Lirici marinisti/Nota

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Benedetto Croce

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XII - Andrea Perrucci Indice (parte I)
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NOTA

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Il nome di «marinisti», dato ai poeti raccolti in questo volume, non comporta (come, del resto, nessuna di siffatte denominazioni) un significato rigoroso. Esso serve a designare quei poeti che si mossero su per giú nella cerchia d’ispirazione tracciata dal Marino; ed è stato esteso perciò anche a coloro che, come lo Stigliani, si professarono antimarinisti, ma effettivamente non uscirono dallo stato spirituale del marinismo. Tuttavia, se ad altri piacerá di cangiarlo con altro nome, non disputeremo.

Non esisteva finora un’antologia di codesti poeti (salvo la scelta di cento sonetti, pubblicata nel 1880 da M. A. Canini, in un abortito tentativo di Sonettiere italiano, Torino, Candeletti); e, quantunque la presente sia stata fatta con lo spoglio di oltre un centinaio e mezzo di canzonieri di quel tempo (molti dei quali, s’intende, letti con risultato negativo), non viene licenziata alle stampe senza qualche riserva su quel che potrebbero offrire alcuni canzonieri, che non è stato possibile per ora procurarci.

Naturalmente, se la scelta fosse stata condotta dal punto di vista dello stile corretto, essa sarebbe riuscita assai diversa; e, se dal punto di vista della poesia, infinitamente piú esigua. Ma si è voluto tener conto in essa degli spunti artistici, che presentavano interesse anche in componimenti mediocri e scorretti; delle piú caratteristiche trovate bizzarre o mostruositá; dei vari argomenti che si solevano trattare e di certe forme predilette (p. e., l’epistola e l’elegia); e, infine, dare saggio di quel che sapessero produrre alcuni scrittori, ricordati dalle storie letterarie o celebrati al loro tempo. Si è escluso, in genere, ciò che era privo di carattere anche nella bruttezza; e perciò non si troveranno saggi, p. e., delle opere del Murtola, il quale deve la sua fama esclusivamente alla contesa personale col Marino. Insomma, l’antologia è stata condotta [p. 526 modifica]dal punto di vista di chi raccolga documenti per uno studio sulla lirica del Seicento. Perciò anche la prevalenza è data alla poesia amorosa; quantunque questa nelle raccolte del tempo rappresenti solamente una sezione, occupando le altre sezioni le poesie sacre, eroiche, funebri, morali, e via dicendo, che sono quasi sempre rimerie senza interesse di sorta.

L’ordine adottato è, nei limiti del possibile, quello cronologico; e talora, in sottordine, quello per regioni o per affinitá. I componimenti sono pubblicati fedelmente secondo le stampe o i manoscritti del tempo, col solo cangiamento dell’ortografia e della punteggiatura e con la correzione di evidenti errori tipografici: si sono serbate alcune forme proprie del tempo. Ma è parso opportuno rifare quasi tutti i titoli delle poesie, le quali li avevano spesso lunghissimi e con monotone ripetizioni (p. e., Bella donna o B. D.), e talvolta ne mancavano affatto. Abbiamo sostituito, dunque, molti titoli, sfrondati altri e aggiunti quelli mancanti. Di questo lieve arbitrio (il cui vantaggio, per altro, ci sembra superiore al danno) chiediamo venia.

Intorno alla fisonomia generale delle composizioni qui raccolte, si possono consultare alcune pagine del volume di B. Croce, Saggi sulla letteratura italiana del Seicento (Bari, Laterza, 1910, pp. 377-433); aspettando che qualche studioso scriva di proposito sull’argomento.

I

STIGLIANI — MACEDONIO — CAETANO — MANSO

BALDUCCI — DELLA VALLE

I. Tommaso Stigliani. — Da Il canzoniere del signor cavaliere fra’ Tomaso Stigliani, dato in luce da Francesco Balducci, distinto in otto libri, cioè amori civili, pastorali, marinareschi, giocosi, soggetti eroici, morali, funebri e famigliari; purgato, accresciuto e riformato dall’autore istesso (in Roma et in Venetia, 1625).

Dell’edizione del 1625 esiste una copia manoscritta nella Bibl. Naz. di Napoli (xiii. D. 60), preparata per una ristampa che non ebbe luogo, e che reca nel titolo l’aggiunta: «in questa nuova impressione aumentato dall’autore di molte poesie non piú pubblicate». Da questo ms. abbiamo tolto i componimenti che recano i numeri vi, ix, x, xv, xx, xxi, xxii. [p. 527 modifica]

Su Tommaso Stigliani di Matera (1573-1651), si vedano G. Gattini, Note storiche sulla cittá di Matera (Napoli, tip. Perrotti, 1882); M. Menghini, T. S., contributo alla storia letteraria del secolo xvii (Genova, 1890: estratto dal Giornale ligustico); F. Santoro, Del cavalier Stigliani, con appendice di poesie inedite (Napoli, tip. sannitica, 1908).

