Lezioni di analisi matematica/Capitolo 8/Paragrafo 47

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Capitolo 8 - Velocità ad un instante, velocità di reazione, intensità di corrente, coefficiente di dilatazione, calore specifico

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Capitolo 8 - Velocità ad un instante, velocità di reazione, intensità di corrente, coefficiente di dilatazione, calore specifico
Capitolo 8 Capitolo 8 - Paragrafo 48
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§ 47. — Velocità ad un istante, velocità di reazione, intensità
di corrente, coefficiente di dilatazione, calore specifico
.

α) Studiamo un fenomeno dei più semplici: la caduta di un grave che parte senza velocità iniziale. L'esperienza insegna che il numero dei metri percorsi in minuti secondi di libera caduta vale .

Da tale formola resta analiticamente individuata la funzione della così da poterne calcolare il valore per ogni valore positivo della . E si trova che dopo

il grave ha percorso metri


Ora è ben noto che la velocità media in un intervallo di tempo è data dal quoziente tra la lunghezza del segmento percorso in tale intervallo e il tempo impiegato a percorrerlo.

Siccome nell'intervallo si sono percorsi , la velocità media in questo intervallo di tempo di minuto secondo) vale ; la velocità media nell'intervallo sarà .

Noi potremo continuare il calcolo per intervalli di tempo ancor più piccoli; ciò che naturalmente non avrebbe alcun [p. 156 modifica]significato fisico, sia perchè è un numero solamente approssimato, sia perchè non sono sperimentalmente apprezzabili frazioni di secondo tanto piccole. Checchè sia di ciò, noi troveremmo che la velocità media in un intervallo di tempo che comincia dopo il terzo secondo, diminuisce con l'ampiezza dell'intervallo e finisce per intervalli di tempo inferiori p. es. al millesimo di secondo, con l'essere sensibilmente uguale a . Ma si suole parlare, tanto oin fisica che nel linguaggio comune, della velocità che ha il grave p. es. all'instante (dopo di libera cadura); si suole dire anche volgarmente: il grave dopo aveva la velocità di tanti metri al minuto secondo. È ben chiaro il significato che uno sperimentatore darebbe a una simile frase: velocità del grave all'istante . Supposto, per fissare le idee, che il millesimo di secondo sia il minimo intervallo di tempo, che egli sappia apprezzare e misurare coi mezzi sperimentali che ha a sua disposizione, egli chiamerebbe la velocità media del grave nell'intervallo () la velocità dell'istante .

Così un macchinista di un treno, che difficilmente può apprezzare intervalli di tempo inferiori al minuto secondo, potrà dire che, p. es., alle ore egli aveva raggiunto la velocità di </math>100</math>km. all'ora (cioè m. al minuto secondo) se nell'intervallo di tempo trascorso dalle ore alle ore èiù un minuto secondo egli ha percorso m. . Questa definizione diremo così, sperimentale della frase: velocità all'istante x è sufficiente in pratica.

Dal punto di vista della teoria essa darebbe origini a gravi dificoltà, p. es., per il fatto che il minimo intervallo di tempo apprezzabile varia da caso a caso, può variare col perfezionarsi dei metodi di misura; mentre invece noi vogliamo una definizione che, per trascendendo i bisogni della pratica, sia adottabile in ogni caso. Riprendendo lo studio della caduta di un grave, notiamo che lo spazio percorso in secondi vale , mentre lo spazio percorso nei primi secondi vale . Lo spazio percorso nell'intervallo di tempo vale dunque:

.

[p. 157 modifica]Cosicchè la velocità media in tale intervallo di tempo è

.


Quanto più perfetto è il metodo di misura, tanto più piccoli sono gli intervalli di tempo, che si sanno apprezzare.

Ora, quanto più piccolo è l'intervallo di tempo ossia quanto più piccolo è , tanto più piccolo è il termine . Anzi questo termine è sperimentalmente trascurabile se è molto piccolo. Per questa ragione diciamo che la velocità all'istante vale : cioè poniamo per definizione tale velocità uguale al

.


Così p. es. la velocità all'istante vale (che è in perfetto accordo coi valori sopra determinati).

Come si vede, questa velocità varia con , è una nuova funzione della . E da questo risultato deduciamo anzi il ben noto teorema di Galileo che le velocità sono proporzionali al tempo di libera caduta.

β) Applichiamo le considerazioni precedenti al caso generale. Sia un punto mobile con legge qualsivoglia, p. es. su una retta orientata . Dopo un certo numero di minuti secondi la distanza sia uguale a un certo numero di metri ( funzione di ). Quale significato avrà la frase: velocità all'istante ?

Usiamo un procedimento analogo al precedente.

Dopo secondi la distanza è ;





Dunque nell'intervallo di minuti secondi lo spazio percorso è . La velocità media in tale intervallo di tempo è quindi

.


Noi chiameremo velocità di all'istante il limite (se un tale limite esiste) del precedente rapporto per . Questo limite varierà generalmente al variare dell'istante considerato. E per indicare che può ricevere uno qualsiasi dei valori dati alla , noi indicheremo con la stessa lettera , dicendo così [p. 158 modifica]che la velocità all0istante è quella funzione della , che è definita dalla

,


se un tale limite esiste.

γ) Se noi immaginiamo noto a priori il significato della frase:“velocità all'istante x”, possiamo usare un'altra forma di ragionamento, che ci servirà anzi come modello per altri problemi analoghi.

Se la velocità si mantenesse costante nell'intervallo , lo spazio percorso in tale intervallo di tempo sarebbe proprio uguale al prodotto della velocità per il tempo impiegato a percorrerlo. Ma può variare (se, come capita in pratica, è funzione continua) nel dato intervallo da n valore minimo ad un valore massimo . Lo spazio percorso sarà quindi compreso tra ed , che misurano rispettivamente gli spazi percorsi nel caso che la velocità abbia costantemente il valore minimo o il valore massimo 1. Quindi dove è un valore compreso tra ed , ossia il valore che assume in un certo punto (a noi generalmente ignoto) dell'intervallo . Dalla si trae:

,


donde, passando al limite per , e ricordando che tende a zero per , si ha appunto:

.


δ) In generale, se è una grandezza variabile col tempo , che è una funzione di , il limite precedente si chiama la velocit di variazione di . Così, se è la qualità di una certa sostanza che si è formata o si è decomposta in una certa reazione chimica, tale limite ha il nome di velocità di reazione. Se è la quantità di elettricità passata in un dato circuito all'istante , tale limite ha il nome di intensità di corrente. [p. 159 modifica]Se indica invece la tempertaura, ed è, p. es., la lnghezza di una certa sbarra alla temperatura , tale limite si chiama il coefficiente di dilatazione (della sbarra).

Se è la quantità di calore necessaria per portare alla tempertaura la massa di un certo corpo, quel limite si chiama il calore specifico di quel corpo.

Insomma quasi tutte le scienze, che si propongono problemi di misura, conducono alla considerazione di quel limite per i problemi più svariati.

Note

  1. Che a velocità maggiore corrisponda spazio percorso maggiore è un postulato direttamente suggerito dalla intuizione.