Lo scortico de Campomarzo

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Giuseppe Gioachino Belli

1845 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura Lo scortico de Campomarzo Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Le cose sue de la padroncina L'appartamento de la padrona
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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LO SCÓRTICO DE CAMPOMARZO.1

     Nun dubbità, cch’è ’na cosetta bbella
D’arillegràcce2 er Papa in concistoro!
È stato p’er Vicario3 un bèr decoro
4Lo scropì ttant’abbati in ciampanella!4

     Bbèr gusto d’annà a smove ’na quarella5
A sti poveri preti, pe’ ddio d’oro,
Che sse ne stanno pe’ li fatti lòro
8Svariànnose6 co’ cquarche pp...anella!

     Doppo ch’Iddio lo sa cco’ cquanto zzelo
Minestrano li santi sagramenti,
11Je s’abbi da invidià cquer po’ de pelo!

     Pe’ mmé, mmòrino7 tutti d’accidenti,
Ma indove lo trovate in ner Vangelo
14Che provibbischi er pane a cchi ha li denti?

20 luglio 1845.

[p. 292 modifica]“cadere in qualche errore contro l’aspettazione e contro la consuetudine„), serve assai meglio di soppiatteria a far intendere il giusto valore del corrispondente romanesco.]

     5 [Una querela.]      6 [Svariandosi: svagandosi, prendendosi un po’ di svago.]      7 [In quant’a me, muoiano pure ecc.]




L’APPARTAMENTO DE LA PADRONA.

     La mi’ padrona è vvedova da un anno,
E sse gode sto po’ dd’appartamento,
Che cc’entrerìa magara un riggimento
4Coll’arme e li bagajji ar zu’ comanno.

     Questa è la sala: cqui sto io: llì stanno
Le cammoriere e er pupo:8 de cqui ddrento
Se9 va a ssei stanzie nobbile, che ssento
8Che li re cche so’ re mmanco scell’hanno.10

     Poi viè er zalone der bijjardo, poi
Quello der ballo, poi ’na gallaria
11Pe’ spasseggio, pe’ ggioco e cquer che vvòi.

     Là ccanteno e cqua ddorme la padrona:
E accusì, amico, senza dì bbuscia
14Pòi dì cche llà sse canta e cqua sse sona.

28 marzo 1846.

Note

  1. [Qui, scórtico significa: “una o più camere in un luogo appartato e segreto, per compirvi l’atto indicato col medesimo vocabolo nel sonetto a pag. 235 di questo volume.„ — Campo Marzio, via, piazza e rione di Roma. — Il fatto accennato nel sonetto dev’essere certissimamente storico, benchè a me non sia riuscito di trovarne notizia.]
  2. [Da rallegrarci.]
  3. [Per il Cardinal Vicario. V. in questo volume la nota 1 del sonetto: Er giudisce ecc., 26 genn. 32.]
  4. [In quelle Varianti e note a parte, dell’autore, già accennate più volte in questo volume, trovo: “Romanesco: ciampanella, in toscano: soppiatteria.„ Ma, al solito, il Belli era ingannato dai vocabolari. (V. la nota 7 del sonetto: L’età ecc., 14 mar. 34.) Al romanesco ciampanella, corrisponde semplicemente il toscano ciampanelle. Il quale, benchè si usi solo nella frase dare in ciampanelle, pure (significando essa “cadere in qualche errore contro l’aspettazione e contro la consuetudine„), serve assai meglio di soppiatteria a far intendere il giusto valore del corrispondente romanesco.]
  5. [Una querela.]
  6. [Svariandosi: svagandosi, prendendosi un po’ di svago.]
  7. [In quant’a me, muoiano pure ecc.]
  8. [E il bambino. Dal lat. pupus.]
  9. Si.
  10. Ce le hanno: semplicemente “le hanno.„