II. Marcello Macedonio. — Dalla Scelta delle poesie di Marcello Macedonio (in Venetia, appresso Gio. Battista Ciotti, 1615). I nn. v-vi sono presi da Ballate et idilli dello stesso (ivi, 1614).

La prima ediz. della Scelta era stata fatta nel 1614, col titolo: Le nove muse di M. M., raccolte e date alla stampa da Pietro Macedonio suo fratello (in Napoli, ad instanza di Gio. Ruardo, all’insegna del Compasso). Il M. pubblicò anche I nove cori degli angeli (Roma, appresso Guglielmo Facciotti, 1615).

Di lui, gentiluomo napoletano, nato nell’ultimo quarto del secolo xvi, innamoratosi d’Isabella Sanseverino moglie di Francesco di Costanzo, esule per essa, poi frate, e morto qualche anno prima del 1620, discorre A. Borzelli nella introd. a I capitoli della bellezza di M. M. (Filenio Pellegrino), con noticine (Napoli, Stanziola, 1895).

III. Scipione Caetano. — Dal volume: Alla chiarissima Madama Maria Medici reina di Francia. Rime dell’ill.mo signor Scipione Caetano (in Viterbo, appresso il Discepolo, 1612).

Del C., figliuolo di Cesare e Vittoria della Valle, e morto prima del 1612, è cenno nel Quadrio, Storia e ragione di ogni poesia, ii, parte i, p. 293.

IV. Giambattista Manso. — Dalle Poesie nomiche di Gio. Battista Manso, marchese di Villa, signor della cittá di Bisaccia e di Pranca, academico otioso, divise in rime amorose, sacre e morali (in Venetia, 1640, appresso Francesco Baba).

Sul Manso, amico e biografo di Torquato Tasso, n. in Napoli nel 1561, m. nel 1645, cfr. L. Crasso, Elogi d’huomini letterati (Venezia, per Combi e La Nou, 1666, i, 309). Intorno a lui, un’ampia monografia prepara Angelo Borzelli.

V. Francesco Balducci. — Da Le rime del signor Francesco Balducci (in Roma, per Guglielmo Facciotti, 1630). Altre edizioni: Roma, Moneta, 1645; Roma, Manelfi, 1646 e ’47; Venezia, Baba, 1655, 1663.

Intorno al Balducci, palermitano (1579-1642), oltre il Mongitore e il Mazzuchelli, si vedano E. Cozzuoli, F. B., ricerche e [p. 528 modifica]studi (Palermo, tip. Giannone e Lamantia, 1892: cfr. Giorn. stor. lett. ital., xxi, 188-9); e un cenno nel Belloni, Il Seicento, p. 94.

VI. Francesco della Valle. — Dalle Rime del signor Francesco della Valle, in questa seconda impressione corrette et accresciute con gli argomenti dell’istesso autore (in Roma, appresso Alessandro Zannetti, 1622). I nn. viii, ix sono nella Raccolta del Guaccimanni, che si cita piú oltre.

La prima ediz. delle Rime è di Roma, per Gio. Giorgio Razzi, 1618. Il Della Valle scrisse anche: Lettere delle dame e degli eroi con le risposte alle medesime lettere dell’istesso autore (in Napoli, per Camillo Cavallo, 1644).

Era nativo di un paesello presso Cosenza (cfr. son. xi); e di lui fa cenno lo Spiriti, Memorie degli scrittori cosentini (Napoli, Muzi, 1750), pp. 130-2.

II

ACHILLINI — PRETI — PAOLI — GIOVANETTI

SEMPRONIO

I. Claudio Achillini. — Dalle Rime e prose di Claudio Achillini, in questa nostra impressione accresciute di molti sonetti e altre composizioni non piú stampate, con aggiunta di diverse bellissime lettere di proposta e risposta del medesimo autore (in Venezia, 1662, presso Zaccaria Conzatti).

La prima ediz. è di Bologna, presso Clemente Ferrini, 1632; seguirono altre di Venezia, Giunti e Baba, 1650; ivi, Baba, 1651; ivi, Bertoli, 1656.

Sull’Achillini (n. in Bologna nel 1574, morto il i ottobre 1640), si veda la breve vita unita alla ediz. delle Rime e prose: Le glorie degli Incogniti (Venezia, 1647), pp. 109-111; Crasso, Elogi, ii, 161-5; e piú ampiamente Mazzuchelli, i, 105-108; Fantuzzi, Scrittori bolognesi, i, 55-62. Cfr. anche B. Malatesta, C. A., cenni (Modena, 1884) e Belloni, Il Seicento, pp. 85-7.

II. Girolamo Preti. — Dalle Poesie di Girolamo Preti in quest’ultima impressione corrette et ampliate di nuove materie non piú stampate (in Venezia, 1656, per Gio. Battista Brigna).

Edizioni precedenti: Venezia, 1614; Bologna, 1618; Milano, 1619; Venezia, 1624; Roma, 1625; Bologna, 1631, 1644; Macerata, 1646. [p. 529 modifica]

Sul Preti, oltre Le glorie degli Incogniti, pp. 277-9, e il Crasso, Elogi, ii, 140-3, si veda Fantuzzi, op. cit., vii, 122-5. L’idillio La Salmace è ristampato in L. Patané Finocchiaro, Appunti su G. P. (Milano, Albrighi e Segati, 1898): cfr. Giorn. stor. d. lett. ital., xxxii, 227-9, e Belloni, op. cit., pp. 88-9.

