Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino/Prefazione

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Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino Imprimatur


[p. iii modifica]

BEATISSIMO PADRE.





È
Noto al Mondo il zelo, con cui quell’Uomo di Dio, il Cardinal F. Vincenzo Maria Orsini, poi Papa sotto nome di Benedetto XIII. di ven. e glor. mem. governò tanto nell’uno, [p. iv modifica]che nell’altro stato la cospicua Chiesa di Benevento: come pure è chiara la sollecitudine, che avea, per quanto gli veniva permesso, per le altre della sua vasta Provincia. Quindi degnatosi il Santo Pontefice trasferirmi di proprio moto dalla Chiesa di Cariati, e Gerenzìa, al servizio di quella di Larino, di lui suffraganea; e prima informatomi minutamente sopra lo stato temporale, e spirituale di essa, sono inesplicabili le premure, che mi diede, per il suo buon governo; può persuadersele però ognuno, che abbia avuto cognizione del suo spirito Ecclesiastico; e molto più la Santità Vostra, la quale in ogni stato godeva della sua più intima confidenza, per le insigni prerogative, che adornavano la di Lei Sagra Persona. Nè ciò bastandogli, volle altresì incaricarmi, che tratto tratto facessi pervenire alla di lui notizia, quanto si andava operando del più preciso, che mi aveva ordinato, con assicurarmi della Pontificia Autorità, per que’ contratempi, che giammai avessero potuto avvenire. [p. v modifica]Condottomi adunque in resistenza con queste Pontificie premure, tosto procurai fare quanto meno male potei. Fatta la prima Visita, celebrai il Sinodo, e secondo le sue Sante istruzioni lo diedi alla luce, per comodo de’ Diocesani, giacchè di sedici altri, che si conservano mff. nell’Archivio, celebrati sino a quel tempo da zelantissimi antecessori, non vi era altro, che fusse stato pubblicato col mezzo delle stampe. E quantunque una tale Sagra Funzione fusse stata fatta con universale approvazione; nientedimeno l’inimico dell’uomo, che non cessa di seminare zizanie, per intorbidare il buon ordine delle cose, operò, che alcuni si richiamassero da certe Costituzioni in S. Costituzione del Concilio; e, per le premure, che avevo della loro osservanza, come quelle, che stabilivano la buona disciplina del Clero, datone conto la Papa, la Santità Sua avvocatane a se la causa, e presane la cognizione, tosto ordinò servari Constitutiones Sinodales1. con queste e [p. vi modifica]altre occasioni accorgendomi, Padre Santo, che quanto al Civile quella Città, e prima, e a tempo della Repubblica fusse stata una delle più rinomate d’Italia, come Metropoli de’ chiarissimi Frentani2 confederata co’ Romani nell’anno di Roma 449. e ammessa alla sua Cittadinanza dopo la famosa guerra Italica, e propriamente nell’anno 663. e che con isplendore si fusse mantenuta anche a tempo dell’Impero Romano, sino all’inondazione de’ Barbari3 in quelle Regioni, che ora compongono il Regno di Napoli, e specialmente ne’ nostri Frentani, e luoghi vicini, ne’ quali per più secoli fu un continuo teatro de’ maggiori insulti, e forsi non sentiti tali altrove, sino al totale loro esterminio4. E che a riguardo dello spirituale debba dirsi, o che in niun’altra di quelle Città de’ Frentani, come sono Ortona a Mare, Aterno, oggi Pescara, e altre vicine, come Benevento, Chieti, Lucera, e simili, fusse stato pubblicato il [p. vii modifica]S. Vangelo, sin dal tempo degli Apostoli, o degli Uomini Apostolici, o che essendo stato, come è certo, che fu ricevuto sin da detto tempo nelle Città preaccennate, non possa negarsi, che anche sia stato pratticato lo stesso in Larino5. E ciò per il costume, che avevano gli Apostoli, e Uomini Apostolici di piantare la Fede di Gesù Cristo nelle Città più illustri, e lasciarvi il proprio Vescovo col fondamento, che abbattuta