Locomotive/Quarta sintesi

Da Wikisource.
Quarta sintesi

../Terza sintesi ../Quinta sintesi IncludiIntestazione 16 marzo 2020 100% Da definire

Terza sintesi Quinta sintesi
[p. 477 modifica]

Quarta sintesi

IL LAGO DELLE TROTE

Terrazza di ristorante elegante sul lago delle Trote. A destra una siepe di piante e fiori la separa dal pontile del battello. A sinistra troneggia il barman fra altari di bottiglie e macchine di caffè espresso.

Imprecisi

a Sottili che lo segue dice sbuffando:

Ma dove s’è cacciato il Seduttore di treni? Correva col suo specchio come un raggio di aurora sul mare. Mi aveva promesso di farmi vedere la nuova strada... D’altra parte volevo evitare mia moglie in agguato alla finestra. Mi avrebbe agguantato coi suoi sguardi a gancio e tirato su in casa per la cosidetta colazione di bile. Meglio cosí! Mangeremo qui. Sono stanco. Questi tre?... O quattro?... Li abbiamo fatti a passo di corsa?

Sottili

Caro Imprecisi, sareste per caso preso dalla malattia della precisione?

Imprecisi

In realtà tutto si sbriga da sé. Ora il macchinista del diretto comanda la mia stazione. Ad Austerlitz la Vittoria si [p. 478 modifica]maturò da sé. Napoleone aveva perduto tutti i suoi portaordini. Nessun ordine essendo giunto a destinazione, la somma delle autonomie produsse la Vittoria.

Il seduttore di treni

entra guardando in giro:

Sono al sicuro! Volevano arrestarmi quei due carabinieri! Li ho accecati con lo specchio! Qui si sta meglio!... Ah!...

Imprecisi

Certo la mia stazione è troppo incassata fra le montagne.

Il seduttore di treni

Una specie di tomba di treni. Salgono affannosamente per giungere all’ideale ossigeno, e si trovano sulla bocca puzzolente del tunnel.

Imprecisi

Come fa lei a conservare la nitidezza del suo specchio?

Il seduttore di treni

Lo nutro di paesaggi solari e di belle donne, e lo purgo con stelle abbondanti.

Imprecisi

Certo uno specchio che corre come il suo e vi abbaglia in ogni luogo è cosa... turbante!

Il seduttore di treni

Uno specchio immobile è un volgare pozzo di suicidi. Uno specchio corrente diventa un astro. Mangia passanti, case e montagne. Il mio è bonaccione. Gli voglio bene. Fra poco lo sospenderò perché possa riposarsi un poco. Ma prima ci divertiremo. Guardi. Laggiù, alla boa. E’ lei! [p. 479 modifica]

Imprecisi

Chi? Rara?

Il seduttore di treni

Si, Rara. Carina!... Prende lezioni di nuoto da quella foca, il banchiere Bor. Col mio specchio ora le appiccico sul naso un farfallone d’oro!... Si esasperano!

Rara

invisibile, dal mare:

La finisca lei!

Il seduttore di treni

Sirena!... Tritoneee! Bel Tritoooneee!...

Bor

dal mare:

Spiritoooso!

Imprecisi

al cameriere:

Cosa c’è di buono da mangiare?

Il cameriere

Trote ideali. Le prenda. Fra poco giungerà il battello. Non potrò più servirla accuratamente.

Imprecisi

Trota, dunque. La lontananza dalla stazione mi dà appetito, malgrado il caldo. Questo lago ha una fama scroccata. Vi si prendono dei bagni bollenti. Mi dica, Sottili, lei conosce bene Rara?

Sottili

Una fugace conoscenza... di specchio, ma posso presentarvi. La vostra celebrità di bellissimo capostazione vi ha certo preceduto nel suo cuore. [p. 480 modifica]

Imprecisi

L’inviteremo a pranzo. Cameriere, trote per quattro.

Sottili

a Rara che esce dalla sua cabina, in costume da bagno attillato e ricco accappatoio:

Signorina Rara, l’attendo da un’ora con un suo adoratore che desidera esserle presentato. Il nostro purtroppo preciso capostazione Imprecisi.

Rara

Buon giorno, Sottili Turbante. Lietissima di conoscerla. (A Imprecisi) Lei è quello del disastro di questa mattina?

