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Manifesto per le biblioteche digitali

Da Wikisource.
Gruppo di studio sulle biblioteche digitali

2005 Open source Open source Manifesto per le biblioteche digitali Intestazione 15 maggio 2008 75% Open source

"I mercati sono conversazioni. Quando pensate ad Internet, non pensate a dei camion Mack pieni di diavolerie destinate alla distribuzione, che rullano fra innumerevoli cartelloni pubblicitari. Pensate ad una tavola apparecchiata per due."
http://www.cluetrain.com/book/markets.html


"'I mercati sono conversazioni" è la prima delle 95 tesi [anche in traduzione italiana] di un documento del 1999 noto come Cluetrain Manifesto: the end of business as usual, un documento che ridefinisce la natura ed i processi tipici dei mercati nell'era del web in termini di comunicazioni tra persone.

Nel contesto dei mercati online le aziende, i produttori e i venditori di beni o servizi, perdono centralità, potere, capacità di intermediazione rispetto al soddisfacimento dei bisogni, a vantaggio delle persone, che sono sempre meno consumatori o utenti finali passivi, che invece ne acquisiscono. Le aziende che non sanno entrare dentro queste comunicazioni fra persone, cioè che non sanno parlare il linguaggio dei propri mercati, sono destinate, secondo gli estensori del manifesto, all'emarginazione.

Concretizzando un'idea di Giovanni Bergamin il Gruppo di studio ha voluto trasporre alcune di queste idee nel contesto delle biblioteche digitali. Il risultato è il seguente documento, articolato in tre sezioni (Principi, Modelli, Funzioni) e composto da 30 tesi.

Principi

1. Le biblioteche digitali sono conversazioni

Non biblioteca digitale, ma biblioteche digitali, non un sistema, una grande narrazione sistematica, ma tante conversazioni tenute insieme da un linguaggio comune, da una struttura comunicativa basata sull'assunzione di impegni fra comunità diverse per pubblici diversi.

2. Le biblioteche digitali forniscono servizi

Le biblioteche digitali si presentano come comunità di natura disciplinare, territoriale o istituzionale diversa, che forniscono servizi agli utenti.

3. Le biblioteche digitali promuovono la conoscenza

Le biblioteche digitali realizzano servizi che, tramite la promozione dell'accesso alle conoscenze, hanno come fini quelli di facilitare il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza e di favorire la formazione lungo tutto l'arco della vita.

4. Le biblioteche digitali sono biblioteche

Le biblioteche digitali condividono con tutte le altre biblioteche la natura di servizio di mediazione per l'accesso alle conoscenze storicamente determinato dall'interrelazione con il proprio ambiente nello specifico contesto della biblioteca ibrida esse mirano all'integrazione delle risorse digitali e di quelle non digitali in un quadro di servizio adeguato alle esigenze degli utenti.

5. Le biblioteche digitali integrano le comunità

Le biblioteche digitali realizzano l'integrazione funzionale dei servizi offerti da molteplici comunità: archivi, biblioteche, musei, istituzioni della formazione e della ricerca, pubblica amministrazione, industria culturale, industria delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

6. Le biblioteche digitali diffondono i documenti

Le biblioteche digitali consentono al massimo grado la conservazione e la diffusione, tra gli altri documenti, di preprint, rapporti interni, dispense, progetti di studio, protocolli sperimentali, pubblicazioni istituzionali, e altri e-print altrimenti relegabili nella cosiddetta "letteratura grigia".

7. Le biblioteche digitali rispettano i diritti di tutti

Le biblioteche digitali perseguono l'equità ed il giusto equilibrio fra gli interessi dei detentori dei diritti di proprietà intellettuale e gli interessi degli utenti ad un accesso pieno alle conoscenze, e salvaguardano il diritto alla riservatezza degli individui.

8. Le biblioteche digitali condividono i problemi delle loro comunità

Le biblioteche digitali basano il proprio rapporto con gli utenti sul metodo dell'interazione, favoriscono la partecipazione attiva degli utenti alla propria comunità e cercano di parlare il loro linguaggio.

