. I. L. I, l. c., riga 3, .... cN. sentio satvrnino |||||||||||||| erasum nomen Q. Pomponii Secundi; = C. I. L., VI, 2015 e XIV, 2241; cf. X, Puteoli, 2792 = consules Cn. Sentius, Q. Pomponius.
- ↑ Il 4° gruppo che sarebbe perfetto se non gli mancasse un solo tipo, — l’imperiale, corrispondente al n. 10 —, ci fa giustamente pensare che avvenissero nuove emissioni di monete e da parte del senato e da parte dell’imperatore, ogni volta che questi era insignito o d’una nuova potestà tribunicia o d’un nuovo consolato.
- ↑ In talune monete se l’è poi cavata, senza darne alcuna cronologia, come per es. per quella a pag. 228, n. 3 che non può essere che dell’anno 37, perchè Germanico vi è chiamato padre di C. Cesare Augusto Germanico. Oltre a ciò in due monete nel nome d’Agrippina, — pag. 231, 1-2 — chiamata madre di C. Cesare Augusto egli ha posto " emessa dopo la di lei morte „ mentre poteva dire benissimo " emessa dal 18 Marzo del 37, „ sebbene il Med. di Napoli (mon. rom. 4165-4166) le classifichi tra le " annorum incertorum. „ Così pure per le monete — pag. 229, 1-4 — ha detto semplicemente; " coniate sotto Caligola, „ mentre è evidente che furono emesse nel 37.
- ↑ Anche il Fiorelli nel Med. di Nap., 4157-4159 le ha assegnate all’anno 41; mentre il Vaglieri (Dizionario Epigraf., l. c.), l’ha bene attribuita.
- ↑ Cf. Med. Nap., 4135 — bene assegnata.
- ↑ Il Med. di Nap., 4140 l’ha erroneamente assegnata al 41.
- ↑ Med. Nap., 4136-4138.
- ↑ Il Med. Nap., 4142-4147 le attribuisce invece, a torto, all’anno 41.
- ↑ Med. Nap., 4141 ascritta, secondo il solito, e quindi malamente, all’anno 41.
- ↑ Il curioso è poi che la moneta seguente n. 26 che ha tr. p. iiii l’ha bene assegnata all’anno 40, mentre anche questa come altre monete, dello stesso tipo, il Med. Nap. (4139; 4148-4149) le ha attribuite non bene all’anno 41.
- ↑ Imhoof-Blumer, Monnaies grecques. Paris-Leipzig, 1883, pag. 231, n. 17.
- ↑ Cf. Borghesi, Oeuvres, II, 324.
- ↑ Cf. Borghesi, l. c., pag. 208.
- ↑ Cf. pag. 250-251, nota 5ª, e Cf. pure pag. 261.
- ↑ Cf. Cohen, 1, pag. 160-162, n. 746-773; 173, 19-23; 184, 3; 185, 3; 187, i; 205-206, 185-194; 213, 15; 218, io; 223, 8; 227, 23-25; 235, 2; 243; 57-64; cf. Catalogue of Greek Coins, Corinth, 1889, pag. 65, 531-539; Med. di Nap., Mon. grec, 7420-7425.
- ↑ Cf. Cohen, ll. cc., Catal. of Greek Coins, l. c., e pag. 58, n. 483-530. Nei pochi casi in cui la sigla cor non c’è, vi sono però gli stessi duumviri che figurano in altri tipi di monete nelle quali figura l’indicazione della città — cor.
- ↑ Cf. Cohen, I, 223, 25 e nel nome d’Antonia — emessa imperante Caligola — pag. 223, 8, con i duumviri M. Belilo Proculo.
- ↑ Cohen, 235, 1-2 coi duumviri P. Vipsanio Agrippa e M. Bellio Proculo; cf. Cat. of Greek Coins, l. c., pag. 65, n. 530, tav. XVI, 8.
- ↑ Cohen, 243, 57-64 coi duumviri P. Vipsanio Agrippa, M. Bellio Proculo e Caecilio Nigro.
- ↑ Il duumviro Pulchro può darsi fosse in epoca posteriore duumviro per la seconda volta: Pulchro III (?).
- ↑ Cf. Eckhel, VI, pag. 227.
- ↑ Cf. Cohen, ll. cc. e Catal. of Greek Coins, ll. cc.
