Madonna, vo' isguardando senti' amore

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Pucciandone Martelli

Guido Zaccagnini/Amos Parducci XIII secolo Indice:Rimatori siculo-toscani del Dugento.djvu Duecento Madonna, vo’ isguardando senti’ amore Intestazione 16 luglio 2020 25% Da definire

Questo testo fa parte della raccolta Rimatori siculo-toscani del Dugento
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IV

Si lamenta che Amore lo abbia ingannato e lo prega a far si
che madonna abbia pietà di lui.

Madonna, vo’ isguardando senti’ amore,
che dentro da lo core
mi fue molto piacente,
cotanto umilemente
5inver’me si mostrao.
Ver’lui mi misi a gir con gran baldore,
credendo aver bonore
da lui, al meo vivente.
Elio veracemente
10di voi m’innamorao,
e bene m’onorao
di tanto, che ’n altura
mise in me la mia cura;
e, quando m’alacciao,
15credetti che facesse a voi volere
ciò che mi fosse gioia e gran piacere.
Da poi ch’Amor non volse ch’io avesse
da vo’ grande allegresse,
né gioco né solacelo,
20meraviglia me faccio
che m’ha cosí ingannato.
Ora ver’me vi fa mostrar feresse
e grandi crudelesse:
e no mi fe’ minaccio,
25quando mi mise il laccio,
und’eo sono allacciato,
e si preso e legato,
che già mai, al ver dire,
no mi porla partire,
30tanto m’ha innamorato,

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che a lo mio vivente soffriraggio
lo male e ’l ben che da voi, donna, avraggio.
Amor, poi ch’a madonna tormentare
mi fai come lo mare,
35quando, di gran tempesta,
a la nave non resta
di dar gravoso afanno,
altrui non aggio, cui mi richiamare,
se non te, che scampare
40mi puoi d’està molesta
e darmi gioia e festa
di tutto lo meo danno;
che certo grande inganno
ha’ dimostrat’e fatto.
45Ma poi mi n’ha’ trasatto,
ristaurar come fanno
li bon signori a li lor bon serventi,
che guigliardonan li lor servimenti.
Da cui lo noni’ è, Amor, tanto avenente
50(e tuttor manta gente
aggi’ odito laudare)
non mi dovresti fare
mostrar tant’argoglianza.
A la mia donna, che cura neente,
55però che ’la non sente
de le mie pene amare,
falline, Amor, saggiare,
ch’aggia di me pietanza
e mostrimi sembranza
60d’alcuna benvoglienza;
che da la mia intendenza
aggio bona speranza,
poi m’arai ristaurato de le pene
e tutto lo meo mal tornato in bene.
65Amor, merzé, a madonna sentire
fa’ lo travaglio e l’ire

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che per lei aggio e sento:
forse mi darà ’bento,
ch’ara di me pietade;
70ched io per me non aggio tanto ardire
ch’eo li le faccia dire:
tant’aggio ismarrimento,
dubitanza e spavento
con gran diversitade,
75e le sue gran beltade
temo di riguardare,
per non voler mostrare
altrui mia volontade.
Se tua vertude, Amor, no mi n’aiuta,
80d’ogn’altra parte ho mia rason perduta.