Sottili

Precisamente. Ha dato la stazione in consegna al macchinista del diretto. E’ libero ormai dai suoi doveri coniugali ferroviari. E’ qui tutto per voi.

Rara

Mi annoio. Divertitemi.

Vocio confuso dell’arrivo del battello. Una folla di signore e signorine invade la terrazza dello stabilimento.

Imprecisi

Pranza con noi.

Rara

sedendosi:

Con piacere. Saremo però disturbati dalle solite signorine virtuose, svestitissime. [p. 481 modifica]

Sottili

Fa tanto caldo...

Rara

Ed è perché fa caldo che esse sognano di vestirsi di sudante carne maschile.

Imprecisi

Moralista voi?

Rara

Moralista? Giammai... Logica! (Ad alta voce) Odio le nauseanti nudità di queste vergini da marito.

Signorine

incuriosite, agitate:

Chi è? Rara? La famosa Rara? Dov’è il banchiere? C’è il capostazione! Il famoso deragliatore. Ma a chi parla? Ce l’ha con noi?

Rara

Si, si, lo ripeto. Ho schifo di questo sgualdrinume per bene.

Sottili

Signorina Rara! Si copra. Lei è quasi nuda.

Un giovanotto

Ma Rara! Via, lei offende mia sorella! Come? Lei? Lei critica queste vesti decentissime?

Sottili

Si copra, Rara, non per amore della logica! [p. 482 modifica]

Rara

Lasci, lasci. Sono inezie! Discutono i metri del mio costume da bagno e assolvono i millimetri di quelle foglie di fico!... La giustizia è una impagabile cortigiana!

Voci

Cosa? Cos’ha detto? Cortigiana a mia sorella? A lei? Si, a lei! No, a lui!

Sottili

alzando la voce:

E’ lui, è lui, sì, il signor Gingia, l’Inglese! E’ lui che ha offeso la sorella.

Voci

Ma che sorella!... E’ sua madre.

Signor Gingin

oscillante, col suo bicchiere in mano, gli occhi inebetiti fra l’arruffio confuso delle voci e dei gesti irati:

Yes, yes, no, no. I am sorry. Sorry!

Voci

Ma che sorry. Lei ha detto che le nostre sorelle sono... Non oso ripetere.

Sottili

Ho sentito io, con queste orecchie. Sì, lei, signor Gingin, ha detto che le nostre sorelle sono sgualdrine.

Imprecisi

Ho sentito anch’io! [p. 483 modifica]

Il seduttore di treni

con grandiloquenza baritonale e gesti solenni, in piedi sopra una seggiola, manovrando il suo specchio per eccitare e abbacinare i con, tendenti:

Si, anch’io! Vengono da noi per offenderci! Sono stato cameriere a New York, a Londra. Me ne hanno fatte di tutti i colori. Fuori l’insolente! (Chiamando a parte un avvocato) Ha sentito? Gingin parla di lei! Dice che gli avvocati non hanno diritto di fare il bagno... Perché bevono l’acqua del cliente... Alludeva... a lei!

L’avvocato

A me?

Il seduttore di treni

A lei, avvocato principe! (Prendendo a parte un industriale panciuto) Ascolti un po’ ciò che Gingin dice di lei... e del livello del lago... e della sua conceria di pelli... Dichiara che le cabine sono in pericolo quando lei si bagna e che il mare cambia di colore. Fuori l’inglese!... Fuori!

Rara

Ma non è inglese, il signor Gingin. E’ napoletano!

Voci

Viene da New York. Fuori gli stranieri! Io già, se scoppia la guerra, parto subito. Sputagli in faccia! Buttalo in mare! Ma no! Siete pazzi? Calma! Calma! Calmaaa!

Rara

Cosa c’entra il forestiero? Sono italiana e come tale non voglio in Italia questa indecenza soi-disant honnête. Sono un’artista, ma a posto. Non invito. Sono sempre invitata. [p. 484 modifica]

Il seduttore di treni

scivolando fuori dai diversi gruppi eccitati da lui, e nei quali scoppiano successivamente discussioni e risse:

Ho acceso un altro razzo. (Ad alta voce) La colpa è di Rara, si, è di Rara. E’ lei che ha fatto succedere questo pandemonio per nascondere i suoi amori con... con Turbante! Rara, Rara! (Chiamando Rara che è presa in un vortice di signorine discutendo e rissando) Venga qua, che le dirò il mio parere. (Si siede sbuffando)

