Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1550)/Iacopo detto l'Indaco

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Bernardino Pinturicchio Francesco Francia

IACOPO DETTO L’INDACO

Iacopo detto l’Indaco fu discepolo di Domenico del Ghirlandaio e molto destro maestro nel tempo suo. Et ancora ch’e’ non facesse molte cose, quelle che furono fatte da lui, sono molto da commendare. Fu persona faceta et amorevole, e dilettossi vivere con assai pochi pensieri, passando il tempo. Trovavasi spesso a Roma in compagnia del divin Michele Agnolo, il quale aveva molta sodisfazzione del suo commerzio. Lavorò a Roma parecchi anni, et in quella, assai dedito a piaceri, condusse pochi lavori d’importanza. In Santo Agostino di Roma alla porta della facciata dinanzi, entrando in chiesa a man ritta, la prima cappella è di man sua, dentrovi nella volta quando gli Apostoli ricevono lo Spirito Santo; e di sotto due storie di Cristo, l’una, quando E’ leva da le reti Andrea e Piero, e l’altra, la cena di Simone e la Maddalena, nella quale è un palco di legno di travi con molta vivacità contrafatto; e questo lavorò egli in muro, e cosí a olio in detta cappella è la tavola di sua mano molto ben fatta e condotta, che merita commendazione assai, nella quale fece un Cristo morto. Et alla Trinità in Roma è di sua mano una tavoletta, dentrovi la Coronazione di Nostra Donna. E cosí s’andò passando il tempo con dilettarsi piú del dire che del molto fare. Perché trattenendo egli Michele Agnolo, mangiavano quasi sempre insieme, ma e’ gli era un dí per la importunità del cicalare venuto a noia, onde lo mandò per comperar fichi una mattina per desinare; et avendo Iacopo a ritornare, Michele Agnolo serrò la porta di dentro, perché picchiando forte Iacopo, Michele Agnolo non gli rispondeva. Onde venutogli collera, prese le foglie co’ fichi e su la soglia della porta le stese; e partitosi stette molti mesi senza parlargli. Fece burle infinite, le quali non accade raccontare. E già fatto vecchio, di età d’anni LXVIII in Roma si morí.