- ↑ 142,0 142,1 Heiss, pag. 422, tav. LXIV, 24 e 25; cf. Delgado, III, pag. 450, CLXXXVIII, n. 25 e 26. Tanto l’Heiss che il Delgado riportano una moneta di Tiberio e una di Claudio, nell’effige solamente per l’ultimo imperatore, di quest’isola Minorca che non sarà discaro ai lettori il trascrivere qui, perchè non sono neppure esse date dal Cohen, sebbene si trovino nel Gabinetto di Parigi.
- Eccole: Heiss, l. c., n. 23 = Delgado, l. c., n. 24.
- D/. - ti . caes . avg . germ. Testa di Tiberio a destra.
- R. — simile al precedente n. 1.
M. B.
- N. 26 = Delgado, n. 27 — D. — .... Testa di Claudio.
M. B.
La n. 23 è notevole per il titolo Germ(anicus?) che è dato a Tiberio. Mi pare che sia questo l’unico caso. Quanto poi alla n. 26, la presenza della figura di Claudio, se pure è lui, su una moneta coniata in una parte delle province romane della Spagna prova che fu per ordine di questo imperatore e non di CaligoIa, come credeva il Florez (cf. Heiss, 1. e, pag. 426 e Delgado, 1. e, pag. 451), che furono chiuse le fabbriche monetarie municipali della Spagna. - ↑ Mionnet, Vol. II, pag. 404, n. 105 è una varietà — meglio descritta però — di quella data dal Cohen pag. 243-244, n. 65, — nella quale v’è gee e lxxiii in luogo di ger e lxxxiii.
- ↑ Mionnet, supplem., IV, 576, 143. L’ho riscontrata identica, così nella leggenda come nel modulo, nella Revue Numismatique de Paris, 1891, pag. 244, in un articolo del principe Pierre de Saxe-Cobourg, il quale, evidentemente, la ritenne inedita molto rara, perchè non avea consultato il Mionnet che ne dà anche la varietà precedente e il Cohen che ne dà un’altra. Tuttavia il Cobourg ha mostrato che anno significhi quella data: si tratterebbe dell’anno 38, perchè l’èra di Synope ha principio con l’anno 45 a. C.
- ↑ Florez, I, pag. 149, tav. III, n. 3; cf. Delgado, III, pag. 9, tavola LXXXVII, n. 15, la quale non ha l’indicazione p(ater) p(atriae) ed è una varietà del Cohen (241,, 32).
- ↑ Florez, I, pag. 250, tav. XI, n. 7; è una varietà molto rara di quella del Cohen, pag. 242, n. 41 la quale non differisce se non nel modulo perchè è un g . b . = Heiss, 206^ XXVI, 58 = Delgado, III, 52, CHI, 77
- ↑ Florez, I, pag. 245. tav. X, n. 6 — Delgado, III, pag. 51, CII, 68 è una bella varietà del Cohen, pag. 232, n. 6, in cui figura, nel rovescio il tipo del sacerdote che guida i due buoi, a proposito del quale vedi però lo stesso Cohen^ 226, n. 20 e 241, 38 e 43.
- ↑ Florez, I, 253, XI, 4 = Delgado, III, 53, CHI, 84: è una varietà del Cohen, (242,39), nella quale la testa è nuda e i duumviri sono Scipione e Montano.
- ↑ Heiss, pag. 205, tav. XXVI, 54 =- Delgado, III, 52, CU, 75: è una varietà non trascurabile di quella del Cohen, pag. 241, n. 37, per la direzione secondo la quale è scritta la leggenda e per l’assenza delle sigle c. c. a.
- ↑ Heiss, 159, tav. XIV, 28 = Delgado, III, 324-325, CLVIII, 22; è un tipo di moneta notevole anzitutto perchè è di modulo p . b, mentre il Cohen ne riporta solo di g.b e m.b e in secondo luogo per la disposizione di v(rbs) OSCA v(ictrix) che non si riscontra in alcuna delle monete del Cohen, pag. 242-243, n. 50-54.
- ↑ The Numismatic Chronicle, 1871, Unpublished roman imperiai coins, pag. 183, n. 2.
- ↑ Med. Nap., Mon. rom., 4155. Differisce dal n. 1 del Cohen, pag. 224-225 unicamente per le contromarche sudescritte: contromarche che possono riuscire di non poco interesse per lo storico se si consideri che questa moneta dovette servire come per annunziare, subito dopo l’uccisione di Caligola e prima ancora che fossero pronti i conii del nuovo eletto, che il nuovo imperatore era Claudio.