III. Pier Francesco Paoli — Dalle Rime di Pier Francesco Paoli da Pesaro, in questa seconda impressione dedicate al sereniss. signor principe Vittorio di Piemonte (in Modena, 1619, appresso Giuliano Cassiani). La prima ediz. è di Ferrara, 1609.

I nn. ix-xii, xiv-xix sono tolti dal piú grosso volume delle Rime varie, dedicate al cardinale Antonio Barberini (in Roma, per il Corbelletti, 1637).

Il Paoli, pesarese, dimorò a lungo in Roma, ai servigi di casa Savelli. Era giá morto nel 1642, come risulta da un sonetto di P. Michiele, Rime (Venezia, 1642), parte ii, p. 265. Cfr. Quadrio, ii, parte i, pp. 289, 581-2; e Crescimbeni, Comentari, iv, 181-2.

IV. Marcello Giovanetti. — Dalle Poesie di Marcello Giovanetti, compartite in affettuose, boschereccie, nuttiali, eroiche, sacre, varie, e dedicate al card. Lorenzo Magalotti (in Roma, 1626, per Francesco Corbelletti).

Edizioni precedenti, col titolo di Rime, Bologna, Bonomi, 1620, e di Sonetti, canzoni, madrigali, Venezia, 1622.

Del Giovanetti (nato in Ascoli Piceno il 1598, morto il 14 agosto 1631) si vedano vita e ritratto ne Le glorie degli Incogniti, pp. 329-31; e notizie in Crescimbeni, op. cit., iv, 168; G. Cantalamessa Carboni, Memorie intorno i letterati e gli artisti della cittá di Ascoli nel Piceno (Ascoli, Cardi, 1830), pp. 183-4. Scrisse altresí una Cilla, favola pastorale (Roma, Corbelletti, 1626), e una Vita di Sant’Emiddio protettore di Ascoli (Ronciglione, 1631).

V. Giovan Leone Sempronio — Da La selva poetica, sonetti di Gio. Leone Sempronio, urbinate, nella Notte di Bologna il Vigilante e negli Assorditi di Urbino il Fuggitivo (in Bologna, presso Clemente Ferroni, 1633).

Fu ristampata con una seconda parte (Bologna, per Carlo Zenero, 1648).

Il Sempronio morì il 31 dicembre 1646: cfr. Quadrio, op. cit., ii, parte i, p. 306. Scrisse anche un poema Il Boemondo (Bologna, Zenero, 1651), e una tragedia Il conte Ugolino (postuma, Roma, Salvioni, 1724): cfr. Quadrio, iv, 688; v, 199. [p. 530 modifica]

III

MAIA MATERDONA — BRUNI — ERRICO

I. Gian Francesco Maia Materdona — Dalle Rime del signor Gian Francesco Maia Materdona, distinte in tre parti, sesta impressione (in Napoli, 1632, per Lazaro Scorigio).

Altre edizioni: Venezia, Deuchino, 1629; Milano, Bidelli, 1630; Genova, 1660. Le Rime pescherecce, dedicate a Carlo Emmanuele I di Savoia, furono stampate in Bologna, Moscherini, 1628.

Nativo di Mesagne, in provincia di Lecce, scrisse anche le Lettere di buone feste (Roma, 1624; Venezia, 1644), e L’utile spavento del peccatore (Roma, 1629; Venezia, 1665, 1671). Intorno a lui, Crescimbeni, iv, 170; A. Profilo, Vie, piazze, vichi e corti di Mesagne (Ostuni, 1894), p. 295 sgg. Una biografia di lui, dovuta a un Ortensio de Leo, si serba ms. nella biblioteca di Brindisi.

II. Antonio Bruni — Da Le tre Grazie, rime del Bruni (in Roma, ad istanza di Ottavio Ingrillani, 1630); Le Veneri (Roma, 1632); Epistole heroiche (Venezia, 1647).

Delle Tre Grazie si ha altresí un’edizione di Venezia, 1627. Delle Epistole heroiche, la prima ediz. è di Milano, 1626; ne seguirono altre del 1627, 1634, 1636, 1644, 1658. Il primo volume del Bruni è La selva di Parnaso (Venezia, Dei, 1616), componimenti ristampati quasi tutti nelle Tre Grazie.

Il n. vii è tolto dalla Raccolta del Guaccimanni.

Del Bruni (n. a Manduria, in provincia di Lecce, nel 1593, morto nel 1635), si leggono cenni nelle Glorie degli Incogniti, pp. 55-7 e nel Crasso, Elogi, ii, 274-8; e discorrono ampiamente il Mazzuchelli, ii, 2180-2185, e il Minieri Riccio, Notizie biografiche e bibliografiche degli scrittori napolitani fioriti nel secolo XVII, lettera B. (Napoli, Rinaldi e Sellitto, 1877), p. 47. Cfr. anche Giuseppe Gigli, Scrittori manduriani, 2a edizione (Manduria, Spagnoli, 1896), pp. 51-92; e Belloni, op. cit., pp. 90-1, 480-1.