l’Idolatria nelle Città capitali, riuscisse più facile abbattersi nelle altre inferior6. Né può dubitarsi, che Larino in que’ tempi fusse stata tale, avendone incontrastabili testimonianze di chiarissimi Scrittori contemporanei7, e basta per tutti Marco Tullio Cicerone, il quale nella XIV. Orazione, che è la più diffusa, la più fatigata, e la più celebre tra tante altre sue, e dove non parla, che di Larino, fatta in Senato in difesa diAulo Cluvenzio Avito, Homo; come egli dice; non solum Municipii [p. viii modifica]Larinatis, ex quo erat, sed etiam Regionis illius, & vicinitatis, virtute, existimatione, nobilitate facile princeps. E sa ognuno, che Cicerone fu al mondo non molto prima della venuta di Gesù Cristo: è indubitato però, che dopo l’invasione de’ Barbari continuando le guerre, come dicevo, per molti secoli, ora con Goti, e Vandali, poi Longobardi, e tra essi Greci, Saraceni, Normanni, e tanti altri, la Città restò distrutta da suoi fondamenti, in tal forma, che quel misero avanzo degli Abitatori fu costretto ricoverarsi in un picciolo luogo vicino, ove al presente si ritrovano8. Perciò desolata anche la sua Chiesa, da S. Vitaliano Papa nell’anno della nostra Redenzione 668. fu data in governo a S. Barbato Vescovo di Benevento, e da esso, e suoi Successori fu ritenuto con quello di altre cospicue Chiese di Puglia, le quali parimente si ritrovavano sottoposte allo stesso infortunio per lo spazio di tre secoli interi 9. [p. ix modifica]Tantocchè dopo le sue rovine, per tutte le diligenze da me fatte per lo spazio di diciotto anni, non ho trovato chi ne parli, che scarsamente, e la Cronologia de Vescovi, dalla quale avrei potuto prender qualche lume, scritta nella Sala dell’Episcopio, e presso Ughellio, non solo la ritrovai mancante in numero considerabile, ma anche piena di anacronismi. Perlocchè ammirando l’antico stato florido di questa Città, e sua Chiesa, e deplorando le disgrazie de’ tempi posteriori, come pure riflettendo al grave peso, che tra gli altri moltissimi, hanno i Vescovi, di tener conto delle Memorie moderne delle loro Chiese, e di ricercarne le antiche, m’impegnai di adempire a quest’obbligo preciso e da quel tempo finora, non ho tralasciata opportunità, in cui non mi sia adoperato cercare, e raccogliere notizie, le quali riguardassero il Civile, e l’Ecclesiastico di questa Città, e luoghi, che compongono la sua Diocesi, racccomandandomi ad Uomini versati nella Storia Ecclesiastica, e nelle antichità, [p. x modifica]e ricorrendo a diversi Archivj in Regno, e fuori di esso, e specialmente qui in Roma. Finalmente avendone fatto un grande ammassamento, e considerandolo di giovamento a Successori, e che possa esser profittevole eziandio al Pubblico, per la connessione, che hanno tali Memorie di Città, e Chiese particolari colla Storia Universale Civile, ed Ecclesiastica; pensai perciò darle alla luce, e unendo le memorie antiche, e non trascurando le moderne, tanto a riguardo dell’uno, che rispetto all’altro soggetto, sul motivo, che coll’andar del tempo anch’esse non soggiacessero a quelle infelici vicende, alle quali sono state sottoposte le altre; mi parve dividerle in cinque Libri, e sua Appendice. E avendo umiliato a Vostra Santità questo mio pensiere, in occasione di averle presentata la Carta Topografica della Città, e sua Diocesi, e le altre, che contengono il Prospetto de’ vestigi, e la Pianta Geometrica dell’Anfiteatro di Larino, formate su tale disegno, la Santità Vostra nell’antica [p. xi modifica]Disciplina tenuta da’ suoi Santi Antecessori, principiando dagli Apostoli 10 d’invigilare, e promovere queste applicazioni, non solo si degnò animarmi, ma colla maggiore sua Pontificia serietà si compiacque ordinarmi di volerne vedere il fine. Ora avendo ubbidito a’ supremi impulsi di V. B. mi do