Lettere al padre/1630/48

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Lettera 48

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A Bellosguardo

San Matteo, 21 luglio 1630

Amatissimo Signor Padre.

Quando appunto andavo pensando di scrivere a V. S. una carta di lamentazioni per la sua lunga dimora, o tardanza in visitarmi, mi è comparsa la sua amorevolissima, la quale mi serra la bocca di maniera che non ho replica. Solamente me gli accuso per troppo timorosa o sospettosa, poi dubitavo che l’amore, che V. S. porta a quelli che gli sono presenti, fosse causa che si intiepidissi e diminuissi quello che porta a noi che gli siamo assenti. Conosco veramente che in questo mi dimostro d’animo vile e codardo, poiché con generosità dovrei persuadermi che, siccome io non cederei ad alcuno in questo particolare, cioè nell’amar lei, così all’incontro lei ami più di ciascun altro noi sue figliuole; ma credo che questo timore proceda da scarsezza di meriti; e questo basti per ora.

Ci dispiace il sentire la sua indisposizione, e veramente, per aver V. S. fatto viaggio nella stagione che siamo, non poteva esser altrimenti: anzi che mi stupivo, sentendo che V. S. andava ogni giorno in Firenze. La prego pertanto a starsene qualche giorno in riposo, né pigli fretta di venire da noi, perché ci è più cara la sua sanità che la sua vista.

Intanto veda se per sorte gli è restata una corona per portarmi, la quale vorrei mandare alla mia signora Ortensia, essendo un gran pezzo che non gli ho scritto, siccome anco ho mancato, non scrivendo prima a V. S., mediante l’esser anco stata sopraffatta da una estrema lassezza, e tale che non mi dava il cuore di mover la penna, per così dire. Ma da poi in qua ch’è alquanto cessato il caldo, sto benissimo, per grazia del Signor Iddio, il quale non lascio di continuamente pregare per la saluta e sanità di V. S., premendomi non meno la sua che la mia propria.

La ringraziamo del vino e frutte così a noi oltremodo gratissime, e perché serbavamo questi pochi marzapanetti (numero 12) per quando veniva da noi, adesso glieli mandiamo, acciò non indurischino: i biscottini saranno per la Virginia. Per fine la salutiamo insieme con la madre Badessa e tutte affettuosamente.

sua figliuola Affezionatissima

S. M. Celeste.