- ↑ Med. Nap., 1. e, 4156: è una varietà dei n. 5 e 6 del Cohen per due rispetti: prima perchè è di bronzo mentre queste sono l’una d’argento e l’altra d’oro e in secondo luogo perchè in quelle del Cohen vi è germanicvs . caes . pat . c . caes . avg . germ. — Ho poi riscontrato sempre tra le monete romane del Med. di Napoli una varietà del n. 1 del Cohen, (pag. 244) moneta nel nome di " Caligola e Augusto „ nella quale — n. 4172 — vi è pater patrie invece di pater patriae.
- ↑ Delgado, III, pag. 51, CU, 69 è una varietà del n. 7 del Cohen, pag. 232.
- ↑ Delgado, III, 53, CIII, 79.
- ↑ Delgado, II, 139, XLIII, 15. Questa moneta si trova nel Museo archeologico di Madrid e fu dal Delgado assegnata al municipio di Italica, sebbene non vi sia alcuna indicazione della città. L’esserci nella moneta perm(ìssu) AVG(usti) non giustifica, secondo me, questa attribuzione, perchè su altre monete di altre città si riscontrano tali sigle, cf. Cohen 227, 17 in una moneta di Romula e cf. Delgado, I, 126, 6 in una moneta della colonia Patricia.
- ↑ Delgado, III, 256, CXLIII, 11. Anche questa si trova nel Museo archeologico di Madrid.
- ↑ Delgado, 1. e, n. 12. Questa moneta il Delgado la tolse dal gabinetto privato di D. Francisco Sagrerà.
- ↑ Questa moneta fu pubblicata prima dalla Revue Numismatique Belge, 1879, pag. 134, n. 11; poi dal Museo di Torino, 1881, Mon. imp. 299-301 e da ultimo dalla Rivista Italiana di Num. edita da Francesco ed Ercole Gnecchi, 1891, Museo di Trento, pag. 303, n. 2. Fu da tutti attribuita all’anno 40, mentre è dell’anno 39, secondo quanto si è detto. Cf. Cronologia delle monete, pag. 269, 3° gruppo e tipo 4.°
- ↑ The Numismatic Chron., 1891, A further discovery of Roman Coins in Soutern India, pag. 199: n. 9; costituisce una varietà al n. 2 del Cohen, pag. 233 e per esserci agrippinae anzi che agrippina e per l’assenza del praenomen c(aius) dopo mat.
- ↑ Catalogue of Greek Coins, Pontus, 1889, pag. 111, n. 21: è una bella varietà del n. 14 del Cohen, pag. 230, specialmente per la presenza della sigla ap(amaea).
- ↑ Catalogue of Greek Coins, l. c., pag. 101, n. 55 = tav. XXIII, n. 7.
- ↑ Revue Numismatique de Paris, 1897, 3ª serie — Inventaire de la Collection Waddington descritta da E. Babelon, pag. 283, n. 204.
- ↑ Delle monete imperiali greche con leggenda greca è già iniziato il Corpus. Questa raccolta — la cui idea sorse nel 1893, in occasione del giubileo (8 Nov. 1893) del dottorato di Theodoro Mommsen — è presieduta dall’Accademia di Berlino che ne affidò la direzione a una commissione composta del Mommsen stesso, dell’Otto Hirschfeld e dell’Imhoof-Blumer. (Cf. Revue Suisse de Numismatique, 1894, pag. 229).
- ↑ Cf. Svet., Cal. 8.
- ↑ Ann. I, 41.
- ↑ Queste calzature si facevano senza tomaio e quindi si assicuravano al piede con piccole cordicelle che s’avvolgeano intorno alla gamba. (Cf. Jul. Nigronum. de caliga, cap. 4; Balduini, calceum antiquum, c. 13 e Ruben. de re vestiaria II, 1).
- ↑ Svet Cal. 9, Tac. 1. c., Dione LVII, 5; Aurelius Victorinus Epit., 3 e Caes. 3.
- ↑ Seneca. De const. sap., 18.
- ↑ C. I. L. I, pag. 320; III, 3213,4; V, 5734 e 8iio,i8; VI, parte II, 4331 e 4357; IX, 1107 e 6078,35; X, 901, 902 e 904; 6638 Ca, i; XII, 1848 e 1849; [XIV, 2159?] e [XV, 1404?].
