Li rivortósi

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Giuseppe Gioachino Belli

1838 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura Li rivortósi Intestazione 10 novembre 2022 75% Da definire

Un paragone Li penzieri dell'omo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1838

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LI RIVORTÓSI1

     Chiameli allibberàli, o fframmasoni,
O ccarbonari, è ssempre una pappina:2
È ssempre canajjaccia ggiacubbina
Da levàssela3 for de li c...... .

     E ppe’ Ppapi io vorìa4 tanti Neroni
Che la mannàra de la quajjottina5
Fascéssino6 arrotalla oggni matina
Acciò er zangue curressi7 a ffuntanoni.

     Tu accèttua noàntri8 in camisciola9
E li preti e li frati, er rimanente
Vacce a la sceca10 e sségheje la gola.

     Perchè è mmejjo a scannà cquarch’innoscente,
De quer che ssia c’una caroggna sola
Resti in ner monno a impuzzolì la ggente.

2 settembre 1838


Note

  1. [Questo sonetto, come parecchi altri (V., per esempio: A li ggiacuhhini, 19 magg. 33, La serenata ecc., 28 ott. 33, Er Governo ecc., 5 apr. 34) ritrae i sentimenti di quella, allora assai numerosa, parto di plebe, che rimasta fedele al Papato, lo difendeva col bastone e col coltello. Né a ciò fare le mancavano esempi o incitamenti dall’alto. Per la Voce della Verità di Modena, “i liberali erano o Massoni, o Carbonari, o Mazziniani; e tutti come nemici dell’altare e del trono (vecchia ed ormai rancida frase) parificati ai ladroni delle pubbliche vie, e meritevoli d’essere, ad un cenno sovrano, senza scrupolo sterminati.... Un opuscoletto stampato nella Tipografia ducale (1841) tornava ad avvertire i Principi, affinchè lasciate le vie della mansuetudine e della tolleranza (quasi avessero abbondato, tranne il Granduca toscano, nella clemenza) venissero alla prova del sangue; e finiva con feroce e spudorata sentenza dicendo, che il Principe più pietoso, quello è che tiene per primo ministro il carnefice. Così parlavano sotto gli auspici del Duca i Sanfedisti ed i Gesuiti infeudati in quella svergognata effemeride.„ Poggi, Op. e vol. cit., pagine 274-75.]
  2. È sempre la stessa cosa. [Ma pappina, propriamente, è “quel gelato molto dozzinale che si va vendendo per le strade.„ E significa anche “colpo, battitura.„]
  3. Da levarsela.
  4. Io vorrei.
  5. La mannaia della ghigliottina.
  6. Facessero.
  7. Corresse.
  8. Eccettua noi altri.
  9. [In giacchetta. V. però la nota 5 del sonetto: La milordarìa, 27 nov. 32.].
  10. Vacci alla cieca.