la gloria di consagrare alla medesima quest’opera, qualunque ella sia. E ciò, Padre Santo, per due motivi. Primo per l’obbligo, che ha ogni Vescovo di dar conto dello stato della propria Chiesa al Vescovo de’ Vescovi, al Vicario di Gesù Cristo, quale è al Santità Vostra, conforme è stato costumato fin da primi tempi della Chiesa 11, stabilito con Bolle Pontificie12, e confermato dal Ristoratore della Disciplina Ecclesiastica Benedetto PP. XIII. nel suo Concilio Romano 13 con soggiungervi una piena Istruzione, che [p. xii modifica]contiene il metodo da tenersi su di ciò da’ Vescovi, in occasione della Visita de’ Sagri Limini, distesa dallo zelo di Vostra Santità, in quel tempo degnissimo Segretario della S. Congregazione del Concilio 14. In secondo luogo l’umilio alla Santità Vostra, come cosa propria, ravvisandosi, che il meglio, che tra queste Memorie Storiche possa mai considerarsi, sia tutto opera della sua Clemenza: mentre tra le altre segnalatissime grazie compartite a questa Chiesa, assai stimabile fu quella, che appena assonto al governo della Chiesa Universale, si compiacque per mezzo del Signor Cardinal Vicario illustrarla, concedendomi il Corpo del Glorioso S. Costanzo M.15, per li meriti del quale non tralascia S. D. M. operare di continuo prodigj, e Miracoli, per cui si vedono da diverse Provincie frequentatissime peregrinazioni per venerarlo16 e V. B. per maggiormente decorare quella Chiesa Matrice, ove [p. xiii modifica]si ritrova collocato, ultimamente, e in tempo, che le, Memorie della medesima stavano sotto il torchio, a mie umilissime preghiere si è degnata accordare le facoltà d’insignirsi quegli Ecclesiastici 17 come pure prima di ciò si era compiaciuta confermare una simile grazia per li due Capitoli della cospicua Terra di Serracapriola 18. Nè di ordinaria consolazione fu a quella Città, e Diocesi l’approvazione, che V. S. si compiacque fare degli Officj, e Messe particolari di molti Santi loro Compatrioti, e di altro Santo Vescovo, i Sagri Corpi de’ quali si conservano, e si venerano in essa 19 Con eccesso di beneficenza si è anche degnata approvare l’erezione di un Collegio di Mansionarj per servizio della Chiesa Cattedrale, e in ajuto della Cura dell’Anime 20 aprendo altresì felicemente la strada al di loro più onesto mantenimento21 Somma poi è l’altra che avendo io dovuto dismettermi dal servizio di questo Vescovado [p. xiv modifica]per cause ben note alla S. V. benignamente condiscese accordarmi il Successore da me proposto, alle di cui umilissime suppliche m’indussi sul motivo, che con ciò si sarebbe dato fine a molte opere cominciate, e non terminate, come tra le altre sono le fabbriche di Chiese Parrocchiali, insinuatemi dal S. Pontefice di sopra lodato, l’erezione dell’accennato Collegio de’ Mansionarj, e il totale stabilimento della Giurisdizione Ecclesiastica sopra il Feudo, chiamato di S. Agata, e suoi vasti Territorj, che da due secoli si trovava occupato, come già il tutto è stato eseguito, non potendosi dubitare, che in questi casi i Sagri Canoni usano tutta l’indulgenza intorno alla provista del Successore22. Tanto che qui può ben dirsi ciò, che si legge nell’Iscrizione scolpita nella fascia di marmo sotto il Cornicione della magnifica fabbrica della Fonatana di Trevi, principiata dalla s. m. di Clemente XII. che contiene le seguenti brevisime, ma significanti [p. xv modifica]parole: PERFECIT BENEDICTUS XIV. PP M. Compiacciasi intanto V. S. continuare la sua clemenza verso quella Chiesa, Vescovo, Clero, e Popolo col mezzo delle sue Pontificie beneficienze, mentre io pieno di confusione per tante grazie compartitemi, pregando S. D. M. che conservi lungamente la Sua Sagra Persona, e la liberi da’ correnti pessimi avvenimenti, genuflesso le chiedo umilmente l’Apostolica Benedizione