- ↑ Cohen, Vol. I, 173, 17 e 18 e pag. 199, 103; 245, 1-5.
- ↑ La leggenda Caligula, appare in una sola moneta, che fu però dall’Eckhel giudicata spuria (De Numis veteribus VI, 228).
- ↑ C. I. L., II, 172, 4639, 4640, 4716, 4962, 6208, 6233 e 6234; III, 2882 e 2976; IV, 669; V, 6641; VI, parte II, 8823; X, 796 e 6638, B7 e 17; XI, parte I, 720? e 3598; XII, 342, 2331 (256, 651 e 666). Queste tre ultime sono pure posteriori alla morte di Tiberio, benché Caligola sia nominato, nella 256, C. Caesar e nelle altre due ....[Caes]ar.... Germanicus; XIV, 2854.
- ↑ Cf. C. I. L., V, 5050 "gaI principatv„
- ↑ Trésor de numismatique et glyptique — Iconographie des empereurs romains, Paris 1843, pag. 23, e tav. XI, n. 14.
- ↑ Histoire des Romains, 1882. Vol. IV, pag. 313. Veramente il Duruy non si pronuncia decisamente sulla autenticità di questo sardonico: egli, dopo aver detto che T autenticità di esso fu contestata, aggiunge che il Chabouillet (Catalogne general, pag. 35) osservò che " les camées n’avaient pas un caractere officiel comme la monnaie. „
- ↑ Römische Ikonographie, Die Bildnisse der römischen Kaiser. Berlin, 1886, Vol. II, pag. 310, e., dove è detto che, malgrado l’iscrizione (caligvla) sospetta, la pietra è antica.
- ↑ Agrippina, Drusilla e Julia Livilla che risponderebbero appunto alle tre teste di donna descritte dal Lenormant. E il Babelon lo ha dimostrato interpretando le lettere a, d, i, che sono sotto ai tre busti, come le iniziali de’ loro nomi.
- Testi in cui è citato Henry Cohen
- Testi in cui è citato Antonio Delgado
- Testi in cui è citato Aloïss Heiss
- Testi in cui è citato Giuseppe Fiorelli
- Testi in cui è citato Ariodante Fabretti
- Pagine con link a Wikipedia
- Testi in cui è citato Gaio Svetonio Tranquillo
- Testi in cui è citato Cassio Dione Cocceiano
- Testi in cui è citato Barclay Vincent Head
- Testi in cui è citato Alfred von Sallet
- Testi in cui è citato Nereo Cortellini
- Testi in cui è citato Germanico Giulio Cesare
- Testi in cui è citato Augusto
- Testi in cui è citato Publio Cornelio Tacito
- Testi in cui è citato Lucio Anneo Seneca
- Testi in cui è citato François Lenormant
- Testi in cui è citato Johann Jakob Bernoulli
- Testi in cui è citato Ernest Babelon
- Testi SAL 25%
- Testi-L
- Testi senza argomento in Intestazione
- Testi di Nereo Cortellini
- Testi non datati
- Testi con versione cartacea a fronte
- Testi in cui è citato Solone Ambrosoli
- Testi in cui è citato Enrique Flórez
- Testi in cui è citato Theodor Mommsen
- Testi in cui è citato Paul Girard
- Testi in cui è citato Théodore Edme Mionnet
- Testi in cui è citato Joseph Hilarius Eckhel
- Testi in cui è citato Velleio Patercolo
- Testi in cui è citato Strabone
- Testi in cui è citato Antoine Mongez
- Testi in cui è citato Wilhelm Henzen
- Testi in cui è citato Onofrio Panvinio
- Testi in cui è citato Sesto Giulio Frontino
- Testi in cui è citato Domenico Comparetti
- Testi in cui è citato Bartolomeo Borghesi
- Testi con errata corrige
- Testi in cui è citato Dante Vaglieri
- Testi in cui è citato Ettore De Ruggiero
- Testi in cui è citato Friedrich Imhoof-Blumer
- Testi in cui è citato Francesco Gnecchi
- Testi in cui è citato Ercole Gnecchi
- Testi in cui è citato il testo Annali (Tacito)
- Testi in cui è citato Albert Rubens
- Testi in cui è citato Sesto Aurelio Vittore