La normalissima

a Imprecisi e a Sottili:

Posso sedermi? Uff! Quanti villani! Non sanno discutere. Mi hanno sfasciato il cappello... Lei, lei, mi presti il suo specchio. (Al seduttore di treni che si precipita ossequiosamente ai suoi piedi presentandole lo specchio) Grazie, sí, cosí! Veramente non capisco cosa trovano di raro in quella posatrice! In cinematografia non riuscirebbe. Io, a dire il vero, sono tagliata per lo schermo. A Piacenza i miei di casa mi proibivano di andare al cinema. Furibonda, una mattina ho messo dell’inchiostro nel cioccolatte di papà, mammà e fratellino. Uno scandalo!... Sono scappata. Incolparono il cuoco!

Prima signorina

Che succede? Dove è andata Rara?

Seconda signorina

Corre laggiù dietro le cabine. E’ pazza. Insulta tutti.

Escono

Una cocotte

entra con calma, si siede e rimane composta con alcune lievissime smorfie di sdegno sul viso imbellettatissimo.

[p. 485 modifica]

Prima signorina

rientra come un uragano urtando seggiole e persone e con collera grida:

Ventimila lire per quell’anello! E’ troppo! Ma lo voglio. Lo avrò, Paolo me lo pagherà.

Seconda signorina

rientra seguita da un negro vestito di nero:

Cara! (Alla prima signorina) Ti presento Roll Fuld celebre propagandista del rito metodista americano. Parlate, Roll! Fate sentire le vostre massime di saggezza.

Roll Fuld

con gesto solenne:

Figli di prostitute! (Agitazione e grida) Si! Figli di prostitute! Con queste parole fui accolto a New Work.

La normalissima

Dopo sono stata a Parigi amante di un cinese. Diplomatico! Aveva un cameriere col codino che mi piaceva. Il diplomatico ha finito per pescarmi col cameriere. Voleva uccidermi alla cinese! Mi sono vendicata dei suoi modi brutali con un boxeur delle Folies Bergères. Il mio vero amico è italiano. Brutto vecchio, ma ricchissimo. Un mercante di formaggi perbene. Mi adora! Ogni giorno un regalo!... Si chiama Bellonda. Quando ho lasciato Parigi, è stato per incontrarlo. Anche per vedere mia madre. Capitai male... di domenica. Mia madre aveva nelle braccia la nipotina di sei mesi. Brutta con tante croste sul viso. Entra la cameriera con una lettera. Mammà mi mette la pupa nelle mani e apre la lettera. 11 suo viso si oscura mentre brontola: «Lo [p. 486 modifica]sapevo. Un’altra signora che si scusa di non poter venire oggi al mio tè. Evidentemente conosce la tua vita!». A queste parole mi salta la mosca al naso, e butto a terra la nipotina. Disgraziatamente è morta sul colpo. (Al seduttore di treni che bruscamente ha voltato lo specchio) Cosa fate?

Il seduttore di treni

Scusi, signorina, il mio specchio è pieno di cuore... Non lo faccia piangere.

La normalissima

Non mi piaceva quella pupa! Vi sembro cattiva. Sono leggera. E’ la vita.

Imprecisi

Certo più rara di Rara.

La normalissima

Eppure mi chiamano Normalissima.

Rara

rientrando a un gruppo di signore anziane con voce acutissima:

In quanto a lei, basta, faccia silenzio! Volete sapere chi è questa mignatta? E’ una zitella inacidita che ogni notte lima le punte delle griglie del suo balcone perché vi si infilzi crollando sopra la mammelluta ciabattona inquilina del quinto piano coi suoi marmocchi tempestosi e le sue poppe naviganti. Ve le presenterò tutte. Venite, venite!

Il mercante d’ovatta

palpandosi le tasche gonfie:

Ora sta per sbottare. Sono pronto. Ho tutto il necessario. [p. 487 modifica]

Rara

eccitatissima:

Non ne posso più!... Non ne posso più!... (Scoppia in singhiozzi)

Il mercante d’ovatta

accorrendo e prendendola tra le braccia:

Brava! Brava! Si sfoghi. Pianga, pianga. Apra tutte le sue glandole lagrimali.

Mentre Imprecisi e Sottili sorreggono Rara, l’asciugatore di lagrime estrae dai suoi pantaloncini azzurri numerosi fazzoletti finissimi e boccette di lozioni, coi quali comincia un serio massaggio al viso lacrimante.

