Libro IVCapitolo VII
§. III.
Del luogo distrutto, chiamato Farato
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9 aprile 2009
75%
Storia
<dc:title> Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Giovanni Andrea Tria</dc:creator>
<dc:date>1744</dc:date>
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Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino - Libro IV Capitolo VII §. III. Del luogo distrutto, chiamato Farato Giovanni Andrea TriaMemorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu
Libro IV
Capitolo VII
§. III.
Del luogo distrutto, chiamato Farato
12. NElla
sentenza del Cardinal Lombardo, Arcivescovo di Benevento dopo Casale
Alto, e Millanico si legge Faratum ; così anche nella Bolla di
Lucio III.
e d’InncenzoIV. Poi questo luogo fu chiamato Fara, come presentemente si chiama
la Fara delle selve, delle grotte, e tra gl’Arcipreti della Diocesi si legge: Archipresbyter de Fara. Questo luogo antico veniva posto in confine del Casale di Vertìcchio, di Melanico, di Serracapriola, e da Oriente confina col fiume Fortore : al presente appena se ne vedono i vestigj, ed è feudo rustico, che si possiede dal Duca di Torre Maggiore dell’Illustre Famiglia di Sangro, e va unito con Dragonara, con cui confina per mezzo del Fortore . Non
abbiamo notizia del tempo della sua distruzione, ma lo supponiamo coll’occasìone
delle più volte menzionate sciagure, che hanno desolato molti luoghi di quella
Diocesi .