III. Scipione Errico — Dalle Poesie liriche di Scipione Herrico, dedicate al principe Leopoldo Medici (in Venezia, 1646, appresso Giacomo Hertz). Il poemetto La via lattea era stato giá pubblicato a Messina, 1614, e ivi anche Rime, 1619. [p. 531 modifica]

Dell’Errico (n. a Messina nel 1592, morto il 18 settembre 1670), autore di molte opere, in tutti i generi, e tra le altre della commedia Le rivolte di Parnaso, è notizia nelle Glorie degli Incogniti, pp. 397-9, e nel Mongitore, Bibl. sicula, ii, 210-12; ed esame delle opere nel Salfi, Hist. litt. d’Italie, voll, xi-xiv, passim.

IV

DIVERSI

I. Giambattista Basile. — Dalle Ode (Napoli, Roncagliolo, 1627), e dai Madriali et ode (Mantova, Osanni, 1613).

Sul Basile, si veda la monografia di B. Croce, in Saggi sulla lett. ital. del Seicento, giá cit., pp. 1-104.

II. Biagio Cusano. — Da L’armonia del signor Biagio Cusano (Napoli, per Ottavio Beltrano, 1636).

Sul Cusano, nativo di Vitulano, Toppi, Bibl. nap., p. 49; un ritratto di lui in G. F. Bonomi, Il parto dell’orsa (Bologna, 1667), parte ii, pp. 204-5. Scrisse anche: De’ caratteri d’heroi (Napoli, 1661), Li dolori consolati della Sirena, ecc. (ivi, 1665), Poesie sagre (ivi, 1672).

III. Giovanni Palma. — Dalle Rime del signor Giovanni Palma, tra gl’Infuriati accademici napoletani l’Impaziente (in Napoli, per Lazzaro Scorigio, 1632).

Era di Brindisi: Toppi, op. cit., pp. 121, 351.

IV. Giovanni Andrea Rovetti. — Dal Mormorio d’Elicona, poesie del capitano Giovanni Andrea Rovetti (in Roma, per Ludovico Grignani, 1625).

Era genovese. Nella prefazione al vol. cit. dá il catalogo delle altre opere da lui composte.

V. Bartolomeo Tortoletti. — Dalle Rime di Bartolomeo Tortoletti, morali, eroiche, giovanili (Roma, Grignani, 1645).

Era veronese e scrisse un poema La Giuditta vittoriosa (Roma, 1628), e parecchie tragedie: Crescimbeni, iv, 174; Quadrio, iii, parte i, p. 79; iv, 686.

VI. Maffeo Barberini. — Dalle Poesie toscane dal card. Maffeo Barberini, hoggi papa Urbano ottavo (in Roma, nella stamp. della Rev. C. Apostolica, 1635).

VII. Paolo Giordano Orsino. — Dalle Rime di Paolo Giordano II, duca di Bracciano (in Bracciano, per Andrea Fei, 1648). [p. 532 modifica]

Nato nel 1591, morto nel 1656: cfr. Quadrio, ii, parte i, p. 317.

VIII. Giacomo d’Aquino. — Dalle Rime e prose di D. Giacomo d’Aquino, principe di Crucoli (in Napoli, per Roberto Mollo, 1638).

Sul D’Aquino, Minieri Riccio, Not. biogr. e bibl., ecc., lett. A. (Milano-Napoli-Pisa, Hoepli, 1875), p. 55.

IX. Michelangelo Romagnesi. — Da M. A. Canini, Il sonettiere italiano, sez. v (sola pubbl.), Secentisti, centuria i e ii (Torino, Candeletti, 1880).

X. Gennaro Grosso. — Da La cetra, divisa in metro divoto e funesto, di Gennaro Grosso (Napoli, per Francesco Savio, 1650).

XI. Antonino Galeani — Dalla Raccolta di sonetti d’autori diversi ed eccellenti dell’etá nostra, di Giacomo Guaccimanni da Ravenna (in Ravenna, 1623, appresso Pietro de’ Paoli e Giov. Battista Giovannelli).

XII. Giambattista Pucci. — Dalla Raccolta del Guaccimanni.

XIII. Anton Maria Narducci — Dalla stessa Raccolta. Al primo verso del son. II allude Salvator Rosa, nella satira La poesia.

XIV. Tiberio Sbarra. — Dalla stessa Raccolta.

XV. Filippo Massini. — Dalla Grillaia dell’Aprosio (Napoli, de Bonis, 1668).

Il Massini (†1617) era perugino, e pubblicò, tra le altre cose, un volume di Rime (Pavia, 1609).

XVI. Cesare Abbelli — Dalla Raccolta del Guaccimanni.

Sull’Abbelli, bolognese, che pubblicò un vol. di Rime (Bologna, 1621), si vedano Mazzuchelli, i, 23-4, e Fantuzzi, i, 1-2.