Di Vostra Santita’.



Roma 11, Decembre 1744.






V.mo, Obb.mo, e Creatura
Gio: Andrea Arcivescovo di Tiro.



ERRORI
CORREZIONI
  

Pag. 18. ricrecresciuta 
92. Alarico 
94. Alarico 
98. Rotari II. 
99. Costanzo 
100. Costanzo 
       Romualdo 
101. Luitpranprando
102. A rechi 
117. rispinse 
134. Errico II. 
125. Errico II. 
128. Unfedo 
143. Apruzzzo 
146. Costanzo 
147. Costanzo 
151. Plidori 
172. Ami terno 

187. 1309 

ricresciuta
Atalarico
Atalarico
Rotari VII
Costante
Costante
Grimoaldo
Luitprando
Rachi
vi spinse
Errico
Errico
Unfredo
Apruzzo
Costante
Costante
Polidori
Aterno

1509

P. 188.Guadrastallensis
194. lughi
208. ordiniamo
228. de suo
238. depositatati
312. in una assenza.
384. esercitarsi
       che dovrà
521. S. Norberto
549. Fiume celle
550. e vi un organo
567.riservarsia
573. Cronoliche
588. Monsardus
593. non vede
637. sepulcha
656. colle acque
687. prodigj

LXXXI. primo Re,

Guastallensis
luoghi
ordinassimo
del suo
depositati
in sua asseenza
esercitarvi
che avrà
S. Roberto
Fiumicello
e vi è un organo
riservarsi a
Cronologiche
Monsarduus
non deve
sepulcra
colle quali
prodigj

proprio Re,
  1. V. lib.3.cap15.num.26.pag.281.
  2. V. lib. I. cap. 7. n. 18 p. 35 e lib. 2. cap. I. n. I. pag.83
  3. V. lib. 2. cap 1. n.1. e segg. pag. 83. e cap. 2. num. 4. e segg. pag. 89. lib. 3. cap. 1. n. 2. e segg. p. 146.
  4. V. lib. 3. cap. 1. n. 2. e segg. pag. 146.
  5. V. lib. 3. cap. 2. num. 1. e segg. pag. 172.
  6. Tomasin. de Veter. & Nov. Eccl. Discipl. tom. I. lib. I. cap. 3. num. 2.
  7. V. lib. I. cap. 7. e altri appresso pag. 30 e segg.
  8. V. lib. 3. cap. I. num. 5. e segg. pag. 147
  9. V. lib. 3. cap. 2. n. 4. p. 173. e n. 10. pag. 175. e V. lib. 5. n. XIX. pag. 561.
  10. V. Baron. ad an. Christ. 31. n. 2. & ad an. Christ. 34. n. 230. e altrove. Clem. XI. Ampliorem gratia, honorisque locum apud nos illi sibi cumulant, qui praestantioribus adacti stimulis animum addiciunt, Ecclesiasticae Antiquitatis historiam, & celebranda praeclara gesta Sanctorum. V. p. 622. I.
  11. C. 93. dist. C. ego. de jur. juram. Pontif. Roman. de form. juram. electi in Episc. S. Gregor. Mag. in Breviar. Rom. dis 12. Mart.
  12. Sisto V. che incomincia: Romanus Pontifex.
  13. Tit. 13. cap. I.
  14. Che si riporta nell’Appendice del medesimo Conc. Rom. al n. 12.
  15. V. nell’Appendice di queste Memorie cap. 4. num. I. e prima lib. 4. cap. 14. num. 8. p. 518. e num. 10. p. 519.
  16. V. in d. Append. cap. 4. n. 15. e segg.
  17. V. lib. 4. cap. 14. n. 10. p. 519.
  18. V. lib. 4. cap. 7. n. 32. p. 420.
  19. V. Append. cap. I. n. 19. c. 2 n. 51. cap. 3. n. 16.
  20. V. lib. 3. cap. 9. n. 4. pag. 243.
  21. V. d. cap. 9. n. 6. p. 245.
  22. V. Natal. Alex. Histor. Eccl. Sec. VI. cap. 6. n. 4.