Nova polemica/Nova polemica

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Nova polemica

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Prologo Il nome di Maria

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NOVA


POLEMICA

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Paedicabo ego vos et inrumabo,
Aureli pathice et cinaede Furi,
qui me ex versiculis meis putastis
quod sint molliculi, parum pudicum.
Nam castum esse decet pium poetam
ipsum: versiculos nihil necesse est.
C. Val. Catull. Carm. XVI.





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EE
d anche a me da l’innocente cuna

ridon due bimbi che l’amor mi diede
e quei due bimbi son la mia fortuna,
la mia bella speranza e la mia fede.

     Anch’io, ne’ chiostri che la notte imbruna,
anch’io singhiozzo d’una tomba a ’l piede;
anch’io soffro, lavoro, amo, ed alcuna
vergogna a ’l famigliar desco non siede.

     L’anime intanto castigate e buone
che confondon gli apostoli e i poeti,
l’anime pie mi credono un briccone

     perchè gli affetti miei cari e segreti
non portai tutti quanti a processione
ragliando salmi come fanno i preti.


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II
dealisti saggi, ho molto amato

de la mia gioventù ne ’l facil corso:
chi molto amò ne ’l mondo è perdonato
tal de ’l vostro Gesù suona il discorso.

     Così, critici miei, tutto lavato,
senza la macchiolina d’un rimorso,
da la gran voce de ’l Signor chiamato
a ’l cielo salirò con l’ali a ’l dorso.

     Ivi la donna mia sovra le stelle,
angelo bianco, arcangelo giocondo,
bellissima vedrò tra l’altre belle;

     e furtiva verrà de ’l cielo in fondo
a farmi le carezze e le frittelle
che mi fa tanto buone a questo mondo.