XVII. Ludovico Tingoli. — Da I cigni del Rubicone, poesie liriche degli illustrissimi signori Ludovico Tingoli e Filippo Marcheselli da Rimini, date alle stampe da D. Girolamo Avanzolini (in Bologna, per Giacomo Monti, 1671).

Del Tingoli (1602-1669) un cenno nelle Glorie degli Incogniti, pp. 317-9, e nel Crescimbeni, iv, 201-2.

XVIII. Filippo Marcheselli. — Dal vol. cit. di sopra. Sul M. (1625-1658) si veda Crescimbeni, iv, 210-11.

XIX. Paolo Abriani. — Dalle Poesie di Paolo Abriani, seconda impressione corretta ed accresciuta (in Venezia, 1664, appresso Alessandro Zatta).

Era vicentino; noto sopratutto per una traduzione delle Odi di Orazio (Venezia, 1650). Intorno a lui G. Lovascio, Un secentista, P.A., vicentino (Terlizzi, 1907). [p. 533 modifica]

XX. Francesco Bracciolini. — Dalla Raccolta del Guaccimanni.

Il Bracciolini pubblicò anche un vol. di Poesie liriche toscane, parte i (Roma, Grignani, 1639); cfr. M. Barbi, Notizie della vita e delle opere di F. B. (Firenze, Sansoni, 1897), pp. 138-145.

XXI. Andrea Barbazza. — Dalle Poesie de’ signori accademici fantastici di Roma (in Roma, Grignani, 1637).

Sul B. si vedano le Glorie degli Incogniti, pp. 23-5.

XXII. Antonio Fortini. — Dalla Raccolta del Guaccimanni.

XXIII. Agostino Augustini. — Dalle Naturalezze poetiche del signor Agostino Augustini da Pesaro (s. l. a., dedica da Roma, 1647).

XXIV. Marcantonio Arlotto. — Dalla Raccolta del Guaccimanni.

Sull’Arlotto, Mazzuchelli, i, 1097.

XXV. Fabio Leonida. — Dalla stessa Raccolta.

XXVI. Gherardo Saracini. — Dalla stessa Raccolta.

XXVII. Pietro Paolo Bissari. — Da Le stille d’Hippocrene, trattenimenti poetici del commend. conte Pietro Paolo Bissari il Rincorato dell’Accademia Olimpica (in Venezia, 1648, per Francesco Valvasense).

Sul B., oltre Le glorie degli Incogniti, pp. 381-3, si veda la monografia di G. Brognoligo, La vita di un gentiluomo italiano del Seicento, il conte P. P. B., vicentino: 1585-1663 (Napoli, Iovene, 1909: estr. dagli Studi di letter. ital., vii sgg.).

XXVIII. Claudio Trivulzio. — Dal Sonettiere italiano del Canini.

Il Trivulzio pubblicò un volume di Rime (Milano, 1625).

XXIX. Gianfrancesco Cormani. — Dalla Raccolta del Guaccimanni.

XXX. Ermes Stampa. — Dal ms. della Biblioteca Casanatense, n. 3392, ff. 362-3.

Dello Stampa (1615-1647) si ha un volume di Rime (Milano, 1671): cfr. Quadrio, ii, parte i, p. 328.

XXXI. Aurelio Mancini. — Dal ms. cit., f. 359.

XXXII. D’incerto: «Il gelsomino tra le labbra». — Dalla Raccolta del Guaccimanni.

XXXIII. D’incerto: «Τὰ χαταμήνια». — Ms. della Biblioteca Vittorio Emanuele, n. 487 [671-629], f. 121, dove ha un titolo piú volgare.

XXXIV. «Zitella romanesca». — Ibid., f. 120.

XXXV. Martino Lunghi. — Dalle cit. Poesie degli accademici fantastici. [p. 534 modifica]

XXXVI. Antonio de’ Rossi. — Dai Sonetti del sig. D. Antonio de’ Rossi (Napoli, Mollo, 1661).

Sul De’ Rossi, cfr. Toppi, p. 31.

XXXVII. «La mosca nel calamaio». — Dal Cannocchiale aristotelico di Emmanuele Tesauro (ed. di Venezia, 1682), pp. 171-2. Anonima, ma forse dello stesso Tesauro.

V

I nn. i-xxii, dai Nove cieli, poesie del signor Girolamo Fontanella, all’altezza serenissima di Ferdinando II, granduca di Toscana (in Napoli, per Roberto Mollo, 1640).

I nn. xxiii-xxxiii, dalle Ode, consacrate all’immortalitá dell’ill.ma et ecc.ma signora D. Anna Carafa, principessa di Stigliano e vicereina nel regno di Napoli, seconda impressione (in Napoli, per Roberto Mollo, 1638).

Il n. xxxiv, dalle Elegie, dedicate all’ill.mo et ecc.mo signore D. Diomede Carafa Paceco, duca di Maddaloni (in Napoli, per Roberto Mollo, 1645).

