Memorie storiche documentate del distretto di Valdagno/Valdagno/Supplica della Comunità al Serenissimo Prencipe perchè sia conservata nel proprio Comune la consuetudine che i miserabili possano vender Vino esenti dal Dazio (1715)

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Supplica della Comunità al Serenissimo Prencipe perchè sia conservata nel proprio Comune la consuetudine che i miserabili possano vender Vino esenti dal Dazio (1715)

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Supplica della Comunità al Serenissimo Prencipe perchè sia conservata nel proprio Comune la consuetudine che i miserabili possano vender Vino esenti dal Dazio (1715)
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Supplica della Comunità al Serenissimo Prencipe perchè sia conservata nel proprio Comune la consuetudine che tanti miserabili possano vender Vino esenti da Datio.


Joanes Cornelius Dei Gratia Dux Venetiarum, Nob. et Sap. Viro Petro Fuscareno de suo mand.to Capitanio Vincentiae fidelis dilectus, et dilettionis affettu.


Vi mandiamo nelle presenti Copie di supplicatione presentata avanti la Signoria Nostra por nome della comunità di Valdagno, sopra la quale vi Commettemmo che bene informato delle cose in essa contenute dobiate dirci l’opinione vostra, riscontrata questa e scritta di mano propria giusto le Leggi, rimandandosi il tutto sotto sigillo per cavallo o altra persona publica.

Dat in Nostro Ducali Palatio 15. Maij ind.e 8.a 1715.

Agostino Gadaldino Seg.o

Nob. et Sap. Viro Petro Fuscareno Cap.o Vinc.


Serenissimo Prencipe

La Comunità devotissima di Valdagno del Territorio Vicentino s’attrova per sua fatalità sotto clima infelice, mentre circondata da alpestri monti, che confinano cogl’Austriaci, gode poche ore di sole nella sua ristretta campagna, et in [p. 8 modifica] conseguenza raccoglie pochi grani, e scarsi vini et immaturi, quali per detto riguardo hanno poco esito fuori del paese. Perciò le Case di molti miserabili hanno per secoli usato di comprar il poco sopravanzo de’ Benestanti del loro vino a secchia et a secchio senza aggravio per tali miche di Datio, conforme si pratica in altri pochi luoghi del Vicentino, quali s’attrovano in simili circostanze, et hanno la stessa consuetudine o privileggio a solievo de Poveri.

Promosso ingiuste molestie anco ne tempi più remoti da Datiari del Grosso è stata suffragata la miseria di tante mendiche Persone dalla Giustizia de Tribunali, e de Publici Rappresentanti conservando loro una sì antica e giusta consuetudine.

Mentre hora pare li Datiari minacciano nuove e stravaganti mene, sono ricorsi molti infelici con calde lacrime alla Comunità stessa, e compassionando il loro calamitoso stato, et invocando la conservatione de’ loro inveterati et inviolabili usi, considerati per giusti titoli dall’Autorità dell’Ecc.mo Senato.

Onde presa parte a tutti i Voti da quell’humilissimo Consiglio et ottenutta la permissione benigna dell’Ill.mo Pub.o Rappresentante genuflessa detta Devotissima Comunità, humilia a pie del Trono Reale di Vostra Serenità li pianti copiosi, e li compatibili singulti di tante miserabil genti, implorando con Riverentissimo ossequio dalla paterna sua et esemplar sua Giustizia benefico rescritto, e difinitivo Decreto, che approbando detta giusta el antica consuetudine de secoli, ponga in sicuro dalle molestie la povertà mai abbandonata dalla publica inesausta clemenza, quale perpetuamente laudata da sì numerosi e languenti popoli, s’attroveranno pure in debito d’inalzar i voti più ardenti all’Altissimo per l’esaltatione sempre maggiore di questa Augusta e pietosa Republica.