9. Le biblioteche digitali mal sopportano il centralismo

Il vecchio modello di governo e controllo centralizzato ha determinato il fallimento di molte biblioteche digitali. Lo sviluppo coordinato delle biblioteche digitali è garantito dall'adozione e dalla diffusione di standard tecnologici che ne assicurino l'interoperabilità e da modelli organizzativi che ne promuovano la cooperazione.

10. Le biblioteche digitali sono in rete

Tutti i soggetti che hanno accesso ad Internet (ovvero alla "rete") sono potenziali fruitori delle risorse digitali.

11. Le biblioteche digitali sono accessibili

Per garantire l'utilizzazione al più ampio e diversificato insieme di utenti l'infrastruttura delle biblioteche digitali facilita l'individuazione e l'accesso alle risorse digitali, adotta strumenti tali da combattere il digital divide e standard tali da favorire l'usabilità e l'accessibilità dei siti, anche attraverso soluzioni che supportino il multilinguismo al fine di garantire la diffusione dei contenuti nel contesto europeo e internazionale.

12. Le biblioteche digitali si fanno conoscere

Le biblioteche digitali promuovono tutti gli aspetti della propria attività, educano gli utenti al corretto utilizzo dei propri servizi e delle risorse digitali.

13. Le biblioteche digitali si mettono in discussione e si aggiornano

Le biblioteche digitali si impegnano costantemente nella valutazione (auditing, benchmarking) e nell'aggiornamento della propria struttura, e dei propri servizi e contenuti, allo scopo di perseguire al meglio gli obiettivi stabiliti e di orientare la propria attività verso i nuovi obiettivi emergenti.

14. Le biblioteche digitali sono finanziate in maniera trasparente

Le biblioteche digitali sono finanziate con decisioni documentate, pubbliche e trasparenti. Ogni progetto deve essere valutato secondo i criteri dell'innovazione e dell'utilità.

15. Le biblioteche digitali non si occupano di techeology

Spesso le conversazioni sulle biblioteche digitali sono condizionate da posizioni dove gli strumenti si presentano come un misto di tecnologia e di ideologia (techeology) e diventano essi stessi fini e non mezzi per offrire servizi.


Modelli

16. Le biblioteche digitali hanno modelli flessibili

I modelli di biblioteche digitali devono essere flessibili, aggiornabili in funzione delle innovazioni tecnologiche e aperti alle sinergie con aree di applicazione dell'Information and Communication Technology (ICT) che si estendono oltre l'ambito specifico delle biblioteche e degli archivi digitali (e-commerce, digital rights management, public key infrastructure, e-learning, e-government).

17. Le biblioteche digitali sono definite da contenuti e servizi

Le biblioteche digitali sono definite in termini di contenuti, servizi, utenti, fornitori e tecnologie. I contenuti, ovvero le risorse, sono costituiti dagli oggetti digitali veri e propri e dai metadati associati (descrittivi, strutturali, tecnici, amministrativi e di preservazione, e quelli relativi alla gestione dei diritti). I servizi consentono la fruibilità degli oggetti digitali da parte delle varie tipologie di utenti, avvalendosi delle informazioni veicolate dai metadati.

18. I contenuti e i servizi sono eterogenei

Le biblioteche digitali si caratterizzano per l'eterogeneità dei tipi di oggetti e la diversità del loro ciclo di vita, oltre che per i diversi tipi di metadati associati agli oggetti e di servizi per la loro consultazione e utilizzo.

19. L'accesso ai contenuti ed ai servizi è omogeneo

Le biblioteche digitali privilegiano interfacce di ricerca evolute, tali da unificare il sistema di accesso a materiali eterogenei e multimediali, consentendo in una sola azione di ricerca il reperimento di documenti appartenenti a diverse tipologie di standard di registrazione e mezzi espressivi di creazione.

20. Le biblioteche digitali hanno un'architettura articolata e basata su standard

Componenti indispensabili per la costruzione dell'architettura delle biblioteche digitali sono:

a) i portali come piattaforme per organizzare i servizi ed i contenuti; b) i modelli (cross-searching, metadata harvesting, reference linking, ...); c) i protocolli (SRU/SRW, OAI-PMH, NISO OpenURL, ISO-ILL, LDAP, ...) e gli standard tecnologici (HTTP, WebServices, XML, PKI, ...) che costituiscono il middleware per l'integrazione dei servizi di ricerca e accesso delle risorse in rete; d) gli standard dei metadati (DC, MAG, ODRL, METS, MPEG-21, RDF, ...).