Il Toppi, Bibl. nap., p. 156, e il Crescimbeni, v, 170, dánno il Fontanella per napoletano; ma il Quadrio, v, 87, fa notare che la prima edizione delle Ode (in Bologna per lo Tebaldini, 1633) ha sul frontespizio: «Girolamo Fontanella, reggiano». Un’allusione alla sua provenienza dall’alta Italia si può vedere, del resto, nei versi pubblicati in questo vol., p. 244. Visse molti anni a Napoli, dove morì nell’agosto del 1644; e postume furono pubblicate, nel 1645, le Elegie. Il Tiraboschi, Biblioteca modenese, ii, 340-2, non sa nulla di lui, né trova come riattaccarlo alla famiglia Fontanelli di Reggio Emilia: «forse il F., uscito da Reggio in etá fanciullesca, non vi fece ritorno, e perciò niuna memoria ne è poi rimasta». Due lettere a lui dirette sono in Vincenzo Armanni, Lettere (Roma, 1663), i, 566.

VI

SALOMONI — MORANDO — BRIGNOLE-SALE

I. Giuseppe Salomoni. — Dalle Rime di Giuseppe Salomoni, accademico Sventato detto il Sano (in Bologna, presso gli eredi del Dozza, 1647). [p. 535 modifica]

Edizioni precedenti della parte i, Udine, Lorio, 1615; delle due parti, Venezia, Ginami, 1626.

Intorno al Salomoni, udinese, cfr. Quadrio, ii, parte i, p. 295. Nelle Rime del Michiele, parte ii, p. 250, è un son.: « In morte del sig. Gioseppe Salomoni ».

II. Berardo Morando. — Dalle Opere del conte Bernardo Morando, nobile genovese, divise in quattro tomi, cioè i. Fantasie, ii. Poesie dramatiche, iii. Poesie sacre e morali, iv. Rosalinda, dedicate a Ranuccio II, duca di Piacenza, Parma, ecc. (Piacenza, nella stampa ducale di Gio. Bazachi, 1662).

Sul Morando, genovese (morto il 1656), si vedano i Viaggi di G. V. Imperiale (ed. Barrili, in Atti della soc. ligure di storia patria, xxix, fasc. i), pp. 208, 229, 252; Angelo Aprosio, Biblioteca aprosiana (Bologna, Manolessi, 1673), pp. 547-553; e Le glorie degli Incogniti, pp. 85-7.

III. A. G. Brignole-Sale. — Da Le instabilitá dell’ingegno, divise in otto giornate dall’ill.mo signor marchese Anton Giulio Brignole-Sale (in Bologna, per Giacomo Monti e Carlo Zenero, 1635). Il son. ii, dalle Lagrime per la morte della signora Emilia Adorni Raggi (in Piacenza, per Girolamo Bazzacchi, 1634), riferito in F. Meninni, Il ritratto del sonetto (Napoli, 1677), p. 99.

Il Brignole-Sale (1605-1665), genovese, si fece poi frate: onde le Instabilitá dell’ingegno ricomparvero con mutamenti e tagli nelle edizioni di Venezia, 1641, 1652. Scrisse anche: Il carnevale con l’anagramma di Gotilvannio Sallibregnio (Venezia, 1639, 1641, 1663). Si vedano Le glorie degli Incogniti, pp. 67-9, e Mazzuchelli, ii, 2098-2101.

VII

MICHIELE — ZAZZARONI — QUIRINI

I. Pietro Michiele. — Dalle Rime di Pietro Michiele, nobile veneto, terza impressione (in Venezia, 1642, appresso gli Guerigli); e da La benda di Cupido, aggiuntovi (sic) la terza parte e le odi (ivi, 1648).

Delle molte opere del M. un catalogo è innanzi alla Benda di Cupido: si vedano Le glorie degl’Incogniti, pp. 373-5; Crasso, Elogi, ii, 265-8; Quadrio, ii, parte i, 312, 592, 625, 669; iii, parte ii, 466; iv, 116, 274, 582-3, 685. [p. 536 modifica]

II. Paolo Zazzaroni. — Dal Giardino di poesie, distinte in mirti, viole, rose, allori, cipressi, spine, coltivato da Paolo Zazzaroni (in Verona, appresso Bartolomeo Merlo, 1641).

Dello Z., notizie nelle Glorie degli Incogniti, pp. 365-7.

III. Leonardo Quirini. — Dai Vezzi d’Erato, poesie liriche di Leonardo Quirini, nobile veneto (in Venezia, 1649, appresso Gio. Giacomo Hertz).

Vi è incluso un idillio: Il Narciso, giá pubblicato in Venezia, 1612.

Intorno al Q., Le glorie degli Incogniti, pp. 309-311.

VIII

BASSO — ZITO — MUSCETTOLA

I. Antonio Basso. — Dalle Poesie del dottor Antonio Basso, accademico Otioso (in Napoli, per Giacomo Gaffaro, 1645).

Il Basso, napoletano, prese parte alla rivoluzione di Masaniello, e fu decapitato nel febbraio 1648 per cospirazione contro il duca di Guisa: v. i Mémoires de feu monsieur le duc de Guise (2ª ediz., Paris, 1668), pp. 239-269.

