Lezioni e racconti per i bambini/Lavori e balocchi/Il corredino della bambola

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Il corredino della bambola

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Il corredino della bambola.


La Sofia e la Matilde non poterono, per quel giorno, andar nel giardino a saltar sulla fune. Pioveva; e quando piove, il partito più savio per una bambina è quello di starsene in casa a fare i balocchi.

La mamma aveva messo a disposizione delle due sorelline un bel pezzo di tela, una matassa di cotone, dei ferri di calza, un uncinetto, del nastro bianco, del cordoncino, alcune striscie di stoffa e l’occorrente per cucire.

[p. 135 modifica]Pensarono di fare un po’ di corredino alla bambola, alla bambola nuova, che doveva patire un gran freddo nella sua vesticciuola di tarlantana rossa, a picchiolini d’oro.

— Ci rifaremo dalla camicia, disse la Sofia. Mentre tu taglierai i gheroni e gli attaccherai al corpo, io taglierò lo sprone e le maniche.

— Dobbiamo guarnirgliela? chiese la Matilde.

— Sicuro. Adopreremo questo bigherino vecchio che la mamma staccò ieri dalla sua sottovita.

— Guarda se in questo pezzetto di peloncino si potesse ricavare un paio di mutande, Sofia!

— Eccome! Eccotele bell’e tagliate. Anzi, siccome mi paiono un po’ lunghette, bisognerà far qualche tessitura sull’orlo.

— Brava. Ora stanno dipinte. E ora? Sarà necessario farle la fascetta?

— No davvero. Sai bene che la mamma non approva l’uso del busto. Le stecche e le molle saranno forse buone per chi ha dei chilogrammi di carne da buttar via, ma con un personalino svelto qual’è quello della bambola, mi pare un di più. Facciamole piuttosto la camiciuola.

— Hai ragione. La camiciuola di lana, e dovrebb’esser sempre di lana, mantiene sul petto un calore temperato, eguale, e preserva chi la porta, dalle infreddature e dai reumi.

[p. 136 modifica]— Sentitela la chiacchierina! esclamò ridendo la Sofia, pare che reciti la lezione a mente. Da chi l’ha imparate, dica, tutte codeste belle cose?

— Le ho sentite dir dalla mamma. Ma perchè ora prendi i ferri da calza?

— Oh bella! Per farle le calze.

— Come glie le fai? A pedule o colla soletta?

— A pedule. La soletta è comoda perchè, quand’è rotta, si scuce e si ricuce a piacere; ma il pedule è più elegante. Eppoi a tutti non piace di sentirsi fregare il disopra del piede da quelle benedette costure...

— E se il pedule si romperà?

— Poco male, rifaremo i pezzi.

— Con che cosa glie le fermeremo, le calze?

— Le signore adoprano gli elastici con la fibbia, ma per la bambola basterà un po’ di cordoncino.

— Dimmi un po’, Sofia. Le calze devono esser fermate sopra o sotto il ginocchio?

— Sopra, sopra. È una sciatteria il far diversamente.

— Ora bisognerà pensare alla sottana. Come glie la fai?

Sgheronata e con due gale a pieghe.

— A guaìna o col cintolo?

— A guaìna. Siccome il davanti dev’esser liscio [p. 137 modifica]così, per mezzo della guaìna si portano le crespe tutte sul di dietro.

— Benone. Il vestito glie lo taglio io. Glie lo voglio fare intero, all’imperatrice: che te ne pare?

— Non è elegante, ma per bambine è assai conveniente. Ora i vestiti si montano sulle sottane di mussola o di cambrì. Glie lo fai liscio il vestitino?

— No: gli faremo due gale da piedi, alcune straliciature e una gran fascia annodata sopra un fianco.

— Benone. E io penserò al cappello. Ho qui un pezzetto di velluto verde, che messo sul fondo con un po’ di garbo, farà la sua figura. Lo guarnirò con un fiocco di raso sopra colore e così avremo la bambola bell’e vestita.




Bambine, mi fate il piacere di dirmi se la vostra bambola è vestita come quella della Matilde e della Sofia?