21. I detentori dei contenuti e i fornitori dei servizi interagiscono fra di loro

L'infrastruttura delle biblioteche digitali prevede l'esistenza e la convivenza di molteplici repository digitali e più service provider secondo il modello definito dalla Open Archives Initiative (OAI); i repository espongono i metadati descrittivi ed amministrativo- gestionali secondo il protocollo OAI-PMH ed i service provider li utilizzano al fine di implementare portali di tipo disciplinare, territoriale o istituzionale.

22. I contenuti si articolano in molteplici collezioni

Ciascun repository ospita una o più collezioni che sono gestite in piena autonomia dai rispettivi detentori. Sono incentivate le iniziative di cooperazione aventi per obiettivo di armonizzare i contenuti, minimizzando le duplicazioni di tali collezioni.

23. L'accesso e la fruizione dei contenuti sono gestiti in autonomia

Ogni gestore/detentore di un repository adotta in piena autonomia politiche di controllo dell'accesso alle proprie risorse e implementa politiche di fruizione diversificate in funzione dei diversi service provider, oltre che in base al tipo delle risorse, dei servizi richiesti e degli utenti che ne fanno richiesta.


Funzioni

24. Le biblioteche digitali hanno come focus gli utenti

Il focus delle biblioteche digitali è sull'utente, avvalendosi della tecnologia dei portali per integrare i servizi per la scoperta, la ricerca, la localizzazione e l'accesso alle risorse con quelli di guida e di orientamento, di scelta dei contenuti, di personalizzazione dell'interfaccia grafica e di utilizzo dello spazio di lavoro personale anche attraverso le opportune funzioni di registrazione, profilatura, autenticazione e autorizzazione.

25. Le biblioteche digitali sono in rapporto con l'istruzione, l'università e la ricerca

Per favorire l'attività degli istituti di istruzione e di ricerca di ogni livello, le biblioteche digitali mettono a disposizione i propri repository e i propri servizi per la gestione dei materiali necessari a tali attività e in particolare alle attività di e-learning.

26. Le biblioteche digitali si fanno carico, tramite la cooperazione, della conservazione permanente dell'eredità culturale digitale

Alcuni repository, in base alle vigenti normative sul deposito legale e tramite la cooperazione e l'integrazione delle proprie funzioni, sono deputati alla conservazione permanente (ovvero allo scarto necessario) dell'eredità culturale digitale, e a questo fine adottano gli standard più opportuni (es. Open Archival Information System (OAIS) ISO 14721). Allo stesso modo gli istituti depositari adottano le migliori tecnologie per la conservazione dei dati e per la loro consultabilità a lungo termine.

27. Il "Portale nazionale delle biblioteche digitali" è lo strumento di accesso ai servizi dei molteplici service provider

Il "Portale nazionale delle biblioteche digitali" omogeneizza l'accesso ai molteplici service provider e fornisce una visione integrata di tutte le risorse accessibili sul territorio nazionale, agendo come metaindice nei loro confronti e implementandone la directory nazionale.

28. L'adozione di software open source e di standard aperti favorisce la diffusione dei contenuti

Per favorire la diffusione dei contenuti delle collezioni digitali è indispensabile promuovere l'adozione e lo sviluppo di software open source, nonché lo sviluppo e la diffusione di standard massimamente condivisi e aperti, che abbattano le barriere d'accesso e non ne pongano altre.

29. Le comunità delle biblioteche digitali condividono strumenti e servizi gestionali

Devono essere sperimentati e sviluppati opportuni servizi, gestiti anche in modo cooperativo, per l'assegnazione di identificatori univoci e persistenti alle risorse digitali, per i digital rights management (DRM) e per la creazione di thesauri condivisi.

30. Le biblioteche digitali favoriscono l'integrazione funzionale con i motori di ricerca

Le biblioteche digitali favoriscono l'instaurarsi di rapporti funzionali con i motori di ricerca come strumenti di aggregazione e ridistribuzione dei metadati relativi alle proprie risorse.