Di lui fa cenno anche l’Imperiale, Giornali (ed. Barrili, in Atti della soc. lig. di st. patria, xxix, f. 2), pp. 386, 470. Oltre brevi cenni nel Toppi, p. 24, e nel Mazzuchelli, ii, 532-3, si veda Minieri Riccio, Notizie biogr. e bibliogr., ecc., Lettera B, pp. 13-14.

II. Vincenzo Zito. — Dagli Scherzi lirici di Vincenzo Zito, (in Napoli, per Ottavio Beltrano, 1638); e dalle Poesie liriche (in Napoli, per Novello de Bonis, 1669).

Era nativo di Capua, secondo il Toppi, p. 310, e giá morto nel 1669, quando le poesie di lui furono edite dal figliuolo Mario.

III. Antonio Muscettola. — Dalle Poesie di don Antonio Muscettola, parte prima (in Venezia, 1661, per il Baba); e parte seconda (ivi, 1669, appresso Zaccaria Conzatti).

Una terza parte fu pubblicata postuma dal figliuolo Francesco, duca di Spezzano (in Napoli, nella stamperia di Giacomo Raillard, 1691). La prima raccolta di Poesie è di Napoli, per gli eredi del Cavallo, 1659.

Il Muscettola (1628-1679) scrisse anche una tragedia La Belisa (Napoli, Rossi, 1664), una favola drammatica La Rosalinda [p. 537 modifica](Venezia, Baba, 1661), un volume di Epistole famigliari, in versi (Napoli, Bulifon, 1678), e un altro di Prose (Piacenza, Bazacchi, 1665). Si vedano intorno a lui Crasso, Elogi, ii, 225-30; Biblioteca aprosiana, pp. 468-78; Bonomi, Parto dell’orsa, parte ii, pp. 202-3; U. Tria, D. Antonio Muscettola, duca di Spezzano, e il p. Angelico Aprosio (Napoli, d’Auria, 1897); e Belloni, Il Seicento, pp, 94-5.

IX

Dalle Poesie del cavalier fra’ Ciro di Pers, dedicate alla sacra cesarea maestá di Leopoldo imperatore augusto pio pannonico (in Venezia, per Andrea Poletti, all’insegna dell’Italia, 1689; due volumi). I sonn. x, xiii, xv, xix sono presi dall’edizione di Napoli, Poli, 1669, dalla quale (per altro scorretta e qua e lá mutila) ci siamo giovati anche per restituire qualche verso tralasciato nell’ediz. del 1689.

Sul Di Pers (nato nel castello di Pers nel Friuli, 1599-1662), oltre un cenno nelle Glorie degli Incogniti, pp. 105-7, e la biografia che precede l’edizione del 1689, curata dai nipoti di lui, si ha una monografia di Bruno Guyon, Ciro di Pers e le sue poesie (Udine, tip. del Bianco, 1897): cfr. Giorn. stor. d. letter. italiana, xxxi, 439-41.

X

Dalle Poesie meliche di Giuseppe Battista, parti i-iii (Venezia, per li Baba, 1659), parte iv (ivi, 1664), parte v (Bologna, per Gioseffo Longhi, 1670); e dagli Epicedi eroici, poesie (Venezia, 1667).

Delle due prime parti si ha un’edizione anteriore di Venezia, Baba, 1653, e piú ristampe; degli Epicedi, una, accresciuta, di Bologna, Longhi, 1670.

Di Giuseppe Battista (nato a Grottaglie, in prov. di Lecce, 11 febbraio 1610, morto in Napoli 6 marzo 1675), e autore altresí di Epigrammata (Venezia, 1653), di Giornate accademiche, prose (Venezia, 1673), di Lettere (Bologna, 1678), di una Poetica [p. 538 modifica](Venezia, 1676), scrissero i contemporanei Crasso, Elogi, i, 334-341, e Bonomi, Parto dell’orsa, pp. 212-3; e sfavorevolmente G. Cicinelli, Censura del poetare moderno (Napoli, Passeri, 1672), e F. Meninni, Furti svelati nelle poesie meliche e negli epigrammi di G. B. (s. l. a.). Recentemente, Edoardo Pedio, G. B., poeta e letterato del 600, con documenti inediti (Trani, Vecchi, 1902). Le piú ampie e precise notizie sono, per altro, in Minieri Riccio, Not. biogr. e bibliogr. cit., lettera B., pp. 15-17.

XI

ARTALE — LUBRANO — CANALE

I. Giuseppe Artale. — Dalla Enciclopedia poetica di Giuseppe Artale, cavaliero angelico-aureato-costantiniano di San Giorgio, corretta ed accresciuta dall’autore, tre parti (in Napoli, presso Antonio Bulifon, 1679).

Dell’Alloro fruttuoso, che costituisce la terza parte, la prima ediz. è di Napoli, per Novello de Bonis, 1672.