Si sfoghi, m’inondi pure. Ne ho molti di questi lini preziosi. L’altro giorno ho asciugato otto litri di lagrime a una norvegese.

Rara

riprendendosi, apre gli occhi meravigliati:

Ma ci provate gusto voi ad asciugarmi le lagrime! Non piangerò più. Vi restituisco la biancheria.

Il mercante d’ovatta

Da bagno!

Sottili

a Rara:

Tutti dicono che siete l’amante del capostazione. Purtroppo questa sera lo arresteranno. [p. 488 modifica]

Imprecisi

mangiando religiosamente:

Per il disastro di stamattina, già!... Disastro intenzionale!?... Il treno voleva deragliare, invece si è fermato.

Voci

Ecco l’inglese!... S’era addormentato in una cabina!... Si era nascosto! Macché! E’ ubriaco fradicio... Cacciatelo in mare per rinfrescarlo!...

Rara

Carabinieri!... Carabinieri!... Bisogna chiamare la polizia. Sono capaci...

Voci

Dove sono i custodi dell’ordine?

Imprecisi

Qui l’ordine si fa da sé. Non temete, Rara. Le collere vanno spegnendosi. Non vi sono carabinieri nel paese. Questa rissa è la prima che scoppia dopo un secolo di pace. Era poco tutto sarà calmo. Ecco la luna. A tavola!... A tavola!... Siete stata magnifica, Rara! Una bellissima mondana come voi, che predica la castigatezza del vestiario alle signorine per bene, ecco uno spettacolo unico.

Rara

Ho fame. Aspetto la trota...

Sottili

Occorre prima pescarla. [p. 489 modifica]

Imprecisi

All’amo?

Il mercante d’ovatta

entrando:

Con cautela, per non rompere il mulinello, concedendole il filo. La pescherò io stesso! Cosí... Vieni! Vieni, grossa e flessuosa trota bella! Sei romantica, lo so (A Sottili e a Imprecisi) Conosco le trote. Ora canterà e si farà pigliare.

Imprecisi

Ecco. Ascoltate. Ha una voce simile a quella di mia moglie. Un po’ fischiante come quella di una locomotiva.

Il mercante d’ovatta

mettendosi sulla spalla destra il filo della pesca e cantando con voce acquatica traversa la scena tirando faticosamente:

Non amo
l’amo
penzolone
ma t’amo
capostazione!
Non amo
tutti
gl’intestini.
Odio
i rumori
birichini.
E’ tutta blu
inzuccherata di luna
la mia carne
saporita

[p. 490 modifica]


porita
porita
porita

Sono un pescatore robusto, ma non ebbi mai all’amo un pesce tanto pesante!... Issa-ooo!

La voce d’un bagnante

Aiuto! Aiuto! Una foca!

Il mercante d’ovatta

Non è una foca... La vedo uscire dall’acqua... E’ una cosa grossa imprecisa... Ma certo l’odor il peso e l’orror si può ben precisar! (Bruscamente si volta e a stento frena coi piedi la forza che lo tira col filo nel lago) Non tiri tanto. Cosa fa? Dio! Che tiraggio! Se lei tira cosí dò le dimissioni da franco tiratore. Cosa dice? Vuol parlare col capostazione? Essere mangiata da lui? Per carità, non s’aggrappi agli scogli. Non beva l’acqua! Perché gonfia i muscoli in codesto modo? Tenga fuori la pancia! Se lei scodinzola mi crea una marea. Cooosa dice? Un po’ di peso al ventre? Faccia pure. Senza complimenti. Desidera un libro divertente? Ora, sta meglio, brava! Venga su ma non tiri. (Lega il filo al parapetto che vibra agli strapponi della trota, poi si siede sull’impiantito, voltando la schiena al lago) Lei tira?... Sta bene, ma patti chiari. (Di scatto il mercante d’ovatta si alza furibondo, e voltandosi verso il lago) Ah! E filo, il mio filo, signora trota! Con quelle mani e quella bocca, lei mi rompe il filo! Se lo rompe! Succhiona! Brutalona! Se lo rompe lo paga lei! Si! lei, si, lo paga lei!... (Il parapetto cede agli strappi del filo. L’impiantito dello stabilimento scricchiola) Diooooo! La foca si porta via lo stabilimento. Si salvi chi può!

Sipario