Monarchia/Libro I/Capitolo XVII

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Libro I - Capitolo XVII

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Chome l’essere, l’uno et el bene ànno tra ·lloro ordine.

Oltre a questo, l’essere, l’uno et el bene hanno tra ·lloro hordine, secondo el primo modo del chiamarsi ’prima’. L’essere per natura precede l’uno, l’uno precede el bene: quello che è massime è massime uno, e [’l massime uno è] massime buono. Et quanto più alcuna cosa si dilungha da quello che è massime, tanto dall’essere uno si dilungha, et tanto dall’esere buona. Per questo inn–ogni generatione di cosa, quella è hottima che è massime huna, come dice Aristotile nella Metafisicha. Di qui adiviene che l’essere uno è radicie dello essere buono, et l’essere molti è radicie dell’essere male; però Pittagora nelle sue ordinationi dalla parte del bene poneva uno, dalla parte del male poneva moltitudine, come si manifesta nella Metafisicha. Di qui puoi vedere che pecchare nonn–è altro che procedere da uno a moltitudine; la qual cosa significha el Salmista dicendo: «Del frutto del frumento, vino et holio sono multipricati chostoro». è adunque manifesto che ·cciò che è buono è tale perché consiste in uno. E conciosiaché ·lla concordia, in quanto è concordia, sia alcuno bene, è manifesto ch’ella consiste in qualche uno come in propia radice; la quale radice apparirà se ·lla natura et propietà della concordia si conosce. La concordia è uniforme movimento di più volontà; nella quale rag[i]one apparisce che l’unità delle volontà, laquale per moto huniforme nasce, è la radice della concordia, hovero essa concordia. Inperò che ·ccome noi diremo più parti di terra essere ’concordi’ pel discendere tutte al mezo, et più fiamme essere ’concorde’ per salire tutte in alto, s’elle facessono questo volontariamente; così diciamo più huomini essere ’concordi’ pel muoversi tutti insieme secondo el volere ad uno, el quale è formalmente nelle volontà loro, come una qualità formalmente in molte parti della terra, e questa è gravità, et una nelle fiamme, che è levità. Inperò che la virtù del volere è una potenzia, et la spetie del bene conpreso è huna sua forma; la qual forma, così come l’altre, essendo una in sé, si multipricha per la moltitudine della materia riscipiente, come l’anima e ’l numero et l’altre forme che nella conpositione si ricevono. Dette queste cose a dichiaratione, al proposito nostro così argomentiamo: hogni concordia dipende da unità, la quale è nelle voluntà; la generatione humana, quando hottime vive, è una certa concordia, perché come huno huomo, quando hottime è disposto, e quanto alla anima et quanto al corpo, è una certa concordia, et similmente la casa, la ciptà et el regno, così tutta la generatione humana; adunque la humana generatione, hottime disposta, dalla hunità ch’è nelle volontà dipende, e questa hunità dipende da huno. Ma questo non può essere, se non è huna voluntà che ·ssia signiore et una reghola di tutte l’altre in uno, conciosiaché ·lle voluntà de’ mortali, per chag[i]one de’ lusinghevoli diletti della adoloscenza, abino bisognio di chi a bene gli dirizi, come Aristotile insegnia nel libro hutimo A Nicomaco. E questa huna voluntà non può essere, se non è hun principe di tutti, la volontà del quale domini et regoli tutte le volontà degli altri. Adunque, se tutte le supperiori concrusioni sono vere, che certamente così sono, è necessario che alla ottima dispositione della generatione humana sia nel mondo el monarcha, e per conseguente al bene essere del mondo sia la monarchia.