L’Artale (n. presso Catania, 1628, m. in Napoli, 1679) scrisse anche un romanzo, Il Cordimarte, una tragedia di lieto fine, Guerra tra vivi e morti (Napoli, Bulifon, 1679), e un dramma musicale, La Pasife ossia l’impossibile fatto possibile (Venezia, 1661). La vita di lui si trova alla fine del primo volume dell’Enciclopedia, e fu scritta da Catone Aurelio Clabbes (anagramma di Vito Cesare Cabballo). Si vedano Mongitore, Bibl. sic., i, 371-2, e Mazzuchelli, i, 1143-4.

II. Giacomo Lubrano. — Dalle Scintille poetiche o poesie sacre e morali, di Paolo Brinacio [Iacopo Lobrano] napoletano (in Napoli, nella nuova stampa delli soci Dom. Ant. Parrino e Michele Luigi Muzi, 1690).

Nella prefazione di Silvestro di Fusco: «Eccoti alfine le poesie italiane del signor Paolo Brinacio, il quale, tuttoché travestito di nome, darassi ben a conoscere al mondo letterato in questi pochi tratti della sua penna, appunto come si facevano discernere le linee rosse di Apelle..... Avvegnaché la sua professione non sia di far mostra di sé colla cetera al collo, ma di sacro oratore, non per tanto che si vuol fare? in quelle ore nelle quali tetrica sunt amoenanda iocularibus, si ha lasciato lusingar dalle muse». Cfr. anche, in questo vol., il son. xi del Canale. [p. 539 modifica]

Oltre le prediche, il Lubrano pubblicò un volume di poesie latine: Suaviludia musarum ad Sebethi ripam, epigrammatum libri x Iacobi Lubrani, e societ. Jesu, neapolitani (Neapali, ex typ. Iacobi Raillard, 1690). Cfr. intorno a lui Capone-Marano, Un poeta satirico del XVII secolo: Giulio Acciani (Salerno, Iovane, 1892), pp. 133 263, e il Vico, Autob., in Opp., ed. Ferrari, IV, 331.

III. Giovanni Canale. — Dalle Poesie del signor Giovanni Canale, divise in morali, varie, eroiche, di lodi, funebri, sagre, dedicate al card. F. Vincenzo Maria Orsini (in Napoli, 1694, per li soci D. A Parrino e M. L. Muzi).

Ediz. anteriore delle parti i e ii, Venezia, Conzatti, 1667.

Il Canale era della Cava, secondo il Toppi, p. 116, e nacque ai primi del Seicento. Scrisse anche L’anno festivo overo i fasti sacri, poema (Venezia, 1674) e un romanzo L’Amatunta (ivi, 1681).

XII

MENINNI — L. e P. CASABURI — GAUDIOSI

DOTTI — PERRUCCI

I. Federico Meninni. — Dalle Poesie di Federico Meninni, all’ill.mo signor marchese D. Giovan Battista Spinelli de’ principi di San Giorgio (in Napoli, 1669, per Luc’Antonio di Fusco).

Secondo il Toppi, p. 81, era nativo di Gravina. Di professione era medico. Scrisse anche Il ritratto del sonetto e della canzone, discorsi (Napoli, Passeri, 1677).

II. L. e P. Casaburi. — Da Le quattro stagioni, poesie varie di D. Lorenzo Casaburi Urries, napoletano, dedicate al principe di Sanseverino Gentile Albertino (in Napoli, 1669, per Novello de Bonis); e da Le sirene, poesie liriche del signor D. Pietro Casaburi Urries, dedicate al principe di Macchia Pietro Gambacorta (ivi, 1676).

Sui fratelli Casaburi, Toppi, p. 245-6. Pietro pubblicò anche I concerti poetici (cfr. Gimma, Elogi, i, p. 346).

III. Tommaso Gaudiosi. — Da L’arpa poetica, distinta in sei parti (Napoli, per Novello de Bonis, 1671).

Era della Cava (Toppi, p. 297), e compose anche una tragedia: La Sofia ovvero l’Innocenza ferita (Napoli, 1640).

IV. Bartolomeo Dotti. — Dalle Rime: i sonetti di Bartolomeo Dotti (Venezia, 1689). [p. 540 modifica]

Il Dotti (di Valcamonica nel Bresciano, 1642-1712) è piú noto come scrittore di satire. Ediz. postuma: Satire del cavalier Dotti (Ginevra [Parigi], 1757).

V. Andrea Perrucci. — Dalle Idee delle muse, poesie del dottor Andrea Perrucci, dedicate a Carlo Ferdinando Gonzaga, duca di Mantova (in Napoli, 1695, per li soci Parrino e Muzi).

Del Perrucci (nato a Palermo, 1651, morto a Napoli, 1704), autore di moltissime opere drammatiche e melodrammatiche, e tra le altre del Verbo umanato, rimasto per secoli popolare nei teatri di Napoli (cfr. Croce, Teatri di Napoli, pp. 159-163), discorrono il Mongitore, Bibl. sicula, i, 32-34, e P. Martorana, Notizie biogr. e bibliogr. d. scritt. del dial. napol. (Napoli, 1874), pp. 323-7.